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Autore: Veelvia    07/02/2012    1 recensioni
« Come mi vogliono? Attore famoso? Cantante? Regista? »
« Questa volta no, sei richiesto così come sei, senza cambiamenti »
Il viso dell’uomo assume un’espressione perplessa:
« Me stesso? E chi può mai volermi? »
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Miranda >>
Nessuna risposta. La piccola e paffuta bambina continua a disegnare, tenendosi a stento con le braccine aggrappata al tavolo, seduta su quella sedia adatta a persone adulte.
<< Miranda! >>
Ancora niente.
Prospero sbuffa, seccato.
<< Celia? >>
I ricci della bimba si muovono di colpo, spostati dal movimento di lei. Gira la testa e offre al padre il suo miglior sorriso.
<< Si, papà? >>
<< Non risponderai mai ad un altro nome, vero? >>
<< Mai >> Il sorriso di lei diventa velocemente un piccolo broncio. << Ma perché? Non ti piace il mio nome? >>
Ora è l’espressione sul volto dell’uomo a cambiare, tramutandosi in un sorriso accennato. Appoggia le mani sulle gambe e si aiuta a tirarsi su dalla poltrona sulla quale è seduto. Con un po’ di reticenza dovuta alla sua poca abitudine allo stare vicino a bambini che non facciano parte del circo avvicina la sua grande mano a lei e le accarezza i lunghi capelli, ma solo per un attimo.
<< Non fare la sciocchina, mi piace molto il tuo nome >>
<< Allora perché continui a chiamarmi in altri modi? >>
Perché continua a chiamarla Miranda? O Moira?
<< Non lo so… >> Dice infine.
Sbagliato. Lo sa benissimo.
Scrolla le spalle, soffia fuori aria dalle guance appena gonfiate, incoscientemente. Celia ride.
<< Vado a farmi un giro, tu rimani a disegnare. Va bene? >>
Lei annuisce, sfoderando di nuovo quel delizioso sorriso che ha da poco lasciato il suo viso e che ora lo ritrova, e si rimette a far scorrere la matita sul foglio pieno di disegni non collegati l’uno con l’altro, agli occhi di un adulto…
Prospero esce dal capannone che usa come casa itinerante. Comincia a camminare con le mani attorno alla testa, cercando invano di scacciare un pensiero.
Fino a che non si ritrova, casualmente o meno, davanti a quelle lettere ora spente. Le Cirque des Rêves, Il Circo dei Sogni, e che sogni.
Forse, dovrebbe abbandonarsi a quei ricordi. Forse, non farebbe poi così male…
E così gli occhi dell’uomo si chiudono. Ma non per molto. Anzi, si riaprono nello stesso luogo, solo in un altro tempo…
 
<< Scusi, mi può spiegare cosa intendete esattamente con Il Circo dei Sogni?  Vuol dire che appena varcherò la soglia di quel tendone vedrò i miei sogni realizzarsi a suon di spettacoli cistercensi? E se i miei sogni non avessero niente a che fare con i circhi? >>
<< Entri signorina, io non sono tenuto a risponderle. Non qui almeno, potremo rivederci dentro… >> Prospero si gira per vedere in viso la donna che gli ha appena rivolto la parola in quel modo.
Non sa se tutta quella bellezza sia solo ai suoi occhi, non può immaginare cosa vedano gli altri. Ma non gli importa. Sa solo che un viso così, va oltre le sue immaginazioni. E con gli occhi fissi su quelle labbra incantevoli, aggiunge:
<< …spero davvero che ci rivedremo dentro >>
<< Perché? Lei non fa parte dello staff? Lei non prenderà parte allo spettacolo? >>
Prospero riprende con difficoltà la sua serietà e risponde, ridendole in faccia:
<< Spettacolo signorina? Lei pensa davvero che dentro ci sarà uno spettacolo? >> lei cerca di ribattere, stizzita da tanta insolenza, ma lui la interrompe velocemente << Là dentro ci sono i suoi sogni. Cosa vuole? Denaro? Stanotte lei avrà in mano più monete dell’attore più carismatico e del cantante più espressivo. Fama? Oltre quella tenda avrà attorno il regista più acclamato e il produttore più rinomato. Amore? Basterà fare un passo dentro e l’uomo più meraviglioso, intelligente, ed interessante le tenderà la mano >>
<< Avete un’altissima considerazione del vostro amato Circo. Vedremo se soddisferà le mie esigenze. Addio >>
Che peccato, pensa Prospero, una così bella ragazza che già gli dice addio. Ma è un attimo che il direttore gli si para davanti.
<< Su signor Illusionista! Non vorrà mica stare tutta la sera a far niente! È richiesto dentro. Lei, è uno dei primi desideri di stanotte >>
 
<< Come mi vogliono? Attore famoso? Cantante? Regista? >>
<< Questa volta no, sei richiesto così come sei, senza cambiamenti >>
Il viso dell’uomo assume un’espressione perplessa:
<< Me stesso? E chi può mai volermi? >>
Non da al suo superiore tempo di rispondere e si dirige a passo spedito verso il retro dell’enorme tendone, dove sposta il lembo di questo ed entra in quel luogo assai strano che a lui ormai non fa più effetto.
La sensazione che quel luogo sia infinito, le mille sfumature di colori che si alternano, le bolle che incessantemente scoppiano e si rigenerano in movimenti che le fanno sembrare fatte di vernice sono indifferenti per Prospero che senza indugi muove i suoi passi nella direzione giusta senza essere minimamente frenato dal paesaggio tutto uguale che non sembra avere un filo logico.
Ma in realtà lo ha, e basta poco perché lui si ritrovi davanti la giovane donna che poco prima gli ha detto addio.
È girata, decide di richiamare la sua attenzione:
<< Non pensavo che le avessi fatto un tale effetto da volermi rivedere così presto, signorina >> dice ironico.
Lei si gira di scatto; i suoi occhi sono fissi, sul suo volto un sorriso ingenuo da a vedere la moltitudine di emozioni che dentro di lei stanno prendendo vita.
<< È… meraviglioso signore, come è mai possibile un effetto simile? >>
<< Nessun effetto mia cara, questo è il mondo dei sogni, dove tutto è possibile e niente è improbabile. Potrei sapere il suo nome, la curiosità mi sta uccidendo >> ammette lui cercando di tenere un tono calmo.
Lei tituba un attimo, poi dice:
<< Miranda >>
<< Gran bel nome. Quindi, Miranda, mi concede l’onore di farla girare all’interno del sogno? >>
Lei tende la piccola mano chiara e con un sorriso lo invita a cominciare il giro turistico.
È come un ballo. Un roteare incessante nel bel mezzo di un qualcosa di misterioso. Un’infinità di nuovi colori che come i due visitatori sembrano unirsi e dividersi con piacere. Un volare, saltare, cadere e rialzarsi continuo, accompagnato da gradevolissime risate.
Ed è inevitabile, lo sanno entrambi: questa notte non può finire.
E sanno anche che c’è un solo modo per far si che due persone rimangano unite per sempre.
Ed è un attimo: un sorriso, un assenso con la testa e già volano, e i loro corpi posti orizzontalmente uno sopra l’altro non chiedono altro.
È diverso, è speciale... Ora i colori vanno più veloci, sincroni ai battiti del cuore. Ed è proprio insieme ad essi che piano piano tornano ad un movimento regolare. E mentre anche i due uomini si calmano e un sorriso si apre sui volti di entrambi lei dice:
<< Moira, il mio vero nome è Moira… >>
Non c’è il tempo di rispondere, i dintorni divengono sempre più luminosi e un senso di claustrofobia colpisce entrambi.
<< È giorno… >> dice lui, affranto.
Quella frase è l’ultima che può dirle. La vede sparire, tornare fuori dal tendone, come se non fosse successo niente, come se veramente fosse stato tutto solo un sogno.
Lei apre gli occhi d’improvviso, non lo ha più davanti, è di nuovo in fila… ma è giorno.
 
E un altro paio di occhi si aprono improvvisamente, Prospero è ancora lì, anche lui appena uscito da quel sogno reale che da anni lo fa star male. Celia è l’unica cosa di lei che ancora ha, ma non gli basta…
   
 
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