Un tonfo sordo mi sveglia, afferro la bacchetta sul mio comodino ed esco, il numero 12 di Grimmauld Place è avvolto nel buio, scendo velocemente le scale, ovviamente Sirius sta dormendo, lui non si alzerebbe neanche se fossimo bombardati, arrivo alla base delle scale, nell’ingresso e noto la zampa di troll che funge da portaombrelli a terra e sorrido, è arrivata Tonks. Scendo in cucina e apro lentamente la porta, la vedo sprofondata su una poltrona di fronte al fuoco, probabilmente è l’alba perché ha appena staccato dal suo turno al Ministero.
“Buongiorno Tonks!” dico sorridendo. Lei sussulta e si volta a guardarmi, per un attimo stupita poi i suoi capelli diventano ancora più rosa e torna a fissare il fuoco.
“ Ciao Remus!” sussurra lei sempre fissando il fuoco. Nell’ultimo periodo accade sempre, ogni volta che ci sono io nelle vicinanze si mette a fissare qualcos’altro o manda in frantumi qualche oggetto, mi avvicino alla mensola ed estraggo due tazze polverose.
“Com’è andata stanotte?” domando. Pulisco le tazze e con un incantesimo metto a scaldare un po’ di cioccolata al latte sul fornello più vicino a me, guardo la spalliera della poltrona dove Tonks è sprofondata e non si vede più.
“Bene, ma come mai tu sei sveglio a quest’ora?” risponde lei.
“Qualcuno è entrato e ha gettato a terra il portaombrelli come suo solito!” concludo ridendo. Anche lei ridacchia, poi torna seria e io verso la cioccolata nelle due tazze, con un incantesimo avvicino una poltrona a quella di Tonks e mentre mi siedo le porgo la tazza.
“Sono maldestra, come al solito, cos’è?” chiede fissando la tazza bianca che ha in mano.
“Se continui a stare con Moody finirai anche tu a bere da una fiaschetta, comunque è cioccolata e fa bene!” dico. “Come mai sei qui?”
“Perché alle otto c’è la riunione dell’Ordine e non volevo tornare a casa!” conclude tristemente.
“Perché?” domando.
“Non mi andava di stare sola, qui per lo meno c’è Kreacher che borbotta!”
“Ci sono io!” rispondo.
“Non è per questo!” replica stizzita.
“Come no? Sono qui, mi hai svegliato!” rispondo bevendo la cioccolata. Lei sorride e rilassa le spalle e inizia a bere, mi guarda da sopra la tazza bianca maliziosa, sorrido di questi suoi gesti così unici, bevo lentamente la cioccolata, il cui calore mi brucia nella gola e mi tranquillizza.
“Ti piace molto la cioccolata?” domanda.
“Sì, l’ho sempre amata!”
“Un lupo mannaro che ama la cioccolata!” dice ridendo.
“Già, strano è?” chiedo.
“Stai parlando con una Metamorfomagus, io vivo delle stranezze!” risponde lei sorridendo. Noto che è bellissima quando sorride, le brillano gli occhi, è come se infondesse pace, esattamente come la cioccolata, Tonks mi tranquillizza come fa la cioccolata.
“A cosa pensi?” domanda.
“Alla tranquillità!” rispondo.
“Con i tempi che corrono di tranquillità ce n’è davvero poca!” sussurra finendo la cioccolata.
“Quindi meglio tenersi vicino chi ci fa stare bene!” concludo alzandomi e posando la tazza sul tavolo.
“Il problema è che coloro che fanno stare bene me non li faccio stare bene io!” dice affondando ancora di più nella poltrona. La guardo negli occhi e lei distoglie lo sguardo, mi siedo di nuovo sulla poltrona e allungo un braccio e con una mano le alzo il mento e la costringo a guardarmi.
“Fai stare bene tante persone!” sussurro.
“E tu, con me stai bene, professore?” domanda.
“Sì, sei una ragazza fantastica, vedrai che troverai la persona giusta!”
“L’avrei trovata, ma lui non mi considera!” sussurra sconsolata. Poi si volta a guardarmi e noto che ha della cioccolata nell’angolo destro del labbro inferiore, è buffa e le sorrido, mi avvicino, siamo alla distanza di un respiro.
“Sei sporca qui!” dico, pulendo con un dito la cioccolata rimasta, ma il richiamo dolce è troppo forte così mi lecco il dito sporco della cioccolata di Tonks. Lei segue tutto il gesto e sorride, si avvicina a me, siamo di nuovo alla distanza di un respiro per la seconda volta nel giro di neanche mezzo minuto, stavolta però colmiamo la distanza, entrambi, sincronizzati e ci baciamo, un bacio casto, un semplice sfioramento di labbra.
“Remus …” sussurra. Non continua, si impossessa di nuovo delle mie labbra e sale sopra di me sulla poltrona, lascio che la sua lingua si faccia spazio nella mia bocca, non appena incontra la mia lingua inizia una vecchia danza, poi il bisogno d’ossigeno ha la meglio e ci fa staccare e ci guardiamo negli occhi, mi perdo nel suo sguardo pieno di passione. Un fischio e un imprecazione mi fanno sobbalzare, tanto che Tonks cade sul tappeto, ma non la guardo neanche alzarsi, perché Sirius è entrato nella cucina come una furia.
“Quel maledetto ippogrifo!” dice entrando. “Oh Remus, Tonks, buongiorno!”
“Buongiorno Felpato, problemi?” domando.
“Quell’ippogrifo mi ha svegliato, ha fame!” risponde trafficando tra le mensole.
“E’ come avere un cane!” dico sarcastico.
“Che divertimento Lunastorta, ma cosa ci fate qui a quest’ora del mattino?” domanda.
“Mangiamo della cioccolata!” dice Tonks, facendomi ridere. La guardo, è una ragazza buffa, è diventata completamente rossa e i suoi capelli sono diventati di un rosa più acceso, sorrido, mi sto già pentendo per ciò che è avvenuto, non devo coinvolgerla nei miei problemi. Mi sto assuefacendo a lei, come ho fatto con la cioccolata tanti anni fa, non devo lasciare che lei mi renda felice, perché poi non riuscirei più a lasciarla. La mia Tonks, la mia cioccolata.

Angolo autrice:
E' una follia, ma quando l'ispirazione ti prende non puoi non scrivere, anche se è mezzanotte, quindi chiedo umilmente perdono per questa pazzia!