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Autore: ElloinIlBardo    04/02/2012    2 recensioni
Tsubasa, assieme al resto della nazionale giovanile giapponese si trova in Italia per una partita amichevole, appena arrivati nella piccola città dove alleggeranno, i ragazzi vengono attratti da una rievocazione medievale. Ciò che non sanno è che verranno trascinati in una folle partita di calcio dove si corre tenendo le mani dietro la schiena ed ogni mezzo è lecito per vincere!
Genere: Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa One Shot mi è venuta in mente chiedendomi, come giocherebbero i personaggi di Capitan Tsubasa al calcetto medievale che si gioca tutti gli anni alla rievocazione medievale nella mia città? In particolar modo lo dedico ad Angel Natalie, o Lily, come preferisce chiamarsi, con cui vorrei tanto essere ora ,ma da cui, quasi un metro di neve e tanti chilometri di strada, mi dividono!
NB:
'La persone e i luoghi citati in questo racconto, eccetto i protagonisti di Capitan Tsubasa sono reali, per cui per ragioni di privacy ho camuffato i loro nomi!'

 

Medieval Tsubasa

Tsubasa alzò gli occhi per osservare i camminamenti del castello, proteggendosi con una mano dal sole accecante di fine estate, gli sarebbe piaciuto farci un salto, ma non aveva tempo, doveva ritrovare gli altri e poi andare subito all’hotel dove avevano prenotato per riposarsi, il giorno dopo dovevano essere in forma per l’amichevole con la nazionale giovanile italiana.
Tsubi, posso andare a fare un giro per la città anche io come gli altri?’ chiese Taro accanto a lui per la quinta volta di seguito,
‘No’, rispose ormai spazientito il capitano della nazionale giovanile giapponese, ‘ti perderesti! E poi dobbiamo ritrovare gli altri per andare in albergo.’
Daiiiii!’ insistette ancora l’amico, ‘Non posso perdermi, è piccolissimo questo posto, e poi sembra ci sia una festa … andiamo a controllare, magari gli altri sono là!’
‘Va bene, ma solo un attimo!’ cedette Tsubasa, ‘ma se non sono lì ce ne andiamo subito!’
I due si avviarono lungo il ponte levatoio, entrando dentro le mura del piccolo castello, nel cui cortile interno era stata allestita una ricostruzione medievale, con banchetti e giochi storici,
‘Certo che erano strani questi italiani nel medioevo, come facevano a girare con simili vestiti?’ Taro indicò un gruppo di figuranti vestiti da popolani, ‘gli pruderà ovunque, e come fanno a portare quelle calzamaglie!’
‘Oh, eccoli là i nostri compagni!’ gridò Tsubasa per interrompere i vaneggiamenti dell’amico.
Jun, Genzo, Kojiro e Ishizaki, stavano parlando in un inglese stentato assieme ad un gruppo di ragazzi italiani vestiti in con una calzamaglia blu e bianca, una camicia e una casacca di velluto blu.
‘Oh, ciao, ma dove eravate finiti?’, chiese Jun a Tsubasa, non appena fu vicino a lui, ‘Abbiamo conosciuto questi simpatici ragazzi del gruppo storico locale, Lily, Elloin, Nessa e il Capo, ci hanno spiegato un po’ cosa stanno facendo.’
‘Piacere di conoscervi, io sono Taro, e lui è Tsubasa.’ si presentò sorridente il ragazzo in inglese,
‘Piacere . . .’ aggiunse Tsubasa, ‘ora però dobbiamo andare, domani abbiamo una partita di calcio da giocare . . .’
‘Ah, sì’ lo interruppe Genzo, ‘a proposito di questo, i nostri nuovi amici ci avevano invitato a fare una partita a calcetto medievale, non so bene cosa sia, ma hanno detto che gli mancherebbero proprio sei giocatori’,
‘Ma dobbiamo riposarci per la partita. . .’ insistette il capitano,
‘Dai, consideralo un allenamento per domani!’ gli rispose Ishizaki, ‘e poi guarda come sono carine queste ragazze!’ fece un cenno con la testa verso Nessa e Lily, soffermandosi a guardare la seconda.
‘Possibile che tu debba sempre pensare alle donne Ryo!’ lo rimproverò Jun, non senza però gettare un’occhiata anche lui alla bella ragazza.
‘Dai Tsubasa, divertiamoci un po’, facciamo vedere a questi italiani, quanto noi giapponesi possiamo essere bravi anche in queste versioni assurde del calcio!’ incalzò Kojiro.
‘E va bene, mi arrendo, giochiamo, ma prima voglio sentire quali sono le regole!’ si rivolse verso i quattro italiani, che nel frattempo avevano parlottato nella loro lingua.
Prese la parola il ragazzo di nome Elloin, ‘Mi hanno detto i tuoi amici che fate parte della nazionale giapponese di calcio,beh, sappiate che questo gioco ha poco a che vedere con quello che conoscete voi. Il calcio giocato al giorno d’oggi è una versione moderna, che ha poco più di un secolo, nel medioevo, il calcio era diverso da villaggio a villaggio, ed era fondamentalmente privo di regole. Noi giochiamo con squadre da cinque persone, lo scopo è lanciare questa piccola palla all’interno di una minuscola porta, non ci sono ruoli, anzi, se uno para un goal nell’area di rigore è espulso per trenta secondi, e si può tirare solo da fuori da quell’area, l’unica vera regola è che bisogna sempre tenere le mani dietro la schiena senza mai mollare un bastoncino, se lo lasciate siete espulsi per trenta secondi, fine delle regole, ci sono domande?’
‘Quando si comincia?’ chiese Tsubasa, emozionato come un bambino piccolo da quel nuovo gioco.

Gli italiani condussero i giapponesi nel fossato della rocca, ‘Qui è dove giocheremo,’ spiegò Lily, ‘quelle sono le porte, e segnano i limiti del campo, lateralmente invece, un limite è segnato dalla rocca stessa, a meno che non abbiate il potere di attraversare le pietre . . .’
‘Attraversarla no, ma sfondarla sì . . .’ commentò Kojiro,
‘ . . . mentre l’altro limite è dato dal pubblico stesso, potete anche salire sulla zona ripida se volete.’, concluse la ragazza.
Uff, niente portiere e niente mani!’, stava brontolando Genzo con Tsubasa,
‘Come si fanno le squadre?’ chiese Ishizaki a Jun, ‘mi piacerebbe essere in squadra con quelle ragazze!’
‘Tu non metterci troppa forza Kojiro, cerca di non fare male a nessuno, e domani dobbiamo essere in forma per la partita!’ avvisò Taro il compagno.
Il ragazzo che chiamavano Capo, venne verso di loro con in mano una scatolina e, tentando di parlare un inglese corretto, spiegò, ‘Qui dentro ho scritto dei foglietti con i nomi delle due squadre in cui ci divideremo, così saranno casuali!’
Tutti e dieci i giocatori pescarono il loro foglietto e così le squadre furono rapidamente decise,
‘Bene,’, annunciò il Capo,’la prima squadra sarà composta da Lily, Ishizaki (e qui il ragazzo lanciò un piccolo grido di gioia), Kojiro, Jun ed Elloin, la seconda, ovviamente, dal sottoscritto, Nessa, Tsubasa, Taro e Genzo
‘Mi sembrano equilbrate’, commentò Tsubasa, ‘anche se non ho idea di come giochiate voi italiani’.
‘Siamo piuttosto scarsi.’, puntualizzò ridendo Nessa, ‘tra poco arriveranno le altre due squadre, l’arbitro poi sorteggerà l’ordine delle sfide’.

Ben presto tutto fu pronto per iniziare, fu sorteggiato che al primo girone avrebbero affrontato le altre due squadre, le partite erano solo da venti minuti ciascuna, ma ben presto scoprirono che ci si stancava comunque tantissimo.
La prima squadra a giocare fu quella di Tsubasa, i giocatori giapponesi ci misero un poco per abituarsi a quello strano modo di giocare, che assomigliava più ad una zuffa che al calcio ragionato e ordinato a cui erano abituati, in particolare Genzo venne più volte mandato fuori dal campo più volte, poiché per riflesso incondizionato tentava spesso di parare la palla o mollava il bastoncino, mentre Taro rideva, divertendosi come un bambino.
Stavano perdendo di due goal quando con un agile successione di passaggi il Capo e Tsubasa, che stava iniziando a prenderci la mano, riuscirono a mettere a segno il loro primo, a cui seguì presto il secondo da parte di Taro su passaggio di Nessa, la squadra avversaria capì quindi che i giapponesi non erano così scarsi nel calcio come si diceva (nessuno gli aveva comunque riferito che facevano parte della nazionale giovanile), e iniziarono ad impegnarsi con tutte le loro forze.
Erano quasi sul limite dell’area e pronti a tirare, quando Genzo, con un rapido gioco di piedi sottrasse la palla al giocatore avversario e partì in contropiede, effettuando un lungo passaggio a Nessa che attendeva nei pressi dell’area di rigore, la ragazza, bloccando la palla al volo effettuò un tiro precisissimo che centrò la porta avversaria, ponendo fine alla partita, e mandando la sua squadra in finale.
La seconda partita, giocata dalla squadra di Jun, ebbe invece un taglio totalmente diverso, i giocatori giapponesi avevano capito le meccaniche del gioco guardando i loro compagni e così furono pronti sin da subito. Kojiro, in particolare, che si sentiva affine a quella forma di calcio caotica, si sentì presto a suo agio, e seppur tentando di mantenere la sua parola di non fare male a nessuno, più volte mandò i giocatori avversari a gambe all’aria, effettuando potenti tiri dalla metà campo, Ishizaki, invece, si fece scappare un avversario, distratto come era dal fondoschiena di Lily, facendosi fare un goal.
Altri due goal furono effettuati, il primo da Jun a cui Lily servì con precisione la palla, sottraendola ad un giocatore grosso il doppio di lei (ma che forse proprio per questo l’aveva sottovalutata) e il secondo da Elloin, che, per un caso fortuito, si ritrovò con la palla tra i piedi, e la linea di tiro verso la porta libera, concludendo la partita con un punteggio di tre a uno.
Era così giunto il momento della finale, in cui le due squadre di amici si sarebbero affrontate direttamente.
Kojiro scattò subito verso la porta, cercando di ripetere la tecnica che aveva usato in precedenza, ma si ritrovò davanti Genzo che parò di petto la palla e la passò a Tsubasa, che corse rapidamente nella direzione opposta, Jun, Ishizaki e Lily erano però pronti a fermarlo, la ragazza effettuò una scivolata, sottraendo la palla al capitano della nazionale, per un attimo rimase immobile, non credendo di essere riuscita a fare una cosa simile, poi con un rapido calcio passò la palla a Elloin che scattò verso la porta, e, dopo avere evitato il Capo con un movimento laterale tirò in porta . . . mancandola. Taro afferrò la palla per le rimessa dal fondo e la passò a Nessa, che fu presto accerchiata dagli avversari, ad un tratto, nella mischia si sentì la voce di Jun gridare, ‘Ehi, fermi, Lily si deve essere fatta male!’.
In effetti la ragazza, dopo la scivolata non si era più rialzata e ora stava un poco in disparte a massaggiarsi la caviglia ‘Devo aver preso una storta!’ ammise, Elloin e Jun controllavano la gamba, mentre l’arbitro dava il time out, in effetti era un poco gonfia, ma non era particolarmente dolorante, ‘Ce la fai ad alzarti?’, le chiese l’amico.
‘Certo, posso tornare a giocare, ma tu vedi di non sbagliare più i tiri, quando ti passo la palla guadagnata con tanta fatica!’, lui le sorrise e l’aiutò ad alzarsi.
L’arbitro fece ricominciare la partita, e Nessa, che nel frattempo si era smarcata passò la palla a Taro, che segnò rapidamente il primo goal.
Ishizaki effettuò la rimessa dal fondo, passando la palla ad Elloin che era smarcato, nel frattempo però tutti gli avversari si stavano muovendo in massa verso si lui, e così ripiegò sulla parte pendente del campo, da quel punto poteva facilmente lanciare la palla sopra le teste degli avversari, così poté effettuare un pulitissimo passaggio a Kojiro, che, con un calcio poderoso alla sfera, colpì la traversa in pieno, staccando la porta dal terreno. Tecnicamente la palla era però entrata nella porta, e così il punteggio fu riportato in parità. Il tempo ormai era agli sgoccioli, e così, Tsubasa andò a parlare con i suoi compagni, dovevano trovare un modo per fare velocemente un altro goal, così Genzo effettuò la rimessa, passando la palla a Lily, il piano era che tutti si avventassero su di lei, e così fu, mentre Tsubasa e Taro venivano lasciati smarcati.
Lily passò rapidamente la palla a Taro, che la lanciò a Tsubasa, il quale nel frattempo era salito sulla collinetta, emulando la tattica di Elloin, il passaggio di Taro era però stato troppo alto, e così il capitano dovette azzardare una rovesciata, cosa quasi impossibile tenendo le mani dietro la schiena, con un incredibile colpo di reni, riuscì però ad avvitarsi su se stesso e a colpire la palla, che sfrecciò verso la porta, passando sopra le teste di tutti gli avversari (qualche testimone disse perfino di averla vista assumere forma ovale) e andando a centrare la porta, lasciando un buco circolare nel terreno.
Ricadendo a terra, però, il ragazzo non poté fare a meno di proteggersi con le mani, mollando il bastoncino, che rotolò giù dal pendio, ‘Fuori per trenta secondi’ gridò l’arbitro a Tsubasa, che, seguendo le regole, uscì dal campo, seppure sbuffando.
‘Manca pochissimo!’ gridò Jun ai suoi compagni di squadra, ‘e ora Tsubasa è fuori, è la nostra occasione per ribaltare il risultato!’
Kojiro effettuò la rimessa, che fu intercettata da Elloin, ormai gli avversari avevano capito che era piuttosto scarsi nei passaggi, a meno che non salisse sulla collinetta, che era dalla parte opposta rispetto a dove si trovava, e così Taro e il Capo lo raggiunsero, fiduciosi di riuscire a prendergli la palla facilmente.
Il ragazzo , trovandosi in difficoltà, non aveva nessuno a cui effettuare un passaggio vicino, e così passò la palla all’indietro, senza guardare, secondo i suoi calcoli doveva trovarvisi Ishizaki, e fortunatamente ci prese, il ragazzo giapponese, che per qualche strano motivo era raramente marcato, intercettò la palla, e fece per passarla a Lily, che però era marcata da Nessa.
Jun sapeva che Nessa avrebbe bloccato la palla, e il tempo era ormai agli sgoccioli, smarcandosi rapidamente da Genzo, saltò, avvitandosi su se stesso, e colpì la palla a mezz’aria, che entrò in porta.
L’arbitro fischiò la fine della partita, con un punteggio di due a due, i rigori avrebbero decretato il vincitore.
In quel momento l’allenatore della nazionale saltò fuori tra il pubblico e si diresse verso Tsubasa,
‘Ecco dove eravate finiti, vi ho cercato ovunque, presto, dobbiamo andare in Hotel!’
‘Ma ci sono i rigori!’ replicò Tsubasa,
‘Niente ma, è già troppo tardi!’
Jun, che stava ascoltando, si diresse rattristato verso gli amici italiani, ‘Mi spiace, ma dobbiamo andare, i ct era stato molto chiaro, potevamo fare solo un giro veloce alla festa . . .’
‘Non preoccuparti!’ lo consolò Lily, ‘Ci siamo divertiti molto, e alla fine è stata una splendida partita, sono contenta che si finita in parità, e poi il tuo goal alla fine è stato sensazionale!’
‘A me è piaciuto un sacco giocare con le mani dietro la schiena. Spero di rivedervi presto!’ disse Ishizaki, facendo l’occhiolino a Lily, che però non aveva smesso un attimo di guardare Jun.
‘Grazie davvero per questa esperienza, a presto!’, salutò Taro, prima di ritornare verso Tsubasa.
‘Grazie mille, è stato divertente!’ fecero Genzo e Kojiro in coro, avviandosi anche loro.
I ragazzi italiani salutarono da lontano gli amici giapponesi mentre questi si avviavano a piedi verso l’hotel,
‘A presto!’ gridarono in coro Jun, Taro, Tsubasa, Kojiro, Genzo e Ishizaki,
‘A presto!’ risposero Lily, Elloin, Nessa e il Capo.

  
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