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Autore: Phenex    06/02/2012    1 recensioni
Il mondo è invaso da una malattia che, anno dopo anno, ha consumato decine di forme di vita nell'intero universo.
L'unica speranza è in un messia mandato dalle stelle e nei suoi discepoli: gli "Illuminati".
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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→ La fine di una anormale normalità.
 
 
Faceva un freddo fottuto. Un freddo che intorbidiva il senso del tatto paralizzando completamente le deboli carni di cui l'uomo è composto.
La notte era calata da circa una dozzina di minuti, il cielo riusciva quindi ancora a regalarci quel debole azzurro che, piano piano, viene divorato dall'oscurità della notte che imperversa inesorabile. In città tutti sperano che la notte sia calma, silenziosa, tranquilla ed incorniciata solo dal fischiare del vento. Essi sperano, continuano a sperare ancora, dopo che la speranza ha già voltato loro le spalle già innumerevoli volte: "Non è stato un caso a portarci qui", come diceva sempre il governatore mondiale, "Se tutti avessero solo continuato a sperare, adesso sareste solo degli Skeviler! E niente altro! Invece noi abbiamo agito! Contro cotale immonda razza! Noi, la razza più intelligente del pianeta, abbiamo scelto la terra, il più bel pianeta mai esistito, per fondare una grande alleanza con chi la abitava ed affrontare la terribile minaccia degli Skeviler! " e così via, così discorrendo, come sempre, in ogni sua discussione. Inutile dire che, alla prima conferenza stampa, milioni, anzi, miliardi di persone si sono chieste all'unisono, quasi come se si fossero messe d'accordo con qualche mega social network, "Ma che cazzo sono i Skeviler? E soprattutto... Che accidenti vogliono?".
Gli Skeviler erano dei terroristi? No! Degli Hacker informatici? No! Una fazione segreta dell'esercito? No! Gli Skeviler non sono altro che degli esseri bassi e microscopici quanto la loro fame di distruzione. Se uno Skeviler ti entra nel corpo tramite una ferita, o tramite un una narice, o ti sale dal culo fino alle budella sei fottuto! Destinato a diventare un sacco di carne, cosa che sei sempre stato certo, ma con la differenza che da quel momento in poi tu non muoverai più quelle membra, tale onore toccherà agli Skeviler. 
Questi piccoli bastardi non sono nati in un laboratorio e neppure sono stati generati come arma batteriologica. Essi sono alieni, alieni provenuti da una galassia che non esiste più. 
La prima volta che gli Skeviler attaccarono la terra, fu a causa di un oggetto non identificato che aveva sfondato l'atmosfera e si era schiantato su di una scuola. I bastardi sembravano mostruosamente attratti dal misterioso corpo extraterrestre, tanto è che si lanciarono all'attacco in massa, ovvero in quattro, sì, perché quando si parla di Skeviler ma ci si riferisce ad eserciti mastodontici, ma ad individui ben definiti. Sia ben chiaro, non si parla certo di quattro acari della polvere alieni con in braccio un fucile lazer. Nel caso degli Skeviler, la loro potenza bellica era caratterizzata dai corpi di abitanti di altri pianeti che, purtroppo, avevano avuto la sfortuna di trovarsi in mezzo alla strada dei maledetti parassiti. Ogni corpo occupato da uno Skeviler è sempre mostruosamente ENORME, quel tanto che basta a confermare che in altri pianeti esistono, o in questo caso esistevano, creature talmente grosse da schiacciare centinaia di umani semplicemente facendosi una passeggiata, sì i film di fantascienza aveva ragione, siamo più scarsi noi degli alieni.
L'assalto fu respinto dalla forze militari che però mai raccontarono al pubblico cosa veramente era accaduto in quel campo di guerra. Circa qualche mese dopo, mentre i Skeviler continuavano ad apparire singolarmente in varie parti del mondo, scatenando battaglie improvvise anche nei luoghi più improbabili, ci fu la rivelazione: un ragazzo di circa ventitré anni, di nome Alan Gordon, venne nominato come "Governatore mondiale", certo, sembra una cazzata detta così, ma è importante anche sapere che il ragazzo in questione è un' alieno, uno di quelli buoni però. Egli era l'ultimo esponente di una razza, a suo detto, già scarsamente numerosa anche prima di ingaggiare guerra con lo stesso nemico che adesso stava invadendo insistentemente la terra. Grazie a lui fu finalmente possibile scoprire che i Skeviler non erano intenzionalmente malvagi, ma semplicemente affamati. Quei piccoletti avevano una fame talmente insaziabile che li aveva portati a divorare intere specie aliene. Questo enorme "languorino" era dovuto al fatto che andavano ghiotti di qualsiasi cellula, si infilavano dentro le strutture genetiche e ridavano il via alla capacità native delle cellule del corpo, ovvero quella di essere "totipotenti" in grado di generare qualsiasi tessuto. Dopo aver attivato alcune delle cellule, queste venivano utilizzate per sviluppare delle escrescenze carnose scarlatte, simili a grossi tubi da flebo, che fuoriuscivano dalla carni degli ospiti collegandosi perfettamente su ogni parte del corpo. Questo meccanismo serve agli Skeviler per poter avere il pieno controllo dell'intera struttura corporea in modo da poterla muovere come se fosse loro.
Inutile dire che molte branche della medicina si opposero al pugno di ferro di Alan Gordon, deciso ad uccidere tutti gli Skeviler esistenti, questo perché la capacità di "totipotenza" ottenibile da qualsiasi cellula avrebbe segnato la fine di molte malattie letali per l'uomo. Con il passare del tempo , le divergenze vennero zittite da accordi tra il Governatore e la scienza medica, questo segnò per il genere umano la salvezza dai temibili invasori che, tuttavia, a distanza di ben due anni continuano ancora ad attaccare, anche se con intervalli sempre maggiori.
< Mi sarei dovuta coprire di più! Spero che le informazioni siano errate, non voglio correre! Mi congelerei DIAVOLO! >
Sbraitò Chrome, una ragazza dal fisico atletico, il seno piatto ed il portamento maschile, con lunghi capelli lisci che avevano la stessa sfumatura del cielo prima di sprofondare nella notte più cupa. 
< Se è solo del freddo che ti lamenti, ti invidio molto. Questa ricerca è solo una seccatura, nulla di più. >
Commentò in tono schietto e seccato Rozen, il collega di Chrome, un robusto adolescente vestito con solo una canottiera nera ed una tuta da ginnastica del medesimo colore. Egli si passò una mano su capelli color cremisi di media lunghezza, realizzando che, nonostante il freddo, era notevolmente sudato. I suoi occhi marroni si incantarono un secondo sulla luna, giusto un secondo, quel tanto che gli bastava per invidiare quel satellite naturale sempre tranquillo per i fatti suoi.
< Eccolo, il duca delle stronzate. Chissà allora quali problemi avrai nella tua mente complessata! >
Lo incalzò Chrome, stringendosi nel suo giubbotto di Jeans blu con tanto di pelliccia nera sul colletto. Le sue pupille rosee ed innaturali incrociarono quelle ancora macchiate dai riflessi lunari del collega che non la degnò di una risposta.
I due si trovavano proprio di fronte ad un sotto passaggio stradale, che dava loro il benvenuto con le sue luci color arancio e la sua forma a mezzo cerchio, in attesa di intravedere un qualsiasi segnale che desse loro la conferma della presenza nemica. Entrambi vivevano in quella che era stata chiamata "Minder City", enorme metropoli fondata in onore di Alan Gordon, Minder stava di fatti per il nome della razza aliena a cui Alan apparteneva. Inutile dire che il centro urbano si trovava, come nei più ovvi film di successo, in America e che, ovviamente ancora una volta, era il più bersagliato dagli attacchi degli Skeviler, che sembravano stranamente attratti dalla presenza del Governatore Mondiale.
Rozen era sempre stato un tipo tranquillo, uno di quelli che vorrebbero solo stare per gli affari propri, ma sapeva benissimo che, finché i Skeviler avessero continuato ad attaccare, non sarebbe mai stato tranquillo. Aveva quindi deciso di stroncare ogni suo legame, per poter combattere senza ripensamenti, per poi andare a partecipare al progetto di "Illuminazione", così definito per la estrema luminescenza degli oggetti impiegati da Alan per donare speciali abilità all'essere umano. Rozen non lo ammetteva, ma l'aspetto del macchinario che il Governatore aveva impiantato nel suo petto era quanto di più meraviglioso ed inspiegabile ci potesse essere nell'universo. Lui, parlando di innovazione tecnologica, si era immaginato una fredda pila gigante o qualcosa di simile e non di certo una meraviglia che brillava di luce propria e che sembrava dire
"Ehy Iphone! Questo si che è stile!". Dopo aver subito l'operazione era diventato un "illuminato", ovvero un cazzo di super eroe per farla semplice. I dottori spiegarono che l'oggetto che Alan aveva creato per lui era un'arma della sua specie, una sorta di potere distruttivo che gli umani definirebbero Bazooka, ma molto, molto più devastante. Lo strumento in questione gli forniva infatti capacità di fuoco spropositate sotto forma di un fumo nero come la pece, condensabile, espandibile e compattatile a suo piacimento. Questa massa fumogena, inesistente sulla terra, fuoriusciva da delle speciali vene, parti del macchinario stesso, che proteggevano Rozen dall'auto danneggiarsi, visto che  bastava anche un minimo contatto con esso per rimanere orribilmente ustionati come se si avesse appena subito la condanna al rogo più accesa di tutti i secoli.
Chrome, al contrario, benché condividesse con Rozen il ruolo di "Illuminata", non aveva un passato tranquillo come quello del collega. Ella era stata, all'età di circa sette anni, privata della famiglia a causa di un terribile affare che il padre aveva avuto con la mala vita. Dopo aver eliminato i suoi genitori, il killer aveva provato una certa pietà per quell'esserino gracile ed indifeso, quale lei era, e  la nascose agli occhi dei suoi superiori. Crescendo, questo suo improvvisato padrino le insegnò a difendersi usando le arti marziali ed allenandola nell'utilizzo di armi da taglio come i coltelli. Certe volte la portava addirittura con se in qualche missione , mostrandole come si uccide una persona senza che la folla intorno ad essa possa scoprire il colpevole del delitto, oppure come si deve fare a far sputare il rospo certi indagati senza passare a macabre torture. Tuttavia, la vita di una banda criminale non è mai infinita ed un giorno quel suo tutore e maestro dovette abbandonarla, lasciandola tra le mani dei servizi sociali quando lei aveva ancora tredici anni. Passò i successivi anni che la dividevano dalla maggiore età assieme ad una famiglia adottiva benestante, che però non faceva affatto a caso suo, ella infatti aveva sviluppato un carattere duro, mascolino ed estremamente competitivo che la rendeva incapace di incastrarsi a quello stile di vita e soprattutto la portava a pestare anche i ragazzi che le davano fastidio a scuola. Fu così che, quando seppe della possibilità di diventare una "illuminata", scappò di casa una volta raggiunti i sedici anni, portando con se solo i vestiti che aveva indosso ed un ciondolo fatto con un proiettile di pistola, l'unico ricordo del suo tutore malavitoso. Dopo il suo arruolamento imparò anche ad utilizzare le armi da fuoco, in modo da portare sempre con se lo stesso modello di pistola, una beretta 76, che usava quella persona che aveva ucciso i suoi genitori sotto costrizione, ma che le aveva allo stesso tempo salvato la vita, che sarebbe dovuta sparire a causa delle azioni del padre, mettendo a rischio la propria.
< Come mai ti fai problemi su questa missione allora Rozen? Avevi di meglio da fare? >
Chiese Chrome, pensando con una vena di sadismo al fatto che Rozen era solo come un cane per scelta sua, come si giustificava lui.
< Perché? Tu? >
Ribatté lui, senza dare nessuna soddisfazione alla collega che storse lo sguardo annoiata di fronte a quella domanda ed in preparazione a ciò che stava per dire.
< Dovevo festeggiare il mio compleanno con Diana, la mia coinquilina... >
Rispose infine, più mugugnando che parlando, per poi aggiungere, distogliendo lo sguardo e stringendosi le braccia sul petto.
< Lei mi ha detto che, visto che ha organizzato tutta la cena da sola, dovevo esporre l'invito anche a te. Le dispiace sapere che te ne stai sempre da solo a grattarti le palle e poi vorrebbe conoscerti. >
Aggiunse, concludendo il discorso con un potente respiro di sollievo e di liberazione.
Rozen non la degnò di uno sguardo, rimase in silenzio, come per farle capire l'idiozia di una tale proposta. Non intendeva mancare di rispetto alla ragazza rifiutando addirittura un invito ad una festa di compleanno, tuttavia voleva evitare di stringere amicizie o legami simili, in fin dei conti se ne era andato dalla Scozia stroncando anche i legami sanguini, perché adesso avrebbe dovuto crearsene di nuovi? Tuttavia, tentò di sembrare meno rude del solito, mostrando un briciolo di interesse, calcolando il fatto che, nonostante i comportamenti maschili, Chrome rimaneva sempre una ragazza e come tale era anche più sensibile di un uomo.
< Vorrebbe conoscermi? Le hai parlato di me? >
Chiese incuriosito, mentre una macchina nera passava di fronte a loro. Quella era la prima macchina che attraversava la galleria e di questo non c'era da stupirsi, nonostante fosse una gigantesca metropoli, Minder City durante la notte era quasi deserta quando i media avvertivano riguardo all'arrivo di qualche Skeviler, cosa che avveniva quasi sempre durante le ore notturne.
< Si bè... Sai come è, quando bevo non mi riesce ad essere riservata sul lavoro. E comunque sà già della tua esistenza da molto tempo, visto che sembra tenerci a me dopo la prima missione mi chiese che tipo eri e sopratutto se poteva fidarsi. >
Gli spiegò lei, strofinandosi le mani per non perdervi sensibilità. Rozen rimase un pò sorpreso nel sapere che Chrome, quando era a casa, parlava di lui ad altre persone e questo gli mise una leggera voglia di rispondere positivamente all'invito, giusto per far stare più tranquilla la povera amica della collega che sembrava essere fin troppo premurosa. 
< Potrei anche venire, ma solo per un saluto. >
Commentò poi, in un sussurro stressato e sputato fuori a forza. Lei lo guardò stupefatta, quasi come se, con quella risposta, le avesse scombinato i piani di una intera serata.
< Perfetto. Così almeno le dai la conferma sul fatto che non ti interesso o cose simili. >
Sospirò.
< Sai è una tipa scalmanata e dopo aver saputo la tua descrizione fisica, o meglio muscolare, continua a rompermi le palle sul fatto che tu mi piaccia o cose del genere. >
< Spero non sia un tuo modo per dichiararti. >
Scherzò lui, ma sempre mantenendo lo stesso volto serio ed imbronciato. Quelle parole fecero assumere a Chrome uno sguardo quasi arrabbiato e la costrinsero ad alzare un pò la voce.
< Vaffanculo. Se ti azzardi a dire a Diana cose non vere ti giuro che ... >
Un potente fragore, seguito da una senza luce gialla, soffocò le imprecazioni e le minacce della ragazza e costrinse entrambi a voltarsi di scatto verso la galleria. La vettura nera, che la aveva percorsa per metà era stata sbalzata via da qualcosa che adesso stava emergendo dal fumo generatosi. Ancora una volta i due dovettero maledire la precisione con cui la intelligence individuava i punti di arrivo degli Skeviler. Le coordinate avevano detto che il nemico stava precipitando proprio nei dintorni della galleria, che adesso portava un bel foro sulla sua superficie.
L'immagine oscurata dalle nubi grigiastre cominciò a prendere forma, mentre due esili, ma mastodontiche, zampe fuoriuscivano da esso. Altri due arti, identici ai precedenti, fecero smuovere lo Skeviler al di là del fumo, facendogli mostrare finalmente il suo brutto muso alieno. Le tubature carnose generate dal batterio alieno invadevano completamente la creatura, collegando perfettamente ogni parte del suo corpo corazzato e che rifletteva la luce lunare e dei lampioni colorandosi di un verde smeraldo con sfumature tendenti al nero. Nonostante i quattro metri di altezza, sembrava mostruosamente magro e gracile, così come le sue quattro zampette che terminavano con dei lunghi pungiglioni che facevano breccia nell'asfalto. Le mani erano invece composte da un paio di piccole chele, molto simili a quelle dei granchi, mentre la testa altro non era se non l'intero corpo dalla forma sferica e con due grossi occhi gonfi e morti color cremisi.
< Che schifo... Un ragno... >
Commento Rozen, scrutando con la coda dell'occhio lo Skeviler. La tranquillità mostrata dai due, nel trovarsi di fronte ad un mostro talmente terrificante ed immondo, poteva risultare spesso tetra per il resto delle altre persone, che il più delle volte non rendevano per niente facili i salvataggi, cosa che avrebbero dovuto fare in quel momento, sempre che il conducente ed i passeggeri dell'auto ribaltata fossero ancora vivi ovvio. 
< Sembra gracile, non dovrò sporcarmi le mani, questi lavoretti non spettano a me che sono la migliore. >
Si vantò Chrome, muovendo con una mano i suoi lunghi capelli in modo quasi teatrale. Lei era una esibizionista e si vantava costantemente di essere la migliore in quello che faceva, al punto di stendere le sue lodi anche quando di spettatori ad ammirarla non ve ne erano.
< Dobbiamo allontanarlo dalla macchina, se lo colpissi rischierei di rendere certo il destino di quei poveracci. >
I due Illuminati erano quasi certi su come agire, quando però un tonfo fece tremare la terra sotto i loro piedi. Un secondo lieve sisma fece loro comprendere che l'avvistamento della intelligence era sbagliato, ma non come loro avrebbero voluto, perché un secondo Skeviler era appena emerso dal fumo causato dallo schianto da lui stesso provocato. Questo secondo alieno costrinse Rozer ad imprecare con un sussurro a causa delle sue enormi dimensioni, che lo costrinsero e rimanere piegato sulle ginocchia squamate fino a che non fu fuori dalla galleria. Anche egli aveva il corpo invaso da decine e decine di tubi carnosi, ma la sua natura sembrava diversa da quella del compagno che ricordava solo un grosso insetto, questi era infatti ricoperto di grosse scaglie nere simili a spunzoni ed aveva la stessa corporatura di un gorilla. Il volto era simile a quello di un alligatore, con la differenza che una enorme scaglia dal colore metallico e lucente nasceva proprio sulla punta del muso, come se fosse un corno.
< Sono Chrome, mandate subito qua dei soccorsi, la situazione non ci consente di occuparsi dei feriti! I nemici sono due! E muovetevi cazzo! >
Comunicò Chrome, portandosi la radio che teneva sempre legata alla cintura dei pantaloni, alla bocca.
< Questi non intendono certo aspettare. >
Osservò Rozen, mentre, facendo tremare il terreno ad ogni passo, il grosso gorilla alieno si lanciava su di lui e sulla collega. Dopo circa cinque passi fu loro addosso e tentò di colpirli con una delle enormi mani che, chiusa a pugno, ricordava più una mazza chiodata di un arto. 
Chrome riuscì a non essere investita dalla palla demolitrice scagliosa, ma lo stesso non si potè dire per compagno che fu invece investito in pieno e scagliato contro la piccola salita piena di erba che portava ad una strada più vicina alla città. Rozen rimbalzò un paio di volte sul tappeto erboso prima di potersi riprendersi. Per sua fortuna gli Illuminati, oltre ad avere poteri particolari, erano dotati anche di spesse strutture fisiche, che però non erano riuscite ad evitagli una ferita sulla fronte che grondava sangue.
< Ehy depresso del cazzo! Non è il momento di stare a pensare alle tue seghe mentali! >
Lo provocò Chrome, mentre il grosso Skeviler si voltò verso l'alleato che ancora se ne stava immobile a contemplare la scena. Poi, in quel momento, accadde una cosa che sconvolse sia Chrome che Rozen, che si era appena rimesso in piedi, l'alieno più grande stava parlando.
Quella era la prima volta che sentivano i Skeviler comunicare tra loro e questo li lasciò di sasso, certo non riuscivano a comprenderli, ma stavano senza dubbio comunicando. L'insetto alieno, ancora di fronte all'entrata della galleria, rispose alla voce roca e potente del suo simile con un sibilo, poi spiccò un balzo gigantesco con le sue quattro rachitiche zampe, raggiungendo così la strada che portava all'interno della città, poi cominciò a percorrerla muovendosi ad una velocità pari a quella di una macchina spinta a tavoletta.
< Chrome che stai aspettando?! INSEGUILO! Se quello entra in città fa un massacro! >
Urlò Rozer, svegliando la collega da quello stato di impotenza dovuto al dialogo tra i due mostri.
< Ci penso io! >
Lo rassicurò lei, piegandosi in avanti come un'atleta che si prepara ad una corsa. Lentamente il suo corpo fu come lacerato da lievi fasci luminosi che sembravano riprodurre lo stesso effetto di colori della aurora boreale. Quando poi scattò in avanti fu come se fosse si fosse teletrasportata, lasciando dietro di se una fitta scia di onde luminescenti, identiche a quelle che la avevano circondata prima di partire.
Ogni volta che usava il suoi poteri da Illuminata, Chrome riusciva a muoversi ad una velocità spaventosa il che la rendeva imbattibile negli inseguimenti. Imparare ad usare bene tale abilità la aveva portata a sbattere spesso il naso contro qualche muro, sfondandolo anche alle volte, ma adesso per lei era un gioco da ragazzi muoversi a quella velocità. Di fronte a lei tutto sembrava sfocato, come se stesse usando lo zoom di una fotocamera digitale all'infinito, fatta eccezione per ciò che lei riusciva ad inquadrare come bersaglio.
In pochi secondi era riuscita a raggiungere lo Skeviler in fuga, ma questi riuscì a rallentarla cominciando a stroncare in corsa, usando le sue grosse chele, tutti i lampioni agli angoli della strada. Per riuscire ad evitarli Chrome fu costretta a saltare ed a frenare per non essere colpita, poi però, mentre le urla di quelle poche persone in giro per le strade risuonavano nella sua testa, riuscì a balzare su uno dei lampioni, prima che questi si schiantasse al suolo, ed usarlo come base per un salto che gli consentì di atterrare esattamente sulla testa dell'alieno insetti-forme. Tuttavia, l'elevata velocità di movimento ed una curva improvvisa, presa dallo Skeviler apposta per farla precipitare, le fecero perdere l'equilibrio, costringendola ad aggrapparsi ad uno dei tubi viscidi e carnosi che nasceva dal cranio per poi collegarsi alla chela sinistra.
< Che schifo! Che schifo! Merda! >
Imprecò, accorgendosi appena in tempo che il mostro stava per saltare evitando l'impatto con una vettura.
< Brutto stronzo! Stai addirittura andando contro senso! >
Lo insultò, sfoderando dalla fiocina la sua beretta 76 ed aprendo il fuoco su uno dei tanti tubi di connessione. Solitamente era più consigliato colpire gli organi vitali degli ospiti per ammazzare i Skeviler, ma in questo caso attaccare i collegamenti carnosi era sicuramente una mossa più astuta, visto lo scarso numero di questi ultimi presenti su tutto il corpo dell'essere, anche la perdita uno solo di essi sarebbe bastato a fargli perdere l'utilizzo di un arto.
L'alieno, dopo aver saltato ed evitato lo scontro con la macchina, percepì il pericolo e tentò di liberarsi di quella sua indesiderata passeggera usando una delle chele. Tuttavia il suo attacco alla cieca gli risultò fatale, perché Chrome, prevedendo l'attacco, fece in modo che le grosse pinze da crostaceo andassero a tagliare uno dei tubi di carne, causando così la fine del braccio chela che cadde a penzoloni come se appartenesse ad un corpo morto.
< Ti è andata bene! Volevo azzopparti cazzone! >
Lo Skeviler emise un verso straziato poi, attuò una mossa che si rivelò efficace. Il suo corpo si divise a metà, generando due piccoli esseri dotati di una semi sfera come testa, un solo occhio, due gambe ed un pungiglione che era in precedenza il braccio. 
Chrome, nona vendo più uno spazio dove poggiare i piedi, fu costretta a saltare a terra, per poi ritrovarsi a dover scegliere quale dei due piccoli esseri inseguire, visto che questi avevano avuto la bella idea di prendere due strade diverse. 
< E va bene bastardi! Adesso ne ho a sufficienza, non mi avete battuto in velocità e non mi batterete neanche in intelligenza! Io sono troppo astuta! >
Esclamò, rinfoderando la pistola e lanciandosi all'inseguimento.
 
 
 
Poco distante, Rozen aveva dovuto portare il suo avversario più vicino alla città, in modo da favorire l'aiuto dei soccorsi per quelli che avevano avuto la sfortuna di attraversare la galleria quella notte.
Il suo avversario, nonostante la enorme stazza, era anche parecchio rapido ed anche un gran chiacchierone. Ogni volta che si lanciava su di lui emetteva forti versi con la sua voce possente, ciò però non prendeva molto l'attenzione di Rozen che intenzionato ad eliminarlo il prima possibile, parlante o meno.
Dopo aver evitato un ennesimo pugno che colpì violentemente un camion parcheggiato facendolo ribaltare, finalmente Rozen riuscì a sviare lo Skeviler passandogli sotto le gambe, questo gli diede tempo per allontanarsi e per effettuare l'attivazione del suo congegno da Illuminato.
Dopo pochi secondi circa, alcune vene del suo corpo si illuminarono di bianco e rilasciarono una lieve cortina di fumo bianco e candido che si parò sulla sua epidermide come una sorta di muta o seconda pelle. Successivamente, un secondo tipo di forma gassosa fuoriuscì, era di colore nero come le tenebre, definito soltanto da alcuni tratti bianchi dovuti al fumo che si era presentato poco prima. 
< Diverrai cenere. >
Commentò poi, alzando il braccio destro e stendendo il palmo, dove tutto il fumo nero andò ad ammassarsi e creando una sfera gassosa del diametro di sessanta centimetri. In quell'esatto momento lo Skeviler si lanciò contro di lui furibondo, ma questa volta non riuscì a terminare la sua carica, perché la massa di fumo oscuro gli venne sparata in pieno petto, facendolo balzare all'indietro e procurandogli la corrosione di tutte le squame sulla zona dei pettorali che adesso continuava a sgorgare liquidi scarlatti. Dopo un salto di circa un paio di metri, andò a schiantarsi contro un hotel, che andò parzialmente in rovina a causa della grossa mole del mostro.
Senza mostrare pietà alcuna Rozen caricò un secondo colpo, poi un terzo, poi un quarto, ogni volta che generava una nuova sfera, il fumo nero nasceva come tanti spirali dal suo corpo che andavano a ricongiungersi sul suo palmo, accelerando così il processo di creazione. 
Lo Skeviler, nonostante fosse riuscito ad alzarsi, non riusciva più a riprendersi e quei colpi continui lo massacrarono, spogliandolo della sua corazza di scaglie appuntite e privandolo di molti tubi di connessione, fino a che il colpo decisivo non raggiunse il suo volto, sciogliendo come cera il grosso corno ed aprendogli il cranio. Con un terrificante gemito di dolore, scivolò infine sulle paresti distrutte dell'hotel, che divennero la sua tomba.
< Quanti di voi dovrò carbonizzare prima che impariate la lezione mi chiedo. >
Si lamentò Rozen, mentre il fumo nero rientrava nel suo corpo e quello bianco svaniva nel nulla come un respiro caldo in un giorno di freddo intenso. Si sorprese lui stesso delle sue parole, dato che aveva sempre saputo che i Skeviler non avessero una mente e che agissero solo ed esclusivamente per istinto. Tuttavia quell'alieno aveva parlato ed interagito con un suo simile, gli Skeviler erano quindi capaci di intendere e di volere?
 
 
Chrome era finalmente riuscita a raggiungere uno dei due bersagli e ad accostarlo moderando la propria velocità. Secondo i sui calcoli, quello che adesso se ne stava tra le sue grinfie doveva essere il diversivo utilizzato dai due alieni per sviarla, lo aveva dedotto dal fatto che quello accanto a lei non era più dotato della chela e quindi di nessun mezzo di difesa efficiente, mentre l'altro era ancora sano, pericoloso e si stava dirigendo verso il palazzo dove viveva Alan Gordon e tutti i pezzi grossi.
< Allora? Pronto a ritrovarti con il tuo fratellino? >
Urlò alla creatura, per poi colpirla con un pugno che rilasciò al suo seguito una flebile luce multi-colore. La velocità di impatto del colpo fece schizzare via l'esile corpo dello Skeviler, che si infilò in modo perfetto in un vicolo che portava dall'altra parte della strada. Chrome lo inseguì senza problemi e poi si lasciò sfuggire un urlo di soddisfazione seguito da un sorriso quando si accorse di aver intercettato in modo perfetto i movimenti dei due nemici. L'alieno andò a scontrarsi con il suo simile, che venne travolto e spedito contro la parete di una abitazione che per poco non si sfondò a causa dell'impatto. Le due creature, emettendo un gemito di dolore e comprendendo la loro situazione che non gli consentiva più la fuga, si riattaccarono tornando a formare un solo essere.
< Oh! Hai tirato fuori le palle finalmente! Forza vieni! >
Lo intimò Chrome, saltellando come se fosse in fase di riscaldamento e serrando i pugni. Lo Skeviler rispose alla provocazione e si lanciò all'attacco con la sua chela ancora attiva, ma il suo colpo andò a vuoto e diede occasione a Chrome di colpire.
La ragazza, muovendosi rapidamente, spiccò un balzo al di sopra dell'avversario, sfoderò il coltello che teneva legato alla caviglia e con un taglio netto, aiutato dalla velocità di movimento che disponeva, troncò un secondo tubo carnoso. Una delle gambe dello Skeviler cedette e questi emise un urlo acuto e straziato, ma ciò non importò a Chrome che, dopo aver fatto roteare in modo esibizionistico il coltello sulla mano, lo colpì da destra e  da sinistra, troncando ogni volta uno dei tubi, lasciando dietro di se scie cristalline e multi colore, fino a che non ne rimase solo uno, quello della testa.
L'alieno era ora stramazzato al suolo, totalmente privo di difese, Chrome si avvicinò, rinfonderò il coltello e tirò fuori la pistola, ma prima che potesse sparare, la creatura cominciò a parlare.
< Cosa stai tentando di dirmi...? >
Chiese al mostro, intento a ripetere all'infinito lo stesso suono.
< Bene... >
Commentò poi, tirando fuori il telefono dai Jeans ed attivando la modalità registrazione.
< ... Qualcuno saprà dircelo. >
Concluse, sparando una serie di colpi sul volto dello Skeviler e ponendo fine alle sue sofferenze. 
   
 
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