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Autore: Ananas_    05/02/2012    0 recensioni
Immaginate un Harry Styles più adulto,più elegante,nella cornice del proibizionismo americano degli anni venti.Amore,contrabbando e malattia giocano un ruolo principale in questa one shot dal sapore romantico e retrò.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il suono ovattato della musica e delle risate dal piano di sotto giungeva alle orecchie di Harry come se fosse stato portato da un vento,caldo ed esotico,fino alla sua terra. Non che quella fosse davvero la sua terra;era nato e cresciuto in un piccolo paese nei pressi di Londra e,all’età di soli vent’anni,aveva deciso di trasferirsi in America,per cercare fortuna. Era un ragazzo sveglio,pieno di sogni e ambizioni,e tutti gli inglesi che avevano avuto il privilegio di incontrarlo sapevano che avrebbe raggiunto i suoi obbiettivi ad ogni costo,infatti,non erano passati nemmeno due anni dal suo trasferimento a Chicago,che già,l’allora giovanissimo Harry Styles aveva costruito dal nulla un vero e proprio impero. Tuttavia il suo era un impero nascosto,celato,tutti lo conoscevano,ma nessuno ne parlava,per paura che la polizia potesse sentirlo; Harry Style,sfruttando la grande richiesta di alcolici durante il proibizionismo americano,aveva messo in piedi un’enorme impresa di contrabbando,che gli aveva permesso di arricchirsi e di vivere in una sontuosa villa nel North Side,e che,passati dieci anni,continuava a passare alcolici sottobanco. Non andava molto fiero del modo in cui avesse raggiunto i suoi obbiettivi,ma era felice dei risultati ed era,quindi,disposto a chiudere un occhio davanti alla sua immagine allo specchio.

Si alzò dalla scrivania e cominciò a camminare nell’atrio della sua villa,sontuosamente arredato,mentre,dalla cantina del piano di sotto,il rumore delle risate pareva crescere. Sapeva che era pericoloso,eppure non passava un sabato sera,senza che Harry Styles non desse una festa segreta a casa sua; non bisognava nemmeno essere formalmente invitati per parteciparvi,alle sue feste accorreva chiunque,tranne,ovviamente,colei per cui Harry le organizzava.

L’aveva conosciuta in un bar, un anno prima,lei era dall’altra parte della sala e chiacchierava con delle amiche,lui non riusciva a distogliere lo sguardo dai suoi occhi azzurri,dai capelli ricci e castani,dalle mani sottili che si intrecciavano nel filo di perle che portava al collo,e nemmeno dall’orlo del vestito nero,che ondeggiava sinuosamente ogni volta che lei cambiava la posizione delle gambe. L’immagine di quella bellissima donna l’aveva distratto da tutto quello che lo circondava,aveva smesso di sentire la musica,aveva smesso di sentire tutte le voci che si accavallavano,l’una sull’altra,e che rimbalzavano sulle pareti di quel bar,eppure non riusciva neanche ad avvicinarsi a lei,era come paralizzato,ed il solo pensiero di poterle sfiorare le mani,gli provocava un brivido lungo la schiena.

Fu lei ad avvicinarsi,si presentò come Catherine Baker,e fu la stessa donna con cui Harry lasciò il bar,poco dopo,per una passeggiata al chiaro di luna per le vie di Chicago,chiacchierando amorevolmente,prima di vederla sparire,a mezzanotte,come un sogno da cui si fosse improvvisamente svegliato.

Da allora,non aveva smesso neanche un giorno di pensare a lei,l’immagine di quella donna mai più incontrata tormentava i suoi pensieri di giorno e frequentava i suoi sogni di notte,senza lasciargli un solo minuto di pace. Più volte aveva provato a tramutare in parole scritte tutti i pensieri che gli si affollavano in mente,ma ogni volta che arrivava a scrivere la parola fine alle sue opere,queste venivano immediatamente avvolte dalle fiamme dei suoi camini,in modo che nessuno potesse mai vedere quanta poca giustizia potevano rendere i suoi componimenti ad una donna così bella.

Da allora,ogni sabato organizzava una festa illegale nella sua cantina,nella speranza che la voce corresse per le strade della città fino ad arrivare alle sue orecchie,e,senza mai prendervi parte,chiedeva ai suoi maggiordomi di osservare gli invitati e di avvertirlo nel caso si fosse presentata “la donna più bella che avessero mai potuto vedere”,ma lei non era mai venuta,almeno fino a quella sera.

“Signore,credo che lei sia qui.” Annunciò un maggiordomo,congedandosi con un piccolo inchino. Harry annuì,sentendo il suo cuore andare in fiamme,sarebbe stato il loro secondo incontro,alla distanza di un anno preciso dal primo,e questa volta non l’avrebbe lasciata scappare.

“Miss Baker” le sussurrò non appena fu abbastanza vicino. Lei lo guardò intensamente,gli occhi azzurri le si inumidirono quando passò la mano sottile sulla guancia di Harry: “Finalmente ti ho trovato.”.

“Andiamo fuori a parlare,qui c’è troppa confusione”. E,dicendo così,Harry le prese la mano per condurla verso la porta,quello stesso brivido,dell’anno precedente,gli attraversò la schiena in modo estremamente piacevole.

“Perché sei scappata quella notte? Non sapevo come trovarti,stavo impazzendo…”

“Dovevo andarmene. Sai,mio padre,un anno fa era malato di tubercolosi,quella sera avevo pensato che,soltanto per una sera ,avrei potuto uscire,distrarmi un po’ e lasciarlo solo a casa. Però,quando ho sentito l’orologio battere la mezzanotte,mi sono sentita così in colpa per mio padre e per aver fatto così tardi,che sono dovuta andare via. Quella sera ti ho incontrato,Harry,e non sono più riuscita a toglierti della mia testa,ogni volta che ti pensavo sentivo il mio cuore fare una capriola e le farfalle svolazzare nel mio stomaco,voglio chiederti soltanto una cosa…” disse Catherine avvicinandosi a lui e poggiandogli le mani sul petto,per sentire il battito del suo cuore “…secondo te è possibile innamorarsi di una persona in così poco tempo?”. Harry annuì silenziosamente,un secondo prima di annullare le distanze tra i due e scambiarsi quel bacio che non avevano fatto in tempo a regalarsi un anno prima.

“Oh Harry,andiamo via di qui,questa città mi ricorda mio padre,non posso essere felice qui. Andiamo a Parigi,scappiamo insieme!”

“Catherine,non posso lasciare Chicago,tu non sai di che affari mi occupo,non posso lasciare la mia impresa all’improvviso…”

“Tutti sanno di che cosa ti occupi,tutti tranne la polizia.” Fece quel sorriso sornione che,dal primo momento in quel bar,aveva attirato Harry.

“Va bene” disse lui,guardandola  dritto negli occhi. Aveva intenzione di rinunciare a tutto e di cominciare a vivere da uomo onesto,a Parigi,nella città dell’amore. “Ricominciamo tutto da capo”.

 

Soltanto qualche giorno dopo,arrivò a Parigi la notizia che la polizia americana aveva sventato una festa nella cantina di una villa sfarzosa,in cui venivano serviti alcolici di contrabbando,ma il proprietario della casa non era stato trovato da nessuna parte. Ad Harry non importava,non era più il proprietario di quella casa,aveva chiuso con quel tipo di affari,adesso,aiutato da sua moglie,a Parigi,in Francia,era deciso a mettere in piedi una nuova compagnia,dopotutto,come dicevano tutti gli che avevano avuto il privilegio di incontrarlo,era un ragazzo sveglio e avrebbe raggiunto i suoi obbiettivi ad ogni costo.

 

 

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Inutile dire che per questa one-shot mi sono ispirata al libro 'il grande Gatsby',che già avevo letto qualche mese fa,ma è stato il film a farmi venire la voglia di scrivere questa storiellina :3 Io amo gli anni venti,il proibizionismo,le feste clandestine,penso siano davvero fantastici e spero che questa storia vi piaccia almeno quanto piace a me! :3

  
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