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Autore: F l a n    04/02/2012    4 recensioni
Santana Lopez fa parte di un'oscura associazione criminale e la sua vittima è Sebastian Smythe. La missione però sembra riservare alcune particolari sorprese.
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“Oggi il tuo obiettivo è Sebastian Smythe,” la donna le passò la foto sulla scrivania, sembrava recente. “vedi di far bene il tuo dovere. Lo voglio morto.”
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Santana Lopez, Sebastian Smythe
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Wordcount: 1072 (FdP)
Betareader: [info]naripolpetta
Prompt: Omicidio per la 2° missione dei Cavalieri del cow-t di [info]maridichallenge
Avvertimenti: Alternate Universe, forse un po' OOC

Note d'inizio capitolo: Questa fic è un po' strana. L'idea iniziale era di parlare di Gangster e coinvolgere un po' tutti i personaggi, ma dato che dovevo scrivere una one shot e non avevo il tempo materiale, alla fine ho trattato solo Sebastian e Santana.
Non escludo di poter scrivere di nuovo, in futuro, su questa linea crime che sinceramente mi ha parecchio divertita!



Santana non aveva mai avuto problemi di nessun genere ad uccidere le persone; il suo mestiere era quello, figuriamoci se doveva averne.
Uccideva su commissione, faceva parte di una specie di associazione criminale. C’era il capo, c’erano i killer e tra questi, ovviamente, c’era anche lei.

Per quell’omicidio si preparò al meglio; la sua vittima era un certo Sebastian Smythe, un nome per niente nuovo.
Lo conosceva, oh se lo conosceva. Lo aveva conosciuto. Una vera testa di cazzo, una di quelle puttane da scopare per una botta e via e lei, santo cielo, lei ci aveva scopato.
Era stata una cosa senza impegno, non si conoscevano nemmeno. Si erano ritrovati entrambi nello stesso squallido bar e lui le aveva offerto un drink. Lei l’aveva guardato da sotto il cappello, aveva visto il suo sorrisino furbo e si era detta perché no.
Solo mentre prendeva in mano la pistola capiva che sarebbe stato meglio dire no.

Far parte di un’associazione criminale non era facile, ma Santana era stata abituata a quello fin da giovanissima. Il sangue, le grida, le pallottole conficcate nel corpo ormai non le facevano più paura. Era il suo mestiere, veniva pagata profumatamente, quindi perché dover dire di no? Lei non era nessuno per dire di no, specialmente se uccidere o spacciare droga significava denaro; doveva pur mangiare in qualche modo.

“Oggi il tuo obiettivo è Sebastian Smythe,” la donna le passò la foto sulla scrivania, sembrava recente. “vedi di far bene il tuo dovere. Lo voglio morto.”

Santana annuì, perché a lei non era concesso chiedere il motivo per cui doveva uccidere e tutto sommato andava meglio così. Non le era mai concesso conoscere il background delle sue vittime ed era sicuramente un vantaggio; ti permetteva di mantenere la testa più lucida e di non provare neanche un briciolo di pietà di fronte all’altro.
Tuttavia, quella volta sarebbe stata davvero curiosa di sapere perché mai proprio Sebastian.
Ma quella non era una domanda fondamentale.

Cominciò a pedinarlo; conosceva qualche dato su di lui ma uno dei tanti segreti per un buon delitto era scoprire le sue abitudini. Santana si rese conto fin da subito che in lui qualcosa non andava, c’era qualcosa di losco, un motivo per cui ogni sera si rifugiava in un parcheggio sotterraneo con delle altre persone. Sgattaiolare fin la sotto poteva essere persino pericoloso ma d’altro canto non poteva non provarci, doveva farlo, doveva prendere il coraggio ed ucciderlo.
La verità era che Santana non aveva mai ucciso qualcuno che conosceva e per questo aveva paura. Ma era insensibile e doveva autoconvincersene; lei era ghiaccio, pietra, tutto ciò che di più freddo ci fosse su quello squallido mondo.

Scese nel parcheggio con fluidità, facendo attenzione a non farsi scoprire. Sebastian stava nella parte più buia dell’enorme spazio, circondato da altri ragazzi. Spaccio, sicuramente si trattava di spaccio. Si avvicinò a loro con accortezza; sarebbe stato difficile sparargli finché rimaneva circondato da persone. Lei era da sola e sicuramente non avrebbe potuto farcela contro tutte quelle persone.
Si nascose dietro una macchina ed aspettò; la pecora doveva solo allontanarsi dal gregge e lei doveva sperare che lo facesse da sola.
Come previsto, una volta scambiate piccole bustine e quelli che sembravano dei bei pacchetti di soldi, Sebastian si allontanò da loro, tenendo stretta tra le braccia una valigetta di metallo dove poco prima aveva riposto le banconote.
Il parcheggio era vuoto e buio, l’ideale per quella situazione; il cuore di Santana vacillò un solo attimo, ma non poteva permetterselo, non le era concesso l’indugio.
Schizzò fuori e si parò davanti a lui con la pistola tenuta con due mani, pesante come un macigno, pesante come non lo era mai stata; sorprendentemente sul volto di Sebastian non poteva leggere un’espressione spaventata ma solo un ghigno divertito.

“E così vuoi farmi fuori,” disse, alzando le spalle e tenendo la valigetta per il manico, con una sola mano. Santana continuò a tenere lo sguardo fisso su di lui.
“O meglio, vorresti uccidermi ma non hai la forza di farlo.”
“Stai zitto,” sibilò, nervosa.
“Lo comprendo, sai. Sapevo chi eri quando sono venuto a letto con te.”
Sebastian portò una mano sotto la sua giacca, prendendo qualcosa. L’altra sapeva perfettamente cosa stava succedendo; le persone come loro - perché in fondo non erano poi troppo differenti, - non viaggiavano mai senza armi.
Santana sapeva che doveva sparare, doveva farlo in quel preciso istante; era solo uno stronzo, doveva ucciderlo.
“Ho visto che eri fatta della mia stessa pasta, mi piacevi. Eri carina. Lo sei anche adesso mentre le tue mani tremano quasi impercettibilmente. Vuoi tremendamente spararmi, lo vuoi fare, ma non ci riesci. Sei una donna, sei più debole,” continuò, provocandola, ed estraendo a sua volta la pistola, puntandola contro di lei.
“Ma sai San, mi dispiace per te. Ma tra i due quello a morire non sarò io. Io premerò questo dannato grilletto e ti ficcherò una pallottola in mezzo alla fronte, mentre tu… tu morirai e basta, è così logico…” continuò, ridendo.
“Bastardo,” sibilò Santana, guardandolo con più fermezza. Le sue mani avevano smesso di tremare dal momento in cui aveva sentito il proprio sangue ribollirle nelle vene.
“Oh sì, me lo dicono in tanti,” le rispose, ghignando, sempre più vicino a premere il grilletto, “beh, peccato sei stata un ottima scop-“

Un tonfo a terra fu l’unico rumore che Santana riuscì a sentire quasi come se non avesse davvero sparato. E poi il sangue che scorreva denso sull’asfalto arrivando fino ai suoi stivaletti neri, spostò appena il piede, nauseata.
Lo aveva fatto, lo aveva ucciso veramente; accecata dalla rabbia e dall’odio, quello stesso odio che le permetteva di mangiare e di farsi pagare.
La valigetta piena di banconote era a terra assieme a quel corpo senza vita. Ci pensò su un attimo e poi decise che la cosa migliore era sicuramente prenderla, avrebbe potuto passare qualche soldo in più alla sua famiglia, sicuramente era un gesto a fin di bene.
Prima di andarsene, però, passò un dito sul volto di Sebastian. I suoi occhi erano vuoti e privi della malizia che tanto l’aveva colpita la prima volta.

“Peccato. Anche tu sei stato un’ottima scopata. Ma non solo questo, purtroppo.”

Si alzò e si sistemò il cappello nero, abbassandolo appena e mordendosi il labbro inferiore con uno strano nodo in gola – ma lei non piangeva, lei non poteva farlo.
Scappò via, correndo veloce, udendo solo i suoi tacchi riecheggiare nel parcheggio con l’odore del sangue ancora intriso nelle narici e quello sguardo vuoto impresso a fuoco nella sua mente.

La sua missione era compiuta.


Note di fine capitolo: volete uccidermi? strozzarmi? lasciarmi una recensione?
Sono una persona buona, dai. Se avete notato NON ho scritto dov'è stato colpito Sebastian e Santana non si è accertata se sia realmente morto. Vedetela così: potrei scriverci una fic in uturo forse non proprio legata a questa. Per me in questa one shot Sebastian è effettivamente morto, ma vorrei scriverci qualcosa di più lungo in futuro, appena avrò concluso almeno una delle tante idee che ho in mente, nel caso, ovviamente, ci sarebbero anche gli altri personaggi di Glee.

Spero vi sia piaciuta e che mi lascerete un piccolo parere che è sempre molto gradito!

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