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Autore: My Vanya    05/02/2012    1 recensioni
Mi manchi Gerard, mi manchi perché te ne sei andato e mi hai lasciato qui, quando avevi promesso che saresti rimasto per sempre. Mi avevi promesso che ogni giorno della nostra vita e della nostra assurda e meravigliosa carriera l'avremmo passato insieme. Mi avevi promesso che avremmo vissuto sempre l'uno accanto all'altro, innamorati come il primo giorno. E adesso ti vedo lì che ti lasci infilare la lingua in bocca fa una troia con i codini, e mi dici che vuoi sposarla.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- I Miss You -

 

Mi manchi Gerard, mi manchi perché te ne sei andato e mi hai lasciato qui, quando avevi promesso che saresti rimasto per sempre. Mi avevi promesso che ogni giorno della nostra vita e della nostra assurda e meravigliosa carriera l'avremmo passato insieme. Mi avevi promesso che avremmo vissuto sempre l'uno accanto all'altro, innamorati come il primo giorno. E adesso ti vedo lì che ti lasci infilare la lingua in bocca fa una troia con i codini, e mi dici che vuoi sposarla.
E mi fa male Gerard. Mi fa tanto male il fatto che tu sia così lontano da me. Te lo ricordi come è iniziato tutto? Te lo ricordi? Non dirmi di sì e poi continuare a baciare Llyn-z. Non dirmi che ti ricordi tutto della nostra storia, e che mi ami come prima e che è solo una copertura, perché non ci credo. Non posso crederci se poi torni da lei e la stringi a te come se fosse la tua piccolina quando ero io, il tuo cucciolo. Ero io capisci? Ero io e basta, e tu mi stringevi e mi dicevi “Ti amo” e mi baciavi e mi coccolavi come se fossi l'unico al mondo ma poi... Poi ci fu quel concerto, e lei strusciata a te ed io che per la prima volta dopo tanto, troppo tempo mi buttai in una pinta di birra, con Ray che non capiva perché lui non vi aveva visti, non aveva visto lo sguardo che hai riservato a lei. Lo stesso sguardo con cui mi guardavi quando la notte la passavamo insieme tra baci e carezze e gemiti. Mi mancano i tuoi occhi verdi persi nei miei, che mi guardavano come se fossi il solo unico del mondo che per te importa osservavano come se fossi la persona più importante della tua vita, l'unica a importare nel tuo universi. È orribile vedere quegli stessi occhi che guardano il suo corpo così diverso dal mio, così più armonioso del mio, con quelle mani smaltate e quegli occhi truccati e quelle labbra rosse di un trucco esagerato. È come un colpo al petto ogni volta che la tocchi con la stessa delicatezza mascherata di irruenza con cui toccavi me, il mio corpo, con cui sfioravi i miei tatuaggi, e ridevi mentre arrossivo e ridi mentre arrossisce. Ma non le vedi queste lacrime di dolore, che nascondo quando la sera vieni in albergo e mi dici che... Che non hai voglia di fare l'amore, che sei stanco, e che hai bisogno di dormire con la sciarpa per la voce. Come se non lo sapessi che lo fai per nascondere quei segni rossi che ti lascia lei, lo so che ci sono anche se continui a tentare di non farmeli vedere. E ti odio.
Ti odio perché non hai il coraggio di dirmi che non è più la stessa cosa, perché continui a tenere il piede in due scarpe, a fingere di amarmi quando in realtà sono solo... Un amico. Non so se un buon amico, un vecchio amore o cosa. Ma non sono più il tuo Frankie.
Mi ricordo quando accarezzandomi i capelli un giorno, distesi sulla branda del nostro tourbus mi dicesti che prima o poi avresti voluto una figlia. Che avresti voluto creare una vita, ed io per la prima volta mi sono sentito così inutile ai tuoi occhi. Perché non avrei potuto darti quello che desideravi. Perché io non avrei mai potuto donarti una bambina o un bambino. E tu che carezzandomi dolcemente ancora, con un sorriso mi sussurrati che mi avresti amato comunque. Ed io, povero ingenuo Frankie, che ti ho creduto come se niente fosse e mi sono fidato di te, di quelle parole così dolci. Ed invece avrei fatto meglio a non fidarmi, a non lasciarmi abbindolare da quelle dolci sillabe sussurrate sul mio collo, che mi hanno scatenato brividi su brividi. E quella voce roca che ogni volta che la sentivo, che la sento, mi fa tremare come fosse la prima. Mi manchi Gee. Mi manchi e ti odio.
Ma non posso farci più nulla, non posso farci proprio niente, ormai. Tu non sei più mio, sei di Lindsay. E mentre io sono qui, ad un bar a bere l'ennesimo drink, con già i primi chili di troppo dall'alcool. E affogo lacrime di sangue in bicchieri con liquori colorati mentre tu sei lì, davanti ad un altare improvvisato, a mia insaputa che la stai sposando. E Mikey crollando, stavolta a Tua insaputa, mi ha raccontato tutto. Ed io sto male. E mi viene da vomitare. E mi manchi, e ti odio e vorrei che tu fossi qui a buttarmi via gli antidepressivi ad evitare che mi ficchi due dita in gola perché non sono abbastanza per te, quando tutto ciò che vorrei è che tutto tornasse proprio come era prima di conoscere quella bassista conturbante. Mi manchi, ti odio.
E ancora.
E ancora.
E ancora ti odio,
E ancora ti amo.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Vuoi tu, Gerard Arthur Way prendere questa donna come tua sposa, in ricchezza e povertà, in salute e malattia fino a che morte non vi separi?-
 
 
 
 
-No-

 

 


Questa, come tutto quello che scrivo è dedicato a coloro che mi ispirano. A tutte quelle persone che giorno dopo giorno mi stanno accanto.
 
La dedico alla mia Rossina che mi accompagna ogni giorno a scoprire questi meravigliosi ragazzi sempre un po' di più. A lei che c'è sempre. A lei che, spero, avrà sorriso almeno un po' al finale.
 
La dedico a Benedetta, che anche se le cose stanno andando un po' così al momento, resta sempre per me un grandissimo punto di riferimento.
 
Lo dedico a mia sorella Fabiola. Che tutte le parole che non ho bisogno di dire le sente.
 
E la dedico a tutti voi che leggete, e che mi ascoltate ogni volta con parole diverse.
 
E poi la dedico a loro. A loro quattro, cinque con Bob. A loro che mi hanno insegnato a crederci sempre. Che va bene restare orrendi. Che l'amore non si controlla e distrugge. A loro che sono bellissimi ogni giorno a loro modo. A loro che devo ringraziare per avermi insegnato a volermi bene, così come sono.
 
E a Michael, che mi ha insegnato a crescere senza crescere mai.
 
Un bacio,
Maylene
 
 
Non scrivo a scopo di lucro, non li conosco, 'sta roba non è successa davvero e fine della storia, che ormai lo sappiamo tutti a memoria.
  
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