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Autore: The Portrait    08/02/2012    1 recensioni
Pensieri psicologici sulla fama di Chris.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chris Colfer
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Non è semplice. Questa fanfic è una descrizione personale di quel che sento ultimamente e ho riportato tutto su Chris Colfer, l'unica persona che io reputi tanto grande da essere ispiratrice, per ora. Non sono un'amante delle fanfiction sugli attori, ma mi serviva la fama di Chris per potermi esprimere e trovare un legame con lui, da cui alla fine, forse, è partito tutto. Ovviamente OOC, perché io non sono nessuno per capire Chris Colfer. Riflessioni sulla fama. Sull'immagine. Sul giornalismo ipocrita. Sul popolo inconsapevole.

Mi piacerebbe molto sapere cosa pensiate della fanfiction e che impatto abbia avuto su di voi. Ma ovviamente sta alla vostra coscienza vedere se commentare o no.

Buona lettura!

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Ama chi non ha l'Anima.

Tutti i fatti sono finti.

Sono regolati, modellati, perfezionati, a prova di critica. Non esistevi prima, non esisterai ora. Che vuoi che sia, accontentarli. Riempiamoli di fatti, fatti, fatti.

Ma non sono i fatti a soffocarti. No. È il sistema. È il concetto. È l’approvazione di tutti. È la negazione del pensiero, della tolleranza, dell’innovazione. È il sesso. È il colore. È l’occhio, l’occhio che non sa più guardare, non sa più leggere, vede, vede e i colori sono splendenti, e tutto va bene, tutto è regolare. Finché tu non spicchi parola.

E lo senti, il ferro. Il filo spinato attorno al pomo d’adamo, quello che ti ricorda che nel business non c’è voce per le opinioni, anche se ti costringono ad usare quella stessa voce sedici ore al giorno, anche se non dici niente di illegale. Forse d’immorale.

La morale. La morale è importante per la gente, perché è una sicurezza laddove Dio non parla. E Dio non parla mai. E se la gente decide cosa è giusto e cosa no, stai sicuro che il mondo poi va al contrario.

Attento quello che dici, attento a quello che fai, attento a quello che scrivi. Tutti si aspettano grandi cose da te. Tutti si aspettano che fai gli auguri. Tutti vogliono sapere tutto di te. Ma non sanno distinguere quel che pensano tu sia da chi, effettivamente, sei. Vogliono sapere tutto, o solo quello che vogliono sapere?
Certo che no. Loro ti amano.
L’amore. La gente dice di amare qualcosa, ma sa quel che dice? È amore se non si rispetta qualcun altro? È amore se si sente il bisogno di prevalere? È amore se si trascina gli altri all’odio? Ma soprattutto, è amore se tutti ti amano?
Tutti ti amano, ma tu prima eri odiato. Perché avevi pensieri che andavano controcorrente, perché eri diverso, perché eri sarcastico, perché eri brutto, un niente, uno schifo, un fallito, un frustrato, un impossibile talento. Perché eri intenso.

E loro? Sono tutti intensi? No e lo hai testato. A volte non ti capiscono. A volte ti odiano. A volte basta che parli. Ma poi canti, e tutto passa.
Non dirlo. Dillo. Fallo. Anzi, no. Che rottura quella là dietro. Che mondo pazzo. Che antipatici.
Ma tu vuoi solo fare quel che ti senti. Tu vuoi fare quel che vuoi. E te lo lasciano fare.
Sì, te lo lasciano fare. Ti vogliono. È la tua testa il problema. Offendi. Abusi. Impaurisciti. Sei energico. Folle.
Quelle idee valgono, le altre sono assurde. Siamo tutti uguali. Tolleranza per l’omosessualità. Tu sei gay. Abbasso il razzismo. Abbasso l’omofobia. Ma il resto non c’entra. Per il resto, devi pensarla così, colì, o non hai cuore. T’è partito il cervello. L’omicidio è un crimine. Non importa quante volte sei stato ucciso. Lo stupro, pure. Eh, certo.
E quindi che male c’è ad odiarti. Che male c’è ad insultarti. Che male c’è a stuzzicarti. Tanto se rispondi la colpa è tua. Puoi sentirti ferito quanto vuoi, la colpa è tua. Le loro urla le crei tu.

Ma a te che importa. Li ignori tranquillamente. Il mondo gira attorno al sole. C’è altro nella vita. C’è l’esistenza. C’è il mare. C’è Potter. Che t’importa se fallisci.

Non era il fallimento il problema, era che te lo rinfacciavano, vero? Non hai soldi. Non hai mezzi. Nessuno ti appoggia, nessuno ti vuole. Cosa speri di diventare? Cosa speri di cambiare? E alla concorrenza, eh, a quella non ci pensi, alla maggioranza? Perché devono dare retta a te? Solo un malato mentale ti darebbe retta, ecco chi. Oddio, no. Ma come ti viene in mente.

E invece, ce l’hai fatta. Ma ora devi fare i conti con un’altra cosa, che è l’immagine.

Sei come minacciato con un coltello dietro la schiena. Cammina per quella strada. Sei diverso, evviva così, loro ti amano, ma se non sei come loro dicono che sei, è la fine. Devi essere diverso secondo i loro canoni. I giornali fanno la tua identità. La televisione fa il tuo galateo.

E ti chiedi perché non si chiedono se sono reali. Sono bambole. Sono animali. Scrivono di te, dei tuoi successi, ti regalano premi, ti chiamano importante, eppure il gossip su di te è forte. È intenso. Intenso come il tuo carattere. Non mostrarlo. Tu sei un attore professionista. Tu sei gay. Mostra questo.
Mostra Kurt e Blaine. Loro amano che tu parli di Kurt e Blaine. Così loro sanno che scrivere su TVmagazine.net. I fan amano sentir parlare di loro.
I politici! Tutti amano Glee! Tutti amano Glee, tutti amano te in Glee, nella Casa Bianca.
Non credono in te. Non avrebbero mai, mai creduto in te solo quattro anni fa.  Credono nei tuoi diritti, ma non in quelli veri. Quelli che ti senti di sopprimere.

Sono un’ondata d’odio che si espande in polvere di fata. Non c’è niente di più pauroso del diavolo che non sa di esserlo. Ti accerchiano, e tu hai poco da scegliere. Un giorno scorderanno tutto. Scorderanno di averti visto nella loro carriera. Scorderanno di averti amato in vita. Scorderanno la tua creatività, le tue idee, il tuo profumo. Prima le loro convinzioni e poi il resto. E quindi svanirai.

Succedono troppe cose. Troppi fatti. Troppi casini. Se ne stanno andando un po' tutti. Chi mente a se stesso non ha gambe. Continua a camminare per abitudine. Sei stanco, molto stanco. Lo siamo tutti. Lo sono loro.

L’adrenalina. Fa brutti effetti. Allontanti, scansali. Divertiti, vivi la tua vita. D’altronde questo fai, finché non vedono tutto. Ma non lo faranno mai, perché gli stessi che ti minacciano sono quelli che ti illuminano sotto i riflettori.

Forse non hai mai sentito tanto fiato sul collo per essere controcorrente. Prima era diverso. Prima non dovevi nasconderti, perché non dovevi fallire. Ci hai passato la vita da solo, ma mai ti sei sentito di dover fare i conti con chi diceva di sì all’amore. Mai ti sei sentito inopportuno perché voluto. Trattieniti però. Ti vogliono. Ma non dare niente di tuo.

Tutto il resto è vendita.

Ama chi non ha l’Anima, perché tutto ciò che vorrà è che tu esponga la tua.

  
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