Normalità rubata
Il sole stava quasi per scomparire dietro le calde dune
sabbiose, lasciando spazio alle ombre che, piano piano, prendevano il
sopravvento sul villaggio, un caldo color scarlatto tingeva le pareti della
stanza.
Dentro il silenzio era interrotto solo dal rumore
prodotto dalla penna sul foglio, piccoli ma decisi intervalli acustici che si
ribellavano a quell’oblio.
<< Potresti anche smettere per oggi, si è fatto
tardi >>
Il ragazzo alzò lo sguardo, la sorella lo risvegliava da
quell’intorpidimento dei sensi prodotto da tutto quel leggere e firmare carte
fondamentalmente superflue. Le concesse un lieve sorriso.
<< Finisco quest’ultimo plico >>
Lei annuì contenta.
<< La cena è quasi pronta >>
La ragazza si diresse verso l’uscita della stanza,
quando, agendo d’impulso, scattò oltre la scrivania e diede un dolce bacio a
quella morbida, anche se un pò screpolata guancia.
Poi scomparve oltre la porta.
Da un po’ di tempo ormai era così: giorno dopo giorno il
suo affetto e le sue premure andavano aumentando.
Finito di firmare l’ultimo plico di carte, il Kazekage si alzò da quella maledetta sedia, tentando di
sciogliere i muscoli.
No, qualche piccolo movimento non era sufficiente.
Guardò l’orologio, aveva ancora qualche minuto prima di
andare a tavola, quindi decise di concedersi una passeggiata.
A est del villaggio, proprio sotto la cinta muraria che
tiene al riparo il villaggio dal vento e da eventuali attacchi, c’è una piccola
insenatura, una crepa formatasi durante il suo rapimento, che, per negligenza o
semplicemente per risparmiare tempo e materiali, non venne mai sistemata.
Ad essere onesti a lui non dispiaceva affatto, era un
posto isolato e fresco, e il panorama era splendido, soprattutto di sera.
Aveva tanta voglia di vedere quel panorama, composto
dall’infinita distesa di dune di sabbia, e da una miriade di stelle così grandi
e luminose, che sembrava volessero atterrare sulla terra. Si avvicinò
all’insenatura, quando percepì un lieve flusso di chakra.
<< Finalmente sei qui, ma dove sei stato? >>
<< Ho fatto una passeggiata e mi sono distratto
>>
<< Sapevi bene che la cena era quasi pronta, forza
entra >>
Il ragazzo si avviò in cucina, l’odore delle spezie era
molto invitante, doveva ammettere che le doti culinarie della sorella andavano
migliorando.
<< Domani hai molto da fare? >>
<< Lascialo in pace Tem!
>>
<< Nessuno ha chiesto il tuo parere Kankuro >>
I due fratelli iniziarono a litigare, ormai era normale
routine.
Normale.
Quanto aveva desiderato quella parola, finalmente la
“normalità” faceva parte della sua vita.
Aveva una normale famiglia, un lavoro, persino degli
amici.
Si, era finalmente sereno.
<< Domani potresti allenarti un po’ con me >>
La frase interruppe il filo dei suoi pensieri.
<< Come? >>
<< Dico, se non hai cose da fare, domani potresti
allenarti con me, è da molto tempo che non usi le tecniche ninja >>
<< Temari mi dispiace, ma
ho molto lavoro… >>
<< Non fa niente. Capisco benissimo >>
Quella notte Gaara ripensò alla
reazione della sorella, forse aveva esagerato… naaa Temari non era il tipo di donna che dava importanza a
questa sciocchezze.
Salve a tutti!
Che dire tempo fa mi è venuta in mente
quest’ideuzza e ho deciso di svilupparla.
Spero vi sia piaciuto questo primo
capitoletto, e mi raccomando di recensire in tanti!!!
Ciao. Ci vediamo al prossimo capitolo!