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Autore: lallaisle    07/02/2012    6 recensioni
Dinan, Bretagna. una ragazza sola conoscerà l'amore della sua vita per pura casualità. Storia d'amore per chi ci crede ancora.
leggete e commentate. ps. è la mia prima storia :) siate buoni :P
(Bella/Edward) nessuno scopo lucrativo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quando t’incontrai la prima volta, non pensai che tu saresti potuto essere così fondamentale per me, di così grande spessore nella mia vita. Un’ essenza che mi avrebbe accompagnato per le lunghe e fredde giornate invernali che caratterizzavano la mia città. Stavo portando il mio amato beagle a spasso, quando ti scorsi tra la gente. No, non sto descrivendo la storia della “carica dei 101”, no, il mio cane non è scappato e non è successo niente di davvero sorprendente o imbarazzante. Ricordo solo che è questo il momento in cui t’ho visto, t’ho notato per la prima volta. Tornai a casa un po’ scossa: mai avrei pensato di vedere una persona tanto particolare e affascinante in questo monotono borgo della Francia del nord. Mi trasferii a Dinan all’età di 23 anni, dopo aver studiato lingue in un collegio svizzero. Era il paese dei miei sogni, un piccolo angolo di paradiso bretone ancora intatto, sebbene affidato alle mani dell’uomo. Lavoro in un’ enoteca non lontana dal fiume, vicino a tanti altri negozietti di souvenirs e di prodotti tipici. Mi piace la mia vita. E’ una vita molto tranquilla, ho un lavoro stabile, una casetta tutta mia e il mio adorato compagno di vita: il mio cane, Jojo. Solo che da quando ho visto quell' uomo, ho iniziato a pensare che in realtà la mia vita è molto vuota.. Esiste il colpo di fulmine? Credo nell’amore, ma come posso essermi “innamorata” di un uomo coperto quasi del tutto, vista la stagione, del quale ho intravisto solo sorriso e mani? E’ impossibile! Stavi comprando il giornale sportivo ed una confezione di sigari; avevi un’aria molto disinvolta nel tuo cappotto scuro e tenuta da lavoro. Dopo un po’ ti ho perso tra la folla ed iniziò a piovere. Inizialmente corsi al riparo sotto la terrazza di un bar, dopo 5 minuti sotto la fitta pioggia francese corsi a casa. In Francia piove sempre, ma a me non dispiace.. correrò il rischio di prendermi mille malanni, ma in casa mia non c’è neanche un ombrello. Tornata a casa misi in ordine il mio salotto, coccolai un po’ Jojo, feci una doccia calda e dopo essermi messa la camicetta da notte regalata da mia sorella, mi misi a letto dove dopo 10 minuti di lettura crollai e m’ addormentai come una bambina. Mi addormentai alle undici e mi svegliai alle 4 e mezza di notte. Non chiusi più occhio.. Pensai, pensai, pensai. Ovviamente lui era stato il protagonista dei miei sogni quella notte, ma anche il soggetto di ogni mio pensiero durante il giorno successivo. Decisi: dovevo trovarlo. Ma come si fa a trovare una persona "x" tra le tante di un paese? E se fosse un turista? Probabile era un uomo sposato: con tutto il fascino che esercitava sembrava strano non avesse una donna, almeno. Il giorno dopo prima di andare al lavoro, andai dal giornalaio, comprai una rivista di cucina ed uscii. Mi sedetti al tavolino del bar vicino al giornalaio ed aspettai.. Mi sentivo una bambina. Dopo un quarto d’ora m’alzai e andai all’ enoteca demoralizzata. Passarono due settimane, non lo incontrai più. Rassegnata decisi che dovevo abituarmi all’idea che le fantasie difficilmente si realizzano. Passò un mese, nulla cambiò. Un giorno verso le 5 di pomeriggio entrò un uomo nell’enoteca e mi chiese quale fosse il vino migliore che avessi. A primo impatto non mi resi conto di chi fosse o la mia distrazione fissa non m’aiutò nell’ identificarlo, dopo qualche secondo, alzai la testa dai cataloghi e lo vidi. “Avrò fatto un sorriso così grande che m’avrà presa per un’idiota” ,pensai. Lui si mise accanto a me e lesse il catalogo, con tanto imbarazzo lo aiutai a scegliere. Alla fine prese un “Calvados” e mi disse che era un regalo. “Ecco, lo porterà alla sua donna, lo berranno e brilli se la spasseranno”, pensai. Non so cosa sia uscito dalla mia bocca, che suono fosse.. ma lui lo sentì e mi chiese: “C’è qualcosa che non va?”. Ammutolì per un istante, ma poi gli risposi, forse con troppa schiettezza “per chi è il regalo?”. Lui mi guardò con un’espressione particolare, poi mi giustificai dicendo “Così le preparo una bella confezione, in base alla persona: Al capo ufficio una formale, classica, elegante.. ad una donna potrei abbinarci qualche fiore, qualcosa di frizzante”. Sorrise timidamente. “In realtà è per mia madre, stasera ha invitato me e i miei fratelli a cena, pensavo fosse carino portarle un qualcosa di buono da bere” disse e poi riprese “Lei che confezione regalo farebbe ad una madre?”. Improvvisamente ripensai a mia madre morta in quell’incidente d’auto, quando avevo 12 anni e mi bloccai. Mi cadde la bottiglia dalle mani e non so quale Dio m abbia aiutato: lui la raccolse al volo. “C’è qualcosa che non va? La mia presenza, le mie parole la turbano?” Scoppiai a piangere come una bambina e lui imbarazzato estrasse un fazzoletto di seta dal suo doppiopetto. Si scusò e mi alzò da terra, stava per andarsene. Lo fermai. Mi scusai sinceramente per il mio comportamento da tredicenne, m’asciugai le lacrime dal viso e iniziai a impacchettare la scatola della bottiglia. “Ma è psicopatica questa?”, avrà pensato. Alzai il capo e gli sorrisi, poi affrontai il discorso: “Sa, non sono pazza, almeno penso, scusatemi .. E’ che ,le spiego, io non ho una madre e pensarci mi ha creato un nodo allo stomaco, non volevo, non voglio sembrarle una perfetta cretina e solo che sono solo un po’ stanca, tutto qua”. “Non si preoccupi, mi spiace averle fatto pensare a sua madre, non volevo farla piangere”. Mi strinse una mano, poi accortosi del gesto la ritirò con fare freddo e cambiò argomento: “Quanto viene tutto?” “In teoria verrebbe 45$, in pratica può prenderla gratuitamente: stava per cadere, l’ha presa al volo, poi è per sua madre. La prenda senza problemi, non faccia complimenti, le mamme sono straordinarie!” Non sapeva cosa rispondermi. "Nei suoi occhi s'intravede il suo cuore spezzato" ricambiò argomento. Era vero.. non sono mai stata brava a trattenere le emozioni; la gente diceva che dai miei occhi si vedesse tutto. In quel momento non so cosa stessero comunicando i miei occhi, ma mi sentivo morire il cuore. "mi piacerebbe potermi sdebitare moralmente per averle rovinato la giornata, ha voglia di parlare con me uno di questi giorni davanti ad un caffè?" continuò. Rimassi esterrefatta.. certo che lo volevo! Ma non volevo parlare di me, volevo rimanere ore a sentire la sua voce forte e sicura.. la sua voce penetrante. "Certo, ma non vorrei essere un disturbo" risposi. Lui sorrise e rispose "Non amo vedere le donne piangere, essendone stato io la causa vorrei sdebitarmi..non è un disturbo". Stavolta sorrisi anch'io "che dire? grazie" risposi ancora imbarazzata, "ma sappia che lei non m'ha fatto piangere, è che sono stata io a non saper tenere a freno la mia emotività" . "Non importa.. mmh allora facciamo domani pomeriggio verso le 7?" "Va benissimo" "Passo a prenderla da qui, questi comunque sono i 45$ per il Calvados, è stata molto gentile.. a domani" "A domani". Uscì dal negozio con la sua eleganza e lasciò una scia di profumo di sigaro, inspirai ad occhi chiusi quel profumo e pensai che quello era stato solo uno strano sogno.. [SECONDO CAPITOLO] Incontro "Cosa mi devo mettere?" se mi vesto troppo elegante sembra che io l'abbia fatto apposta, ma non posso vestirmi come mi vesto sempre! non posso mettermi una camicetta ed un paio di jeans.. "Trovato!" Misi un completo blu carino che comprai in un viaggio a Londra e dei tacchi medi, così da non esagerare. Misi un profumo che usavo solo nelle occasioni speciali.. un aroma misto tra fiori di campo e iris.. un profumo che adoravo. Un filo di trucco naturale: rossetto color rosa carne e un mascara blu per sottolineare i miei occhi color cioccolato. Indossai un cappotto caldo e uscii di casa verso le sei per andare all'enoteca. Appena arrivai lo vidi. Era possible che fosse già la' ? L'appuntamento era alle 7. Gli andai incontro e lo salutai, lui mi fece un caldo sorriso e mi porse la mano. "Sa..? Sono sempre agitato quando si tratta di appuntamenti, quindi ho iniziato a prepararmi dalle 4..e sono qui da un'oretta.. speravo aprisse prima l'enoteca: prima la vedevo e meno sarei stao ansioso.." "Mi spiace essere arrivata tardi, ma ho dovuto anche portare a spasso il mio cane e dargli da mangiare.. poi l'ho lasciato ad una dogsitter di fiducia. Il tempo di tornare a casa e prepararmi ed eccomi.. mi spiace per questo ritardo.. non volevo" "Shhh..si figuri. Io dovrei smettere di essere anticipatario..Ma, sa, ero davverso ansioso.. e poi volevo prenderle dei fiori. Ma non sapevo che fiori le piacessero così sono andato sui dei fiori semplici: delle margheritine bianche." "Sono meravigliose" Sorrisi e ringraziai. Mi sentivo avvampare.. le guance sembrava che stessero per esplodere da un momento all'altro. Mi portò in un bar verso un piccolo molo sul fiume, un luogo tranquillo e discreto. decisi di rompere il ghiaccio: "com'è andata ieri da sua madre?" chiesi. Lui non sapeva cosa rispondere, aveva paura di toccare un qualche punto debole. "Bene, adora il Calvados, grazie per il consiglio" :) "E' il mio mestieri", gli sorrisi. "Sa qual'è la cosa strana?" continuai, "Non ci siamo neanche presentati" "Che sbadato, sa ho letto il suo nome in un certificato che stava appeso nell'Enoteca, Isabella, e ho dimenticato di dirle il mio" mi porse la mano "Piacere Edward" "se posso permettermi, Edward vorrei ci dessimo del tu, sembra un incontro molto formale.. ed io odio gli incontri formali, invece sono così felice d'essere qui". Mi scappò con un fil di voce.. Lui sorrise e il suo sguardo s'accese, era ancora più bello di quello che ricordavo: i suoi occhi erano cangianti, verdi che si mescolavano al marrone per diventare color nocciola, i suoi capelli erano di un biondo miele con riflessi ramati.. era spettacolare, e il suo accento inglese lo rendeva elegante ed affascinate. Sempre impeccabile nei gesti sembrava un Dio.. ed io ne ero cotta dal primo istante in cui lo vidi tutto imbacuccato sotto la pioggia. Lui si sollevo rapidamente e posò un casto bacio sulla mia gota arrossata e guardandomi negli occhi mi disse: "Davvero è felice di questo incontro?" Sì che lo ero! "Certo" risposi timidamente. Mi accarezzò la guancia e disse "Andiamo a fare una passeggiata? Oggi stranamente il tempo è bello, s'intravedono le stelle" . Ci alzammo, lui mi aiuto e mettere la giacca, pagò i due the e uscimmo. Arrivammo sul ponte vicino al fiume e disse: "E' meravigliosa questa piccola città, non trovi Bella?" avvampai,nessuno m'aveva mia chiamato così . "ma tu sei senz'altro più bella" continuò. Mi girai, lui mi abbracciò. "Era da tanto che ti cercavo, cercavo una donna come te: sensibile, ancora pronta a provare emozioni e a mostrarle, a farle trasparire in quegli occhi color cioccolato che sembrano foglie d'autunno. Sembro affrettato, lo so, ci conosciamo da poco, ma vorrei vederti ancora.. mi rende felice la tua presenza" Non capivo cosa stesse succedendo, non pensavo potessi mai piacere ad un uomo del genere.. era troppo perfetto! Mi donò un leggero bacio sulle labbra ed io accostai le mie alle sue.. fui invasa dal suo profumo e persi ogni capacità d'intendere e volere! Quando vide la mia reazione continuò il bacio approfondendolo, percepivo il suo sapore sulle labbra. Si staccò da me e sorridendo disse "Grazie" mi riabbracciò e posai il volto nell' incavo tra il suo collo e la spalla, sembrava fosse fatto per me. Mi accompagnò a casa con la sua macchina, ci salutammo con un bacio questa volta ancora più dolce e malinconico per la divisione e ognuno tornò a casa sua. ogni giorno trovavo un fiore diverso all'enoteca, questo accadde per una settimana. Il settimo giorno trovai una rosa rossa con un biglietto "Passo alle 8 sotto casa tua, c'è una sorpresa, un caldo bacio. Edward" Sorrisi e corsi a prepararmi. Andai dalla parrucchiera per farmi una piega decente, optai per i i boccoli, donando dolcezza al volto. tornata a casa indossai un vestito nero elegante, misi i tacchi e dopo un filo di trucco naturali ero pronta. Jojo scodinzolava ed io ero felicissima. Scesi con 10 minuti di ritardo e lo trovai con un mazzo di rose rosse in una mano e una bustina nell'altra. Venne da me, mi porse le rose e il braccio, quando arrivammo vicino alla macchina disse "Questo è un piccolo regalo per te, scartalo Bella" scartai impazientemente il regalo, come una bambina il giorno di natale.. aprì la scatolina e ci trovai un ciondolo: era a forma di bottiglia con sopra inciso il nome "calvados", lo guardai sorpresa e ammise sorridendo "Grazie ad una bottiglia di Calvados che stava per frantumarsi, cadendo al suolo, ho conosciuto la donna più bella che io abbia mai visto" Lo abbracciai e gli detti un bacio sulle labbra, stavolta bisogna di scoprire il suo sapore.. di sentirlo nel bacio. il bacio era passionale, lui se ne accorse, schiudemmo le labbra e le nostre lingue s'incontrarono, le sue mani scivolarono sui miei fianchi ed io mi strinsi ancora di più a lui, l'uomo che mi stava facendo perdere la testa. "Sei bellissima, te l'ho già detto?" disse quando le nostre labbra si staccarono. "T'ho mai detto che sei il mio miracolo personale?" affermai lasciando da parte la mia solita timidezza. "Lo credi davvero Bella, davvero cara?" "sì" risposi riposando le mie labbra sulle sue. Ero davvero felice. "Ma la sorpresa non era questa! vieni!" salimmo in macchina e mi portò vicino ad un grandissimo prato, "Quella che vedi lì in fondo è casa mia tesoro, ho preparato una cena per noi due, così potremo parlare in pace, senza occhi indiscreti, se vuoi.." "certo, mi farebbe piacere conoscere il tuo mondo Ed". scendemmo, mi prese per mano e mi dette un bacio sulla guancia. anche stasera il cielo è stellato come quello dell'altra volta.. un cielo che sembrava insignificante se messo a confronto con gli occhi del mio amore. Entrammo nella sua bellissima dimora, gli porsi il cappottino e guardandomi disse "seguimi" Dopo aver percorso un lungo corridoio arrivammo in una stanza piena di rose, lo guardai e mi disse "Conta le rose. ogni rosa corrisponde ad un anno che voglio passare con te Bella" "Ma sono troppe da contare!" "appunto Bella, amore.. vorrei stare con te più tempo possibile, finchè potremo" mi baciò e sorridendo dissi contro le sue labbra "Grazie Ed, davvero.. non so che dire" "Di che provi qualcosa per me, anche un piccolo affetto, il mio per te è così grande che basterebbe per entrambi, anche di più.." "Ed io non provo un piccolo affetto nei tuoi confronti.. il mio cuore batte per te, sono due mesi che ti penso e che ti voglio.." Detto questo iniziammo a baciarci con ardore, con sentimento fin quando lui non disse "Oddio la cena! si sarà bruciata tutta! che figuraccia!" scappammo in cucina, ma l'odore non era quello di qualcosa di bruciato, al contrario era un odore buonissimo. Aprì il forno e posò sul tavolo una crostata ed una teglia con del pollo e delle patate. "Non sono bravo a cucinare i primi" ammise sorridendo e grattandosi la nuca, gli detti un bacio a sciocco e dissi "Mi bastava anche un bicchier d'acqua, l'importante è che ci sei tu Edward.. il resto non conta" dopo un lieve bacio per convicerlo mangiammo quel che aveva cucinato.. era tutto buonissimo! Per sfotterlo un pò chiamai Ed "chef" tutta la sera.. avevamo appena finito di mangiare il dessert.. lui si alza e riempie entrambi i calici con del vino "A te amore, Bella, ti chiamo amore perchè tu per me sei l'immagine di questo grande sentimento.. Grazie per essere qui" Si avvicinò a me, m'accarezzò i capelli, il volto, il collo.. prese le mie mani che lo imitavano tra le sue e mi baciò, stavolta con un impeto ed una passione travolgente.. ero stregata.. ero folle di lui. quando le sue mani iniziarono ad accarezzarmi la schiena nuda per la scollatura del vestito, gemetti e senza pensarci iniziai a sbottonargli la camicia. Mi guardò sorpreso e mi baciò il collo, passando la lingua sulla pelle calda.. mi guardò negli occhi in cerca di un mio consenso, consenso che non gli fu negato. Mi sfilò il vestito e inziò ad accarezzarmi con le sue mani favolose. Mi condusse verso la sua stanza da letto. Facemmo l'amore con dolcezza, come fosse un rito sacro, lo facemmo tante volte, mai sazi di scoprire i nostri corpi innamorati. M'addormentai tra le sue braccia e mi risvegliai con i suoi caldi baci. "Scusami se t'ho svegliato dolcezza, ma mi mancavano troppo i tuoi occhi" sorrise, mi si sciolse il cuore. "Mi mancavano le tue coccole, grazie per avermi svegliato" mi alzai e gli baciai il naso. "Cosa preferisci? colazione dolce o salata?" "Mmh qualcosa che sia dolce come le tue labbra" "Allora arrivo subito con un croissant ed un bacio speciale" Sorrisi e attesi un suo bacio. Il bacio era di nuovo carico di passione, ed io non potetti resistergli. Finimmo per rifare l'amore, persi nei nostri occhi, persi nel nostro amore. Sono passati 4 anni dal nostro matrimonio, 3 dalla nascita della nostra piccola Renè, uno e mezzo dalla nascita di Jiulie.. siamo ancora follemente innamorati e mai sazi del nostro amore.
  
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