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Autore: Beapot    08/02/2012    12 recensioni
Per non dimenticare che, oltre ad essere il Prescelto, Harry è pur sempre un ragazzo di sedici anni alle prese con il suo primo amore.
[Sesta classificata al contest "Scienze&Faith" indetto da Ciara90 sul forum di EFP]
Genere: Sentimentale, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Seamus Finnigan | Coppie: Harry/Ginny, Lavanda/Ron
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Nick Autore: PotionFang (su EFP e Forum)
Titolo: Jealousy
Personaggi: Harry/Ginny. Dean, Hermione, Seamus (?)
Prompt: bottone
Canzone se utilizzata: Mr Brightside, The Killers
Citazione se utilizzata:
la donna raramente ci perdona d'essere gelosi, ma non ci perdonerà mai di non esserlo
Contesto: II Guerra Magica/ libri 5 - 7
Genere: Sentimentale, Slice of life, Song-fic
Rating: Verde
Avvertimenti: One Shot. Missing Moments (?)
Introduzione: Per non dimenticare che, oltre ad essere il Prescelto, Harry è pur sempre un ragazzo di sedici anni alle prese con il suo primo amore.
Eventuali NdA: Sono stata un po' indecisa se mettere Seamus tra i personaggi dato che compare davvero poco, ma forse ha un ruolo abbastanza “importante” perciò alla fine ho scelto di inserirlo.

 

Jealousy

 

 

Era cominciata come una giornata normale, anzi Harry l'avrebbe considerata quasi una delle giornate migliori da quando era tornato a Hogwarts: Malfoy aveva smesso di avere il solito comportamento sospetto, Piton non lo strapazzava da un po' di tempo a lezione, il libro del Principe gli faceva prendere ottimi voti in Pozioni, e le lezioni con Silente sulla vita di Voldemort lo coinvolgevano sempre più facendogli avere la sensazione di avvicinarsi sempre più a un qualche punto cruciale. L'unica cosa che non andava bene, in effetti, era la stretta allo stomaco che provava ogni volta che incrociava lo sguardo di Ginny, e l'improvviso istinto di violenza che lo assaliva quando vedeva Dean Thomas.

Cosa stava succedendo? Ogni tanto Harry si ritrovava a pensare che le sue reazioni fossero dovute alla gelosia, ma appena formulava il pensiero si convinceva che in realtà il suo era solo senso di protezione nei confronti della sorella del suo migliore amico, anche se da quando Ron passava la maggior parte del tempo appiccicato a Lavanda Brown, Harry sembrava l'unico ad avere questa preoccupazione nei confronti della ragazza.

Harry si ritrovò a fare questi ragionamenti anche quella mattina appena sveglio, con il sole che ancora doveva sorgere e il russare di Neville e Dean che riempiva la stanza.

Il ragazzo si passò una mano tra i capelli spettinati e si rigirò su un fianco cercando di riaddormentarsi, ma appena abbassava le palpebre la sua mente veniva invasa da un paio di occhi nocciola e da una massa di folti capelli rossi; deciso a smettere di sentire quella fastidiosa e ormai familiare stretta allo stomaco, rinunciò a recuperare il sonno e si vestì per scendere nella Sala Comune che – data l'ora – sarebbe stata deserta.

 

I'm coming out of my cage

And I'll be doing just fine

 

Uscì dal dormitorio in punta di piedi, cercando di non svegliare i suoi compagni – Se Dean dovesse svegliarsi gli starebbe bene, così la prossima volta rientrerà prima – pensò il ragazzo mentre accostava delicatamente la porta, ma se ne vergognò subito.

Ginny era la sorella del suo migliore amico, non avrebbe mai potuto innamorarsi di lei.

Ginny era la ragazza perfetta: studiosa al punto giusto, un'ottima giocatrice di Quidditch, un ottimo talento per le fatture che, spesso, non risparmiava neanche a lui.

Ginny era impossibile da raggiungere per lui, che l'aveva respinta più volte negli anni passati.

Ginny era...lì!

«Buongiorno!» lo salutò vivacemente, facendogli cadere il libro di mano per la sorpresa «Non volevo spaventarti» aggiunse guardandolo arrossire.

«No... io... non credevo che ci fosse qualcuno» farfugliò imbarazzato.

«Non riuscivo a dormire» spiegò la ragazza spostando la poltrona per fargli posto.

«Già, nemmeno io. Neville e Dean russano troppo forte» aggiunse con un sorriso, cercando di essere divertente

«Lo so» disse Ginny cupa. A quelle parole Harry sentì la rabbia divorargli lo stomaco: Dean e Ginny avevano dormito insieme! Il ragazzo strinse i pugni e cercò di non far indovinare la sua reazione all'altra, ma questa aveva abbassato lo sguardo e si stava fissando le ginocchia. Nessuno dei due disse niente, e quando Harry si decise a parlare di nuovo era già riuscito a riacquistare la calma.

«Va... va tutto bene tra voi?» chiese imbarazzato.

Idiota, come ti è venuto in mente di chiederglielo?

La ragazza scosse la testa facendo ondeggiare i capelli rossi.

«No. Anzi, va sempre peggio» ammise senza alzare lo sguardo su di lui.

«Ne vuoi parlare?» Harry non riuscì a trattenersi, sebbene non capisse neanche lui cosa lo avesse spinto a fare quella domanda. Ginny sembrò pensare la stessa cosa, perché lo guardò stupita.

«Ti interessa?» gli chiese scettica

«Certo!» Maledetta impulsività!

«E perché?» la ragazza lo guardò alzando un sopracciglio

«Perché...» Harry esitò un momento: non poteva certo dirle la verità, ammesso che lui l'avesse capita. Fece un ampio respiro e continuò. «Perché siamo amici» in fondo era vero. O no?

Gli occhi di Ginny lampeggiarono e Harry ebbe come l'impressione che qualcosa si fosse spento in lei.

«Non mi va di pensarci, scusa ma non ne voglio parlare» disse la ragazza con voce dura alzandosi.

«Ho detto qualcosa di sbagliato?» chiese Harry afferrandola istintivamente per un polso per impedirle di allontanarsi. A quel contatto la ragazza sussultò, e il cuore di Harry martellava contro le costole così forte che lui aveva paura che Ginny potesse accorgersene. I loro sguardi si incrociarono e nessuno dei due disse niente per qualche istante.

«No, niente» disse Ginny dopo un po' rompendo il silenzio. Harry le lasciò il polso e spostò lo sguardo, sentendosi arrossire. La ragazza si allontanò in silenzio senza guardarlo e salì le scale per tornare nel suo dormitorio. Cosa ho detto di sbagliato? Sono un idiota! Idiota. Idiota. Idiota.

 

«Harry, che fai così imbambolato?» gli chiese Hermione quando, qualche minuto più tardi, scese nella Sala Comune e lo trovò nella stessa posizione in cui era quando Ginny si era allontanata.

«Tutto a posto?» chiese la ragazza guardandolo con aria preoccupata.

«Sì, sono solo stanco» mentì lui lasciandosi cadere sulla poltrona.

«Non dire sciocchezze» lo rimproverò Hermione. «Si vede lontano un miglio che c'è qualcosa che non va, non provare a darmela a bere» aggiunse sedendosi al suo fianco.

«Si vede così tanto?» domandò Harry depresso.

«Ti conosco, Harry. Magari qualcuno non lo noterebbe, ma per me sei un libro aperto» gli disse la sua migliore amica con un sorriso rassicurante prendendogli una mano tra le sue. Lui sorrise a sua volta e annuì per darle la conferma.

«E' per Ginny, vero?» gli chiese Hermione dopo un po', e lui si irrigidì.

«Come...?»

«Sono le sette del mattino, Harry, e voi due siete le uniche persone che ho visto sveglie fino ad ora» spiegò esasperata. «Non ci vuole un genio a capirlo»

«Ron non lo avrebbe capito» le fece notare Harry con un sorriso, lieto che lei avesse capito tutto senza bisogno di troppe spiegazioni. Nonostante tutto si sentiva in imbarazzo a parlare dei suoi problemi sentimentali – se così potevano definirsi – con Hermione.

«Già, Ron non si accorge di niente ormai» disse la ragazza rabbuiandosi, e Harry si sentì tremendamente in colpa.

«Hermione, scusa. Sono stato indelicato, non volevo fartici pensare» si scusò cercando di tirare fuori un po' di tatto. Lei sorrise di nuovo e agitò la mano con noncuranza

«Non importa, davvero. Avrei dovuto sapere che sarebbe andata così» disse fingendo indifferenza, ma la sua voce tradiva le sue emozioni. «Dimmi di te adesso. Cosa è successo con Ginny?»

In tutta sincerità non avrebbe voluto dirle proprio un bel niente su Ginny, ma guardandola si rese conto che il minimo che potesse fare per tirarla su di morale era distrarla.

«A dire il vero non lo so...» disse riflettendo. «Stavamo parlando, poi se ne è andata con un espressione strana lasciandomi qui» spiegò. Hermione lo guardò scettica.

«Di cosa avete parlato?» chiese pazientemente, cercando di estrargli qualche dettaglio in più, ma lui arrossì.

«Oh Harry, andiamo!» lo spronò, e lui cominciò a raccontarle la conversazione nei dettagli.

«Hanno dormito insieme, ti rendi conto?» disse sconvolto quando ebbe finito di raccontare, e Hermione scosse la testa.

«Da quello che so non l'hanno mai fatto» lo rassicurò con un sorriso.

«E allora come fa a sapere che Dean russa?» insisté lui sconfortato.

«Anche io so che tu russi» disse divertita «Questo non vuol dire che abbiamo mai dormito insieme» aggiunse arrossendo leggermente e spostando lo sguardo.

«Io non russo!» si lamentò Harry confuso, e Hermione scoppiò a ridere.

«Ti sei addormentato sui libri tante di quelle volte che ho sentito russare più te che mio padre!» disse divertita facendolo arrossire.

«Quindi non hanno dormito insieme?» chiese dopo un po' sentendosi più leggero. Hermione scosse la testa senza smettere di sorridere, e un'espressione ebete si dipinse sul viso di Harry.

«Perché se ne è andata?» chiese poi tornando depresso

«Le hai detto che ti interessa sapere come va tra lei e Dean perché siete amici?» Hermione chiese conferma e lui annuì. La ragazza alzò gli occhi al cielo.

«Cosa avrei dovuto dirle?» domandò allora lui sconsolato.

«Dovevi dirle che ti preoccupavi per lei e farle capire in qualche modo che ti piace!» lo rimproverò esasperata.

«Già, come stai facendo tu con Ron?» la provocò lui arrossendo. Non voleva sentirsi dire da Hermione che come al solito aveva sbagliato approccio perché era ancora troppo immaturo in queste cose. La ragazza gli rivolse uno sguardo irato e scioccato.

«Sai bene che non c'entra niente!» provò a dire, ma la sua voce tremava. Harry si sentì di nuovo in colpa perché vide gli occhi di lei velarsi di lacrime, allora mise da parte l'orgoglio e le si avvicinò.

«Hai ragione, sono stato un idiota» le disse passandole un braccio intorno alle spalle per consolarla. Lei si nascose il viso lasciandoci cadere sopra i capelli e a Harry sembrò di sentire un singhiozzo. Maledicendosi, la strinse ancora un po' a sé e non disse più niente finché lei non si fu calmata.

Fantastico, la giornata non è neanche cominciata e ho già ferito le ragazze più importanti della mia vita.

 

*

 

Un bottone nero rotolò dalle scale del dormitorio maschile di Grifondoro e andò a sbattere contro il piede di Harry, che si chinò a raccoglierlo. Rigirandoselo tra le mani si accorse che aveva qualcosa di familiare, ma in quel momento era in ritardo per la lezione e non poteva permettersi di cercarne il proprietario, perciò se lo infilò in tasca.

Quel giorno incrociò più volte Ginny e Dean per i corridoi, e ogni volta la familiare stretta allo stomaco lo faceva impazzire.

«Hanno fatto pace, eh?» commentò Ron che – non si sa come – era riuscito a liberarsi per qualche minuto dalle grinfie di Lavanda. Harry grugnì e Hermione rivolse uno sguardo di rimprovero a Ron.

«Che c'è, ora non ti da più fastidio vederli sbaciucchiarsi?» chiese tagliente, e il ragazzo si strinse nelle spalle.

«Non potrei comunque evitarlo, quindi tanto vale non preoccuparmene» spiegò scartando distrattamente una Cioccorana «E poi Lav dice che devo lasciarla in pace, in fondo si merita anche lei un po' di relax» aggiunse masticando. Hermione si allontanò a grandi passi senza dire niente, ma a Harry sembrò di sentirla dire “Se lo dice Lav siamo a posto allora!” a denti stretti mentre se ne andava.

«Che le è preso?» chiese Ron senza capire. Harry lo guardò con un pizzico di esasperazione che lo fece sentire molto simile a Hermione, perciò decise di non dire niente e di scrollare le spalle.

«Dici che hanno fatto pace, quindi?» chiese dopo un po' cercando di suonare indifferente.

«Chi?» Ron era troppo impegnato a scartare un'altra Cioccorana per seguire i pensieri di Harry.

«Dean e Ginny!» disse Harry a denti stretti.

«Oh sì. Li ho visti baciarsi davanti alle scale stamattina prima di scendere a colazione» disse con noncuranza, mentre Harry stringeva i pugni fino a conficcarsi le unghie nel palmo della mano

«Adesso fanno coppia fissa» aggiunse Ron, inconsapevole delle reazioni dell'amico «Lav ha detto che Corner di Corvonero le ha chiesto di nuovo di uscire ma lei ha detto di no perché era impegnata con Dean» continuò il ragazzo senza accorgersi di niente

«Stai diventando una pettegola, Ron!» lo rimproverò Harry, e questo arrossì leggermente in zona orecchie.

Erano diventati coppia fissa nel giro di una mattinata. E pensare che appena una settimana prima sembravano sul punto di rompere definitivamente! Harry pensò alle parole di Ron durante tutta l'ora di Storia della Magia. Come diavolo era possibile che un bacio cambiasse di nuovo tutto?

 

It started out with a kiss
How did it end up like this?”

 

*

 

Harry convocò la squadra per un allenamento improvviso, anche se non avevano partite in vista e quella sera era particolarmente freddo.

«Miseriaccia, come ti è venuto in mente di farci allenare proprio oggi?» si lamentò Ron stringendosi nella sciarpa per ripararsi dal vento.

«Non significa che se la prossima partita è ancora lontana dobbiamo rilassarci» disse cercando di suonare convincente. In realtà riteneva l'allenamento di Quidditch un valido sfogo che lo distogliesse dal suo malumore, e un'ottima occasione per tenere Ginny lontana da Dean.

«Andate a cambiarvi, ci vediamo in campo!» disse ai suoi compagni mentre entrava nello spogliatoio del Capitano per mettersi la divisa.

«Harry?» da dietro la porta la voce arrivava soffocata.

«Chi è?» domandò lui immobilizzandosi nell'atto di levarsi i pantaloni.

«Sono Ginny, devo dirti una cosa. Posso entrare?» Harry sentì il cuore battere più forte sulle costole, ma cercò di ricomporsi in fretta.

«Certo, vieni pure» disse riallacciandosi in fretta i pantaloni, ma lasciando un lembo della camicia ancora fuori. La porta si aprì e la ragazza fece il suo ingresso con la divisa di Quidditch in mano.

«Scusa, pensavo fossi pronto. Non volevo disturbarti» disse facendo indugiare lo sguardo sui pantaloni allacciati male. Lui arrossì lievemente ma cercò di non darlo a vedere stringendosi nelle spalle.

«Dimmi pure» la incitò sorridendo.

«Non posso mettermi la divisa, ho perso un bottone e non posso riattaccarlo» spiegò arrossendo a sua volta, colta di sorpresa dal suo sorriso. «E' un problema?»

«Non importa, puoi giocare anche così» la rassicurò «Più che altro era una questione di comodità» le spiegò. Ginny sorrise e annuì, preparandosi a lasciare la stanza.

«Ginny, aspetta!» la richiamò Harry colto da un'ispirazione improvvisa. «Ho trovato un bottone qualche giorno fa, forse potresti vedere se va bene» le disse mettendosi una mano in tasca e cercandolo.

«Ma questo è il mio!» esclamò la ragazza sorpresa quando lui glielo porse.

«Ne sei sicura?» chiese perplesso.

«Sì, ci sono le mie iniziali» disse con ovvietà indicando le piccole lettere incise sulla superficie liscia «Come mai ce l'hai tu?» chiese inarcando un sopracciglio.

«Te l'ho detto, l'ho trovato l'altro giorno in Sala Comune. A dire il vero mi sembrava fosse caduto dalla scala del nostro dormitorio, ma se è tuo devo essermi sbagliato» spiegò Harry con un sorriso ingenuo, ma a quelle parole la ragazza arrossì violentemente e uscì di corsa dallo spogliatoio.

«Tutta colpa di Dean!» la sentì dire con rabbia dopo che la porta si fu chiusa alle sue spalle, e in quel momento l'orrenda verità piombò su Harry facendogli scivolare via il sorriso dalla faccia.

 

*

 

«Il bottone era suo» disse Harry depresso scivolando sul divano della Sala Comune accanto a Hermione.

«Di cosa stai parlando?» le chiese la ragazza senza alzare lo sguardo dal libro che stava leggendo, e lui le raccontò tutto. Hermione chiuse il libro e si voltò a guardarlo comprensiva.

«Oh, Harry, non credi che dovresti dirle qualcosa prima di deprimerti ancora di più?»

«Ma cosa potrei mai dirle?» chiese sconfortato.

Hermione cominciò a dirgli qualcosa, ma lui non l'ascoltava, troppo impegnato a guardare Ginny salire le scale del dormitorio maschile mano nella mano con Dean.

 

Now they’re going to bed
And my stomach is sick
And it’s all in my head
But she’s touching his chest now.

[…]

Jealousy, turning saints into the sea
Swimming throught sweet lullabies
Choking on your alibies.”

 

«...e poi litigano in continuazione» terminò la ragazza riscuotendolo dai suoi pensieri.

«A quanto pare trovano anche il modo di fare pace, però» ribatté lui sempre più sconfortato

«Parlale, Harry» ripeté Hermione stringendogli una mano in segno di conforto.

 

*

 

L'occasione si presentò qualche giorno più tardi, quando Ginny fece il suo ingresso con passo arrabbiato in Sala Comune dopo l'ennesima litigata con Dean e si sedette allo stesso tavolo di Harry e Hermione.

«Ciao, Ginny» la salutò Hermione con un sorriso prima di notare la sua espressione furente «Tutto bene?» le chiese poi con apprensione. Ginny scosse la testa e si lanciò in un racconto dettagliato della discussione che aveva avuto con Dean, apparentemente ignara della presenza di Harry.

«E' davvero insopportabile!» disse quando ebbe finito, sbattendo un pugno sul tavolo e facendo rovesciare la boccetta di inchiostro sulla pergamena di Harry.

«Oh, scusa» disse lei imbarazzata quando se ne accorse.

«Non importa» mormorò il ragazzo abbassando lo sguardo e pulendo il foglio con un tocco di bacchetta. In quel momento Hermione si alzò di scatto dalla sua sedia e farfugliò qualcosa a proposito della Biblioteca, allontanandosi a lunghi passi e lasciandoli soli.

«E' stata una brutta discussione, eh?» chiese Harry dopo qualche istante di silenzio imbarazzato, e la ragazza annuì.

«E' un idiota» disse piano

Una voce dentro la sua testa continuava a urlare “Dille di lasciarlo! Dille di lasciarlo!” ma quando aprì di nuovo bocca per parlare disse una cosa completamente diversa.

«Forse dovresti dargli una seconda possibilità» quelle parole spiazzarono persino Ginny, che lo guardò incredula.

«Lo stai difendendo?» chiese con un tono di voce un po' più alto del normale, facendo sussultare alcuni ragazzini del primo anno che giocavano a scacchi la vicino.

«No... certo che no...» balbettò Harry a disagio, rendendosi conto di quanto la sua affermazione fosse fraintendibile

«Dicevo solo che in fondo state bene insieme, no? Perché rovinare tutto per una discussione?» di nuovo si rimproverò dandosi dell'idiota perché non riusciva a capire cosa lo spingesse a dire quelle cose.

«Lo credi davvero?» gli chiese guardandolo negli occhi e lui annuì, incapace di parlare per dirle quello che in realtà la voce nella sua testa gli suggeriva.

Ginny gli rivolse uno sguardo duro, a metà tra il deluso e l'arrabbiato, e si alzò lasciandolo solo e ancora più afflitto di prima.

 

*

 

Harry finì di scrivere il suo tema di Pozioni e si trascinò verso il suo dormitorio quando era ormai mezzanotte passata, desideroso di mettersi a letto e di sprofondare in un sonno che non gli avrebbe fatto pensare alla conversazione con Ginny, ma quando arrivò sentì Dean che si stava confidando con Seamus.

«E quando le ho detto che non mi importava che Corner le avesse chiesto di uscire, perché sapevo che a lei piacevo io, si è infuriata e mi ha dato dell'idiota» Seamus scoppiò a ridere.

«Amico, avresti dovuto dimostrarti un po' più geloso! Così lei avrebbe capito quanto tieni a lei!» disse senza smettere di ridere.

«Sicuramente se avessi reagito così si sarebbe infuriata lo stesso dandomi del possessivo» si lamentò Dean colpendo con forza il materasso.

«Hai ragione» annuì Seamus tornando serio. «La verità è che la donna raramente ci perdona d'essere gelosi, ma non ci perdonerà mai di non esserlo»

«E tutta questa saggezza da dove ti viene?» lo prese in giro Dean, e insieme scoppiarono a ridere.

 

*

 

Harry si era fermato sulla porta senza far rumore ascoltando la loro conversazione, e improvvisamente capì il perché delle reazioni di Ginny alle sue parole di poco prima. Strano a dirsi, ma doveva ringraziare il migliore amico del suo “rivale” per quella scoperta. Pieno di una nuova determinazione, si precipitò fuori dalla stanza e per sua fortuna si trovò la ragazza davanti

«Pensavo fossi già andata a dormire!» le disse tirando un sospiro di sollievo

«E come mai sei così contento di trovarmi sveglia?» chiese la ragazza sospettosa. Harry continuò a sorridere e la tirò per un braccio facendola sedere su un divano.

«Ma cosa...?» lui la interruppe posandole due dita sulle labbra.

«Non voglio che tu dia una seconda possibilità a Dean» cominciò, e Ginny inarcò le sopracciglia confusa. «Voglio che tu ne dia una a me»

   
 
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