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Autore: SereILU    08/02/2012    6 recensioni
I Warblers (o almeno alcuni di loro) devono decorare la Dalton per San Valentino.
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Il suo movimento, per nulla nascosto, attirò l’attenzione di Sebastian che, inorridito, fece un passo indietro.
“Non oseresti...” esclamò.
Thad ridacchiò, agitando la sua arma impropria.
“E chi te lo dice, Smythe?”
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Ora Nick non si capacitava dell’enorme cazzata che aveva fatto. Ok, aveva da sempre una cotta allucinante per Jeff, ormai lo sapevano tutti alla Dalton – tutti tranne Jeff probabilmente. Eppure non aveva esitato a buttare tutta la loro amicizia all’aria solo per un capriccio.
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La neve mi fa venire voglia di Fluff. In più, in questi giorni i Warblers mi hanno letteralmente conquistata.
Perciò, WARNINGS: Fluff | Slash | Niff (Nick/Jeff) | Thadastian (Sebastian/Thad)|
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: My Valentine.
Personaggi: The Warblers (Nick, Jeff, Sebastian, Thad, Trent).
Genere: Commedia, Romantico
Rating: Verde
Avvertimenti: Fluff, Slash
Nda: La neve mi fa venire voglia di fluff, che ci posso fare? XD
Dedico la storia a Thalia che ancora mi sopporta e che soprattutto condivide il mio amore ormai imperituro per la Klaine, Sebastian, la Thadastian e la Niff. <3

 
 

My Valentine

 
 
“Qualcuno mi ricorda perché stiamo facendo tutto questo?” la voce di Sebastian echeggiò appena lungo il corridoio, annoiata.

Thad alzò gli occhi al cielo prima di rispondere.

“Perché il consiglio ha deciso che possiamo perdere un’ora del nostro – e del tuo – prezioso tempo a decorare la scuola per San Valentino.”

“Andiamo ragazzi” intervenne Trent anticipando la risposta di Sebastian. “Non ricominciate a litigare per favore, fate come Jeff e Nick...”

Thad e Sebastian seguirono il suo sguardo fino a notare le due figure che, dall’altra parte del corridoio, ridacchiavano apertamente continuando ad appendere enormi cuori di carta, rosa.

“Oh certo...” commentò Sebastian, acido.

Trent lo ignorò. “Non sto scherzando. Se ci mettessi un po’ più di entusiasmo, magari finiremmo anche prima.”

Sebastian sbuffò, per nulla impressionato.

“Non ricordo di essermi proposto per una cosa del genere” disse.

Thad, a meno di un metro di distanza, decise che ne aveva abbastanza e, anche se sapeva che se ne sarebbe pentito quando fosse giunto il momento di ripulire, prese il barattolo dei glitter rigorosamente rosa che non avevano intenzione di usare e tolse lentamente il tappo.

Il suo movimento, per nulla nascosto, attirò l’attenzione di Sebastian che, inorridito, fece un passo indietro.

“Non oseresti...” esclamò.

Thad ridacchiò, agitando la sua arma impropria.

“E chi te lo dice, Smythe?”

Il loro scambio di battute attirò l’attenzione di Jeff e Nick, che si avvicinarono a Trent, intento ad osservare chi l’avrebbe avuta vinta. Dopotutto non era una cosa che si vedeva tutti i giorni no?

“Harwood” minacciò Sebastian in quel momento. “Non osare avvicinarti...”

Jeff ridacchiò, passandosi una mano tra i capelli, mentre Nick, attento e divertito, gli poggiava un gomito su una spalla, appoggiando la guancia su una mano per osservare meglio la scena.
Thad, ignorando completamente la minaccia, fece qualche passo avanti.

“Oh, andiamo Sebastian...” disse. “Non è niente di così mortale suvvia...”

“Sono glitter, Harwood” sibilò quello tra i denti, facendo un altro passo indietro. “Glitter!”

“Paura, Smythe?” intervenne Nick senza riuscire a trattenersi.

Sebastian non rispose, limitandosi ad una specie di ringhio, mentre continuava ad indietreggiare verso la grande scalinata di marmo.

Trent scosse la testa e si allontanò di qualche metro, per continuare il lavoro iniziato da Jeff e Nick. Loro due, invece, non erano per niente annoiati dalla scena e non avevano alcuna intenzione di muoversi.

Sebastian intanto aveva raggiunto i gradini e la balaustra di legno. Thad aveva continuato ad avanzare, imperterrito, verso di lui, sempre agitando il barattolo.

“Harwood...” Sebastian salì qualche scalino, attento a non voltargli mai le spalle. “Non provare neanche ad avvicinarti se non vuoi che ti appenda per le palle al corrimano.”

Thad scoppiò a ridere e si avvicinò ancora. “Come siamo volgari, Smythe...”

“Volgari un...” Sebastian si trattenne a stento. “Mi stai minacciando con dei fottutissimi glitter!”

Dietro di loro, Jeff e Nick continuavano ad osservare la scena, del tutto dimentichi del povero Trent, ancora intento a sistemare le ultime decorazioni in fondo al corridoio.

“Chi credi che vincerà?” domandò Nick all’improvviso.

Jeff ci pensò qualche secondo, studiando bene i due contendenti e le loro mosse. “Non lo so... se Seb riesce a correre via, Harwood non riuscirà mai a prenderlo.”

Nick annuì pensieroso.

“Hai ragione...” poi il suo sguardo si spostò sullo scatolone delle decorazioni, aperto ai suoi piedi. Riconobbe subito la lunga ghirlanda rossa che meno di due mesi prima avevano appeso all’albero di Natale. Lentamente, per non farsi vedere da Jeff, comunque troppo impegnato a seguire ogni movimento di Sebastian e Thad, si piegò sulle ginocchia e la afferrò, tornando in piedi pochi secondi dopo.

“Beh ragazzi, io qui ho finito...” la voce divertita di Trent rimbombò tra le mura di legno, direttamente dal fondo del corridoio. “Divertitevi!”

Gli altri quattro gli prestarono pochissima attenzione, soprattutto Thad e Nick, ormai totalmente concentrati nei loro ‘piani malvagi’. Fu Nick ad agire per primo.

Con un gesto veloce, afferrò saldamente la ghirlanda rossa e la fece passare attorno al collo di Jeff,  prendendo in mano entrambe le estremità. Jeff sobbalzò e sbatté le palpebre, improvvisamente perplesso.

“Ma che...?” provò a dire prima di interrompersi e fissare Nick con sguardo vacuo.

Nick ridacchiò.

“Scusa” disse. “Non ho saputo resistere...”

Jeff non si mosse.

“Perché?” chiese semplicemente.

“Perché almeno posso fare questo” rispose Nick. Poi, tirò le due estremità della ghirlanda e allo stesso tempo fece un passo avanti, posando un leggero bacio sulle labbra socchiuse di Jeff.

Sebastian aveva assistito alla scena e si era distratto, commettendo un grosso errore.

La risata di Thad lo riportò alla realtà troppo tardi, infatti Sebastian si voltò verso di lui e lo vide un po’ troppo vicino. Cercò di indietreggiare ancora, ma il destino era contro di lui: scivolò a sedere sul gradino superiore.

Thad, ancora ridendo, fece la sua mossa: svuotò il barattolo di glitter rosa sulla testa di Sebastian. Poi scappò via urlando e ridendo.

Jeff e Nick non lo sentirono neanche, troppo presi a guardarsi negli occhi e ad immagazzinare quanto era appena successo tra di loro.

“Nick, io...” tentò di dire Jeff, ma l’altro scosse la testa e abbassò lo sguardo.

“No, prima io” disse. “Mi dispiace, ok? Non avrei dovuto farlo...”

Ora Nick non si capacitava dell’enorme cazzata che aveva fatto. Ok, aveva da sempre una cotta allucinante per Jeff, ormai lo sapevano tutti alla Dalton – tutti tranne Jeff probabilmente. Eppure non aveva esitato a buttare tutta la loro amicizia all’aria solo per un capriccio, il capriccio di sentire se le sue labbra erano davvero morbide come sembravano.

“Nick” il tono di voce di Jeff gli fece alzare la testa per guardarlo. “Tranquillo...”

Nick sbatté le palpebre, confuso. Cosa significava tranquillo? Aveva appena mandato tutto a puttane, come poteva stare tranquillo? Ma Jeff sorrideva. Sorrideva.

“Non era proprio il modo in cui mi sarei aspettato che ti facessi avanti, ma non lo cambierei per nulla al mondo.”

Cosa? Chi? Come?

“Jeff, io... non capisco” ammise Nick, incapace di distogliere lo sguardo dai suoi splendenti occhi castani.

Jeff scoppiò a ridere.

“Andiamo! Credevi davvero che non me ne fossi accorto?” e con quelle parole, Jeff mise a tacere ogni altra possibile protesta perché si avvicinò a Nick e stavolta fu lui a baciarlo, poggiando delicatamente le mani sui suoi fianchi.

Dietro di loro, Sebastian fu costretto a sputare un’intera boccata di glitter a terra, sollevando poi lo sguardo sulla figura in movimento che era Thad, e lanciandogli un’occhiata omicida.

“Harwood...” ringhiò. “Questa me la paghi!”

Dopo di che, si alzò e corse verso di lui, ancora intento a pavoneggiarsi e a congratularsi con se stesso per aver coperto Sebastian Smythe di brillantini.

“Oh...” fu tutto ciò che Thad riuscì a dire prima di essere costretto a scappare a gambe levate per evitare la furia di Sebastian.

Cominciarono a rincorrersi per il lungo corridoio, del tutto dimentichi degli altri due e delle decorazioni.

“Smythe!” urlò Thad col fiatone. “Non prendertela! Era uno scherzo!”

“Te lo do io lo scherzo!” fu la risposta di Sebastian, che sembrava non avere alcuna intenzione di fermarsi, le scarpe che scivolavano sul pavimento lucido.

Dopo vari minuti, Thad si arrese: i capelli scompigliati, il fiato corto e le guance in fiamme, si appoggiò al lucido legno della parete prima di alzare le mani in segno di resa. Sebastian gli fu subito addosso.

“Tu!” quasi ringhiò.

Thad, pur sfinito com’era non riuscì a non scoppiare a ridere, ma allo stesso tempo non si arrischiò a rispondere.

“Dammi una buona ragione per non spaccarti subito la faccia” continuò Sebastian, mentre altri glitter continuavano a cadergli dai capelli dritti sulla divisa.

“Io...” provò allora a rispondere Thad, cercando di smettere di sghignazzare. “Era uno scherzo...”

“Non mi interessa se era uno scherzo!” esclamò Sebastian perdendo altri brillantini. “Mi hai tirato addosso dei fottutissimi glitter rosa!”

“Ti donano però, sai?” Thad si maledì per non essere riuscito a trattenersi, ma l’espressione arrabbiata di Sebastian era troppo esilarante, soprattutto perché illuminata a festa da tutti quei puntini luminosi.

Sebastian stava pregando tutti gli angeli, gli dei e i demoni che gli venivano in mente perché lo aiutassero a non perdere la pazienza, anche se l’idea di attaccare Thad al corrimano per le sue parti intime rimaneva piuttosto allettante.

In quell’istante, Thad sbirciò oltre la spalla di Sebastian e catturò l’immagine di Jeff e Nick, persi l’uno nello sguardo dell’altro mentre si scambiavano altri baci a fior di labbra, i sorrisi impressi nei loro occhi e nelle loro bocche.

Sebastian seguì il suo sguardo, osservando per un attimo i loro compagni, poi tornò a concentrarsi su Thad e rimase stupito nello scorgere qualcosa di strano nel modo in cui li guardava.

“Thad?” lui si voltò, e fissò lo sguardo in quello verde di Sebastian.

“Sì?”

“Perché li guardi in quel modo?”

Thad arrossì visibilmente e spostò gli occhi sul pavimento.

“Di che parli, Smythe?” rispose.

Sebastian ridacchiò.

“Mi prendi per stupido, Harwood?” disse.

Thad tornò a guardarlo con un sopracciglio alzato. “A volte” rispose.

Sebastian alzò gli occhi al cielo, ma scorse di nuovo quella scintilla nello sguardo del ragazzo di fronte a lui. Pochi istanti dopo capì di cosa si trattava.

“Sei geloso, Harwood?”

Thad arrossì ancora di più, ma non era disposto a cedere.

“Non so di cosa tu stia parlando, Sebastian.”

“Sei geloso!” e questa volta non era una domanda. “Ma di chi?”

Sebastian si voltò di nuovo verso Nick e Jeff, cercando una risposta.

“Non pensavo ti piacesse uno di loro” continuò.

“Infatti non è così” rispose Thad.

Sebastian spostò di nuovo lo sguardo su di lui, gli occhi ridotti a due fessure, concentrato. C’era gelosia nell’espressione di Thad, di questo ne era sicuro; ma di che chi? Di cosa? E poi, dopo aver lanciato un’altra occhiata a Nick e Jeff, Sebastian capì.

“Tu non sei geloso di loro” disse. “Sei geloso di quello che stanno facendo!”

Thad lo guardò con espressione di sfida, come a voler dire: non lo ammetterò mai.

“Vorresti che la persona per cui hai una cotta si accorgesse di te...” continuò Sebastian imperterrito.

Ogni parola era una pugnalata al cuore, per Thad. In quell’istante odiò la facilità con cui le emozioni comparivano sul suo viso, tanto palesi che anche Sebastian se n’era accorto.

“Complimenti Smythe, hai indovinato” sbottò quindi. “Vuoi un premio?”

Sebastian alzò un sopracciglio, sorpreso.

“Per chi hai una cotta, Harwood?” chiese.

“Non sono affari tuoi” rispose Thad, forse un po’ troppo velocemente.

Sebastian studiò il suo viso: le guance arrossate dalla corsa e dall’imbarazzo, gli occhi scuri appena più lucidi del normale, i capelli sempre in piega. Notò anche che il suo respiro era diventato leggermente più veloce e che quegli occhi evitavano i propri.

“Oddio...” fu tutto ciò che riuscì a dire Sebastian quando la soluzione gli si palesò davanti nella sua semplicità.

Thad sembrò trattenere il fiato, maledicendosi ancora una volta.

Poi, Sebastian fece qualcosa che, Thad ne era certo, aveva fermato il battito del suo cuore per qualche secondo: sorrise. Ma non il suo solito ghigno, un sorriso vero.

“Complimenti Harwood” disse poi. “Non ne avevo idea, sei stato bravo a non farmelo capire...”

Thad deglutì, notando che il corpo di Sebastian era pericolosamente vicino al suo e che il calore che emanava era pericolosamente piacevole.

“Ma di che...?”

E Sebastian si avvicinò ancora di più e lo baciò. Non fu delicato come Thad aveva sognato, né forte come lo stesso Sebastian avrebbe voluto. Fu un connubio di bisogno, dolcezza, e attesa.

Thad, il corpo schiacciato contro la parete di legno, sentiva di stare per annegare nel calore che le mani di Sebastian, ora artigliate alla sua giacca, sembravano trasmettergli. Sebastian, la mente annebbiata, cercava di non lasciarsi trasportare dalla sensazione che le labbra morbide dell’altro gli trasmettevano.

Finì troppo presto, e troppo tardi per far finta che si fosse trattato di un caso. Thad riaprì gli occhi, che inevitabilmente si persero in quelli verdi di Sebastian.

“Credo che tu non abbia più bisogno di essere geloso Harwood...” mormorò Sebastian con il fiato corto.

Thad cercò in lui qualche traccia di ironia, sperando con tutto il cuore che Sebastian non lo avesse usato solo per divertirsi. Non ne trovò. E, prima di poter anche solo tentare di evitarlo, si lasciò scappare una risatina e abbassò lo sguardo, improvvisamente timido.

Sebastian però sembrava cercare altrettante conferme e, poggiandogli delicatamente due dita sotto il mento, gli fece di nuovo alzare il viso verso di lui.

Thad non riuscì a cancellare il sorriso dal suo viso, ormai certo, anche grazie a quel gesto, che non si trattasse di uno scherzo. Alla fine anche Sebastian sorrise, di nuovo quel suo bellissimo sorriso.

“Credo dovresti andare a ringraziare Nick e Jeff” disse.

“Sai Smythe?” commentò Thad passandogli una mano tra i capelli e facendo cadere altri glitter. “Credo che tu abbia ragione.”
 
 

 
 
Nota autrice:
Ok, è inutile che vi dica che è tutta colpa della neve se ho scritto questa cosa XD. Però un po’ ne sono soddisfatta, sapete? Ci ho provato e ce l’ho fatta XD.
Ringrazio Thalia, ancora, perché non ha ancora tentato di uccidermi nonostante io sia peggio di una palla al piede.
Come sempre, grazie a chi perderà cinque minuti del suo tempo a leggere, recensire e bla bla bla! XD

SereILU

   
 
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