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Autore: Looking at the Rainbow    07/02/2012    6 recensioni
Dal testo: "Se ne stava ai fornelli con la bacchetta a portata di mano, i capelli raccolti e un po’ più crespi a causa del fumo, e un buffo grembiule giallo legato in vita.
Con il libro di ricette poggiato sul ripiano di marmo, mi ricordò l’Hermione dell’ora di Pozioni, quella che ricontrollava ossessivamente ogni passaggio e che misurava tre volte ciascun ingrediente per non sbagliare."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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       Familiare come zuppa di cipolle




L
a prima volta che vidi Hermione cucinare fu una fredda Domenica mattina alla Tana, due anni dopo la fine della guerra, quando Molly, malata, era costretta a tenersi lontana dal suo campo di battaglia.

Mi fece uno strano effetto osservarla in quel momento, una sensazione di calore e familiarità.

Se ne stava ai fornelli con la bacchetta a portata di mano, i capelli raccolti e un po’ più crespi a causa del fumo, e un buffo grembiule giallo legato in vita.

Con il libro di ricette poggiato sul ripiano di marmo, mi ricordò l’Hermione dell’ora di Pozioni, quella che ricontrollava ossessivamente ogni passaggio e che misurava tre volte ciascun ingrediente per non sbagliare.

Mi avvicinai istintivamente alla pentola che era sul fuoco, quasi aspettandomi di vedere una pozione cristallina, anziché la densa zuppa di cipolle che cuoceva a fuoco lento.

Hermione mi guardò sospetta e io scrollai le spalle: “Ha un bell’aspetto.” decretai.

Lei sorrise: “Solo perché mi hai vista cucinare funghi rovinati e carne secca per mesi interi, questo non vuol dire che non sappia preparare anche io qualcosa di commestibile”.

Una fitta allo stomaco mi fece pensare ai mesi passati nella tenda, alla stanchezza e alla paura che albergava continuamente sulle nostre facce.

I ricordi non erano ancora abbastanza lontani, perché non rammentassi ogni piccolo dettaglio. C’era tutto nella mia mente e probabilmente vi sarebbe rimasto molto, molto a lungo.

“Ma quello che preparavi era commestibile!” ribattei.

Lei alzò un sopracciglio scettica e mi rispose: “Guarda che lo mangiavo anche io.”

Scoppiai a ridere, incapace di trattenere quel suono allegro e liberatorio, e Hermione mi seguì, lavando via la tensione che si creava sempre parlando di quel periodo buio.

Poi, afferrando una cucchiarella di legno dal cassetto delle posate, prese un po’ della zuppa dalla pentola e, come una mamma premurosa, ci soffiò sopra e la portò verso la mia bocca.

Io l’aprii docilmente e assaporai la zuppa calda e dolciastra che mi attraversava la gola.

Lei mi guardava in evidente attesa del giudizio, con la cucchiarella a mezz’aria come una bacchetta. Fu a quel punto che mi si creò un inspiegabile nodo in gola.

“Sa di casa, Hermione” sussurrai.

L’espressione giocosa scomparve anche dal suo viso e lasciò intravedere una tristezza che doveva essere il riflesso della mia.

“Vuole chiederti di sposarlo, e tu dovrai dirgli di sì. Non possiamo rovinare tutto proprio ora. Andremo avanti come abbiamo sempre fatto, tu con Ron e io con Ginny.”

Lei annuì con gli occhi leggermente lucidi e mi abbracciò di slancio, con la cucchiarella stretta ancora in mano.

Fu il rumore della porta che si apriva a farci sobbalzare.

Hermione si staccò immediatamente da me e riprese posto davanti alla pentola fumante, io mi sistemai davanti al lavandino fingendo di sciacquare l’insalata posata in una ciotola.

Dopo pochi secondi la testa di Ron sbucò nella cucina.

“Harry, sei già qui!” esclamò con un sorriso e una pacca sulla spalla.

Io annuii ricambiando il sorriso: “Tutto bene al Ministero?” gli chiesi.

Lui alzò le spalle, mentre si sfilava il pesante cappotto: “Sì, mi hanno trattenuto un po’ di più perché Walker, quello che stava prima di me all’esercitazione pratica del corso Auror, è stato colpito da un Confundus rimbalzato sulle pareti.”

Ron si avvicinò a Hermione che nel frattempo si era voltata e, poggiandole le mani sui fianchi, le depose un leggero bacio sulle labbra.

“Hai gli occhi lucidi.” commentò, aggrottando la fronte preoccupato.

Io lo guardai allarmato, ma Hermione aveva tutto sotto controllo.

Sorrise e accennò alla pentola sul fuoco.

“Cipolle.” disse a mo’ di spiegazione.

Ron parve rassicurarsi perché si staccò da lei e si rivolse di nuovo verso di me.

“Ginny?” domandò.

“Molly ha detto che tornerà tra poco. C’è stata un’emergenza al San Mungo stamattina ed è dovuta andare.” risposi prontamente.

Lui annuì di nuovo e uscì dalla cucina.

Prima di seguirlo, mi avvicinai piano a Hermione e le baciai con delicatezza la fronte.

Lei chiuse gli occhi e sospirò.

“Ti voglio bene, Hermione.” sussurrai.

“Anche io, Harry.”

E su quelle parole, alle quali non credevamo neppure noi, avremmo costruito la nostra vita.

 





Mug’s Corner:
Una Harmony? Ebbene sì. C’è un qualcosa, di recente, che mi affascina in queste storie e ho voluto darvi il mio parere. Sto iniziando a rivalutare quel rapporto che per tanti anni mi ero rassegnata a considerare amicizia.

In fondo anche io ero una di quelle bambine che, leggendo il primo libro, hanno esclamato: “Harry e Hermione si sposeranno!”. Poi non è andata così, è vero, ho apprezzato il modo in cui la Rowling ha fatto proseguire gli eventi, ma il pallino che qualcosa di più avrebbe potuto esserci non mi ha abbandonata e dopo tanti anni si è rifatto vivo. Questa non è niente di che, lo riconosco, ma mi farebbe piacere leggere un vostro parere, positivo o negativo che sia. Intanto vi ringrazio per essere arrivati fin qui. Un bacio a tutti, lettori.

  
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