Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: Yuki Delleran    09/02/2012    2 recensioni
Inghilterra prende possesso delle isole sottratte al rivale Francia, ma non è accolto con gli onori che si aspettava.
"Neanche il tempo di sollevare una mano per bussare, che si sentì afferrare alle spalle e puntare un coltello alla gola.
«Où est monsieur France? » sibilò una voce irata al suo orecchio. «Rendez-me-lui! Et allez-vous! »
Non male come inizio."
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Seychelles
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: Tra smeraldo e oceano
Fandom: Axis Powers Hetalia
Rating: verde
Personaggi: Inghilterra, Seychelles
Pairings: Inghilterra/Seychelles
Riassunto: Inghilterra prende possesso delle isole sottratte al rivale Francia, ma non è accolto con gli onori che si aspettava.
Disclaimer: Hetalia e tutti i personaggi appartengono a Hidekaz Himaruya.
Il titolo è tratto da un verso dalla canzone Smeraldo di Tiziano Ferro.
Note: Non vi sono intenti a riferimenti storici, a parte il trattato di Parigi, solo menzionato. Il carattere di Seychelles e i fatti trattati sono una mia libera interpretazione quindi mi scuso se qualcuno la troverà un po' OOC.
Beta: Mystofthestars



L’aveva desiderata nel momento stesso in cui aveva posato gli occhi su di lei.
Da secoli conosceva le sue terre, basi di pirati di diverse nazionalità che imperversavano attorno alla penisola arabica, e più di una volta lui stesso ne aveva calcato il suolo, ma mai aveva potuto rivendicarne il possesso. Solo quando l’aveva vista al tavolo delle trattative al fianco di Francia, Inghilterra si era reso conto che l’eterno nemico aveva di nuovo conquistato qualcosa che desiderava, arrivando prima di lui. Dall’altro lato del piano, accanto al suo re, Inghilterra stabilì in quello stesso istante quale sarebbe stato il tributo di guerra che avrebbe richiesto senza possibilità di appello al rivale sconfitto.

Il trattato di Parigi si era concluso esattamente secondo le sue aspettative ed Inghilterra, finalmente soddisfatto per la nuova colonia ottenuta, era sbarcato sulle coste nei pressi di Victoria. Sentire la sabbia tiepida sotto i piedi nudi, presto liberati dagli ingombranti stivali, e poter alzare gli occhi al cielo cristallino oltre le fronde lussureggianti delle palme, gli dava un enorme piacere. Quelle isole paradisiache erano finalmente sue, quella splendida fanciulla era ora una sua proprietà. Sulle Seychelles batteva bandiera britannica.
Ignorando i consigli dei suoi accompagnatori, che gli suggerivano di visitare prima la città e i centri politici, Inghilterra avanzò a grandi passi attraverso la spiaggia: per le visite ufficiali ci sarebbe stato tempo, ora voleva vedere lei, subito.
Seychelles abitava in una casetta lungo la costa, piuttosto fuori mano rispetto agli insediamenti cittadini, riparata dalle rigogliose e folte fronde delle palme. Nella frugalità del luogo si distingueva nettamente il tocco femminile attraverso i fili di conchiglie appesi sulla piccola facciata e i fiori tropicali dai lussureggianti colori che crescevano ai suoi lati. Tra poco l’avrebbe rivista e lei lo avrebbe accolto con gioia come nuovo sovrano dell’isola.
Neanche il tempo di sollevare una mano per bussare, che  si sentì afferrare alle spalle e puntare un coltello alla gola.
«Où est monsieur France? » sibilò una voce irata al suo orecchio. «Rendez-me-lui! Et allez-vous! »
Non male come inizio.

Inghilterra prolungò la permanenza ben oltre il tempo necessario ad incontrare politici e diplomatici. Ormai l’arcipelago era ufficialmente suo territorio e la popolazione eterogenea aveva accettato di passare di passare da una sovranità all’altra senza troppe agitazioni. L’unica che ancora non lo riconosceva e non voleva saperne di lui era la fanciulla rappresentante di quelle terre. Era una gran testarda, ma Inghilterra era più testardo di lei. Ogni giorno si presentava alla sua porta e ogni giorno lei lo accoglieva brandendo un coltello da pescatore, più affilato di qualunque arma lui avesse con sé. Passavano ore ad urlarsi contro a vicenda, Inghilterra ribadendo la sua supremazia, Seychelles, barricata dietro la porta, strillandogli di andarsene e chiamandolo invasore. Quando non ne poteva più e voleva liberarsi della sua presenza, iniziava ad inveirgli contro in francese, cosa che lo irritava moltissimo e lo induceva ad abbandonare il campo.
Anche quel giorno si sarebbe svolta la medesima scena se non fosse stato che ad accogliere Inghilterra la mattina non fu lo splendente sole delle isole ma oscuri nuvoloni e una pioggia sferzante. Il temporale peggiorò nel corso della giornata impedendogli di lasciare la sua abitazione e trasformandosi ben presto in quella che sembrava una vera e propria tempesta tropicale. Fino a notte tarda infuriarono il vento e la pioggia che scuotevano alberi e abitazioni come fossero fragili fasci di canne e ad ogni ora Inghilterra riceveva dai suoi incaricati puntuali aggiornamenti sulle condizioni della popolazione e delle città. Se la maggior parte delle persone poteva considerarsi relativamente al sicuro, lo stesso non si poteva dire dei territori esposti alla furia degli elementi. Le spiagge erano spazzate dai venti e dal mare infuriato che sollevava onde sempre più alte, e il suo pensiero corse alla piccola dimora della fanciulla, ora completamente in balia degli eventi. Un’ansia pressante crebbe dentro di lui al pensiero di cosa ne sarebbe rimasto.
Solo il mattino successivo gli fu concesso di recarvisi, quando ormai il vento era calato, la pioggia cessata e il sole di nuovo splendente. Per raggiungere la piccola abitazione fu costretto ad attraversare la spiaggia ricoperta di detriti, grossi rami, foglie di palma e intere fronde di cespugli sradicati, e quello che trovò lo fece rabbrividire. I bei fiori sgargianti a lato dell’ingresso non esistevano più, così come le graziose decorazioni di conchiglie, la porta era spalancata e penzolava dai cardini. Inghilterra si sentì di nuovo prendere dall’ansia e si precipitò all’interno.
«Seychelles! Dove sei? » la chiamò guardandosi freneticamente intorno nell’ingresso e nella stanza circostante.
La individuò riversa sul pavimento, in un angolo accanto alla parete, come se, alzandosi dal letto per dirigersi alla finestra, fosse stata colpita a metà strada da un improvviso malore.  Affrettandosi attraverso la stanza, la sollevò tra le braccia e si rese conto con un discreto allarme che la pelle color cioccolato che aveva sempre immaginato calda e morbida, era in realtà fredda al tatto e il vestito leggero, insieme ai capelli sciolti, a stento riusciva a celare lividi ed escoriazioni su quel corpo così fragile. Stringendola a sé, si diresse velocemente verso la sua residenza.

Le prime parole che udì quando riprese conoscenza furono relative alla sue gente e, intimamente, l’aiutarono a sentirsi meglio.
«Non sono stati riscontrati danni alla popolazione e i pochi dispersi sono stati individuati. Le operazioni di ripristino e ricostruzione sono già state avviate. »
«Va bene, ho capito, ma adesso uscite. Ha bisogno di riposare. »
La prima voce le era sconosciuta, ma la seconda apparteneva senza dubbio a…
«Inghilterra? » mormorò aprendo lentamente gli occhi.
Il giovane seduto accanto al letto si sporse verso di lei e accennò un sorriso incerto.
«Non hai niente di cui preoccuparti, presto starai meglio. » le assicurò.
«Sei stato tu a portarmi qui? » chiese la fanciulla osservando il grande letto in cui giaceva e l’elegante stanza tutto intorno.
Così simile ad una dimora inglese, sembrava sottolineare ancora più chiaramente la differenza tra le loro culture.
«Non sono solito abbandonare le mie colonie quando sono in difficoltà. » borbottò Inghilterra arrossendo e distogliendo lo sguardo.
Colonie. A quella parola Seychelles rabbrividì per un attimo. Era quello, in fondo. Solo una colonia. Eppure Inghilterra si era preso cura di lei, l’aveva soccorsa e si era occupato della sua gente: tutte cose che, a conti fatti, un mero invasore non era tenuto a fare. Forse non era così orribile come se lo figurava, forse c’era altro in lui oltre al pirata sanguinario che era stato secoli prima.

Seduto sulla sabbia fine, a pochi passi dalla battigia, Inghilterra osservava le onde, ora pacifiche, andare e venire in un’eterna ripetitività che aveva del rilassante. Tuttavia la sua reale attenzione non era affatto rivolta a ciò che si trovava di fronte a lui. Seychelles era seduta al suo fianco, miracolosamente in silenzio e senza nessuna intenzione ostile. Si era ripresa bene e Inghilterra era segretamente felice che avesse finalmente deposto le armi. La loro vera convivenza iniziava solo ora, poteva vederlo negli occhi nocciola della ragazza, sentirlo nel sole che filtrava oltre le fronde gettando riflessi di smeraldo sulla sabbia bianca. Non sarebbe stato facile, ma quando mai qualcosa lo era stato per lui? Quel mare immenso, le isole che vedeva riflesse nello sguardo di Seychelles, erano entrati nel suo cuore dal primo istante ed ora, la mano furtivamente posata sopra quella della fanciulla, era certo che vi sarebbero rimasti.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Yuki Delleran