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Autore: JohnnyMignotta    05/02/2012    6 recensioni
C'è un altro modo per dire hapazard: random.
Queste storie sono state plottate e scritte per il challenge Chi, con chi, che cosa facevano.
#01 ~ Gaara e Sasori sono ubriachi e Sakura...
#02 ~ Neji vuole chiedere un appuntamento a Sasuke, ma...
#03 ~ Hinata ha una malattia imbarazzante...
#04 ~ Primo giorno di lavoro per Deidara e Suigetsu...
#05 ~ Naruto e Gaara hanno una cotta per la stessa persona...
Genere: Commedia, Demenziale, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Nessun contesto
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Previously on Zeroschiuma Having Troubles with Herself...
...Era una sera fredda. Nevicava ovunque. Judine le disse: "ti piacerebbe Chi, con chi, che cosa facevano" e lei la prese alla lettera. ATTENZIONE! Ho sempre impostato il rating della raccolta sul verde, per adesso, ma potrebbero esserci cambiamenti, conoscendomi, man mano che si va avanti. XD Il rating delle storie, di conseguenza, varierà di flash in flash: non vi fidate dei parametri di EFP, che fanno tutto d'erba un fascio. Thank you so much. u_u
...E fine del riassuntino delle puntate precedenti. XD
Di questa storia devo dire due cose: 1. questo è il Suigetsu più IC della storia. E non mi ci sono messa neanche d'impegno, a tirarlo fuori. Spontaneo. *Shine shine shine*. ♥♥♥ 2. Oh, guardate, c'è Deidara! *CCC* Amiamolo insieme, perché qui è... non lo so il peggio stronzo. "XD
E nient'altro, I guess. Sto giusto cercando di capire perché questa raccolta non abbia le mie solite citazioni pretenziose, :D ma va be'. :3 Ci si vede con calma & sangue freddo (...eccola la citazione colta! *CCC*) sulla mia pagina autore @ Faccia o dove pubblico tutto ciò che non può andare sull'EFP. Soon! :*











04. ~ Un poco di buono a fin di bene
(Primo giorno di lavoro per Deidara e Suigetsu. Si vedranno le mutande di Deidara @ Chi, con chi, che cosa facevano).

Suigestu era quel tipo di persona: un poco di buono a fin di bene. Un amore al giorno, un sacco di soldi sprecati in rose rosse e ciocolatini per persone che non avrebbe rivisto mai più, i preservativi sempre in una tasca della giacca e la rubrica così piena di numeri di sconosciuti che a volte temeva anche a cercare la voce papà. Un ossimoro, sì: un poco di buono a fin di bene. Spezzava qualche cuore, ma non lo faceva per egoismo. Lui si innamorava. Troppo spesso, bisognava ammetterlo, ma con tutto il cuore. Nel corso del breve lasso di tempo in cui si diceva innamorato di qualcuno, avrebbe scalato montagne, incendiato castelli, sconfitto draghi, giganti e streghe cattive; il giorno dopo era probabile che non si ricordasse neanche il nome del principe per il quale aveva compiuto tali prodezze, ma le sue nobili intenzioni erano innegabili. Così diceva a se stesso.
E mentre se le diceva, queste cose, si stava innamorando un'altra volta. Un classico.
Fece scivolare la lingua sull'arcata superiore dei suoi dentini aguzzi, sorrise e guardò il ragazzo biondo, in boxer e coda di cavallo biondissima, che si stava sistemando qualcosa all'altezza dei piedi, a novanta gradi perfetti: eccolo lì, il principe. Optò per un'evergreen, una di quelle che funzionano sempre: "ci conosciamo?".
E allora il ragazzo si girò. Petto nudo, fisico statuario; un ciuffo di capelli liscissimi sulla fronte bianca, gli occhi più belli del mondo truccati appena appena da una linea nera; un sorriso sfacciato, stronzo, come letale. "Io non so chi cazzo sia tu" fece, rendendo ovvio che ciò che stava facendo, piegato, era sfilarsi le scarpe, "ma io devo cambiarmi e, a meno che tu non sia la mia costumista, cosa della quale dubito fortemente, devi uscire immediatamente di qui o chiamo la sicurezza".
Suigetsu ridacchiò, nervosissimo. "Scusami" disse, fingendosi padrone di sé, "sono il tuo parrucchiere, ma è il mio primo giorno e sono un po' nervoso. Hai qualche consiglio?".
Il ragazzo lo guardò con un'espressione di palese perplessità: arricciò la fronte, lo squadrò dalla testa ai piedi, poi si massaggiò il mento con una mano. "Anche per me è il primo giorno" disse, snocciolando un altro sorriso assassino, "ma non vado a rompere i coglioni alla povera gente nei camerini con il trito e ritrito ci conosciamo".
Be', ci conosciamo aveva fallito, ma Suigestu era ancora in gara. "Scusami ancora" tentò. "Non capita tutti i giorni-". Si interruppe. Ma sì, tanto valeva partire con la Scena Madre. Tanto cosa aveva da perdere? Mal che fosse andata, quel ragazzo avrebbe chiamato la sicurezza e l'avrebbero sbattuto fuori il suo primo giorno, ma ne sarebbe valsa la pena. Il ragazzo si stava infilando una vestaglia leggera, nera con delle nuvolette rosse e rosa. Ne sarebbe valsa decisamente la pena. "Ti sei mai innamorato?" disse. Sì, era la prima riga di un copione che aveva interpretato chissà quante volte. Vediamo. Con Sasuke: aveva funzionato, due settimane ed un biglietto di San Valentino con su scritto "non dimenticherò mai i tuoi pompini"; con Karin: ancora bingo, un anno, una figlia di sette mesi di nome Grell e poi un addio strappalacrime in grande stile, con tanto di avvocati coinvolti e depressioni varie; con Sai: per funzionare, aveva funzionato, ma il sadomaso non gli era poi piaciuto quanto sperava. Tant'era, ad ogni modo, che la Scena Madre era collaudata, testata in laboratorio, prodotto garantito: un po' di fortuna ed a breve sarebbe finito nei boxer di quel biondo impertinente.
Biondo impertinente che fece una smorfia indispettita e "scusa?" biascicò.
"Sei mai stato innamorato?" ripeté, offrendogli un sorriso triste, un'ochiata languida, poi avvicinandoglisi appena appena, quasi soffiandogli via la frangia dalla fronte alta e candida.
Ma quello indietreggiò, algido e sempre più stronzo. "Senti, Shane McCutcheon" lo apostrofò - e per Suigetsu, che non aveva mai visto The L Word per principio, quello era un nome come un altro - "esci dal mio campo visivo, prima che cambi idea e decida di pestarti".
Suigestu inghiottì, perché la voce del ragazzo si era fatta bassa, truce e sensuale. Sbatté le ciglia, persino, cosa della quale si sarebbe vergognato moltissimo in seguito. Disse: "dimmi che ti rivedrò".
Il ragazzo rise. Gli mise una mano su una spalle e "ti offrirò un'altra citazione" disse: "nei tuoi sogni" - e Suigetsu aveva visto Queer as Folk.
Così si allontanò, con la coda tra le gambe ed un sorriso ebete sulle labbra: dopotutto era un poco di buono a fin di bene. Lui si innamorava. Troppo spesso, bisognava ammetterlo, ma con tutto il cuore.
E questa volta aveva l'impressione che non ne sarebbe uscito tanto facilmente.


Haphazard Project: 4/31
   
 
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