Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: tsubychan1984    05/02/2012    13 recensioni
Sebastian Smythe è un grande errore. Kurt lo sa bene, sa che Sebastian potrebbe distruggerlo in un attimo. Ma non sempre desideriamo le cose giuste.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimers:Glee non mi appartiene. Un gran peccato, ma che volete farci? Scrivo per dar sfogo alla mia mente di slasher malata XD
Note: dopo le pronvinciali. E’ la fiera dell’OOC. Imploro clemenza per la marea di roba sconclusionata, ci sentiamo in fondo!
 
 
Kurt chiuse gli occhi, sentendo le prime lacrime scendergli lungo le guance. Eppure, nonostante tutto, si sentiva così bene in quel momento, così perfetto. Tremò di piacere, inarcando la schiena per avvicinarsi ancora di più a quel corpo caldo e sudato sopra di lui, affondando le mani tra i capelli del suo compagno in un gesto quasi disperato, mentre gli sfuggiva l’ennesimo gemito. Una mano si posò sul suo viso, asciugando le lacrime.
-         Kurt..- ansimò una voce roca sul suo orecchio. Dio, quel tono di voce lo faceva impazzire.- Kurt…-
Aprì gli occhi, specchiandosi in quelle iridi verdi annebbiate dall’eccitazione.
-         Se…Sebastian…-
-         Resta con me, Kurt, vieni con me.-
Passò la lingua su quel dito che aveva raccolto le sue lacrime, riuscendo solo a rispondere si. Si, si, continuamente si, mentre Sebastian continuava ad affondare dentro di lui, portando entrambi al limite. Si abbandonò all’orgasmo insieme a lui, tenendolo stretto.
Sebastian Smythe. Il suo grande errore.
 
 
 
Sicuramente il primo sbaglio era stato seguirlo in bagno quella sera allo Scandal. Si, Blaine era riuscito a convincerlo a tornarci perché lui si era davvero divertito la prima volta. E stavolta aveva ordinato birra per entrambi. Kurt all’inizio non era stato proprio entusiasta all’idea, ma quello Shirley Temple gli era rimasto sul gozzo perciò aveva bevuto. Effettivamente i suoi dubbi erano svaniti più o meno a metà bottiglia, la sua incapacità di reggere l’alcol era preoccupante, anche se Blaine la trovava una cosa adorabile. Era andato tutto bene, finchè non era comparso quel rompiscatole mentre stavano allegramente pomiciando sulla pista da ballo. Anderson, già partito per la tangente, gli aveva fatto un mucchio di feste, lui lo aveva squadrato con uno sguardo di ghiaccio mentre iniziava a ballare con loro. Per poi cercare di baciare Blaine, troppo fuori per opporre resistenza. Motivo per cui Kurt gli aveva rovesciato addosso la sua birra. Sebastian aveva imprecato sonoramente, dirigendosi verso il bagno. Hummel gli era andato dietro, deciso a segnare il teritorio una volta per tutte, ringhiando ad uno sconvolto Dave Karofsky, seduto al bancone, qualcosa tipo “Tienilo sott’occhio” ammiccando al suo ragazzo, rimasto solo e intontito sulla pista da ballo. Ecco, a proposito di Dave, magari se avesse riflettuto un attimo sui suoi precedenti nell’inseguire le persone mentre era in preda alla rabbia si sarebbe evitato un bel po’ di casini. Invece era entrato in bagno, dito puntato verso il suo obbiettivo, urlando ingiurie varie al ragazzo mezzo nudo che aveva di fronte. Ecco, lì il suo cervello brillo aveva cominciato a perdere colpi. Sebastian si era levato la maglietta bagnata ed era a petto nudo, mentre lo fissava malevolo e iniziava a rispondergli per le rime. Salvo poi fare un sorrisetto dei suoi, sussurrare un poco augurante “Ora mi ripaghi, e so io come”, per finire col trascinarlo dentro ad uno dei cubicoli e mettergli una mano in mezzo alle gambe. Kurt aveva opposto resistenza all’inizio, cercando di liberarsi, ma Sebastian era alto e allenato, la sua lingua aveva cominciato a lambirgli il collo e il suo corpo era caldo e sapeva di colonia e birra. E lui era già eccitato per il suo scambio di saliva in pista con Blaine. C’era da dire che la sua prima volta gli aveva decisamente sbloccato gli ormoni. Ma con il suo ragazzo non si era mai trovato schiacciato addosso ad una parete e toccato in maniera così rude. Forse era l’alcol ad annebbiargli il cervello tanto da farglielo piacere. Sebastian di certo non si era fatto troppi problemi a masturbarlo in maniera decisa, per poi lasciarlo lì, sconvolto e ansimante. Kurt non si era mosso finchè non era arrivato a ripescarlo Karofsky. L’ex bullo lo aveva guardato scuotendo la testa, ma Hummel gli era molto grato per aver evitato ogni tipo di commento e per averlo aiutato a rialzarsi. Gli aveva detto solo una cosa.
-         Stai attento, Kurt. – lo aveva guardato con sincera preoccupazione.- I Sebastian Smythe portano solo guai ai bravi ragazzi come te.-
 
 
 
Si rilassò tra le braccia forti di Sebastian, mentre lo sentiva uscire dal suo corpo. Strizzò gli occhi per impedire ad altre lacrime di uscire.
-         Smettila di piangere, cazzo.- sibilò una voce irritata vicino al suo orecchio.- Non fare la femminuccia.-
-         Sta zitto Seba, sei davvero uno stronzo!-
Smythe sospirò.- Solo piantala, ok? Non ti costringe nessuno a stare qui.-
-         Lo so bene, visto che è tua premura ricordarmelo continuamente. Non c’è bisogno che rimarchi il fatto che è tutta colpa mia, me lo ripeto continuamente da solo.-
-         Potresti smetterla di farti del male, lo sai?-
Kurt si morse le labbra.- Non lo posso fare.-
-         Si che puoi.- Sebastian gli accarezzò i capelli, posando la fronte sulla sua.- Non è questione di cosa puoi o non puoi fare, Kurt. La domanda è cosa vuoi fare.-
Ecco che ricominciava, non era possibile ragionare con Sebastian intorno. Alla fine non riusciva mai a resistergli. Rispose con ardore al suo bacio.
                                                   
 
 
L’altro sbaglio era stato presentarsi a casa dell’uccellaccio per chiarire quel che era successo. Non stava al dormitorio della Dalton, ci aveva messo poco a scoprire che aveva un piccolo appartamento tutto suo.
“ Il dormitorio è da sfigati.” Gli avrebbe poi detto, dopo una delle loro sessioni di intensa attività orizzontale. “ Posso permettermi il meglio, perciò perché dire di no?”.
Smythe lo aveva accolto con assoluta nonchalance, in maglietta e bermuda, e alla sua irritazione per il trattamento subito aveva risposto con un’alzata di spalle.- Avevo voglia, tu eri lì già mezzo eccitato e ci sei stato senza troppi problemi, mi pare. E poi eri particolarmente invitante, quasi gridavo al miracolo. Quella maglia smanicata ti dona sai? Dovresti vestirti da macho più spesso.-
-         Mi hai praticamente violentato, non venirmi a parlare di vestiti!-
-         E allora perché sei qui?-
Kurt aveva chiuso per un attimo la bocca, stupefatto. Poi era ripartito in quarta.- Come sarebbe a dire perché, credevi forse di passarla liscia?!-
-         Intendo.- lo bloccò Sebastian con tranquillità.- Perché sei venuto qui da solo, sapendo quel che ho fatto e che posso rifarti? Secondo me ne vuoi ancora, ammettilo!-
Kurt gli tirò uno schiaffone.- Brutto stronzo!-
Sebastian lo aveva guardato sorridendo.- Sai cos’è che ti brucia? E’ che sotto sotto sai benissimo di essere come me.- Gli bloccò i polsi con forza, spingendolo.- E devo dire che la cosa è stranamente intrigante.-
Gli aveva praticamente strappato i vestiti di dosso. Kurt ricordava confusamente di come si era avventato sulla sua dannata maglietta, quando lui già si ritrovava praticamente svestito. Poi eccolo carponi sul letto, con Smythe a sovrastarlo. Si era chiesto solo rivestendosi che cosa diavolo gli era preso.
-         Torna pure a trovarmi se ti va.- Sebastian gli fece l’occhiolino, guardandolo uscire.- Non andrò certo a dirlo a Blaine.-
Un attimo dopo stava scappando fuori.
 
 
-         E’ solo che detesto quando fai la vittima. Non lo sei affatto, Kurt.-
-         Non arrabbiarti.- miagolò il ragazzo, registrando con soddisfazione il suo brivido di piacere. Iniziò a baciargli il collo, scendendo lentamente a lambire il petto. Quel corpo era una dannata tentazione continua.
-         Non avevi fretta di andare?- soffiò fuori Sebastian.
-         Sta zitto, Smythe.- lo rimbeccò, continuando il suo percorso verso il basso. Una mano si infilò tra i suoi capelli, stringendo. Sorrise. Ormai sapeva cosa piaceva a Sebastian.
 
 
Stranamente riusciva ancora a guardare Blaine negli occhi, anche se non capiva che diavolo aveva combinato con Sebastian. Amava il suo ragazzo, amava stare con lui. Erano perfetti insieme e Kurt certe volte ancora non ci credeva. Proprio lui, che non molto tempo prima visitava cassonetti dei rifiuti dall’interno un giorno sì e l’altro pure, ora aveva questa grandissima fortuna di stare con una persona come Blaine.
Eppure. Eppure si era lasciato trattare come un giocattolino da Sebastian. Di sicuro si era divertito un mondo a sfruttarlo in quella maniera, sapendo bene che poi lui ci avrebbe rimurginato sopra per ore. Voleva mettergli addosso dei dubbi per avere Blaine. Oh, quanto gli sarebbe piaciuto! Era vero, quelli come Sebastian Smythe godevano a spezzare i bravi ragazzi. Lui non si sarebbe fatto spezzare, era forte. Sebastian non lo avrebbe fregato con i suoi trucchetti. Non era stato niente, niente di importante, niente che valesse la pena di ricordare. Era successo e basta. Era abbastanza sicuro di poterselo lasciare alle spalle senza problemi. Beh, forse non era quello il punto. Altrimenti non si sarebbe ripresentato in quell’appartamento dopo essere uscito una sera con Blaine. Sebastian non aveva commentato, stranamente non aveva fatto neanche uno dei suoi faccini da stronzo. Si era limitato a lasciarlo entrare e a portarlo in camera.
Il problema era il sesso. E soprattutto il fatto che Kurt sembrava davvero volerne ancora.
 
 
 
Poi c’era stata la volta in cui avevano fatto sesso guardandosi negli occhi. Non era mai successo ancora, in quelle silenziose sveltine che lui e Sebastian avevano fatto fino a quel momento. Era stato strano, diverso. Mentre era in ginocchio o con la faccia schiacciata contro il cuscino poteva ancora considerarla come una specie di fantasia, una cosa poco meno che irreale. Quella sera invece lo guardò negli occhi. Non li aveva mai guardati davvero. Occhi verdi, accesi e vivi, che lo fissavano dalla cortina delle ciglia. Inconsciamente in quel momento decise che si sarebbe rifiutato di girarsi questa volta. Ma Sebastian non accennò nemmeno a farlo voltare. Lo prese così, guardandolo negli occhi tutto il tempo. E alla fine Kurt lo baciò sulla bocca, venendo subito ricambiato.
Il loro primo vero bacio.
 
 
 
“Posso smettere quando voglio.”
Ecco cosa continuava a ripetersi Kurt, giorno dopo giorno. Aveva il controllo della situazione, Sebastian non avrebbe parlato con Blaine, oh dio, perché lo stava facendo? Perché faceva una cosa simile a Blaine?
Sapeva che Smythe non lo avrebbe cercato se fosse sparito all’improvviso, non era il tipo. Perciò stava tutto a lui. Poteva divertirsi un altro po’ con quello sbruffone che nonostante tutto continuava a provarci con Anderson ogni volta che lo incrociavano, poi sarebbe tornato tutto alla normalità.
Intanto continuava a presentarsi in quella casa. Non si era preoccupato la volta in cui Sebastian gli aveva offerto un caffè subito dopo. Di solito non parlavano nemmeno dopo, ma lo aveva accettato. Che male poteva fare? E che male poteva fare un po’ di conversazione? Non si accorse nemmeno di aver passato un’ora a discutere di musical quando tornò a casa quella sera.
 
 
 
C’era stata quella volta in cui si erano messi a ballare nel salotto di Sebastian. Kurt rideva perché secondo lui il Warble non sapeva fare un lento decente, Smythe aveva deciso di fargliela vedere. Erano finiti a ballare un bel po’ di brani, sorprendentemente nella playlist di Sebastian sembravano non mancare i lenti, ridere come scemi e fare sesso sul divano. Chissà se era sbagliato divertirsi così tanto con una persona che dovresti detestare.
 
 
 
Sbagliatissimo era stato ubriacarsi quella sera, quando Sebastian lo aveva sfidato a bere un po’ del suo cognac e lui, testa dura, non aveva voluto dargli la soddisfazione di fargli capire che era un novellino con l’alcol. Fatica inutile, visto che era ben presto entrato in sbornia triste, piangendo e mugugnando qualcosa su quanto gli mancava sua madre.
Si era risvegliato sul letto, con Sebastian steso accanto a lui.
-         Quanto ho dormito?-
-         Un’oretta. Non è tardi.-
Kurt aveva serrato gli occhi al pensiero dell’umiliazione per aver pianto davanti a lui.
-         Tranquillo.- disse Sebastian.- Non ti ho fatto niente, tranne farti sdraiare.-
-         Ora mi consideri ancora di più una checca idiota, vero?-
-         No.-
Kurt lo guardò con diffidenza. Sembrava serio.
-         La tua mamma è morta Kurt?-
-         Quando avevo otto anni. E la tua?-
-         Vive a Parigi. E’ un tipo divertente, ma non è molto tagliata per fare la madre.-
Non aveva detto altro. Kurt si era preparato un caffè forte prima di andare e Sebastian lo aveva salutato con un bacio sulla porta di casa.
Per la prima volta era uscito di lì senza fare sesso. Però non ricordava di aver mai fatto il tragitto verso casa con una simile confusione dentro.
 
 
 
-         Hai davvero un bel culo, sai?-
Kurt lo aveva guardato con un sopracciglio inarcato. Sebastian era steso a pancia in giù nel letto sfatto, ancora nudo, con un gran sorriso stampato in faccia.
-         Disse colui che mi chiama faccia da checca.-
-         Che permaloso del cazzo che sei!- rise il warble.- Ammetti che ti è piaciuto il complimento!-
-         Certo, per darti questa soddisfazione. Scordatelo.-
-         - Uh, come sei cattivo.- aveva sussurrato con un sorrisetto, baciandolo.- Mi si spezza il cuore. Mi tratti come il tuo giochino sessuale preferito e non accetti i complimenti.-
-         Senti chi parla.- sbuffò Kurt.- Tu mi spezzeresti alla prima occasione se te lo lasciassi fare.-
-         Può essere.- ghignò l’altro.- O magari no. Chi può dirlo?-
-         Non fare giochetti come me, Seba.-
-         Adoro quando mi chiami così.- Sebastian strofinò il naso sul suo collo, attirandolo di nuovo verso di lui.- Stai attento a non spezzarmi tu, Kurt.-
Ovviamente non doveva credergli. Non ci si poteva fidare di Sebastian Smythe.
 
 
Poi c’era stata quella volta in cui avevano semplicemente passato il tempo sul divano tra baci e carezze. Niente lussuria, niente cose sporche, solo quei gesti dolci e intimi che Kurt riservava sempre per Blaine. Solo per Blaine. Ma di questo se ne rese conto solo dopo.
 
 
 
Ormai non poteva più negare il fatto che non andava in quell’appartamento solo per il sesso. Adesso ascoltavano musica, guardavano film, battibeccavano su tutto. Sebastian aveva una linguaccia biforcuta, ma Kurt non era di certo da meno e non si faceva mai mettere sotto in nessuna discussione, neanche nelle loro litigate. Anzi, era divertente rispondergli per le rime. Sapeva come muoversi nella cucina e come attaccare il lettore DVD. Aveva cominciato a imparare ad abbinare gli stati d’animo di Sebastian alle canzoni che ascoltava. E questo non era certo un bene, se voleva continuare a considerarlo una scopata occasionale.
 
 
Kurt iniziò a capire di essere davvero nei guai la volta che baciando Blaine quasi gli sfuggì il nome di Sebastian dalle labbra.
Non andava bene, non così. Era Blaine quello che amava e che lo ricambiava, era Blaine quello giusto per lui. Non Sebastian, Sebastian era sbagliatissimo sotto ogni punto di vista. Eppure guardava gli occhi del suo ragazzo, occhi che aveva sempre adorato, così particolari e intensi, cercando sempre più disperatamente di sentire quella scintilla che gli aveva scaldato il cuore fin dalla prima volta che li aveva incrociati, quella scintilla scoccata tra di loro un attimo prima del primo bacio. C’era ancora, sempre, ma era velata a volte, nascosta dallo scintillio di un paio di occhi verdi.
Non poteva permettersi di provare certe cose, altrimenti avrebbe perso tutto.
 
 
 
-         Perché non resti qui?- disse Sebastian, acarezzandogli la schiena e tentandolo terribilmente.- E’ stato così bello quella volta che sei rimasto a dormire.-
-         Sei un ruffiano.- sorrise Kurt.- In ogni caso non posso, a mio padre prenderebbe un colpo se rimanessi fuori senza avvisare e vorrei evitarlo. E poi domani dobbiamo svegliarci presto.-
-         Già, da domani sei solo di Blaine.- ribattè con una punta di acidità Sebastian.
Hummel sospirò.- Sto per andare alle nazionali e mi sento da schifo, non peggiorare la situazione per favore.-
-         Non lo voglio fare Kurt, lo sai.- Sebastian lo guardò dritto negli occhi, con lo sguardo serio.- Scegli me.-
 
 
 
-         Perché mi fai vedere film di guerra?- si lamentò Kurt all’ennesima esplosione.- Sono tutti uguali.-
-         Per la miseria, e dire che ho scelto “Pearl Harbour” perché pensavo di farti tacere con il triangolo amoroso! Se proprio il dramma romantico non ti soddisfa, chiudi il becco e goditi Ben Affleck sporco e in camicia hawaiana.-
-         Preferisco Josh Hartnett.- gli fece con una linguaccia, più che altro per farlo incavolare. Di certo non snobbava Ben Affleck. Stranamente Sebastian si incupì, piantando un muso bestiale.
-         Lo immaginavo. Tu assomigli un bel po’ a Evelyn, sai?-
Kurt gli diede una spinta.- Ma fammi il favore!-
-         Certo, sei conteso tra me, che sono chiaramente Ben Affleck, e il nostro Josh Blaine Hartnett.-
-         Non sono conteso proprio tra nessuno, a te non frega un cavolo di me!-
Sebastian gli sparò un sorriso bastardo.- Ne sei sicuro?-
Hummel arrossì, incrociando le braccia e rituffandosi nel divano.- Comunque alla fine sarebbe rimasta con il personaggio di Josh se non fosse morto, perciò tutti felici e contenti.-
-         Già.- disse serio Smythe.- Ma avrebbe passato la vita a rimpiangere quello di Ben.-
-         Seba smettila.-
-         Hai mai letto “The Dubliners” di Joyce, Kurt?-
Il ragazzo lo fissò, sorpreso dal cambio di argomento.- Certo, ma cosa c’entra?-
-         Anche lì c’era una Eveline. Un personaggio che non ho mai sopportato. Potrebbe essere davvero felice, invece non riesce a fare quei pochi passi verso la libertà e si condanna a una vita che odia.-
-         Mi stai paragonando a lei per caso? Comunque è un personaggio molto intenso invece, non riesce a superare il suo conflitto interiore. Nonostante la sua voglia di cambiare è incapace di farlo. Ci sono persone così.-
-         Appunto. Infatti io penso che il mondo sia per quelli che rischiano.- si voltò a guardarlo intensamente.- E tu sei abbastanza coraggioso per farlo, Kurt. Il mondo è per quelli come noi.-
 
 
 
C’era stata la volta in cui Sebastian era passato a prenderlo in macchina e lo aveva praticamente sequestrato per portarlo a fare un giro a Westernville. Era riuscito in extremis a dire a Blaine che doveva aiutare suo padre in officina quel pomeriggio, prima di trovarsi in giro a negozi con quel pazzo. Era stato strano. Spesso avevano buttato lì accenni ai loro negozi preferiti o a film che entrambi avrebbero voluto vedere. C’era sempre una frase che restava sospesa nell’aria in quelle occasioni: “Possiamo andarci insieme”. Non succedeva mai ovviamente. Loro due esistevano solo tra quelle quattro mura. Ma aveva sottovalutato Sebastian e la sua incapacità di convivere con le regole. La cosa allarmante era che anche lui stava iniziando a buttare a mare le regole.
 
 
 
Sapeva bene di non essere l’unico. Un paio di volte gli era capitato di non trovare nessuno in casa, ancora più numerose erano le occasioni in cui Smythe sfoggiava sulla pelle segni che non gli aveva fatto lui senza darsi minimamente pena di nasconderli. Quelli erano avvisi, avvisi per ricordargli ogni volta che lui era solo uno dei tanti, di quanto sbagliato fosse continuare quella specie di tortura, di come ne sarebbe uscito a pezzi. Sopportava sempre meno quei segni, ma non diceva niente. Si tradiva già abbastanza con le facce e il tono di voce.
-         Sei andato allo Scandal anche ieri?-
-         Ovviamente.- aveva risposto Sebastian con assoluta nonchalance.- Geloso?-
Kurt aveva fatto una smorfia.- Certo che no.-
-         Dal tuo tono incazzato non si direbbe.- ribattè l’altro divertito.- Te lo ricordi che non sei il mio ragazzo, vero?-
-         Continuamente.-
 
 
 
Poi erano arrivate le regionali e tutto era cambiato nello spazio di un’esibizione. L’ultima canzone eseguita dai Warbles, fin lì davvero bravissimi, che si stavano esibendo prima di loro. Kurt era seduto in platea con il resto del Glee, la mano intrecciata a quella di Blaine, osservando Sebastian venire avanti e attaccare il suo ultimo pezzo da solista, mentre il resto del coro creava l’armonia.
Kurt congelò. “Resistance” dei Muse.
 
Is your secret safe tonight and are we out of sight
Will our world come tumbling down
 
E stava guardando verso di loro. No, stava guardando lui.
-         Scelta ambiziosa.- commentò Rachel al suo orecchio.
Lui riuscì solamente ad annuire, gli occhi fissi su Sebastian.
 
It could be wrong
Could be wrong
But it should’ve been right
 
Voleva farlo andare in confusione prima del loro turno. Di sicuro era così.
 
It could be wrong
Could be wrong
This is out of control
 
Beh, non ce l’avrebbe fatta. Non sarebbe crollato per una canzone. Anzi, trovò quasi ironico il loro numero d’apertura a quel punto. Quando lui e Rachel salirono sul palco per un duetto su “Whataya want from me” si ritrovò ad immedesimarsi come non mai con quella canzone. E senza volervo si ritrovò a guardare verso i Warbles mentre cantava la sua parte con un’intensità mai messa nelle prove.
-         Siete stati bravissimi!- li accolse Mercedes quando tornarono dietro le quinte. Giusto un attimo di riposo prima di raggiungere i ragazzi sul palco. Blaine gli era passato accanto con un occhiolino di approvazione.
Tutte guardavano verso i loro compagni, aspettando il momento di entrare in scena. Ma non Rachel. Stava guardando lui.
-         Kurt, stai piangendo?-
-         Cosa?- si toccò le guance. Era vero, erano bagnate. Si asciugò velocemente gli occhi.- Mi sono solo immedesimato troppo.- disse con un sorrisetto.
La sua amica non sembrava del tutto convinta, ma annuì e lasciò perdere, almeno per il momento. Era un po’ che Kurt si comportava in modo strano ed era preoccupata per lui.
Alla fine vinsero le New Directions.
E kurt piombò in casa di Sebastian la sera successiva, non lasciandolo neanche salutare.- Si può sapere cosa diamine volevi dimostrare?!-
-         Ti è piaciuta?- sorrise pacifico Smythe.- In effetti per me era eccezionale. Non capisco come abbiamo fatto a perdere.-
-         Cosa volevi, farmi andare fuori di testa per vincere? Beh, mi dispiace, non ci sei riuscito!-
Sebastian alzò gli occhi al cielo e lo bloccò per le braccia.- Sei abbastanza fuori di testa ora. Prendila come ti pare Kurt, trovo quella canzone piuttosto adatta alla situazione. E mi è piaciuta parecchio la tua risposta.-
-         Non era per te!-
-         Davvero?-
-         Certo! Io e Rachel siamo dei grandi fan di Adam, non l’ho scelta per te!-
-         Strano, mi hai guardato per tutto il tempo.-
Voleva continuare a negare, ma in effetti era inutile. Sospirò stancamente, sentendo gli occhi farsi lucidi.- E allora dimmelo, che diavolo vuoi da me?-
Sebastian lo sorprese, attirandolo in un abbraccio.- Ti ho già risposto, Kurt.-
Affondò nel suo abbraccio, piangendo sommessamente. Poteva essere giusto, ma era dannatamente sbagliato.
 
 
 
-         Devo andare ora.-
-         Guarda che non aspetterò in eterno di vederti entrare dalla porta, non sono proprio il tipo.-
-         Lo so.- mormorò Kurt, mettendosi la giacca.- Dovresti essere contento, un’intera settimana senza avermi tra i piedi.-
-         Vaffanculo Hummel.-
Si voltò, serrando i denti per non dire o fare qualcosa di stupido. Tipo picchiarlo o insultarlo. O tornare indietro e ricominciare a baciarlo.
-         Kurt?-
Si fermò sulla soglia.
-         Buona fortuna per la gara.-
-         Grazie Seba.-
 
 
 
-         Ti manca Parigi?-
Erano stesi sul letto, uno accanto all’altro, a non far altro che guardare il soffitto e chiacchierare dopo aver fatto sesso.
-         Più che altro mi mancano i parigini.-
Kurt sbuffò.- Domanda inutile.-
Sebastian rise.- Sei davvero insopportabile a volte. Beh, ci sono cose che mi mancano e altre molto meno. Forse sarà perché siete tutti così provinciali qui. Se fossi tipo a New York o Los Angeles credo che butterei a mare Parigi.-
-         Scusa se non siamo alla tua altezza, sire.-
-         Tu in realtà sei abbastanza snob, ci sguazzeresti benissimo a Parigi. E hai un ottimo francese, detto da un bilingue è un complimento.-
-         Sono onorato.-
Scoppiarono entrambi a ridere. Sebastian lo attirò verso di lui, sistemandoselo sopra al petto e baciandolo. Kurt si accoccolò sonnacchioso, godendosi quei momenti prima di dover andare.
-         Sai, a parte gli scherzi, ti porterei volentieri a Parigi. Saresti perfetto lì.-
-         Davvero?- sorrise Kurt.- E dove mi porteresti, al Moulin Rouge?-
-         Alla versione gay ovviamente.- ghignò Sebastian.- Uhm, credo in cima alla Tour Eiffel.-
-         Un classico, e io che mi aspettavo chissà cosa.-
-         Sta zitto, checca, non ci sei mai salito la sera. La città illuminata dall’alto è…magica.- lo guardò con un sorriso.- Facciamo una scommessa.-
-         Ci sto.-
-         Se vinci le Nazionali, ti porto in cima alla Tour Eiffel.-
-         Andata.- rispose con un sorriso entusiasta. Sapeva quello che entrambi avevano ommesso. Non sarebbe mai veramente successo. Però che male c’era a fantasticare un po’?
 
 
Ovviamente Blaine non era stupido, si era reso conto che qualcosa non andava. Kurt lo sapeva e si tormentava ancora di più. Anderson era sempre così gentile e paziente con lui, non lo forzava a parlare e cercava di fargli tornare il buonumore in tutte le maniere. Questo lo faceva sentire ancora peggio. Non poteva rispondere quando Blaine gli chiedeva cosa aveva. Avrebbe voluto essere sincero con lui, raccontargli tutto come una volta, semplicemente finirla di passare da lui e Sebastian, ma non ci riusciva. Quella cosa lo avrebbe annientato e più il tempo passava, peggio era. Blaine era importante per lui, era il suo primo amore, la prima persona che lo aveva capito completamente. Quei sentimenti erano ancora lì. E Kurt non voleva lasciarlo, non riusciva nemmeno a pensarci. Ma c’era Sebastian. Non poteva abbandonarsi a quelle sensazioni però, erano ingannevoli. Si sarebbe stancato di lui e a quel punto si sarebbe ritrovato da solo. Blaine aveva occhi solo per lui, Sebastian non si preoccupava nemmeno di nascondergli che non aveva l’esclusiva. La scelta era ovvia.
E allora perché non riusciva a farla?
 
 
 
Una volta era rimasto tutta la notte. Blaine era fuori città con i suoi, ma lui non l’aveva detto a suo padre. Uscì di casa con un gran senso di colpa, mentire a Burt era davvero indice di quanto stava toccando il fondo. Ma la risata di scherno con cui lo accolse Sebastian alla vista della borsa contenente il pigiama e le creme per l’idratazione spazzarono via tutto. Smythe gli disse che non gli sarebbe certo servito il pigiama e che poteva scordarsi di perdere tempo con le creme, Kurt aveva risposto per le rime dalla cucina, lamentandosi per la cronica mancanza di cibi salutari in quella dispensa. Quella notte avevano fatto tutto con calma, consapevoli che per una volta non c’era una scadenza. Si erano presi il tempo per ogni carezza e ogni gemito, esplorandosi a vicenda, in cerca di un contatto sempre più profondo. Avevano dormito insieme per la prima volta, nudi e abbracciati. Sebastian aveva avuto ragione sull’inutilità del pigiama. Il mattino dopo avevano fatto sesso nella doccia e Kurt aveva preparato la colazione per entrambi.
Andarsene era stato dannatamente difficile quel giorno.
 
 
 
Sebastian era curioso di vederlo con la divisa della Dalton.
-         Tu comunque dovresti girare sempre nudo con il corpo che ti ritrovi, senza contare il tuo orrido gusto nel vestire.-
-         Senti chi parla, tu assomigli ad un clone mal riuscito dell’armadio di mio fratello!- aveva urlato Kurt dal bagno, mentre metteva la divisa di Sebastian. Gli stava un po’ grande, ma niente di drammatico.
Quando uscì Smythe lo fissò a bocca aperta.
-         Cos’è, sei definitivamente impazzito?-
-         Dio, per fortuna non vieni più alla Dalton! Non riuscirei a concentrarmi con te intorno tutto il giorno vestito così. Come mai nessuno ti ha stuprato?-
Kurt fece una smorfia.- Fai davvero schifo, Seba. Sei un pervertito.-
-         Può essere.- sussurrò con tono roco, avvicinandosi. Hummel rabbrividì, mentre sentiva la sue mani accarezzargli le spalle.- Sai a cosa sto pensando adesso? A come ti scoperei volentieri per tutta la sala prove.-
-         Sebastian…-
-         Ti vorrei scopare sopra al tavolo del consiglio. Poi ti farei sedere sul divano per tormentare la tua erezione.-
Così dicendo lo toccò in mezzo alle gambe. Kurt gemette, abbandonandosi contro di lui. Sebastian lo portò verso il suo divano e lo fece sedere. Si mise in ginocchio davanti a lui con un sorriso lascivo, abbassandogli piano la cerniera. Kurt lo guardava come ipnotizzato.
-         Poi te lo prenderei in bocca fino a farti impazzire.-
Così dicendo si chinò verso la sua erezione. Dopodichè Kurt riuscì solo ad urlare per il piacere.
 
 
 
 
Miami. Era possibile sentirsi solo e depresso in un posto simile?
I suoi compagni erano tutti su di giri. Avevano vinto le nazionali ed avevano appena cominciato a festeggiare. Quella notte era per loro. Non per lui. Lui non faceva altro che fissare il cellulare sperando in un messaggio che non sarebbe mai arrivato.
-         Kurt?-
Sospirò, voltandosi verso Blaine.- Ehi.- disse con un sorriso spento.- Non festeggi?-
Anderson era serio.- Dobbiamo parlare.-
-         Lo so.-
-         E’ solo che…non capisco cosa ci sta succedendo Kurt. Siamo ancora noi, giusto? E allora perché siamo così distanti ultimamente? Cosa sbaglio?-
Hummel sospirò, abbracciandolo.- Niente Blaine. Tu sei perfetto, sei il miglior ragazzo che si possa immaginare.- sospirò.- Sono io, il problema sono io. Sono sbagliato.-
-         Ma cosa dici, tu sei eccezionale Kurt! Dimmi cosa è successo, ne usciremo insieme, te lo prometto.-
-         No. Non fare promesse che non puoi mantenere, sono le peggiori perché ti distruggono. Io lo so.-
-         Non capisco cosa vuoi dire. E poi che importa se hai sbagliato? E’ umano.-
-         Ma perseverare è diabolico.- Il sorriso di Kurt era offuscato dalle lacrime.- Questo sono io, diabolico. E non mi merito niente.- Si staccò da lui e lo baciò sulla fronte.- Ti voglio bene Blaine.-
-         Kurt…-
Ma lui era già corso fuori.
 
 
Il punto di rottura era stato al Lima Bean. Erano lì tutti insieme, a chiacchierare e discutere della scaletta per le nazionali. Kurt era seduto accanto a Blaine e sorrideva. Erano tre giorni che non andava da Sebastian, forse questa volta sarebbe riuscito a resistere… Certo, non aveva calcolato di ritrovarselo per l’ennesima volta in caffetteria. Con la consueta faccia tosta, il warble si sedette accanto a loro e cominciò come suo solito a fare il filo a Blaine. Kurt vide rosso.
-         Perché non ci fai un favore e non sparisci, Smythe?-
-         Oddio Blaine, la tua ragazza ha le sue cose?-
-         Vuoi vedere come ti faccio sanguinare il naso??-
-         Kurt, calmati.- disse Blaine, piuttosto stupito, come il resto del gruppo.- Sebastian, forse è meglio se…-
-         Oh tranquillo, non ci tengo a sorbirmi delle checche mestruate. Ci si vede in giro bellezza.- si alzò con un occhiolino e tornò al suo tavolo.
-         Non lo sopporto!- esplose Kurt.- Perché deve sempre fare così? Lo odio!-
-         Dai Kurt, lo sai come è fatto. E poi a me non frega nulla di lui.-
Si voltò verso Blaine a occhi sgranati. Non era quello il punto.- Vado un attimo in bagno a rinfrescarmi, mi ci vuole.-
Anderson annuì, stampandogli un bacio sulle labbra. Kurt entrò in bagno, prendendo un respiro profondo. Doveva smetterla di fare l’isterico, tanto non sarebbe cambiato niente. Si appoggiò al lavandino, stanco di tutta quella situazione. Non si voltò quando la porta si aprì, ma il suono di quella voce lo fece sussultare.
-         Allora, la scena madre è finita o devi ancora fare la reginetta del dramma?-
-         Vattene via!-
-         La tua voce diventa davvero stridula quando ti incazzi, lo sai?-
Kurt si voltò di scatto e lo spintonò.- Sta zitto! Lasciami in pace!-
-         Qual è il tuo problema, si può sapere?- fece stizzito il warble.- Non ho fatto niente di diverso dal solito.-
-         Ci hai provato con Blaine di nuovo! Davanti a me!-
-         E quindi? Lo faccio più o meno sempre.- Sebastian fece una smorfia.- Tranquillo, se ci tieni tanto e prometti di smetterla di perforarmi le orecchie, ti assicuro di non toccare il tuo prezioso ragazzo.-
-         Non è per…- Kurt serrò gli occhi, voltandosi di nuovo verso il lavandino. Perché finiva sempre per piangere?- Lascia stare Seba, vai fuori.-
Smythe lo fissò con le sopracciglia inarcate.- Tu sei geloso di me.-
Hummel si morse le labbra e non rispose. Sebastian lo fece voltare di nuovo, tenendolo per le braccia.- E’ così vero? Non ti ha dato fastidio per Blaine. E’ perché ci stavo provando con un altro.-
-         Smettila.-
-         Kurt, dimmelo, è così?-
-         Si!- urlò il ragazzo.- E’ così, va bene?! Hai già vinto, hai potere su di me adesso, smettila di tormentarmi!-
-         Non posso farlo.- disse afferrandogli il volto.- Non posso smettere con te.-
-         Mi stai distruggendo, Sebastian.-
-         Cosa vuoi che faccia? Che non vada più allo Scandal? Va bene. Che non ci provi con gli altri? Posso farlo.-
Kurt scosse la testa.- Fino a quando non ti stancherai.-
-         E come faccio a saperlo?- lo attirò verso di sé. Era sleale, Kurt non riusciva mai a pensare bene quando erano così vicini.- Tutto quello che voglio adesso sei tu.-
Hummel fece un verso disperato, poi Sebastian lo baciò. Il freddo del muro era in contrasto con il corpo caldo che lo teneva fermo. Si aggrappò alle sue spalle, stringendolo, mentre continuavano a baciarsi con un’intensità quasi preoccupante. Si separarono, a corto di fiato.
-         Scegli me, Kurt.- gli sussurrò Sebastian.
Chiuse gli occhi. Ora era davvero fregato.
 
 
 
Aveva vinto le Nazionali, un momento che aveva atteso per anni, eppure non riusciva a goderselo. Non ci riusciva, perché Sebastian non si era mai fatto sentire in quei giorni, nemmeno dopo la gara per le congratulazioni. Alla fine si doveva essere davvero stancato di aspettare. La cosa non gli dava il minimo sollievo.
Erano appena arrivati a casa, Carole e Burt avevano accolto lui e Finn con calore e complimenti a non finire. Riuscì ad imbastire un sorriso abbastanza convincente e a tirare fuori un minimo d’entusiasmo mentre parlava della gara. Per fortuna riuscì a svincolare abbastanza presto con la scusa della stanchezza e della valigia da sistemare.
-         A proposito Kurt.- fece Carole, mentre era già sulle scale.- E’ arrivata questa per te.-
Il ragazzo prese la busta, perplesso. Era indirizzata a lui ma non c’era il mittente. La portò in camera e si sedette sul letto. Almeno il suo cattivo umore non sembrava aver ucciso la sua innata curiosità. Cadde fuori qualcosa quando la aprì. Kurt fissò col cuore in gola il biglietto aereo. Destinazione Parigi. Tirò fuori il biglietto con tanta foga che quasi rischiò di strapparlo. C’erano poche righe.
 
“ Non dimentico le scommesse. Subito dopo la consegna dei diplomi vado un po’ in Francia a rompere a mamma. Non cercarmi prima, Kurt. Se lo vuoi, puoi usare questo biglietto, scegli tu giorno e ora. Capirò se sceglierai Blaine, davvero.
Seba.”
 
 
 
 
Lassù l’aria era piuttosto fastidiosa. Kurt si strinse nella giacca leggera che indossava. In fondo non era male, era una bella serata, il sole era tramontato da poco e sotto di lui si stendeva un tappeto di luci da togliere il fiato. Sebastian aveva ragione, la Tour Eiffel di notte era davvero magica.
Era stanco. Arrivare fino a lì era stato davvero difficile.
Lasciar andare Blaine era stato straziante, ma glielo doveva. Non poteva continuare ad ingannarlo in quel modo. Anderson continuava a scrivergli sms e a lasciargli messaggi per fargli cambiare idea. Non li leggeva nemmeno, faceva già abbastanza male così.
Anche parlare con suo padre era stata dura, ma da quel colloquio ne era uscito rafforzato. Gli aveva raccontato tutto, senza nascondergli niente, sapeva di averlo deluso e aveva accettato la ramanzina che ne era seguita senza battere ciglio. Ma Burt lo aveva capito. Alla fine, aveva davvero capito. Kurt non sapeva nemmeno perché proprio lui si era meritato un padre del genere.
Mercedes invece non aveva capito per niente. A dirla tutta, un bel po’ dei membri del Glee erano ci erano rimasti male. La sua amica l’aveva presa come una specie di offesa personale però, e si rifiutava di parlargli.
Quinn lo aveva capito. Era stata una delle prime persone a prendere le sue parti.
Alla fine aveva capito anche Rachel. Era entrata in camera sua mentre stava preparando le valigie. Kurt l’aveva salutata con un cenno del capo ed erano rimasti per un po’ in silenzio.
-         Perché?
-         Sai quando sei sicuro che una cosa ti farà male ma tu la vuoi disperatamente lo stesso?-
Rachel aveva sospirato, poi si era messa ad aiutarlo a selezionare i vestiti.- Voglio un souvenir dall’Operà.-
-         Va bene.-
Finn non aveva capito proprio tutto, ma aveva dichiarato che se lui era contento tanto gli bastava. Suo fratello era il miglior tontolone del mondo.
Continuò a fissare il paesaggio mentre pensava ai suoi amici. La Senna scorreva sotto di lui, illuminata dai traghetti pieni di turisti. Un paio di braccia lo circondarono da dietro.
-         Essere più precisi nei messaggi no? Cito testualmente il tuo sms: “Sono qui, ti aspetto”. E’ una cazzo di mezz’ora che giro per questa dannata torre, sai quanto è grande?-
Kurt sorrise.- Ciao Seba.-
Sebastian affondò il viso tra i suoi capelli.- Dio, da quanto tempo non ti tocco. Potrei scoparti qua da quanto ne ho voglia.-
-         Tu si che sai come rendere romantico un incontro.- fece con una smorfia.
Lo sentì ridacchiare mentre si voltava nel suo abbraccio.- Davvero Kurt? Sei sicuro di quello che fai?-
-         No.- sorrise Hummel.- Tu sei un grandissimo errore da fare, Sebastin Smythe.-
-         E’ vero. Però sbagliare ti fa capire che stai vivendo al massimo, no?-
Kurt annuì.- Stai per dirmi qualche bugia del tipo che staremo sempre insieme?-
-         Dio no, come faccio a prometterti una cosa del genere?- si avvicinò fino a sfiorargli le labbra.- Posso darti solo il presente, Kurt, se ti accontenti.-
Lo baciò, incurante della gente che girava loro intorno, più interessati alla città che a loro due.
Sebastian aveva un gran sorriso in faccia quando si separarono. Lo aveva visto sorridere così di cuore forse solo un paio di volte.- Quando sei arrivato?-
-         Adesso praticamente. Ho preso il bus navetta, messo le valigie in un deposito alla stazione e sono venuto qui in metro.-
-         Oddio, scordati che prenderò la metro, è così totalmente plebea!- kurt sbuffò.- Hai fame?-
-         Direi.-
-         Bene, allora adesso andiamo a recuperare le tue cose, ti porto a mangiare e poi andiamo a casa.- si avvicinò al suo orecchio sussurrando.- Voglio farti godere per tutta la notte Kurt.- cosa che lo fece rabbrividire.- Poi magari ti farò vedere un po’ della città, se mi andrà.-
Sebastian lo prese per mano. Kurt lo seguì ridacchiando.
-         Cosa c’è?-
-         Pensavo.-
-         A cosa?-
-         A com’è strana la vita. Due anni fa mi stavo facendo passare la cotta per Finn. L’anno scorso Blaine mi ha detto che mi amava. E adesso sono a Parigi con te.-
Smythe gli passò un braccio attorno alle spalle con un ghigno.- Chissà, magari l’anno prossimo sarò io a dirti ti amo.-
Kurt alzò gli occhi al cielo.- Ma figurati!- esclamò, facendolo scoppiare a ridere.
Sebastian si chinò di nuovo verso di lui.- O magari potrei dirtelo già quest’anno, che dici?-
Mentre si sporgeva per baciarlo, Kurt sorrise. Si era stato un grande errore. Ma a volte è davvero bello sbagliare.
 
 
 
 
Ola!
Vabbè, che vi devo dire, a me questi due fanno male. E non aiuta il fatto che ormai metterei Grant Gustin in ogni scena possibile :P Uh, ok, ho iniziato a pensarla prima della 3x11. E sono terribilmente consapevole che sono entrambi OOC al massimo, perdonatemi! Avviso, sto usando un compu di emergenza perché il mio è partito. E sul mio avevo il seguito di “Angry Sex” e il prossimo capitolo di “Blame it on the Hummerwood”. Visto che mi erano usciti bene e non sono sicura che a riscriverli mi verrebbero altrettanto buoni, aspetto di vedere se la baracca torna a funzionare o che mi prendano i dati dall’hard disk prima di buttare il tutto. Mendico perciò un po’ di pazienza, scusate. Già per colpa del guasto mi sono tenuta in testa sta storia per più di una settimana col risulato che mi è venuta enorme ^^’’ Continuavo ad aggiungere roba, vedi le regionali, accidenti alla riproduzione casuale dell’ipod, o la scena con la divisa.
Comunque un dubbio mi perseguita: qual è il nome della coppia? XD
Grazie a tutte le anime buone che hanno letto e vorranno commentare! J
 
See you!
Ciriciaux!
Tsubychan1984
   
 
Leggi le 13 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: tsubychan1984