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Autore: EtErNaL_DrEaMEr    07/02/2012    4 recensioni
A mezzanotte e mezza, al buio, mi metto a pensare alle Invisibili.
A tutte quelle che, come me, dipendono dalla presenza di qualcuno che non le vede.
A tutte quelle che si guardano allo specchio, ma non si vedono.
E mi sale la rabbia, la voglia di reagire. E' ora di diventare Visibili. E' ora di prendere il toro per le palle - o la vita per le redini, se volte un'immagine più poetica e meno terra terra - e iniziare a vivere per noi.
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Elogio alle Invisibili

 

 


E' notte, sono stesa sul mio letto. Il cuore mi batte ancora troppo forte per addormentarmi, e allora inizio a pensare alle Invisibili.
Sì, alle Invisibili. A me, dopotutto.
Inizio a pensare che sto qui a torturarmi, a struggermi, a pensare a qualcuno che forse nemmeno sa della mia esistenza. E se lo sa, si impegna a non farmelo notare.
Penso che la mattina dopo mi sveglierò con un terribile mal di pancia al solo pensiero che probabilmente lo vedrò di lì a poche ore e non saprò come comportarmi.
Poi penso che mi truccherò – non molto, il solito – e mi vestirò, cercando di immaginare se gli piacerò.
E poi, quando il cuore inizia a battere ad un ritmo più regolare, penso che noi Invisibili siamo proprio sceme.
Siamo delle fesse.
Noi viviamo nell'attesa. E spesso si tratta di attendere un qualche deficiente che non si accorgerebbe di quanto siamo meravigliose neanche se girassimo con una freccia al neon attaccata al culo. O alle tette, dipende da dove siete più fornite.
Non parlo spinta da un qualche cieco orgoglio femminista, e non sto facendo esercizio di auto-convincimento. Parlo spinta da un minimo di amor proprio.
Penso rumorosamente, come se tutte le Invisibili del mondo potessero ascoltarmi, e in un qualche modo spero davvero che lo stiano facendo, grazie ad un qualche strano legame telepatico. Me le immagino tutte lì, distese nei loro letti a fissare il soffitto buio senza riuscire ad addormentarsi.
Mi chiedo come mi sia uscita questa cosa delle Invisibili... Poi, come in punto di morte – anche se grazie al buon Dio, questo non è il mio punto di morte – mi passano davanti gli ultimi lunghi, agonizzanti mesi. Allora capisco che questa cosa delle Invisibili ha senso – potrei quasi scriverci su un libro, un romanzetto tascabile tipo Harmony ma senza sesso... No, non credo funzionerebbe.
Comunque.
Dicevo che questa cosa ha una sua logica. Una logica che si rispecchia nel fatto che noi Invisibili siamo come avvolte dal mantello di Harry Potter, ma non ce ne rendiamo conto.
Ci svegliamo, ci alziamo, ci laviamo trucchiamo vestiamo, il tutto con un solo pensiero fisso in testa: lui (o lei, le vie dell'amore sono infinite). Chissà quando lo rivedremo? Come sarà vestito oggi? Sarà da solo? Si sarà preso un raffreddore con il freddo di ieri? Uscirà con i suoi amici stasera? E tutte quelle mille idee e domande che solo un'Invisibile potrebbe farsi.
Così passiamo le nostre quotidiane ventiquattro ore con questo chiodo fisso in testa – un chiodo deficiente, permettetemi – e crediamo di vederlo ovunque, di sentire la sua voce dappertutto. Passiamo dall'essere in uno stato di depressione e fatica di vivere che gli zombie a confronto sono dei festaioli scalmanati all'improvvisa felicità quando il bipede fa il suo ingresso nel nostro povero campo visivo.
Vi sembra normale?
Alcune amiche ci dicono di smetterla. “Come?”, chiediamo loro indignate. Potrebbero loro smettere di pensare alla persona che vi fa rischiare l'infarto multiplo e la perdita di salivazione e il respiro corto di un fumatore incallito?
Altre ci dicono invece di passare all'azione. “Come?”, è la nostra mogia risposta. Riconosciamo che sarebbe la soluzione migliore, ma è davvero difficile trovare il coraggio di parlargli, quando le gambe tremano, la voce trema, noi tremiamo.
Davvero, o Invisibili, dobbiamo darci una svegliata.
Camminiamo per i corridoi aspettando di vederlo, tutte carine e sorridenti, con le budella attorcigliate dall'ansia che lui compaia. Nemmeno fosse il Messia.
Ci guardiamo allo specchio, e invece dei nostri occhi, ci pare di vedere i suoi, di immaginare come ci guarderebbero.
A volte cambiamo perfino le nostre abitudini, perché se magari andiamo a mangiare in quel posto, è più probabile che lui ci sia.
E tutto ciò sapendo perfettamente che forse lui nemmeno si ricorda le nostre facce.
Invisibili.
“E' l'Amore” potrebbe dire un osservatore esterno. E' l'Amore un gran paio di palle, mie compagne di sventura. E' che noi Invisibili siamo tragicamente cocciute!
Siamo incastrate in una via di mezzo, in cui non agiamo e non rinunciamo. Per qualche arcano e bastardamente ingiusto motivo, non facciamo parte di quelle che con uno sguardo fanno strage di cuori, né delle fighe, né delle mezze cesse che però hanno carisma e personalità da vendere. O magari siamo anche carine o cesse, ma ci manca quel qualcosa per farci notare, per scaraventare a terra questo mantello dell'Invisibilità.
Praticamente siamo delle sfigate.
No, detta così suona male. Diciamo che siamo diversamente fortunate. Che la dea bendata non ci ha guardato amorevolmente nel giorno della nostra nascita. Che... Ok, sì, siamo un pelino sfigate.
E così, finiamo per abituarsi così tanto a questa nostra situazione, ci sottovalutiamo al punto di diventare Invisibili.
Forse sto impazzendo. Blatero al soffitto buio, da sola, mentre in realtà so che domani mattina non cambierà nulla.
Sarò un'Invisibile anche domani. E dopodomani. E il giorno dopo ancora.
Finirò i miei giorni da Invisibile, tutte noi lo faremo.
Poi una macchina passa in strada, il riflesso dei suoi fari illuminano per un istante il mio soffitto scuro, e vengo colta dalla rivelazione. Sì, mie care Invisibile, come folgorata sulla via di Damasco, ma senza cadere da cavallo, ho trovato la soluzione. Ed è tremendamente semplice, anche per delle sciocche come noi.
Da domani, basta invisibilità.
Da domani, alzatevi e guardatevi allo specchio. Guardate voi, il vostro viso, i vostri occhi, la vostra bocca. Non la sua, la vostra. Specchiatevi, ammiratevi, sorridetevi. Non siamo invisibili, non per tutti almeno. Là fuori ci sarà qualcuno che ci noterà, e non parlo di un ripiego, di una magra consolazione o di una sciocca speranza. Qualcuno ci noterà davvero, se prima ci notiamo noi.
Dobbiamo semplicemente amarci, Invisibili.
Guardiamoci allo specchio, alziamo la testa, apriamo gli occhi, usciamo di casa annusando il respiro della mattina fresca e nuova, sorridiamo al nulla.
Sorridiamo a noi.
Come un brindisi a noi stesse.
Pensiamo di essere Invisibili per uno, forse, ma Visibili per tutti gli altri.
Invisibili, da domani dobbiamo avere il coraggio di sorridere per noi.
Qualcuno, prima o poi, si accorgerà di quel sorriso, e se non lo farà nessuno, avremo sempre noi stesse.
… Mi rigiro tra le lenzuola, e temo di star impazzendo. Ho parlato con gente invisibile dell'invisibilità delle Invisibili. Sono al limite del ricovero.
Davvero ho proiettato tutte le mie paranoie in un monologo da centro igiene mentale?
Sono proprio scema, oltre che Invisibile. Anzi, lo ero fino ad oggi, da domani smetto.
Sono pazza.
… Però mi vien da ridere.

 



 

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Buonasera, pazzi lettori!:D
Penso sia la prima volta da quando sono su EFP che uso questo sito per pubblicare uno sfogo. Ed è un casino, perché cercavo un modo per scrivere uno sfogo senza farlo sembrare uno sfogo... Sì, sono davvero da ricovero. Comunque sia, prendete questa cosa qui sopra come una riflessione, ecco. Che esistano le Invisibili ne sono pienamente convinta, ma sono anche convinta che nessuno sia davvero Invisibile.
… Ok, la smetto di blaterare!
Dirò solo che non so nemmeno se questa cosa può stare su EFP, ma tant'è... Per il momento lo lascerò qui. 
Sinceramente non mi aspetto gran recensioni, ma ovviamente non vi sputo in faccia se mi dite che ne pensate.
Onore a voi che siete arrivati fin qui!;)


Alla prossima stoltezza che deciderò di scrivere, people!:D
... E mi raccomando, sempre un sorriso sulle labbra!


 

  
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