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Autore: Emmeline Vance    05/02/2012    2 recensioni
Natale. Speranze, delusioni... Vi siete mai chiesti quale fosse il punto di vista delle singole sorelle Black? Cosa si celasse dietro quei nomi? La loro storia? Ebbene, nelle righe seguenti, preparatevi a immergervi in una storia emozionante e coinvolgente, che non manca di colpi di scena e sorprese.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Solo quando fu sicura di essere da sola, Bellatrix aprì la lettera. Lei non era così forte come tutti credevano, ma doveva far sembrare di esserlo, non era nata in un mondo clemente, anzi, nel suo mondo i deboli venivano spazzati via, senza alcuna pietà e, nonostante sua madre tentava in ogni modo di proteggerla, ciò non poteva durare per sempre. Lei era la più grande, era costretta a dover portare una maschera, che l’avrebbe fatta apparire agli occhi di tutti un essere spietato, senza cuore. Ma ora che era sola nella sua stanza, la nobiltà, i pregiudizi, le regole, il rigore, erano tutti fuori. Ora Bellatrix poteva permettersi di calare la maschera, poteva essere una persona normale, non una statua di ghiaccio.
Sapeva che Sirius doveva starle lontana, con lui non serviva a niente avere una maschera, lui era come il sole, il suo cuore di ghiaccio con lui si scioglieva, e lei non poteva permetterselo. Ma allo stesso tempo, Bella sentiva il disperato bisogno che qualcuno sciogliesse il gelo che c’era in lei. Sirius era una guida, una spalla su cui piangere, un cugino, un confidente, ma soprattutto il suo migliore amico. Però nel mondo dorato dei purosangue non era permesso avere un amico. Mentre leggeva la lettera, grossi lacrimoni scesero giù per le sue guance, a volte, invece, rise come una pazza, altre si faceva seria, altre ancora il cuore e si gonfiava di gioia. Forse, per un’altra persona, quella lettera non avrebbe rappresentato nulla di speciale, ma per lei fu un raggio di luce nella più tetra oscurità.

Bellatrix, mi sorprendi!
Non ti facevo così sentimentale!
OK! Non ci sbilanciamo, non che tu mi abbia scritto una letterina, del tipo ”Caro Sirius, T.V.U.K.D.B. B+S= LOVE”
Però sei stata gentile! Sì, cara mia, ti ho sgamata: nonostante tu abbia preso tutte le precauzioni, chi altri avrebbe potuto spedirmi un invito formale al Gala Natalizio della Nobilissima Ricchissima… Altissima Purissima Levissima Famiglia Black? (insomma una cosa del genere)
Grazie Bella, per tutto! Hai messo al rischio la tua reputazione per convincere tua madre a invitarmi, sapevo che sotto sotto hai un cuore!
Proverò a non deludervi, ma non garantisco niente… porterò qualche amico a casa, ma sta tranquilla è gente ok.
Un abbraccio grifonico (o grifico?)
Tuo cugino Sirius.
P.S. Visto che non ne hai il coraggio lo scrivo io a te: T.V.U.K.D.B. S+B= LOVE.

Bellatrix richiuse la lettera e la mise in un cassetto della scrivania. In pochi minuti si ricompose e, come se non fosse successo niente, convocò le sorelle.
«Credo sia nel vostro interesse sapere che Sirius parteciperà al Gala Natalizio, ed è nostro dovere far sì che non combini niente: mi sono spiegata?’» Le sorelle annuirono, quindi Bellatrix iniziò a sbraitare ordini a destra e a manca.
Fortunatamente per le sue sorelline fu l’ elfa domestica Mopsy ad accontentare ogni capriccio delle padrona.
   
 
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