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Autore: cecchino_2028    07/02/2012    4 recensioni
La felicità è nella quotidianità e questo Kate Beckett lo sa, ma non vuole ammetterlo, soprattutto se Richard Castle fa parte della sua quotidianità...
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sto correndo nel buio totale, non riesco a capire cosa c'è intorno a me, la mia mano corre alla fondina, ma è vuota, la mia pistola non c'è, il che è strano, sento dei passi dietro di me, mi volto e vedo un uomo incappucciato, armato di fucile che corre dietro di me, anzi verso di me, mi scontro con un muro e mi accascio al suolo, sono in un vicolo cieco, non ho nessuna via di fuga. Chiudo gli occhi mentre il mio carnefice si avvicina, sta per uccidermi ed io non so neanche il perchè, lo sento, so che è in piedi di fronte a me e mi sta puntando contro il fucile, tengo gli occhi serrati, aspetto un colpo che però non arriva. Un tonfo sordo mi costringe ad aprire gli occhi, l'uomo che mi correva dietro è steso a terra, ma non vedo segni di ferite, è solo tramortito, alzo lo sguardo per vedere chi è il mio salvatore, è solo ora che lo vedo che capisco quanto sia bello. 
"Castle!" sussurro sognante. 
"Dimmi Beckett!" dice la voce dello scrittore. La voce arriva da lontano e mi sveglia, mi alzo sul letto e lo trovo appoggiato allo stipite della porta con due tazze di caffè in mano. 
"Castle!" urlo. 
"Preferivo il tono sognante!" dice lui ridendo. 
"Cosa diavolo ci fai a quest'ora a casa mia?" domando. 
"Sei davvero mattutina Beckett è mezzogiorno, e si da il caso che questa sia casa mia!" risponde lui, sempre con quel sorriso beffardo sulle labbra. 
"Cosa ci faccio a casa tua?" domando perplessa. 
"Non ti ricordi nulla?" chiede avvicinandosi e porgendomi la tazza colma di caffè nero bollente. 
"No, cosa dovrei ricordare?" replico sorseggiando il caffè, ho un forte mal di testa. 
"Abbiamo passato una serata magnifica, abbiamo cenato a lume di candela, eri bellissima, abbiamo scherzato e riso fino a tarda notte e poi abbiamo fatto l'amore!" conclude lui. 
"Davvero?" domando incredula. 
"No! Sei arrivata qui sul tardi come una furia, hai farfugliato qualcosa sul fatto che avevi scoperto qualcosa sull' omicidio di tua madre, ti ho offerto da bere per calmarti e tu ti sei finita l'intera bottiglia di scotch continuando a dire che  un uomo ti aveva seguita, poi ti sei addormentata sul divano e io ti ho portato nella mia camera!" risponde lui tranquillo. 
"E tu dove hai dormito?" 
"Nella camera degli ospiti! Perchè sussurravi il mio nome prima?" domanda. 
"Perchè ho fatto un sogno ... Ma questo non è importante, cosa ti ho detto riguardo quell'uomo?" chiedo. 
"Che era a pochi metri da te ma che quando l'hai affrontato si è dileguato!" 
"Bene!" dico alzandomi e lasciando la tazza di caffè sul comodino. Mi chiudo nel bagno e siedo a terra, sul tappeto crema, tiro le ginocchia al petto e la testa tra le mani, il sogno era una mera illusione di ciò che era successo in realtà, il mal di testa era dovuto all'alcol, ma come ero finita da Castle? Ero a diversi isolati di distanza quando avevo scoperto l'uomo, iniziavo a ricordare, ero a Brooklyn, da tutt'altra parte rispetto a casa di Richard, eppure inevitabilmente avevo cercato conforto in lui. Amo Richard Castle, questa è la verità, l'ho sempre saputo, ma non lo ammetterò mai e devo dimenticarlo. Mi infilo sotto il getto caldo della doccia e rilasso i muscoli, afferro il bagnoschiuma di Richard ed uso quello per lavarmi, ho il suo stesso profumo ora, il dolce profumo del mio scrittore, inverto la valvola dell'acqua e un getto di acqua gelida mi riscuote da quei pensieri. Afferro un accappatoio da dietro la porta, sicuramente non è di Richard, perchè mi calza a pennello, sarà di una delle sue conquiste, esco dal bagno chiudendo bene l'accappatoio, lascio i capelli sciolti e gocciolanti, mi piace sentire le gelide goccioline scendere sulla schiena. Scendo in cucina così, solo con l'accappatoio a coprirmi, la casa è deserta se non per Rick che sta trafficando in cucina, capisco che Martha è uscita, sicuramente è alla sua scuola di recitazione, e Alexis è ancora all'università. Quando entro in cucina Rick sorride e mi porge un piatto con un'omelette appena sfornata e due toast con la marmellata di ciliegie, la mia preferita. Sorrido, lo scrittore mi conosce meglio di quanto credessi, addento i toast e sorseggio il caffè avanzato di prima, Rick canticchia mentre passa dal frogorifero al ripiano dove sto io, per poi tornare indietro e trafficare con i fornelli. Questo silenzio rotto solo dalla voce bassissima di Richard mi tranquillizza, afferro il piatto da cui ho finito di mangiare e la tazza, mi alzo mentre lui è di spalle a me, perchè è di fronte al frigorifero aperto, poggio il piatto e la tazza nel lavello, quando mi giro Richard ed io siamo alla distanza di un respiro, ci guardiamo negli occhi. 
"Castle ..." sussurro in tono basso, non so se lui mi ha udita, fatto sta che poggia le mani sul  ripiano dietro di me e mi mette in trappola, non ho vie di fuga. 
"E' da un po' che voglio farti una domanda!" dice lui rimanendo sempre ad un soffio dalle mie labbra. 
"Cosa?" domando sfoderando la mia migliore faccia da poker. 
"Il giorno del funerale del capitano, quando ti hanno sparato, ti ho detto una cosa, te la ricordi?" chiede lui. Me la ricordo eccome, mi ha detto ti amo Kate, ho stampato quelle parole nella mia mente per giorni mentre ero in ospedale, ma il calore del suo respiro mi confonde e senza pensare alle conseguenze, colmo la distanza tra di noi. Gli afferro la nuca e lo bacio con passione, lui mi stringe i fianchi e mi attira a sè, come a voler far aderire ancora di più i nostri corpi, sento che ora posso fare qualsiasi cosa, mi sono appena lasciata andare. 
"Lo prendo come un sì!" sussurra lui sulle mie labbra. Sorrido di questa situazione, il mio cuore sta tentando di uscire dal petto, il suo battito è sincronizzato al mio, lo sento da sotto la leggera camicia di Rick. 
"Va bene Richard!" dico marcando il suo nome. Lui sorride, torno a baciarlo, perchè sento già la mancanza delle sue labbra, lui mi prende di peso e mi fa sedere sul ripiano dove poco prima ho fatto colazione, continuiamo a baciarci così, come se fossimo due adolescenti senza freni. 


E' tardo pomeriggio e sono seduta sul divano di casa Castle, sto guardando un film accoccolata sul petto di Rick, che accarezza lentamente la mia schiena. Una chiave gira nella toppa, ma siamo così concentrati sul film che sobbalziamo quando qualcuno si schiarisce la gola entrando, mi volto e sulla porta vedo Martha, la madre di Rick, che sorride beffarda, esattamente come fa solitamente il figlio. 
"Bene bene!" dice gettando la borsa sulla sedia più vicina. 
"Ciao mamma!" dice Rick, sorrido alla donna che ci guarda con espressione divertita. 
"Credo che telefonerò ad Alexis!" conclude allontanandosi. Guardo Rick, che sorride mentre mi guarda, si getta sulle mie labbra, noncurante della madre nell'altra stanza o del fatto che volevo vedere il film. 
"Non starai correndo troppo scrittore?" domando sorridendo. 
"Ho aspettato diversi anni per fare questo, quindi non dirmi che sto correndo!" risponde lui e torna a baciarmi. Mi sono svegliata stamani e ho pensato a come avrei fatto per dimenticare Richard, ma come faccio a dimenticare quest'uomo che mi rende felice da anni senza che io lo abbia mai ammesso, neanche a me stessa?
   
 
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