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Autore: SimmyLu    09/02/2012    6 recensioni
Mosca, Monastero Vorkof. Yuri Ivanov si trova costretto a richiedere l'aiuto di Kai Hiwatari, a causa di problemi economici riguardanti proprio il monastero che si è trasformato in un ricovero per gli orfani e i ragazzi senza fissa dimora della capitale russa. Ma non è solo questo problema che toglie il sonno a Yuri, il ragazzo presenta i sintomi di ferite più gravi e profonde che scavano nell'anima e nel cuore, fino a portare alla luce segreti mai rivelati. Il giovane russo è l'origine di misteriosi e inspiegabili fenomeni e l'unico che sembra poterlo capire è proprio Kai. Fra paure, incubi, ricordi del passato e un'infanzia dimenticata, cadono silenziose le piume rosse della fenice sul bianco lucente della neve moscovita.
[ Personaggi: Yuri, Kai, Boris, Sergej, Vorkof, altri ]
Genere: Generale, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’AMORE BIANCO

… di SimmyLu …


Capitolo TRENTASEIESIMO: IL RE CADUTO





... Dannato ragazzino... Dannato bastardo impudente... Sei stato inutile!... Dovevo aspettarmelo da un lurido bastardo di strada! ...

Kai tirò fuori la pistola dal nulla, come un prestigiatore.
«Dimmi dove hai nascosto i documenti della Borg.»
Vorkof fece scorrere lo sguardo acquoso sull'arma e ridacchiò divertito come se la cosa non lo riguardasse.
Il suo fiato puzzava di alcol.

... «Ogni volta che non ti impegni, dimostri quanto la tua esistenza sia inutile! Ogni volta che perdi un incontro, tu offendi me e questo monastero!!» ...

C'erano un bicchiere e una bottiglia mezza vuota sul tavolo.
Vorkof continuò a ridere.
Allungò una mano e tracannò un sorso direttamente dalla bottiglia.

... «La tua piccola, miserabile vita mi appartiene, posso fare di te ciò che voglio. Nessuno ti aspetta là fuori. Se mi sbarazzo di te, sarai solo, Yuri.» ...

Yuri aveva smesso di respirare e fissava l'arma con occhi sgranati.
Avrebbe voluto fare qualcosa, ma non sapeva esattamente cosa.
Una parte di lui desiderava selvaggiamente che Kai premesse il grilletto.

... «Di che cosa hai paura? Stare solo ti fa paura?» ...

Quel luogo lo atterriva.
Sarebbe potuto scomparire nell'immobilità del suo corpo, risucchiato dall'arredamento, dalle pareti scrostate.
Si ricordò dell'esisenza dei propri polmoni.
«Che diavolo fai?»
Vorkof rise ancora, senza impegnarsi troppo, come se stesse guardando una scena comica già vista.
«Già... Che cos'hai intenzione di fare, piccolo Hiwatari? Vuoi uccidermi?»
Kai si voltò verso Yuri.
Il braccio teso, la mano destra che impugnava saldamente l'arma.
Gli occhi del giapponese erano vuoti e freddi.
Yuri tentò di dire qualcosa, ma non uscì alcun suono dalla sua bocca.
Kai voltò di nuovo la testa.
Respirò, raddrizzò la schiena.
Tolse la sicura alla pistola.
«Kai!» disse Yuri allarmato.
«Se non hai quei documenti, non vedo quale utilità possa avere la tua vita per me, Vorkof.»
Sorrise.
«Quindi ucciderti o meno che differenza avrebbe?»
Vorkof impallidì.
Una luce strana attraversò i suoi occhi.
«Vuoi quei dannati documenti?» urlò, «Avanti!»
Si alzò e raggiunse l'altra stanza.
Un letto sfatto, una cassettiera rotta, un armadio aperto.
«Avanti! Cerca! Cerca quello che vuoi!» strillò ubriaco aprendo i cassetti e mettendo a soqquadro la stanza, lanciando per aria tutto quello su cui riusciva a mettere mano, barcollando e inciampando.
Kai lo fissava dalla porta, Yuri era dietro di lui.
«Credi che se avessi quei maledetti documenti me ne starei qui, in questo schifo?!»
Ansimò, si guardò intorno mettendosi le mani nei capelli.
«Ho provato... io volevo... è colpa vostra!» ruggì in direzione di Kai, «Tua, di Kinomiya e di tutti quei... La B.E.G.A. doveva riportarmi alla gloria! Doveva riportami al potere! E adesso guarda! Guardami!»
Yuri lo fissò e gli sembrò di essere lontano, in un'altra dimensione.
Vladimir Vorkof era solo un'ombra.
Il fantasma di se stesso, di un ricordo che aveva assunto nel tempo forme e colori diversi da quelli originali.
Chi era quell'uomo per cui provava odio e disgusto?
Era un guscio vuoto.
Solo rabbia.
Commiserazione.

... «Non ti piacerebbe controllare questa paura? Usarla a tuo piacimento? Devi credere in me, Yuri. Non ti farebbe piacere controllare quello che ti spaventa? Incutere il terrore... anziché esserne soggetto.» ...

Yuri non provava paura, non più.
Quell'uomo era un inutile essere pieno di rancore.
Un folle, sadico, ubriaco...
Non provava paura.
Solo risentimento.
E un profondo disprezzo.

... «Io sono la tua unica speranza. Sono la tua famiglia, l'unico di cui ti puoi fidare. Sono il tuo re... sono il tuo dio! Mi devi obbedienza!» ...

Fu un attimo.
Vorkof uscì dalla stanza per scagliarsi contro Hiwatari come una bestia ferita e pericolosa.
Parole, urla, rumori tutto era confuso.
Tutto, tranne la rabbia.
Sottile, fredda.

... «Mi giuri la tua fedeltà? Giuralo, Yuri!! Giuralo adesso!» ...

«Yuri!» disse Kai, «No, Yuri! Smettila!»
Il russo riprese coscienza.
Hiwatari lo stava strattonando.
Vorkof era rannicchiato contro il muro davanti a lui, tremava violentemente.
L'aria era fredda.
Aveva perso di nuovo il controllo.
«Andiamo via. Non ha quello che cerco.» sussurrò Kai, trascinandolo verso la porta.
«Yuri!» lo chiamò Vorkof, «Sei.. sei diventato molto potente... se soltanto mi avessi ascoltato, se mi avessi obbedito... Yuri, piccolo Yuri... tu eri il mio preferito.»
Lo guardò, immaginando tutto quello che avrebbe voluto dirgli, tutto quello che avrebbe voluto rinfacciargli; ripensò a tutti gli anni di sofferenza di cui quell'uomo era responsabile, a tutte le vite che aveva rovinato, ma non disse nulla.
Non c'erano parole per esprimere quello che provava o quello che non provava affatto.
Era stato il tempo a farsi carico della sua vendetta e lui si era solamente aggrappato ai suoi ricordi per continuare ad odiare e sfogare la sua frustrazione.
Si rese conto di non avere nulla nel cuore se non vuoto e indifferenza.
Voleva solo dimenticare e andare avanti.
Si voltò e si chiusero la porta alle spalle.


Kai si soffermò un momento, scrutando gli occhi del compagno.
«Stai bene?»
«Avresti dovuto farmi questa domanda prima di portarmi qui!» rispose Yuri, «Che cosa credevi di fare?!»
Il giapponese non lo degnò di una risposta e si diresse rapido verso le scale, lasciando che l'altro gli corresse dietro con la sua collera.
«Non scappare, bastardo!» urlò Yuri, «Perché mi hai trascinato qui? Sapevi quello che sarebbe successo! Tu lo sapevi, ma l'hai fatto lo stesso!»
Ansimò, scendendo gli ultimi gradini, Kai era già uscito dall'edificio.
«Aspetta!» gridò, ormai in strada.
Kai si fermò, senza voltarsi.
«Sono stato al tuo gioco come uno stupido! Mi sono lasciato manovrare!»
Yuri finalmente lo raggiunse.
«Ma adesso basta! Pretendo che tu mi dia una spiegazio...»
Non riusciva a parlare.
Kai gli stava puntando contro la pistola.




FINE TRENTASEIESIMO CAPITOLO, continua...

Beyblade © Takao Aoki
   
 
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