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Autore: ColJay__lover    07/02/2012    1 recensioni
Come molti ricorderanno, il 12 Novembre twitter fu letteralmente assaltato dalla notizia che Colin si trovava al concerto dei Mars a Parigi. *-* Vero o no, ho deciso di pubblicare questa one-shot, scritta mettendo insieme alcune notizie raccolte, quella sera, da twitter.
La sera del 12 Novembre è un altro dei tanti misteri FARRELLETO. ;)
Enjoy. *-*
Genere: Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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 Aeroporto di Parigi.  12 Novembre 2011. Undici di mattina.
Colin era appena sceso dall’aereo che da Los Angeles lo aveva diretto a Parigi. Si sentiva un po’ spaesato, visto che non era quasi più abituato a fare viaggi molto lunghi. Aveva deciso di fare questo viaggio il giorno prima, e gli unici che ne erano informati erano i suoi figli, che qualche ora prima dalla partenza del padre gli avevano regalato due disegni, da portare con sé.
 
Colin aveva sorriso e li aveva messi nella propria valigia, ed ora erano lì, in mezzo ai vestiti e al set da barba. Cominciò a camminare all’interno dell’aeroporto piuttosto frettolosamente, guardandosi attorno, e sperando che nessuno lo notasse. Appena uscito dall’aeroporto guardò l’orologio e sospirò, tirando poi fuori il cellulare e chiamando un taxi per farsi portare fino all’albergo che aveva prenotato la sera prima. Il taxi raggiunse Colin in un nanosecondo. Colin vi montò e tirò un sospirone: ormai nessuno lo avrebbe più visto girare per le strade di Parigi senza nessun motivo apparente. Ovviamente, si era trattato bene: Hotel a cinque stelle, nel centro di Parigi, di fronte alla torre Eiffel. Adesso era lì. Afferrò il proprio trolley, pagò l’uomo del taxi e a passi lunghi entrò nell’Hotel.
 
“Buongiorno. Ieri ho prenotato una stanza, proprio qua.” disse con voce bassa.
 
I gestori dell’Hotel gli accennarono un sorriso e uno di loro annuì con la testa: “Mi segua.” Disse conducendolo sino alla sua stanza.
 
Una Matrimoniale, avente anche un balcone esteso.
 
“Grazie Mille.” Disse entrando e chiudendo la porta, dopo aver preso da uno dei gestori la chiave della stanza.
 
Andò a sedersi sul letto e si passò una mano sulla fronte mettendosi ad osservare la torre Eiffel, quasi incantato. “Sarà bene sistemare i vestiti…” disse tra sé e sé alzandosi dal letto e tirando fuori i vestiti, riponendoli poi nell’armadio di fronte al letto.
 
Adesso era tutto sistemato, la camera era in ordine:” Mi sono scordato le rose!” disse poi, cominciando a mordicchiarsi le unghie. Afferrò il telefono e dopo aver fatto una ricerca su internet per sapere dove fosse il negozio di fiori più vicino, chiamò un fioraio, che entro due ore gli portò le due rose che aveva richiesto.
 
Era ancora il primo pomeriggio, mancavano esattamente 5 ore all’apertura dei cancelli. All’apertura dei cancelli? Sì. Colin era lì, a Parigi, per un concerto. Un concerto di cui molti già parlavano, un concerto che certo non prevedeva la presenza di un attore dal calibro di Farrell. Lo avrebbero visto? Si sarebbero accorti di lui? Sarebbero riaffiorati i gossip di un tempo, per diventare certezze? Aveva paura, ma la voglia di fare una sorpresa al suo amato superava ogni timore, ogni situazione che lo potesse mettere in imbarazzo, superava ogni paura che i dubbi potessero diventare finalmente certezza.
 
Spense il cellulare. Jared Leto non doveva sapere che lui si trovava là, nella stessa città e nel suo stesso Hotel, non doveva immaginarsi neanche minimamente la sua presenza al concerto. Afferò il suo set da barba e si diresse verso il bagno, cominciando a radersi. Jared lo adorava col pizzetto, che lo faceva ripensare al  look che aveva nel set in cui entrambi si conobbero: Phonebooth.
 
Dopo aver finito di radersi si passò una mano sulle guance:”E adesso… doccia!” pensò cominciando a togliersi i vestiti di dosso e entrando sotto la doccia, che già aveva un getto di acqua calda. Dentro la doccia, Colin chiuse gli occhi e si rilassò totalmente, sperando che Jared prendesse la sorpresa in maniera positiva.
 
Una volta finita la doccia indossò l’accappatoio e si sistemò i capelli a dovere, dopo averli asciugati con il phon. Dopodiché prese dall’armadio gli abiti più eleganti che si era portato con sé, giusto una camicia, una giacca nera e dei pantaloni di jeans nero, con tanto di stivali. Si mise a sedere in una poltroncina e chiamò i figli, dopo aver riacceso il telefono,  visto che sebbene avesse lasciato Los Angeles da poche ore, sentiva già la loro mancanza crescere.
 
Dopo aver parlato con Henry e James  guardò i messaggi nel cellulare ed uno di questi era stato inviato da Jared qualche ora prima, e diceva: “Dove sei? E’ un’ora che provo a chiamarti. Sai che divento isterico se non ti sento!”.
 
Colin lesse il messaggio ed un espressione divertita e impacciata si disegnò sul suo volto:”Se solo sapessi che sono a un passo da te…” disse ridacchiando e guardando l’orologio. “Sarà l’ora di andare…” disse mettendo il cellulare in tasca e aprendola porta.
 
Una volta uscito dalla stanza percorse il  corridoio che lo avrebbe portato all’uscita, ma le sue orecchie non tradivano mai, era la voce di Jared, quella che sentiva provenire da una stanza vicina. Il suo modo di parlare lo rendeva unico, lo avrebbe riconosciuto a distanza elevata. Non volendo farsi scoprire e non volendo rovinare tutta la sorpresa si dette a corsa fino all’uscita e a stento salutò i gestori dell’Hotel, che lo guardarono piuttosto insospettiti.
 
Una volta uscito prese il primo taxi e si fece guidare fino al “Le Zenith”, il luogo dove ci sarebbe stato il concerto. Non poteva stare in mezzo agli altri fan, lo avrebbero riconosciuto, e più che altro, le voci di una sua ipotetica relazione con Jared, sarebbero sicuramente aumentate. Doveva trovare un modo per entrare nel backstage. Inventando una bugia alla security, forse? Dopotutto, sempre di una celebrità si trattava. Ci saranno stati dei posti riservati alle celebrità o ai familiari, o altrimenti avrebbe potuto dire alla security che Jared era a conoscenza della sua presenza.
 
In ogni caso, adesso si trovava davanti al “Le Zenith”, dove appostati vi erano una moltitudine di fan. Tirò fuori una sciarpa e la avvolse attorno al suo collo, fino a coprire la bocca e parte del naso. Nessuno doveva riconoscerlo. Presto si diresse verso una security, che aveva preso una pausa per fumarsi una sigaretta:
 
”Scusi…?”
 
“Sì?” rispose la security.
 
“Beh, io, sono un amico di Jared Leto, il cantante del gruppo che si esibirà stasera, è a conoscenza della mia presenza, e abbiamo accordato di ritrovarci nel backstage…”
 
“E io mi dovrei fidare di lei? Sa quante persone potrebbero spacciarsi per amico di Jared Leto, ma noi non siamo autorizzati a credere a ciò che dice la gente, io non posso credere che lei è amico Jared Leto, potrebbe essere anche un delinquente, per quanto ne so io.” Disse la security.
 
“La cosa è diversa, visto che non sono un fan, ma…insomma, oltre ad essere fan del suo gruppo e ad essere amico di Jared, sono anche Colin Farrell…” disse abbassandosi la sciarpa e tirando fuori un documento di identità.
 
“E chi sarebbe, Colin Farrell? Non è un nome come tutti?” domandò la security.
 
“Beh, sarebbe una persona come tutti e sconosciuta a tutti se solo non fosse un attore…” disse alzando leggermente gli occhi al cielo.
 
“Dai, conosco Colin Farrell… mi piace il tuo modo  di  recitare…” disse guardandosi attorno, mentre Colin si ricopriva con la sciarpa.
 
”Vieni, dai, seguimi…” disse facendolo entrare da un cancello.
 
Il gioco era fatto. Colin era riuscito a entrare all’interno della struttura dove si sarebbe tenuto il concerto. La guardia del corpo lo accompagnò fino al backstage.
 
”Dov’è che ha preso accordo di ritrovarti con Leto?” domandò cercando i camerini rispettivi.
 
“Beh, nel suo camerino, mi pare ovvio…” disse togliendosi completamente la sciarpa e guardandosi attorno, sperando che Jared non arrivasse proprio in quel momento.
 
“Ha lasciato scritto che non vuole che nessuno entri nel proprio camerino…”  disse la security.
 
“E’ soltanto un po’ paranoico…e un po’ tanto fobico, si fidi.” Disse Colin, mentre la guardia del corpo, sospirando, era arrivato di fronte al camerino.
 
“Beh, eccoci qua…entra, e mi raccomando, silenzio tombale, che non avrei neanche dovuto farti entrare.” Disse.
 
Colin annuì e si chiuse dentro al camerino, dove vi erano tutti gli oggetti che Jared portava con se tutte le volte che viaggiava. C’era anche qualche vestito, giusto quelli che avrebbe dovuto indossare per andare in scena. Si mise seduto su una poltroncina davanti ad uno specchio, e aspettava impaziente l’arrivo di Jared. Dopo circa un ora passata a specchiarsi, quasi inconsapevolmente, sentì, da lontano, la voce di Jared, brillante, come al solito. Voleva che la sorpresa fosse talmente grande che si alzò dalla poltroncina e si nascose dietro la porta del camerino.
 
 Jared entrò, immerso nei suoi pensieri e Colin, uscendo da dietro la porta, gli tappò immediatamente gli occhi:”CHI CAZZO E’?!” esclamò Jared piuttosto scosso, visto che aveva lasciato detto che nessuno sarebbe dovuto entrare nel suo camerino. 
 
Colin continuava a starsene zitto, ma come avrebbe potuto, Jared, non riconoscere il profumo della pelle del suo amato? Jared esitò un momento, poi si rilassò un po’:”Colin…?”
 
Colin chinò la testa e gli diede un bacio casto nel collo.
 
Jared non avrebbe potuto non riconoscere il suo pizzetto, il sapore delle sue labbra sulla sua pelle:”Che ci fai qui? Cazzo…” disse Jared sottovoce, tra il preoccupato e il felice per la sua presenza.
 
“La voglia di farti una sorpresa…” rispose Colin scendendo con le mani fino ai fianchi di Jared, sorridendo leggermente.
 
“Ci scopriranno, sarà la fine della nostra privacy…” disse Jared abbassando lo sguardo, non ricambiando quel minimo di intimità che Colin stava cercando.
 
“Nessuno ci scoprirà, te lo prometto…” disse Colin cercando di rassicurarlo.
 
“Sarà…” disse Jared staccandosi da lui e afferrando i propri vestiti. “Devo cambiarmi, che ho appena terminato i meet&greet e tra meno di mezz’ora devo essere sul palco…” disse accennandogli un sorriso.
 
“Ti scoccia che sia venuto?” chiese Colin grattandosi leggermente la testa.
 
“No…” disse Jared.
 
“Non è vero…” ribattè Colin.
 
“Mi fa piacere, dico sul serio, solo che… che ho paura Colin, ho tanta paura che tutto possa crollare in un secondo per colpa di quello che la gente può pensare di noi due…” disse.
 
“Ma sarebbe la verità…e poi, ti dico che devi fidarti di me, se verrà fuori qualche voce, so io come rimediare…” disse Colin.
 
 “E come?”
 
“Ieri mi sono fatto scattare alcune foto che testimonierebbero la mia presenza ad un party per il giorno 12 Novembre, se mai avranno dubbi, verranno immediatamente contraddetti dalle foto.” Disse.
 
Jared rimase un attimo a fissarlo negli occhi e poi gli fece un leggero sorriso, finendosi di preparare:”Sei un genio…del male.” disse alzandosi e guardandolo per un attimo negli occhi.
 
“Camera numero 45”. Disse Colin guardandolo fisso negli occhi.
 
Jared gli diede un bacio veloce sulla punta del naso:”Contaci.” Disse uscendo poi dal camerino.
 
“Hey, Jared, posso stare nel backstage? Vorrei seguire il concerto…” disse.
 
“Certo…ma…copriti.” disse Jared sparendo poi in un lungo corridoio.
 
Colin sorrise tra sé e sé e lo osservò allontanarsi, chiuse la porta del camerino alle sue spalle e poi si incamminò per un lungo corridoio che lo avrebbe poi portato appena dietro il palco. Jared intanto, assieme a Shannon, Tomo, Tim e Braxton, aveva già raggiunto il palco.
 
Ed ecco che la batteria di Shannon comincia ad incalzare, Jared fa il suo ingresso con “Escape”, come sempre. Salta qua e là per tutto il palco, incita il pubblico a fare lo stesso, frega una bacchetta al fratello e la lancia al pubblico. Era da tanto che non si vedeva un Jared così elettrizzato, così felice e sicuro di sé, così gioioso di fare quello per cui è nato. Dopo Vox Populi prende un attimo di pausa ed entra nel backstage, abbraccia Colin improvvisamente e velocemente, lo guarda negli occhi:”Tieniti pronto…” dice sussurrando.
 
Colin non fece neanche in tempo a chiedere il perché, che Jared erà già andato via. I vestiti bianchi che indossava gli davano un che di angelico.
 
 Ecco che prende la chitarra acustica, guarda il pubblico e comincia a suonare.
 
“WAS IT A DREAM? Quella era la canzone prescelta. “WAAAS IT A DREAAAM? WAAAAAS IT A DREAM? IS THIS THE ONLY EVIDENCE THAT PROVES A PHOOOOTOGRAPH OF YOU AND I… IN LOVE”.
 
Colin lo guardava e ascoltava, lì nel backstage. Aveva gli occhi lucidi. Quella era una delle loro canzoni, una delle infinite canzoni che Jared aveva scritto su di lui e sulla loro storia d’amore. Quella fotografia Colin la custodiva ancora, così come Jared. Una foto di loro due, scattata nel set di Alexander, così innamorati, così pieni di loro. Solo e soltanto loro due, abbracciati, che si baciavano teneramente, avvolti nei piumoni e rifugiati in una tenda. Una lacrima scese lungo il viso di Colin, che in un secondo si era ritrovato a tornare indietro nel tempo.
 
Jared si girò un attimo verso di lui e gli sorrise, i suoi occhi erano lucidi quanto quelli di Colin. Entrò di corsa nel backstage e si buttò rapidamente tra le sue braccia:”Sei tutto quello a cui tengo Colin…” disse baciandolo sulle labbra con un bacio casto e ritornando poi nel palco, in un nanosecondo.
 
Colin era emozionato, non aveva parole per esprimere quanto avesse apprezzato quel gesto dettato dall’istinto. Il concerto andò avanti, con un Jared tremendamente gioioso e felice, fino a che non sopraggiunse la fine.
 
Jared andò di corsa nel backstage e afferrò Colin per la mano.
 
”Non mi tratterrò, vengo via con te, adesso, voglio solo stare con te Col, vivere questa notte con te, dall’inizio alla fine. Una settimana lontano da te è un eternità per me…”.
 
Colin lo guardò negli occhi:”Vale la stessa cosa per me, Jared…andiamo…ma…da dove passiamo?” domandò.
 
Jared si girò un attimo indietro, dove Shannon stava osservando tutta la scena, e dopo aver accennato un sorriso indicò una porta secondaria:”Passate da là…dovreste essere al sicuro…” disse.
 
Jared non se lo fece ripetere due volte e afferrato Colin per un braccio lo trascinò sino alla porta secondaria. I due si dettero a corsa fino ad arrivare all’autovettura che Jared usava per recarsi ai concerti poco distanti dal luogo in cui pernottava.
 
“Adesso devi dirmi il nome dell’Hotel…” disse Jared infilando le chiavi e cominciando a guidare veloce come non aveva mai guidato prima.
 
“Prima, mentre ero al mio Hotel, pronto ad uscire per arrivare qua, ho sentito la tua voce per i corridoi, mi sono dovuto dare a corsa per non farmi beccare, quindi sì, l’Hotel dove ho prenotato è lo stesso in cui avete prenotato voi…“ disse ridacchiando leggermente sfregandogli con una mano la coscia.
 
“Ripeto, tu sei un genio, io… non ho parole, ed il bello è che sei riuscito a nascondermi tutto…sono allibito…” disse ridacchiando appoggiando la propria mano su quella di Colin, che continuava a sfregare leggermente la sua coscia.
 
Colin sorrise osservando le vie buie di Parigi, e sperando, dentro se stesso, che i fan, all’entrata del “Le Zenith”, non lo avessero, per qualche motivo, riconosciuto.
 
“Eri vestito benissimo stasera, adoro quando ti vesti di bianco…” disse Colin cominciando ad intravedere l’Hotel.
 
“Chissà perché…” disse Jared ridacchiando tra sé e sé.
 
“Ma no, non è per il motivo che pensi, mica sono come le tue fan che”
 
“Echelon, non fan…”
 
“Oh, scusa, mica sono come le tue Echelon, che appena vedono che hai i pantaloni stretti, o bianchi, si mettono alla ricerca del gioiellino di famiglia…” disse  ridendo afferrandolo per un braccio.
 
“Col sto guidando…” disse ridendo tra sé e sé:” Quanto sei scemotto…” disse parcheggiando finalmente.
 
Colin scese dalla macchina con fretta, impaziente di raggiungere quella camera numero 45.
 
Jared si dette a corsa assieme a lui, entrando.
 
Ai gestori dell’Hotel bastò un occhiata di Jared per fargli intendere che Colin era un suo amico, e ovviamente, ai gestori di certo non sfuggiva la celebrità di Colin.
 
Colin tirò fuori frettolosamente la chiave della stanza e una volta infilata nella serratura sarebbero stati soltanto loro due, in quella stanza, totalmente lontani dal mondo circostante.
 
Colin sbatté la porta della stanza con violenza, quasi non volendo perdere neanche un secondo da passare con Jared. In un secondo fu da lui, lo prese per le spalle, e lui si lasciò completamente andare, appoggiando la testa contro l’armadio appena dietro di lui.
 
“Nel letto, amore, nel letto…” disse Jared con un filo di voce, cominciando a baciare Colin con enfasi, andando poi ad incontrare la sua lingua con desiderio.
 
Colin non se lo fece ripetere due volte, lo afferrò per le gambe e subito si diresse verso il letto, mettendosi sopra di lui e afferrandogli i polsi in una morsa strettissima.
 
“Mi farai perdere la testa prima o poi…” disse cominciando a scavare, con una mano, sotto la maglietta bianca di Jared, la stessa che aveva usato al concerto.
 
“Tu me l’hai già fatta perdere…da molto tempo ormai…” disse cominciando a sbottonargli la camicia, che un secondo dopo fu nel pavimento.
 
La sudorazione e l’eccitazione di entrambi era già molto elevata, Colin gli tolse del tutto la maglietta, e a quel punto erano entrambi a petto nudo. Un momento dopo Colin fu, con la sua lingua, sopra al petto di Jared, stuzzicandogli con la lingua e  con foga un capezzolo.
 
Jared afferrò i suoi capelli, perdendosi in un gemito sommesso e inclinando la testa da una parte. Allungò il collo fino a passargli la lingua su una sua spalla, finchè non borbottò tra sé e sé:
 
“Perché sarai sempre così fissato con  i preliminari?”
 
Colin ridacchiò, infilandogli improvvisamente una mano tra le gambe, dove la sua eccitazione era già al massimo, abbassandogli i pantaloni e cominciando a muoverlo con movimenti lenti. Nel frattempo era andato ad intrufolarsi con la lingua nella sua bocca, mentre Jared, sottomesso completamente ai suoi movimenti, cercava  di buttargli giù i pantaloni. Ci riuscì dopo vari tentativi.
 
Colin, invece, con la mano liberà gli abbassò i suoi, e adesso erano solo in boxer, dando sollievo  sia con la mano, che con la lingua, alla sua eccitazione. Jared,  con la mano andava a colpire ripetutamente il cuscino dietro di lui, cercando di trattenere i gemiti che uscivano spontanei.
 
Dopo un’altra serie di movimenti furono entrambi nudi, e adesso i loro bacini strusciavano l’uno sopra l’altro, mentre le mani di Colin già accarezzavano il ventre di Jared, che  si muoveva frettolosamente per i respiri di Jared. Un attimo dopo fu dentro di lui.
 
Jared si avvinghiò alle spalle possenti di Colin, andando a circondare con una gamba la sua schiena, mentre entrambi si perdevano in un lunghissimo bacio.
 
“Dimmi quanto ti sono mancato, fottutissimo irlandese…” disse mentre gemeva e dava, ripetutamente, dei morsi nel collo di Colin.
 
Colin accelerava i movimenti e ora spingeva ripetutamente dentro di lui, passando le mani di lato ai suoi fianchi:”Mi sei mancato tanto…signorina…”
 
“Non darmi di signorina…” disse Jared guardandolo un attimo male e stringendosi ancora di più a lui.
 
“Sai che scherzo…rimarrai sempre il mio adorabile Jared…” disse sorridendogli un attimo, andando a mordergli leggermente il lobo dell’orecchio.
 
Jared fremeva ad ogni spinta e ad ogni bacio, accarezzando il petto di Colin, finchè non si sentì colmato del piacere di Colin, che fece eccitare talmente tanto Jared da farlo venire all’istante.
 
Adesso erano due uomini, uno ansimante sopra l’altro, che si scambiavano effusioni e che ancora avevano da riprendersi dalla grande eccitazione, che stava, passo dopo masso, svanendo.
 
Colin passò le labbra nel nasino di Jared e poi scese fino alle sue labbra, baciandolo dolcemente. Jared fece lo stesso, stringendosi alle sua spalle.
 
“Penso che quella di venire qua sia stata l’idea più geniale che tu abbia mai avuto…” disse Jared accarezzandogli i capelli, mentre tutto stava tornando, lentamente, alla normalità, con Colin che era uscito da lui e si era sistemato bene tra le sue gambe.
 
“Lo rifarei altre cento volte…” disse sorridendo felice, mentre gli stringeva una mano.
 
“Pensa che tra qualche mese avrò terminato il tour e avremo tutto il tempo per stare assieme, serate a casa mia e a casa tua, con Henry e James… è così bello…” disse guardandolo negli occhi.
 
“Anche loro non vedono l’ora di vederti, sei il suo zio preferito…”
 
“AH, no, quello è Eamon…” disse Jared ridacchiando.
 
“Hm, ne sei proprio sicuro? Io non ci scommetterei, in questo periodo non hanno fatto altro che chiedermi dove fosse zio Jared…” disse facendogli un occhiolino.
 
“Adorabili come sempre…” disse sorridendo. “Un giorno magari…ne avremo uno nostro…” disse con occhi sognanti.
 
Colin si perse in quelle parole e in quegl’occhi color del mare: “Sarebbe un grandissimo sogno che si realizza…sai che desidero tanto l’adozione…” disse accarezzandogli una guancia.
 
“E io e te saremo i genitori più favolosi di questa terra, non pensi? Tutte le volte che vedo un bambino per strada penso a quanto sarebbe bello averne uno tutto nostro. Anche durante i concerti, ne vedo sempre tanti, oh, riconosco di essere proprio donna in questo senso…” disse ridacchiando.
 
“Ma no, no, tu sei incredibilmente dolce, una dolcezza che sfugge a molti…e… non sai quanto anche io desideri avere un bambino con te, guardo Henry, guardo James…ma ne vorrei un altro, un baby Leto, o magari, un baby Farrelleto…” disse sorridendo dolcemente.
 
Jared lo strinse forte, felice:” Ti amo Col… “ disse chiudendo leggermente gli occhi per la stanchezza.
 
“E tu non hai idea di quanto ti possa amare io, Jay…” disse appoggiando la testa sul suo petto.
 
I due si addormentarono immediatamente, stanchi per la lunga giornata e di tutte le sorprese piacevoli che essa gli aveva riserbato, inconsapevoli che, su twitter, già tutto il mondo aveva cominciato a parlare di loro e dell’avvistamento di Colin al concerto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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