Questa One Shot mi è venuta in mente chiedendomi, come giocherebbero i
personaggi di Capitan Tsubasa al calcetto medievale
che si gioca tutti gli anni alla rievocazione medievale nella mia città? In
particolar modo lo dedico ad Angel Natalie, o Lily, come preferisce chiamarsi,
con cui vorrei tanto essere ora ,ma da cui, quasi un metro di neve e tanti
chilometri di strada, mi dividono!
NB: 'La persone e i luoghi citati in questo
racconto, eccetto i protagonisti di Capitan Tsubasa
sono reali, per cui per ragioni di privacy ho camuffato i loro nomi!'
Medieval Tsubasa
Tsubasa alzò gli occhi per
osservare i camminamenti del castello, proteggendosi con una mano dal sole
accecante di fine estate, gli sarebbe piaciuto farci un salto, ma non aveva
tempo, doveva ritrovare gli altri e poi andare subito all’hotel dove avevano
prenotato per riposarsi, il giorno dopo dovevano essere in forma per
l’amichevole con la nazionale giovanile italiana.
‘Tsubi, posso andare a fare un giro per la città
anche io come gli altri?’ chiese Taro accanto a lui per la quinta volta di
seguito,
‘No’, rispose ormai spazientito il capitano della nazionale giovanile
giapponese, ‘ti perderesti! E poi dobbiamo ritrovare gli altri per andare in
albergo.’
‘Daiiiii!’ insistette ancora l’amico, ‘Non posso
perdermi, è piccolissimo questo posto, e poi sembra ci sia una festa … andiamo
a controllare, magari gli altri sono là!’
‘Va bene, ma solo un attimo!’ cedette Tsubasa, ‘ma se
non sono lì ce ne andiamo subito!’
I due si avviarono lungo il ponte levatoio, entrando dentro le mura del piccolo
castello, nel cui cortile interno era stata allestita una ricostruzione
medievale, con banchetti e giochi storici,
‘Certo che erano strani questi italiani nel medioevo, come facevano a girare
con simili vestiti?’ Taro indicò un gruppo di figuranti vestiti da popolani,
‘gli pruderà ovunque, e come fanno a portare quelle calzamaglie!’
‘Oh, eccoli là i nostri compagni!’ gridò Tsubasa per
interrompere i vaneggiamenti dell’amico.
Jun, Genzo, Kojiro e Ishizaki, stavano
parlando in un inglese stentato assieme ad un gruppo di ragazzi italiani
vestiti in con una calzamaglia blu e bianca, una camicia e una casacca di
velluto blu.
‘Oh, ciao, ma dove eravate finiti?’, chiese Jun a Tsubasa, non appena fu vicino a lui, ‘Abbiamo conosciuto
questi simpatici ragazzi del gruppo storico locale, Lily, Elloin,
Nessa e il Capo, ci hanno spiegato un po’ cosa stanno
facendo.’
‘Piacere di conoscervi, io sono Taro, e lui è Tsubasa.’
si presentò sorridente il ragazzo in inglese,
‘Piacere . . .’ aggiunse Tsubasa, ‘ora però dobbiamo
andare, domani abbiamo una partita di calcio da giocare . . .’
‘Ah, sì’ lo interruppe Genzo, ‘a proposito di questo,
i nostri nuovi amici ci avevano invitato a fare una partita a calcetto
medievale, non so bene cosa sia, ma hanno detto che gli mancherebbero proprio
sei giocatori’,
‘Ma dobbiamo riposarci per la partita. . .’ insistette il capitano,
‘Dai, consideralo un allenamento per domani!’ gli rispose Ishizaki,
‘e poi guarda come sono carine queste ragazze!’ fece un cenno con la testa
verso Nessa e Lily, soffermandosi a guardare la
seconda.
‘Possibile che tu debba sempre pensare alle donne Ryo!’
lo rimproverò Jun, non senza però gettare un’occhiata
anche lui alla bella ragazza.
‘Dai Tsubasa, divertiamoci un po’, facciamo vedere a
questi italiani, quanto noi giapponesi possiamo essere bravi anche in queste
versioni assurde del calcio!’ incalzò Kojiro.
‘E va bene, mi arrendo, giochiamo, ma prima voglio sentire quali sono le
regole!’ si rivolse verso i quattro italiani, che nel frattempo avevano
parlottato nella loro lingua.
Prese la parola il ragazzo di nome Elloin, ‘Mi hanno
detto i tuoi amici che fate parte della nazionale giapponese di calcio,beh,
sappiate che questo gioco ha poco a che vedere con quello che conoscete voi. Il
calcio giocato al giorno d’oggi è una versione moderna, che ha poco più di un
secolo, nel medioevo, il calcio era diverso da villaggio a villaggio, ed era
fondamentalmente privo di regole. Noi giochiamo con squadre da cinque persone,
lo scopo è lanciare questa piccola palla all’interno di una minuscola porta,
non ci sono ruoli, anzi, se uno para un goal nell’area di rigore è espulso per
trenta secondi, e si può tirare solo da fuori da quell’area, l’unica vera
regola è che bisogna sempre tenere le mani dietro la schiena senza mai mollare
un bastoncino, se lo lasciate siete espulsi per trenta secondi, fine delle
regole, ci sono domande?’
‘Quando si comincia?’ chiese Tsubasa, emozionato come
un bambino piccolo da quel nuovo gioco.
Gli italiani condussero i giapponesi nel fossato della
rocca, ‘Qui è dove giocheremo,’ spiegò Lily, ‘quelle sono le porte, e segnano i
limiti del campo, lateralmente invece, un limite è segnato dalla rocca stessa,
a meno che non abbiate il potere di attraversare le pietre . . .’
‘Attraversarla no, ma sfondarla sì . . .’ commentò Kojiro,
‘ . . . mentre l’altro limite è dato dal pubblico stesso, potete anche salire sulla
zona ripida se volete.’, concluse la ragazza.
‘Uff, niente portiere e niente mani!’, stava
brontolando Genzo con Tsubasa,
‘Come si fanno le squadre?’ chiese Ishizaki a Jun, ‘mi piacerebbe essere in squadra con quelle ragazze!’
‘Tu non metterci troppa forza Kojiro, cerca di non
fare male a nessuno, e domani dobbiamo essere in forma per la partita!’ avvisò
Taro il compagno.
Il ragazzo che chiamavano Capo, venne verso di loro con in mano una scatolina
e, tentando di parlare un inglese corretto, spiegò, ‘Qui dentro ho scritto dei
foglietti con i nomi delle due squadre in cui ci divideremo, così saranno
casuali!’
Tutti e dieci i giocatori pescarono il loro foglietto e così le squadre furono
rapidamente decise,
‘Bene,’, annunciò il Capo,’la prima squadra sarà composta da Lily, Ishizaki (e qui il ragazzo lanciò un piccolo grido di
gioia), Kojiro, Jun ed Elloin, la seconda, ovviamente, dal sottoscritto, Nessa, Tsubasa, Taro e Genzo’
‘Mi sembrano equilbrate’, commentò Tsubasa, ‘anche se non ho idea di come giochiate voi
italiani’.
‘Siamo piuttosto scarsi.’, puntualizzò ridendo Nessa,
‘tra poco arriveranno le altre due squadre, l’arbitro poi sorteggerà l’ordine
delle sfide’.
Ben presto tutto fu pronto per iniziare, fu sorteggiato che
al primo girone avrebbero affrontato le altre due squadre, le partite erano
solo da venti minuti ciascuna, ma ben presto scoprirono che ci si stancava
comunque tantissimo.
La prima squadra a giocare fu quella di Tsubasa, i
giocatori giapponesi ci misero un poco per abituarsi a quello strano modo di
giocare, che assomigliava più ad una zuffa che al calcio ragionato e ordinato a
cui erano abituati, in particolare Genzo venne più
volte mandato fuori dal campo più volte, poiché per riflesso incondizionato
tentava spesso di parare la palla o mollava il bastoncino, mentre Taro rideva,
divertendosi come un bambino.
Stavano perdendo di due goal quando con un agile successione di passaggi il
Capo e Tsubasa, che stava iniziando a prenderci la
mano, riuscirono a mettere a segno il loro primo, a cui seguì presto il secondo
da parte di Taro su passaggio di Nessa, la squadra
avversaria capì quindi che i giapponesi non erano così scarsi nel calcio come
si diceva (nessuno gli aveva comunque riferito che facevano parte della
nazionale giovanile), e iniziarono ad impegnarsi con tutte le loro forze.
Erano quasi sul limite dell’area e pronti a tirare, quando Genzo,
con un rapido gioco di piedi sottrasse la palla al giocatore avversario e partì
in contropiede, effettuando un lungo passaggio a Nessa
che attendeva nei pressi dell’area di rigore, la ragazza, bloccando la palla al
volo effettuò un tiro precisissimo che centrò la porta avversaria, ponendo fine
alla partita, e mandando la sua squadra in finale.
La seconda partita, giocata dalla squadra di Jun,
ebbe invece un taglio totalmente diverso, i giocatori giapponesi avevano capito
le meccaniche del gioco guardando i loro compagni e così furono pronti sin da
subito. Kojiro, in particolare, che si sentiva affine
a quella forma di calcio caotica, si sentì presto a suo agio, e seppur tentando
di mantenere la sua parola di non fare male a nessuno, più volte mandò i
giocatori avversari a gambe all’aria, effettuando potenti tiri dalla metà
campo, Ishizaki, invece, si fece scappare un
avversario, distratto come era dal fondoschiena di Lily, facendosi fare un
goal.
Altri due goal furono effettuati, il primo da Jun a
cui Lily servì con precisione la palla, sottraendola ad un giocatore grosso il
doppio di lei (ma che forse proprio per questo l’aveva sottovalutata) e il
secondo da Elloin, che, per un caso fortuito, si
ritrovò con la palla tra i piedi, e la linea di tiro verso la porta libera,
concludendo la partita con un punteggio di tre a uno.
Era così giunto il momento della finale, in cui le due squadre di amici si
sarebbero affrontate direttamente.
Kojiro scattò subito verso la porta, cercando di
ripetere la tecnica che aveva usato in precedenza, ma si ritrovò davanti Genzo che parò di petto la palla e la passò a Tsubasa, che corse rapidamente nella direzione opposta, Jun, Ishizaki e Lily erano però
pronti a fermarlo, la ragazza effettuò una scivolata, sottraendo la palla al
capitano della nazionale, per un attimo rimase immobile, non credendo di essere
riuscita a fare una cosa simile, poi con un rapido calcio passò la palla a Elloin che scattò verso la porta, e, dopo avere evitato il
Capo con un movimento laterale tirò in porta . . . mancandola. Taro afferrò la
palla per le rimessa dal fondo e la passò a Nessa,
che fu presto accerchiata dagli avversari, ad un tratto, nella mischia si sentì
la voce di Jun gridare, ‘Ehi, fermi, Lily si deve
essere fatta male!’.
In effetti la ragazza, dopo la scivolata non si era più rialzata e ora stava un
poco in disparte a massaggiarsi la caviglia ‘Devo aver preso una storta!’
ammise, Elloin e Jun
controllavano la gamba, mentre l’arbitro dava il time
out, in effetti era un poco gonfia, ma non era particolarmente dolorante, ‘Ce
la fai ad alzarti?’, le chiese l’amico.
‘Certo, posso tornare a giocare, ma tu vedi di non sbagliare più i tiri, quando
ti passo la palla guadagnata con tanta fatica!’, lui le sorrise e l’aiutò ad
alzarsi.
L’arbitro fece ricominciare la partita, e Nessa, che
nel frattempo si era smarcata passò la palla a Taro, che segnò rapidamente il
primo goal.
Ishizaki effettuò la rimessa dal fondo, passando la
palla ad Elloin che era smarcato, nel frattempo però
tutti gli avversari si stavano muovendo in massa verso si lui, e così ripiegò
sulla parte pendente del campo, da quel punto poteva facilmente lanciare la
palla sopra le teste degli avversari, così poté effettuare un pulitissimo
passaggio a Kojiro, che, con un calcio poderoso alla
sfera, colpì la traversa in pieno, staccando la porta dal terreno. Tecnicamente
la palla era però entrata nella porta, e così il punteggio fu riportato in
parità. Il tempo ormai era agli sgoccioli, e così, Tsubasa
andò a parlare con i suoi compagni, dovevano trovare un modo per fare
velocemente un altro goal, così Genzo effettuò la
rimessa, passando la palla a Lily, il piano era che tutti si avventassero su di
lei, e così fu, mentre Tsubasa e Taro venivano
lasciati smarcati.
Lily passò rapidamente la palla a Taro, che la lanciò a Tsubasa,
il quale nel frattempo era salito sulla collinetta, emulando la tattica di Elloin, il passaggio di Taro era però stato troppo alto, e
così il capitano dovette azzardare una rovesciata, cosa quasi impossibile
tenendo le mani dietro la schiena, con un incredibile colpo di reni, riuscì
però ad avvitarsi su se stesso e a colpire la palla, che sfrecciò verso la
porta, passando sopra le teste di tutti gli avversari (qualche testimone disse
perfino di averla vista assumere forma ovale) e andando a centrare la porta,
lasciando un buco circolare nel terreno.
Ricadendo a terra, però, il ragazzo non poté fare a meno di proteggersi con le
mani, mollando il bastoncino, che rotolò giù dal pendio, ‘Fuori per trenta
secondi’ gridò l’arbitro a Tsubasa, che, seguendo le
regole, uscì dal campo, seppure sbuffando.
‘Manca pochissimo!’ gridò Jun ai suoi compagni di
squadra, ‘e ora Tsubasa è fuori, è la nostra
occasione per ribaltare il risultato!’
Kojiro effettuò la rimessa, che fu intercettata da Elloin, ormai gli avversari avevano capito che era
piuttosto scarsi nei passaggi, a meno che non salisse sulla collinetta, che era
dalla parte opposta rispetto a dove si trovava, e così Taro e il Capo lo
raggiunsero, fiduciosi di riuscire a prendergli la palla facilmente.
Il ragazzo , trovandosi in difficoltà, non aveva nessuno a cui effettuare un
passaggio vicino, e così passò la palla all’indietro, senza guardare, secondo i
suoi calcoli doveva trovarvisi Ishizaki, e
fortunatamente ci prese, il ragazzo giapponese, che per qualche strano motivo
era raramente marcato, intercettò la palla, e fece per passarla a Lily, che
però era marcata da Nessa.
Jun sapeva che Nessa
avrebbe bloccato la palla, e il tempo era ormai agli sgoccioli, smarcandosi
rapidamente da Genzo, saltò, avvitandosi su se
stesso, e colpì la palla a mezz’aria, che entrò in porta.
L’arbitro fischiò la fine della partita, con un punteggio di due a due, i
rigori avrebbero decretato il vincitore.
In quel momento l’allenatore della nazionale saltò fuori tra il pubblico e si
diresse verso Tsubasa,
‘Ecco dove eravate finiti, vi ho cercato ovunque, presto, dobbiamo andare in
Hotel!’
‘Ma ci sono i rigori!’ replicò Tsubasa,
‘Niente ma, è già troppo tardi!’
Jun, che stava ascoltando, si diresse rattristato
verso gli amici italiani, ‘Mi spiace, ma dobbiamo andare, i ct
era stato molto chiaro, potevamo fare solo un giro veloce alla festa . . .’
‘Non preoccuparti!’ lo consolò Lily, ‘Ci siamo divertiti molto, e alla fine è
stata una splendida partita, sono contenta che si finita in parità, e poi il
tuo goal alla fine è stato sensazionale!’
‘A me è piaciuto un sacco giocare con le mani dietro la schiena. Spero di
rivedervi presto!’ disse Ishizaki, facendo
l’occhiolino a Lily, che però non aveva smesso un attimo di guardare Jun.
‘Grazie davvero per questa esperienza, a presto!’, salutò Taro, prima di
ritornare verso Tsubasa.
‘Grazie mille, è stato divertente!’ fecero Genzo e Kojiro in coro, avviandosi anche loro.
I ragazzi italiani salutarono da lontano gli amici giapponesi mentre questi si
avviavano a piedi verso l’hotel,
‘A presto!’ gridarono in coro Jun, Taro, Tsubasa, Kojiro, Genzo e Ishizaki,
‘A presto!’ risposero Lily, Elloin, Nessa e il Capo.