Nothing is as it seems
POV TSUNADE
-Signorina
Tsunade, è arrivata quella
persona- la voce di Shizune,
appena entrata nell’ufficio, mi costringe ad alzare lo
sguardo dal foglio che
stavo leggendo.
-Fallo entrare-
le rispondo,
accartocciando il pezzetto di carta su cui avevo scritto la nuova
tecnica da
usare per vincere le mie scommesse.
-Perché
mi hai voluta qui? Cosa è
successo?-
Vedere quel
ragazzino così
preoccupato mi fa sempre una strana sensazione.
-Ogni cosa al
suo tempo, Itachi. Intanto
dimmi perché sei da solo e dove si trova al momento il tuo
compagno-
-Se fossimo
venuti entrambi avremmo
destato troppi sospetti-
Annuisco,
pronta a spiegare le
ragioni di questo colloquio.
Vi
starete chiedendo perché Itachi Uchiha, nemico giurato di
Konoha, sia qui a
parlare con me: ebbene, sono passati ormai quasi due anni da quando ha
iniziato
a fornirci informazioni preziose riguardanti i piani criminali di Alba.
-Riguarda tuo
fratello- gli dico con
tono serio, fermandomi per qualche secondo ad osservare la sua
espressione
preoccupata.
-Orochimaru lo
ha portato via da
Konoha- asserisco, lapidaria.
Resta immobile,
gli occhi fissi in
un punto indefinito sulla scrivania.
-Devo andare-
balbetta, dopo qualche
attimo di completo silenzio; poi iniziava correre.
-Shizune
fermalo, io vado tu sai dove-
-Agli ordini
signorina-
Anche la mia
fedele collega sparisce
via correndo; poi tocca a me.
Corro fino a
farmi mancare il fiato,
ne sono consapevole: ma ho davvero bisogno di fare in fretta.
Persa nei miei
pensieri, vengo
riscossa da una voce indefinita.
-Cosa ci fai da
queste parti?-
-Esci allo
scoperto- urlo afferrando
il kunai con la mano destra e osservando con circospezione intorno a me.
-Calma, sono
io- una maschera
arancione mi è alle spalle.
-Madara, era te
che cercavo,
Itachi…-
Gli racconto
quel che è successo,
con un groppo in gola, come se la responsabile di tutto ciò
fossi io.
-Quel ragazzo
è troppo impulsivo, ma
è forte, non vedo il perché di tante
preoccupazioni-
-Perché
Orochimaru è più forte, lo
sai anche tu che Itachi da solo non può fare nulla-
Silenzio.
Non me ne
andrò di qui fino a che
Madara non mi avrà dato la certezza che li
rivedrò tornare a Konoha sani e
salvi. Entrambi.
-Vado a
cercarli, tu torna al tuo
lavoro- mi risponde, finalmente.
Poco lontano,
Shizune ha trovato
Itachi.
-Fermati
Itachi, lo vuoi capire che
peggiori solo la situazione?-
Di fronte al
suo perenne mutismo, la
donna è costretta ad arrendersi: tentare di dissuaderlo
è del tutto inutile, tanto
vale seguirlo senza sprecare fiato e sperare che la fortuna possa
assisterli.
-Itachi!- urla
Shizune, quando due
mani forti lo prendono dalle spalle, costringendolo a fermarsi.
-Vuoi fermarti
una buona volta?- gli
dice l’uomo che lo tiene fermo.
Shizune si
commuove di fronte allo
sguardo spaventato del giovane di Konoha e appare un tantino perplessa,
mentre lui
continua a ripetere frasi sconnesse, privo di quella calma
razionalità che lo
contraddistingue da quando aveva quattro anni.
Madara dal
canto suo, ha imparato
come comportarsi in casi questi: lo abbraccia e lascia che si sfoghi.
Pensare
che questi dovrebbero essere criminali di livello S…
-Calmati-
dice l’uomo
mascherato e sembra davvero che quella parola basti -Dobbiamo
organizzarci-
prosegue.
-Torniamo da
Tsunade- propone la mia
fedele compagna, ma è scontato dire che nessuno le presti
attenzione.
“Daremmo
troppo nell’occhio, tu vai
e dici che è tutto ok, quando avrò un piano ve lo
comunicherò”. Questo è il
modo in cui viene liquidata.
Shizune torna
da me, Madara riporta
Itachi al covo di Alba.
POV MADARA
Ero certo che
quel ragazzino avrebbe
fatto qualche altra sciocchezza, dovevo tenerlo sott’occhio;
invece me lo sono
fatto sfuggire da sotto il naso per la seconda volta in due giorni.
Aspetto
silenzioso che Pain inizi a
parlare, quando è proprio lui a dar voce ai miei pensieri.
-Kisame, il tuo
compagno di
squadra?- chiede stizzito.
La triglia
gigante risponde con un
indifferente “non ne ho idea”.
-è
ad allenarsi- improvviso.
Nessuno mi
chiede come possa saperlo.
-bene, ad ogni
modo, ho delle
missioni da assegnarvi- riprende Pain, indicando ad ognuno il posto da
raggiungere.
Alla fine,
restiamo al covo solo Kisame
ed io, mentre Zetsu è sempre nel giardino.
Li saluto e mi
allontano; non mi
concedo neppure il tempo di avvertire Tsunade.
Sono certo che
quel ragazzino si sia
cacciato in guai più grandi di lui.
Nemmeno fossi
un veggente!
Itachi ha
raggiunto Orochimaru ancor
prima dell’alba e lo ha affrontato senza un minimo di
coscienza.
Sta avendo la
peggio, prevedibilmente.
Sarà perché sono tre contro uno? Eh si:
Orochimaru, Kabuto e Sasuke.
“Cosa
pensa di essere venuto a fare?? Mio fratello è venuto qui
convinto di potermi
battere tanto facilmente? Si sbaglia di grosso…non sa con
chi ha a che fare!” conosco i
fratelli Uchiha
abbastanza bene da prevedere che questi siano i pensieri di Sasuke,
magari con
l’aggiunta di parolacce e imprecazioni qua e là.
Kabuto finisce
finalmente KO, ma Orochimaru
e Sasuke gli danno comunque del filo da torcere.
-Sasuke,
vattene da qui…- biascica,
ormai al limite delle forze.
Il
più piccolo lo afferra per i
capelli, lanciandolo contro una parete.
Piange.
-Se vuoi
uccidermi, fallo pure- gli
dice con sofferente- però poi vattene da qui- ripete, prima
di perdere i sensi.
-Cosa fai,
sas’ke kun?- chiede
Orochimaru sorpreso, quando il suo protetto gli impedisce di portare a
termine
l’agguato.
-Beh, ecco
io…- “Perché
mi sono mosso?” si domanda,
incapace di trovare una risposta sensata. –devo ucciderlo io-
-Capisco,
allora prego, accomodati-
Quando arrivo
la scena che trovo di
fronte a me è questa: il minore degli Uchiha brandisce un
kunai nella mano
sinistra; il fratello maggiore immobile a terra.
Sta per
colpire, quando la mia mano lo
afferra e lo scaraventa contro un muro.
Appena
in tempo.
-Ora basta,
sono stufo. Lo uccidiamo
o no?-
-Orochimaru
fermo- Sasuke si rialza,
ancora convinto che debba vedersela da solo.
-Cosa vuoi
fare?- chiedo fingendomi sconcertato,
mentre mi avvicino ad Itachi.
Sasuke colpisce
Orochimaru,
avvicinandosi a me.
Questo
non lo avevo previsto.
-Lui ha detto
che voleva salvarmi-
afferma perplesso, accucciandosi accanto a noi.
Ho intenzione
di spiegargli tutto, davvero,
ma questo non è il momento.
-Seguimi- gli
dico sbrigativo; poi prendo
Itachi in braccio e inizio a correre in direzione di konoha.
-Sei un pazzo-
-Zitto e
seguimi-
Non ho
intenzione di discutere, non
adesso, e poi…certe cose non dovrei spiegargliele io, ma il
ragazzino indifeso
che ora ho tra le braccia.
Arrivati al
palazzo di Tsunade, per
la stessa via che abbiamo usato in tutti questi anni, raggiungo veloce
la sua
stanza, preceduto da un Sasuke shokkato che apre la porta
istintivamente senza
nemmeno bussare.
-Cosa?-
La
donna fissa stupita Sasuke
per qualche secondo, poi si accorge anche di me ed Itachi.
Soltanto a
questo punto sembra
leggere l’urgenza dipinta nei nostri sguardi e mi si
avvicina, controllando il
respiro di Itachi, poi ci fa cenno di seguirla.
Osservo il
ragazzo: è messo peggio
di quanto mi fossi accorto.
Resto accanto a
Sasuke, mentre
Shizune ci raggiunge, eseguendo alla lettera ciò che la sua
maestra le dice di
fare; poi, dopo un’angosciante attesa di circa tre ore circa,
possono dirci che
è fuori pericolo.
-Io non
capisco- soltanto adesso
Sasuke apre bocca.
-è
il momento che tu sappia come
stanno alcune cose- gli dico, dopo aver intercettato uno sguardo
incoraggiante
da parte di Tsunade.
D’altra
parte è la donna a prendere
parola al posto mio.
-Itachi e
Madara, da oltre due anni
prestano servizio a me, come spie nell’organizzazione; solo
che quando gli ho
detto che te ne sei andato…-
-Il resto lo
conosci- taglio corto,
alzando le spalle. Non mi va di ripetere come siano andate le cose.
-Mi dispiace,
io non sapevo…-
Già.
Lui non sapeva. Come se questo lo giustificasse ad agire, prima di
pensare.
Ma…
Dopotutto Itachi è sempre suo fratello e stava per morire a
causa sua: penso
che questo basti a cancellare tutto l’odio che il ragazzo si
convince a dover
provare!
Se
Itachi mi leggesse nel pensiero si arrabbierebbe.
Lui
trova giusto che il fratello lo odi, anzi, trova che questa sia la
ragione che gli
permette di rialzarsi dopo una sconfitta: sapere di essere vivo e di
essere
l’unico sopravvissuto ad una strage perpetrata da chi lo ha
tradito.
Come se si potesse considerare giusto il tipo di vita che si è costretto ad affrontare…
NdA
Ho deciso di rivedere un po' tutte le fic scritte in passato: trovo che non siano brutte, anzi, forse c'erano più idee prima che ora. Ma erano scritte in modo infantile e c'erano parecchie ripetizioni ed incongruenze.
Non che ora siano perfette, ma mi sembra doveroso metterle a posto.
E così, eccola
qui! Una delle prime creaturine partorite dalla mia mente folle!
Fatemi sapere cosa ne pensate, anche a distanza di qualche anno...
Chiby