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Autore: Betta3x9    07/02/2012    9 recensioni
13. "Credevo fossi morto tre anni fa, alla Cascata della Medusa". Mormora John, in piedi in mezzo al marciapiede di una strada qualsiasi, con persone qualsiasi a pochi passi da loro. "Come hai potuto - " (Come hai potuto farmi questo, Dottore?)
[Wholock]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: Cross-over, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Note: Non posso nemmeno dire di averci provato, perché è OOC, questo (perdonatemi). Si fa per ridere, diciamo.
 Per il resto, ho trovato terribilmente divertente l'idea di Sherlock che gioca a Cluedo e perde. L'assassino è la vittima - geniale.

§




Sherlock sbuffò - era uno dei suoi versi da che caso stupido. Non c'è nulla di più divertente?
John cercò d'ignorarlo con tutte le sue forze.

"Oh, andiamo! Questo caso è semplicissimo! Guarda le sue orecchie: è ovvio che sia la figlia del fantino in cerca di vendetta! E le persiane blu, non le ha viste? Che idiota - che completo branco d'idioti! Come fanno a non capire che il colpevole sia la fidanzata di quel tipo?"

John allungò la mano sul telecomando e spense il televisore. La faccia di Jessica Fletcher sparì dallo schermo.

"John? Perché hai spento?"
"Non guarderò più nessun film con te"
"Perché?". Sherlock aveva un'aria perplessa, come se davvero non capisse.
"Certe volte penso che tu non sia umano".
"Mi annoio".
"Appunto".
"E cosa fa la gente normale, allora, quando si annoia?"

La gente normale guarda la tv senza dedurre il colpevole di un giallo dal colore delle persiane, Sherlock - John si limitò a pensarlo. Andava molto fiero del suo autocontrollo.

"Potremo giocare a Cluedo. Scommetto che ti piacerà". Harry andava pazza per quel gioco, da piccola. John l'aveva conservato: era tutto rovinato, ma le pedine e le carte erano complete. Ricordava di averlo infilato distrattamente sotto il letto, il giorno che aveva disfatto le valige nella sua nuova stanza al 221B.

"Perché no?".

John ancora non sapeva di essersi fregato con le sue stesse mani.


Mrs Hudson stava placidamente bevendo la sua tazza di the, con Mrs Peacock tra le dita. Aveva detto qualcosa sul fatto che il colore blu le donasse particolarmente.

(John l'aveva invitata ad unirsi a loro, visto che il gioco prevedeva un minimo di tre giocatori, e la donna aveva accettato subito. Sospettava che anche lei non volesse perdersi lo spettacolo di Sherlock che fingeva di essere una persona normale, giocando a Cluedo).

John constatò che Sherlock aveva un'aria terribilmente perplessa, davanti al tabellone aperto - nei limiti in cui il celebre Sherlock Holmes potesse avere un'aria terribilmente perplessa, certo.

"Spiega". Si limitò a dire, e poi prese a fissare John con attenzione: era John quello che gli leggeva i giornali o i messaggi, e sarebbe stato lui a leggergli le regole. Era così che funzionava.

John afferrò il colonnello Mustard, la sua pedina preferita, ed iniziò a spiegare. Quando finì l'espressione dell'altro non era cambiata granché.

"Tieni". Si limitò a dirgli, passandogli il reverendo Green. Lui e Harry l'avevano sempre considerato la pedina più sfigata. Lui e Mrs White - che, ora che la guardava bene, somigliava un po' a Mrs Hudson. Cercò di non ridacchiare come il cretino che sospettava di essere, guardandola sottecchi.
"Perché proprio questa?". Protestò Sherlock. "Non mi piace il verde. Non c'è rossa?"
"La pedina rossa è Miss Scarlet. Se non ricordo male, gestisce un bordello illegale". (*)
"Interessante. E in che rapporti era con la vittima?"
"Io... Non lo so. Ma che c'entra?". Era John quello con l'aria terribilmente perplessa, ora. Lanciò un'occhiata a Mrs Hudson, in cerca d'aiuto, ma lei si limitò a sorseggiare il the.
"I dettagli sono essenziali. Parlami della vittima. Dov'è stato rinvenuto il corpo? E da chi?"
"Sherlock, io non..."
"E dove? Non c'è un'immagine di questo dottor Black? Come posso risolvere il caso senza indizi?".  
"... Tira i dadi, Sherlock"

Nel giro di cinque minuti, Mrs Hudson pareva in vantaggio, la pedina di John aveva preso residenza in sala da biliardo e Sherlock avanzava dei sospetti su una presunta relazione tra il professor Plum e la procace Miss Scarlett. John aveva sempre sospettato fosse una donna poco raccomandabile.

In capo ad un paio di minuti, Sherlock si era messo in testa d'indovinare che carte avessero in mano gli altri due. Quando Mrs Hudson era sbottata in un: "Sherlock caro, non si gioca così!" -  aveva borbottato qualcosa sul fatto che lui non barava, si limitava ad osservare, ma aveva smesso. O, quantomeno, aveva smesso di farlo a voce alta.

Subito dopo, Sherlock se n'era uscito dicendo che aveva bisogno di una testimonianza del Colonnello Mustard. John si sentì un po' offeso che sospettasse proprio della sua pedina.

"Come diavolo posso dedurre i moventi di pezzi di ferro?". Ringhiò Sherlock, più irritato di quanto fosse ragionevole aspettarsi.

John aveva seppellito la faccia tra le mani e aveva provato a spiegargli - per la sesta volta o giù di lì - che non era così che funzionava il gioco. Sherlock l'aveva guardato con un'espressione incolore e, senza aggiungere nulla, aveva iniziato una meticolosa osservazione del tabellone.

Mrs Hudson, un po' divertita, si era limitata a chiamare Miss Scarlet e la corda in cucina.

"E' altamente improbabile che Miss Scarlet possa aver sopraffatto un uomo robusto come pare essere il dottor Black con una corda! In una stanza così piena di attrezzi e coltelli in vista come la cucina, poi!"

John l'aveva ignorato e aveva passato la carta raffigurante la corda a Ms Hudon. Ovviamente Sherlock aveva subito indovinato che carta fosse.

Al giro successivo Sherlock aveva annunciato trionfante di aver capito tutto. "E' stato un suicidio". John pensò che il suo coinquilino non fosse un genio, ma un cretino; il diretto interessato glielo lesse in faccia e si offese.

"Un suicidio, Sherlock caro?". Mrs Hudson aveva l'aria di qualcuno che pensa di non aver sentito bene.
"Un suicidio, certo. Non c'è altra spiegazione. Il tocco di classe è stato radunare tutte queste persone poco raccomandabili per concentrare le indagini su di loro. Dovrei indagare sul Sir Hugh Black, lo zio, per essere sicuro di alcuni particolari".
"... Non può essere un suicidio. Non è previsto dalle regole!".
"Bhè, allora le regole sono sbagliate". Sbottò Sherlock.

John decise che fosse ampiamente ora di metter fine a tutta quella storia ridicola.

"Bene. Tu indaga pure sullo zio. Io, intanto, dò la soluzione. Vediamo... Per me è stato il Reverendo Green, nell'anticamera, con il tubo di piombo".
"Ridicolo". Borbottò Sherlock. "Commettere un delitto nell'ingresso. Con un tubo di piombo che viene dalla serra. Andiamo. E' una delle cose più stupide che io - "  "Ho vinto".  John fece un sorrisino trionfante, mentre la loro padrona di casa iniziava a mettere a posto le varie carte e pedine.

"Tutto questo è ridicolo. Non ha alcun senso. La gente normale fa giochi senza senso!"

John lo ignorò e andò in cucina a fare il the per tutti. Si ripromise di non giocare mai più a nessun gioco da tavolo con Sherlock Holmes.
Si ricordò di avere anche l'Erede misterioso, sepolto in qualche cassetto; decise che, alla prima occasione, l'avrebbe regalato alla biblioteca.

Quando tornò in sala, il tabellone del suo povero Cluedo faceva bella mostra di sé al lato del caminetto, infilzato con un coltello alla parete. Era troppo emotivamente provato per lamentarsene.
Mrs Hudson doveva essere scesa - altrimenti avrebbe certo protestato per il trattamento riservato al suo muro - anche se questo era certamente un notevole passo avanti per qualcuno abituato a piantare proiettili nelle pareti. Sherlock aveva una strana concezione di arredamento.

Incredibile come una semplice partita a Cluedo possa stancare così tanto, considerò John, spalmandosi sul divano. Vivere con Sherlock Holmes era senza dubbio un lavoro sottovalutato.

Sorseggiò il the e si guardò intorno, cercando di vedere l'appartamento come l'avrebbe visto un estraneo: il teschio sul camino, la posta infilzata sulla mensola con un coltello, libri e fascicoli sparsi con noncuranza sul pavimento, pezzi di cadavere in frigo e ora il tabellone di Cluedo infilzato sul muro. Certe volte trovava francamente preoccupante la naturalezza con cui riusciva a considerare casa un posto simile.

Poi Lestrade si attaccò al citofono del 221B di Baker Street per offrir loro una partita al Cluedo dei sociopatici - e John smise di pensare a simili sciocchezze.

Fine.







* Mi riferisco al film tratto da Cluedo: "Signori, il delitto è servito". (Mi piace un sacco!)


Anche a voi succede sempre che le partite a Cluedo degenerino in una sottospecie di soap opera piena di tresche? (La coppia più quotata è sempre il Colonnello Mustard/Miss Scarlett. Oppure Il Professor Plum, certo).
Per il resto, scusatemi ancora. :/
   
 
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