Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Shainareth    15/09/2006    1 recensioni
Londra, XIX secolo. Gli era stato detto che la signorina Austen aveva ormai compiuto ventidue anni, e che pur non essendo perfetta nei lineamenti del viso e del corpo, appariva graziosa e amabile a tutti. Che queste belle parole in suo favore venissero dette unicamente a causa della sua condizione patrimoniale e sociale, questo Hawks non era ancora riuscito ad appurarlo, ma giacché s’era messo in testa di entrare al più presto nella cerchia delle famiglie più potenti e ricche della nazione, per amor suo - di Hawks stesso, si intende - s’impose di trovare nella signorina Austen la più bella e amabile creatura esistente sulla faccia della terra.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

DAISY

 

 

Capitolo I

 

Era seriamente convinto, quel poco di buono di John Hawks, che sarebbe ben presto riuscito nel suo intento; dopotutto se madre natura gli aveva donato bellezza e affabilità, che con l’aggiunta di quel che nei suoi ventiquattro anni di vita era riuscito ad imparare per far piacere alla gente, ed in special modo al gentil sesso, una qualche ragione doveva pur esserci. Ed egli l’aveva trovata nel medesimo istante in cui al suo orecchio era stato fatto il nome di Margaret Austen, figlia unica di quel nobiluomo che anni prima era stato alla corte del re, e dal quale avrebbe ereditato alla di lui morte un patrimonio così tale da far perdere la testa a tutti gli scapoli che si aggiravano nei paraggi.

   Gli era stato detto che la signorina Austen aveva ormai compiuto ventidue anni, e che pur non essendo perfetta nei lineamenti del viso e del corpo, appariva graziosa e amabile a tutti. Che queste belle parole in suo favore venissero dette unicamente a causa della sua condizione patrimoniale e sociale, questo Hawks non era ancora riuscito ad appurarlo, ma giacché s’era messo in testa di entrare al più presto nella cerchia delle famiglie più potenti e ricche della nazione, per amor suo - di Hawks stesso, si intende - s’impose di trovare nella signorina Austen la più bella e amabile creatura esistente sulla faccia della terra.

   Tutto quel che per ora gli interessava di sapere, era il modo in cui potesse entrare nel gruppo delle conoscenze della famiglia Austen: era arrivato appena da due settimane nella capitale, che già si era informato sul dove e il quando si sarebbero tenute le feste da ballo più eleganti, nella speranza così di poter trovare un qualche modo per introdurvisi e poter conoscere la bellissima ed amabilissima signorina Austen.

   «Rinuncia, John» gli ripeteva sovente William, suo fratello minore, giunto anch’egli in città. «Perché se anche tu riuscissi a scoprire a quale ballo si troverà Miss Austen questa o quell’altra sera, che potrai mai fare senza invito?»

   E per quanto gli intimasse di tacere e di non portar sfortuna, alla lunga Hawks non potette far altro che dargli ragione.

   «Il teatro!» esclamò d’un tratto, un giorno, mentre leggeva il giornale seduto in poltrona. «Come ho fatto a non pensarci prima?!» Tutto eccitato, prese a vagare per la stanza presa in affitto presso un’economica pensioncina alla periferia della città, continuando ad agitar per aria il quotidiano. «La settimana ventura si terrà uno spettacolo di fama mondiale, figurarsi se quella ragazza non ci sarà!»

   «Oh, bene…» si compiacque William, alzando gli occhi dal libro che aveva in grembo. «E come farai ad avvicinarti a lei?»

   «E’ presto detto, fratello mio» prese a spiegargli Hawks piazzandosi davanti a lui. «E’ cosa ben nota che tutte le famiglie ricche ed importanti si rechino a teatro»

   «Io non ne ero a conoscenza» lo interruppe quello, dubbioso.

   «Zitto e ascolta:» lo ignorò Hawks, continuando nel filo dei suoi pensieri. «si dice anche che un buon piano per riuscire bene, dev’essere eseguito con calma, progettato nei minimi dettagli.» e così dicendo riprese a passeggiare su e giù per la stanza. «Ora, io non pretendo assolutamente essere così scioccamente impaziente da rovinare ogni cosa; pertanto, qualora Miss Austen non si farà viva allo spettacolo - sai meglio di me quanto siano lunatiche le donne - o io non riuscissi ad avvicinarla, non mi scoraggerò di certo. Mi basterà ingraziarmi qualche altra famiglia di minor importanza, di modo da cominciare a frequentare l’ambiente. Così che nel giro di qualche tempo, dovessero volerci mesi, io riuscirò non solo a conoscere e a farmi presentare alla cara signorina Austen, ma anche a farla mia sposa.» Concluse con un inchino, come avesse dato ammirabile prova di recitazione.

   William, lo sguardo corrucciato, si permise nuovamente un’osservazione: «Parli di non esser ‘scioccamente impaziente’, e già ti vedi sposato a lei?»

   «Taci, Will, tu non sai nulla del mondo… Sei ancora molto giovane.» lo canzonò Hawks rindendosela sotto i baffi nonostante avesse appena tre anni più di lui. E tornando a prender posto in poltrona, aggiunse: «Le donne sono tanto imprevedibili quanto lunatiche.»

   «Ma se sono imprevedibili come tu dici, come fai a sapere che…»

   «Non altra parola, Will, per favore.» lo mise di nuovo a tacere rimettendosi in piedi. «Ora ho di meglio da fare che restare qui ad ascoltare le tue inutili chiacchiere.»

   Prese quindi giacca, cappello e bastone, e senza neanche salutare, uscì per andar chissà dove, tutto eccitato per la propria trovata. Era logico che tutto si sarebbe svolto secondo i suoi piani, non poteva e non doveva essere altrimenti. E anzi, si propose, prima ancora che piacere alla ragazza, doveva ingraziarsi il suo vecchio.

   Aveva sentito dire di lui ch’era un buontempone, tutt’altro che il classico nobile serio ed altezzoso, incline sì ai propri doveri, ma quantomai desideroso di svaghi, un uomo dal temperamento calmo e poco irascibile.

   E se sua figlia ha preso metà del suo carattere, unito alla sua stupidità di donna, è poco ma sicuro che mi ci vorrà un bel niente per farla cascare ai miei piedi, si diceva Hawks sempre più tronfio.

   John Hawks, nonostante i suoi mille pregiudizi sul gentil sesso e il suo arrivismo spropositato per i suoi mezzi, aveva invero buone possibilità di riuscita nel proprio utopico intento, e semmai fosse davvero riuscito a catturarsi la simpatia di Miss Austen, William non se ne sarebbe sorpreso più di tanto. Possedeva senza dubbio una buona dialettica, modi galanti, una figura elegante. Tuttavia non vedeva assolutamente possibile ch’egli potesse arrivare addirittura a contrarre matrimonio con lei: non aveva titoli nobiliari, né – soprattutto - il becco di un quattrino.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Shainareth