La prima cosa che fa non appena realizza davvero ciò che è appena successo – vale a dire un paio di ore dopo l’evento – quando esce dalla loro stanza, lasciandoli entrambi addormentati, finalmente, è prendere il telefono e tenere pigiato il numero tre per qualche secondo, il tempo che il numero memorizzato compaia sul display e la chiamata parta. È così stanco, felice e soprattutto sopraffatto che non pensa a nulla mentre si porta il cellulare all’orecchio e rimane lì ad ascoltare il segnale di linea libera perpetrarsi per una manciata di attimi. Il suo cervello non è neanche capace di fare una semplice addizione. Nove più otto, nove più otto... quanto fa nove più otto?
‹‹ Hey, beautif-- ››
È solo quando sente quell’accento inglese che si rende conto che la sua voce è l’unica che vuole sentire in questo momento.
‹‹ Jude-he’s-here! ›› dice in un sol fiato, le parole che gli scivolano veloci dalle labbra senza che lui sia in grado di trattenerle. ‹‹ He’s so cute, and little, and beautiful, and oh my god, I can’t even begin to tell you the way he looks, he’s just… he’s like the most pure thing I’ve ever seen, I really… I really can’t explain it… ›› la sua voce si affievolisce passo passo, finché non se ne rimane zitto, perso dietro a nuovi pensieri adesso.
‹‹ ... Robert? ›› chiama Jude, la voce allo stesso tempo stranita e preoccupata da quell’improvviso calo.
Ma dall’altro capo non arriva risposta. Così riprende la conversazione dallo slancio di allegria con la quale era cominciata.
‹‹ That’s wonderful, Robert! How much does he weigh? Does he have your eyes? I bet he does. So… he must be gorgeous, I mean… really gorgeous. ››
Lui continua a non proferire parola, lo sguardo fisso in avanti, oramai perso dietro un solo pensiero.
‹‹ Robert, baby, what’s happening? Tell me, please...? ››
Quell’appellativo spinge il tasto di sblocco in lui, facendo sì che riprenda a parlare, il tono basso e quasi dismesso ora, mosso anche dalla consapevolezza che l’altro lo ascolterà, perché lo ama, sì, e lo conosce forse anche meglio di chiunque altro.
‹‹ ... I’m not gonna be a good father, Jude. Not at all. I’ll try and try and try, but in the end… I’m just gonna be the same fucking mess as usual. Even more, if you consider everything else. I’ll be always… away, or working, or promoting stuff, or… or in London. Oh, Jude, what have I done? Why did you let me do this? ››
Si passa una mano sul viso e sospira profondamente e a lungo, chiudendo gli occhi e cercando di fermare quel flusso indiscriminato di pensieri che adesso si stanno accavallando nella sua testa, pazzi e confusi. Che casino.
‹‹ I did it because you wanted this kid, Robert. Remember? You used to say it was the last missing piece of your perfect life. With me, with Susan, with the whole world. You remember? And I knew you were right, so when you asked me about it, I said yes, without any hesitation. Because I trusted you, Robert. I still do. Otherwise, we wouldn’t be to this point now, you and I. It’s all because of you, you kept us together, despite it all. That’s why I know you’re gonna be a hell of a father, just the best for this kid. I love you, Robert, so please, believe what I say. ››
Rimane senza parole, letteralmente, a sentire tutto quel discorso. Soprattutto perché non è abituato. L’altro non parla quasi mai così tanto, in un’unica volta. Ma nel contempo avverte chiaramente qualcosa muoversi dentro di sé. Una nuova consapevolezza forse, o magari solo una rinnovata fiducia in sé stesso, anche per quanto riguarda l’aspetto privato della propria vita. Quello che gli ha sempre creato una marea di problemi.
‹‹ Jude? ››
‹‹ I’m here... ››
‹‹ I love you. ››
‹‹ Yeah, I love you too… But have you got what I’ve just told you? You’re gonna do perfect, babe. ››
Si prende qualche secondo prima di rispondere, ma quando lo fa, un piccolo sorriso gli increspa appena le labbra, facendo sì che la sua voce risuoni leggera e brillante come all’inizio della conversazione.
‹‹ My son needs to meet his stepdad as soon as possible. Don’t let him wait. ››
Questa volta è l’altro a rimanere in silenzio, e lui non può far a meno di notare il respiro leggermente cambiato che avverte nel telefono. Sa di eccitazione e di incredulità.
‹‹ S-Step--? ››
‹‹ You heard me. Bring your ass here, Englishman. Exton and I are expecting you within the end of the week. ››
Sorride piano tra sè e sospira, lasciandosi andare contro lo schienale della sedia.
Massì, forse dopotutto ce la posso fare.



AUTHOR'S CORNER: Le idee che vengono alle quattro di mattina x'D Perché comunque il mio headcanon deve andare avanti, a prescindere u_u Fanwriting is a serious business, bitch. E niente, non c'è molto altro da dire, se non che ho particolarmente amato Jude (sì, io amo i miei personaggi, I'm not even sorry) in questa flash one-shot, perché awwwww, è così tenero con Robert <3