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Autore: ethelincabbages    06/02/2012    10 recensioni
Riassunto essenziale e spiegazione dovuta: Ron e Hermione rompono e Rose osserva la madre cadere a pezzi. Si accorge per la prima volta di avere una madre non indistruttibile, che non può essere sempre “ferma e delicata”.
Se siete fan Romione che non ci tengono a piangere/deprimersi/vedere il proprio OTP frantumato dal tempo e dalla vita, è il caso di evitare questa fic. Son trecento parole o poco meno, ma non si sa mai.
Questa flashfic, insieme a Baciamano, mi ha permesso di arrivare terza parimerito all’Edite vs Inedite… quick contest, indetto da pucia, sul forum di EFP.
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Rose Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Personaggio principale: Rose Weasley
Pairing: Ron/Hermione (più o meno)
Rating: Giallo
Genere/i: Introspettivo, Angst, Slice of life
Avvertimenti: //
Introduzione/NdA: Ron e Hermione rompono e Rose osserva la madre cadere a pezzi. È un riassunto essenziale e forse anche una spiegazione dovuta. La flash vuole più che altro focalizzare il momento in cui, come adolescente, Rose si accorge per la prima volta che la  madre non è indistruttibile – non può essere sempre “ferma e delicata”. Non so se son riuscita ad esprimerlo, ci ho provato tanto, ma è dura.
Questa flashfic, insieme a Baciamano, mi ha permesso di arrivare terza parimerito all’Edite vs Inedite… quick contest, indetto da pucia, sul forum di EFP.

  

 

Le mani tremano

Le mani - piccoli tagli, qualche screpolatura, un callo da scrittura sul dito medio della destra, una lunga cicatrice sul dorso della sinistra - tremano.
Hai sempre amato osservare le mani di tua madre. Ferme, serene e delicate, quando sfiorano i tasti del pianoforte o ti accarezzano lievi i riccioli prima di addormentarti.
Ora, le vedi sussultare contro il bordo del lavello. E hai paura anche tu.
Papà è andato via. Non ha urlato, questa volta, non ha sbattuto i pugni contro il muro. Niente, non ha fatto niente: non tornerà.
Hai bisogno di una vittima e hai bisogno di un colpevole, di gridare contro qualcuno, di sapere a chi imputare le tue lacrime.

Perché silenzi, paure, rimpianti, recriminazioni, sogni infranti, speranze perdute, specchi rotti, labbra spaccate non bastano, non bastano, non bastano.

Sarebbe così facile prendertela con lei.

Lo ha lasciato andare via. Avrebbe dovuto fare tutto, di tutto, perché restasse.

Ma le sue mani tremano.

Non c’è niente di sereno, delicato e fermo in quei sussulti.

Ha perso anche lei.

Soprattutto lei.

Vorresti ricordare come si fa ad abbracciarla, a borbottare parole di conforto senza significato. Come si fa a non soffrire?

E vorresti scappare, fuggire, rifugiarti tra le tue bambole di porcellana buone, care, felici.
Le bambole non piangono. Mai.

“Mamma, ti prego,” sussurri debole. Non ti sente. “Non piangere.” Non riesci a finire. Ti spezza sentirla così fragile.
Le mani. Ti cercano, ti sfiorano, stringono. Si aggrappano a te.
 “Perdonami, amore mio.”

Tua madre piange.

E tu ti lasci cercare, sfiorare, stringere. Ti aggrappi a lei.

Le mani tremano. Le tue.

 

 

   
 
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