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Autore: xhio    14/09/2006    1 recensioni
Tornando a casa dopo il balletto, Angel ripensa ad una scena a cui aveva assistito il giorno prima e non riesce a smettere di pensare a Cordelia:che sentimento prova nei suoi confronti?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NdA: Ok, forse mi odierete per questo capitoletto, ma non disperate: non tutto è come sembra! ;) Fidatevi di me! :P

CAP 7
[Corridoio dell'albergo]
Wesley richiuse con molta cautela la porta della camera di Gunn, attento a non fare il benchè minimo rumore.
Girandosi, si trovò di fronte Fred, di ritorno dalla sua stanza, dove si era cambiata d'abito per indossare un più comodo paio di jeans.
"Si è addormentato" la informò Wes, ancora vestito con il suo abito da sera, ad eccezion fatta della giacca, che aveva lasciato in ufficio.
"Mi preoccupa quella brutta ferita..."
"Non ce n'è motivo, mia cara, non è niente. Vedrai che domattina starà già molto meglio" la rassicurò cominciando a scendere la scalinata.
"Lo spero tanto" disse lei, seguendolo.
"Perchè non vai a riposare un po'? Abbiamo avuto tutti una giornata molto intensa e mi sembri molto stanca..."
"A dire il vero non ho molto sonno"
"Se devo essere sincero, neanche io"
Fred gli sorrise, continuando a seguirlo, all'interno dell'ufficio.
"Credo che cercherò di avvantaggiarmi un po' con la traduzione di queste profezie..."
"Posso farti compagnia?"
"Certo che sì, mia cara. Mi farebbe molto piacere"
"Grazie"
I due si fissarono per qualche secondo e poi si sorrisero,
dopodichè Wes si sedette alla sua scrivania, mentre Fred si accomodò sulla poltrona davanti alla scrivania, tuffandosi nella lettura di un libro.
[Stanza di Angel e Connor]
"Grazie" gli sussurrò lievemente lei a fior di labbra, senza smettere di accarezzargli il collo.
"Sono io che devo ringraziare te"
Angel sentì il sorriso di Cordy sulle proprie labbra e non potè fare a meno di sorridere a sua volta. E quel contatto stava quasi per trasformarsi in un bacio, quando sentirono un convinto mormorio provenire dalla culla di Connor. Simultaneamente girarono i loro volti verso la culla, senza tuttavia staccarsi di un millimetro l'uno dall'altra.
Poi si guardarono di nuovo e Angel potè scorgere una grande gioia negli occhi di Cordy:
"Lo vuoi prendere tu? Tanto sembra che stasera non abbia proprio intenzione di dormire..." le propose.
Il sorriso che ricevette in cambio fu una risposta più che eloquente.
Con gesti molto lenti Cordelia si sciolse dall'abbraccio e si affacciò alla culla per prendere in braccio Connor:
"Amore! Piccolo... Allora ci vieni un po' in braccio alla tua...mamma?" pronunciò quell'ultima parola quasi con incertezza, tanto da dover cercare lo sguardo di Angel per 'conferma'; ma quando i lineamenti del vampiro, senza accorgersene, si rilassarono in un sorriso, Cordy non ebbe più alcuna esitazione: prese in braccio il neonato, con la stessa maestria e delicatezza che aveva acquisito in quelle settimane e cullandolo lievemente cominciò a passeggiare per la stanza, sotto lo sguardo attento del paparino, che, con le braccia incrociate sul petto, seguiva ogni loro più piccolo movimento.
"Allora, Connor, sei contento di questa novità?" domandò scherzosamente Cordelia.
Il neonato pur non potendo capire quello che succedeva attorno a lui, le sorrise: quella donna era tanto cara e gentile con lui...nessun'altra lo trattava con tanta dolcezza! Doveva essere quella che tutti chiamavano 'mamma'. Chissà poi che volesse dire....bah!
"Ti prometto che da adesso in poi staremo insieme ancora di più, e ti farò tantissime coccole e avrò molto più tempo per tenerti tutto per me e spupazzarti come voglio. Tuo papà permettendo..." guardò Angel di sottecchi "Sai, a lui non piacciono tanto le smancerie, dice che sono per femminucce...ma tu gliel'hai detto che sei un piccolino batuffoloso e hai bisogno delle smancerie di una femminuccia chiamata mamma Cordy? In fondo è anche per questo che mi ha 'arruolato', anche se non lo ammetterà mai perchè, fondamentalmente, è un vecchio musone ultracentenario, lui"
"Ehi!" obiettò offeso "Non sono un musone! Non dire queste cose a Connor, sennò che penserà di me? Già dovrà digerire un bel po' di cose, tipo la faccenda del vampiro, eccetera, eccetera, eccetera..."
Cordy lo sfidò con l'aria del 'questi sono fatti tuoi'.
"E poi non è vero che non mi piacciono le smancerie!" aggiunse offeso.
Cordelia alzò un sopracciglio.
"Non mi sei mai sembrato un tipo particolarmente...espansivo" spiegò.
'Forse non me ne hai dato mai l'occasione...' fu la prima cosa che pensò. Fortunatamente se ne rese conto in tempo ed evitò di dirla:
"Aehm, voglio dire che, ovviamente, come Connor e tutti maschietti dovrebbero fare, le smancerie preferisco RICEVERLE dalle femminucce..."
Oddio. Questa era anche peggio!
"Ma bene! Cominci a inculcargli principi di sano maschilismo già a questa età! Poi quando avrà 16 anni lo porterai a lucciole!?!?!?"
Era decisamente infuriata.
"Ma che hai capito
?! Io intendevo dire che..." l'occhiataccia di Cordelia lo persuase a non continuare. "Va bene, lasciamo perdere" acconsentì rassegnato.
"Sarà meglio" confermò lei, tagliente, riponendo Connor nella culla [NdA: quante giostre che gli stanno facendo fare a questo povero neonato :D ] e raccogliendo le proprie scarpe dal mezzo della stanza, dove le aveva lasciate.
"E adesso dove vai?" chiese Angel.
"A fare un giro" fu la risposta lapidaria che ottenne da Cordelia, mentre già stava varcando la soglia della camera.
Angel la rincorse:
"Come un giro? Un giro dove?"
"Non sono affari che ti riguardano" replicò scontrosa senza degnarlo di uno sguardo cominciando a scendere la scalinata.
"Ma sono le 3 di notte!" obiettò il vampiro, sempre cercando di starle dietro.
A questo punto Cordelia aveva finito di scendere la scalinata e si era seduta sul divanetto della hall per rimettersi le scarpe.
"Sei arrabbiata?" domandò lui, in apprensione.
Ma lei, continuando a non degnarlo di uno sguardo, intenta ad allacciarsi le scarpe, gli rispose:
"No"
"Sei arrabbiata" constatò infine lui.
"E tu sei morboso" lo fulminò lei alzando finalmente lo sguardo nella sua direzione e lasciandolo senza parole.
A quel punto Cordelia si alzò e si diresse nell'ufficio di Wes, dove aveva lasciato la stola e la borsetta.
Angel la seguì col capo chino e le mani in tasca.
"Ciao ragazzi, ancora in piedi?" salutò Wes alzando la testa dai suoi libri quando li sentì arrivare. Poi, dopo aver notato la camicia di Angel, mezza sbottonata e solo per metà ancora dentro i pantaloni, aggiunse:
"Aehm...tutto bene?"
"Benissimo" rispose Cordelia frugando sotto le giacche appese all'attaccapanni.
"Vuole andare a fare un giro a quest'ora di notte. Ma ancora non ha imparato...." cercò di spiegare Angel, ma la voce di Cordy sovrastò la sua:
"Avete per caso visto la mia borsetta in giro?"
Fred, che li guardava divertita come se stesse assistendo ad un film comico, si illuminò:
"Sì, te l'ho appoggiata io sul bancone, avevo paura che la dimenticassi"
"Ma insomma le volete dire qualcosa? Non è prudente andare in giro da soli a quest'ora di notte!" si lamentò ancora Angel.
"Se vuoi posso venire io con te, tanto non ho sonno" si propose Fred, sporgendosi dalla poltrona per seguire con lo sguardo Cordy che raggiungeva la sua borsetta sul bancone.
"Va bene, ma sbrigati, sto uscendo adesso: ho bisogno di aria!" le concesse Cordelia.
"Prontissima!" scattò in piedi Fred, entusiasta.
"Menomale, finalmente un po' di buon senso" sbuffò Angel sulla soglia dell'ufficio.
"Quale uomo lascerebbe mai due signorine avventurarsi da sole per le strade di Los Angeles a quest'ora di notte?!" domandò Wes spuntando alle spalle di Angel.
"Ehi, non guardare me! La nostra 'visionaria' non gradisce la mia presenza, a quanto sembra, stasera..." fu la replica, offesa, di Angel.
Senza neanche voltarsi verso di lui, Cordelia afferrò la borsetta e si diresse alla porta, seguita da Fred:
"Andiamo Wes!"
"Signore, lasciate che vi faccia strada!" disse Wesley afferrando la propria giacca e precedendole alla porta in modo da potergliela aprire.
Sia Fred che Cordelia sorrisero compiaciute a quel gesto di galanteria.
Quando entrambe furono uscite, Wes lanciò un'ultima occhiata ad Angel:
"Pensi tu a chiudere? Tanto ho le chiavi..."
Il ringhio che ottenne come risposta fu un più che eloquente segnale che era evidentemente meglio togliere in fretta il disturbo; così, richiusa la porta, si affrettò a raggiungere le due ragazze in giardino e a prenderle sotto braccio, una a destra e l'altra a sinistra.
Angel rimase un attimo a fissare la porta dietro alla quale erano spariti, con un'espressione accigliata, ma dopo neanche una dozzina di secondi un urlo di neonato richiamò la sua attenzione:
"Basta, per pietà!" piagnucolò tra sè e sè chinando il capo, rassegnato
TO BE CONTINUED

I commenti e/o gli insulti sono sempre graditi :D

@Chloe: sono contenta che ti piaccia ^__^ Anche altri mi hanno quotato quella frase, sai?Si vede che mi è riuscita bene! :P

  
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