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Autore: Margaret Moonstone    09/02/2012    10 recensioni
Ora tocca a Julian, il figlio di Daniel e Bea, visitare il Cimitero dei Libri Dimenticati per scegliere il libro (o meglio, essere scelto dal libro...) della sua vita, ma Daniel non sembra essere molto d'accordo...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Non se ne parla.
-Andiamo! Che vuoi che succeda? Sarà divertente!
-Non se ne parla.
La donna incrociò le braccia e si esibì in uno sbuffo a dir poco plateale.
-Come era bella, anche imbronciata- pensai. Ma quella volta non mi sarei lasciato convincere, nossignore! La mia autorità doveva pure contare qualcosa…
-No Bea, la mia risposta è no.
Ero determinato e consapevole della mia decisione: niente mi avrebbe fatto cambiare idea, non avrei mosso un solo passo fuori dalla porta della libreria, parola di Daniel Sempere!
 
                                                                                     * * *
Dopo neanche mezz’ora eravamo fuori, io estremamente contrariato (cominciavo a nutrire seri dubbi sulla mia effettiva autorità di capofamiglia), lei pienamente soddisfatta e con un sorrisetto compiaciuto sulla bocca perfetta.
-E poi non capisco- esclamai mentre venivo trascinato  per un braccio da una Beatriz sempre più eccitata- perché dovremmo far correre al nostro bambino un simile pericolo, ricordi bene come ha rischiato di concludersi la mia avventura al Cimitero dei Libri Dimenticati!
Pronunciando questa frase mi portai automaticamente una mano al tessuto della camicia sotto il quale era ancora evidente il segno del proiettile di Fumero
-Perché è tuo figlio e ha il diritto di vedere ciò che tu hai visto alla sua età, è una tradizione…e poi, diciamocelo, disavventure del genere sarebbero potute capitare soltanto a te…vedrai che Julian sarà entusiasta!
-Ecco appunto, Julian, chi ti dice che gli importi qualcosa di quella stupida discarica di vecchi libri puzzolenti….?? Non appena passeremo a casa a prenderlo gli farò un bel discorso su quanto sia inutile…
-Oh, non ce ne sarà bisogno…
-Ma che…
-Julian è già lì.
                                                                                     * * *
-Hai lasciato Julian da solo in quel posto?
Ormai eravamo a un isolato dal Cimitero dei Libri Dimenticati
-Ma certo che no, è con…Fermin!
-Hai lasciato Julian da solo con Fermin?? Chissà quali idee malsane gli starà inculcando!!
-Si può sapere che ti prende? Cos’è questa improvvisa repulsione nei confronti del tuo passato? E come puoi parlare in questo modo di Fermin?! Lui ha fatto di te l’uomo che sei! So che ci sono cose che vorresti dimenticare, ma devi ammettere che la tua è una storia che non tutti hanno vissuto, e potrebbe interessare molto a Julian, magari imparerebbe qualcosa.
Si fermò guardandomi con due adorabili occhi da cerbiatta. –Vuoi seppellire per sempre la storia che ci ha uniti, la culla del nostro amore??
-Accidenti! Mi aveva ufficialmente convinto…
 
-Eccoli!
Girato l’angolo, mi ritrovai davanti un Fermin più infervorato  che mai impegnato in una discussione (a senso unico) con mio figlio riguardo l’essenzialità della lingerie nella storia dell’umanità.
-“ …eh sì, te lo dico io, chissà dove saremmo ora se l’amante del consigliere non avesse scosso quel pover uomo con le sue belle….. ragazzo mio!!”
Mi corse incontro più arzillo che mai, tuttavia non potei fare  meno di notare quanto fosse invecchiato nell’ultimo periodo.
Il nostro ultimo incontro risaliva a circa due settimane prima; non so come era riuscito a coinvolgermi in quella che avrebbe dovuto essere una rimpatriata con la vecchia Rociito e altre amiche, e che si era irrimediabilmente trasformata in un pandemonio osceno al quale il buon vecchio Fermin non si era fatto pregare di partecipare. D’altronde (sue testuali parole)la buona e amatissima Bernarda(pace all’anima sua, la donna che ho amato e per sempre amerò)sul letto di morte concesse(anzi, mi esortò)a non rinunciare ai piaceri dell’amore profano, a patto che mantenessi per lei un eterno amore puro e spirituale… .
-Allora, vogliamo mostrare al ragazzo questa vecchia catapecchia o no?
 
                                                                                        * * *
-Non è possibile…- Seguivo Julian a qualche passo di distanza, mentre con gli occhi che brillavano si faceva strada nel labirinto di scaffali, come se stesse seguendo pedissequamente i segni che io anni prima avevo inciso per non scordarmi dove si trovava quel libro.
-No no no no… non lì, a sinistra, no…- imprecavo mentalmente domandandomi se per caso Fermin non avesse fornito una mappa al ragazzo, o qualcosa del genere…
Ero troppo occupato a organizzare mentalmente un’eventuale fuga da Barcellona nel caso mio figlio avesse fatto qualche strano incontro nei giorni seguenti, quando lui si fermò bruscamente e io gli andai a sbattere contro, inciampando e facendo cadere da un ripiano una dozzina di vecchi libri.
Lui scorreva con lo sguardo lo scaffale, come se fosse indeciso tra quale volume scegliere… era lì! L’Ombra del Vento! Lo vedevo, esattamente dove l’avevo lasciato… oh no, no no no…
Sembrò accorgersi di me solo quando sentì il tonfo di altri libri che cadevano, ancora per colpa mia, che nella tensione del momento avevo urtato col gomito un altro scaffale. Si chinò per raccoglierli, e allora, fu attirato da un libricino dalla copertina bianca. Sfogliò qualche pagina, prima di voltarsi e esclamare: -“Papà credo di aver trova..”
Il mio sospiro di sollievo si smorzò a metà quando, dopo averglielo strappato di mano, lessi il titolo.  “Ultimi giorni nella casa maledetta – Penelope Aldaya”.
 In preda al panico iniziai a sfogliarlo, finchè lessi “A  J. , e alla cara Nuria”.
“No, non può, è un erro.. lei non è… Nuria è…era lì, non pote… -Fermiiiiin!”.
Lui e Bea accorsero subito spaventati, e io, incapace di parlare, mostrai loro la copertina del libro. Ci fissammo per un lunghissimo istante, poi guardammo Julian, che aveva un’aria sconcertata e probabilmente preoccupata per la nostra salute mentale.
Bea fu la prima a rilassarsi, e esibì un sorriso mozzafiato mentre sussurrava a mio figlio: “Ora tocca a te!”.
Prima di svenire, mi parve di intravedere, lontana, seminascosta da una libreria, una figura minuta, col volto nascosto di cui si vedevano solo gli occhi, simili a quelli del Diavolo, che parevano stupiti. Incrociò il mio sguardo, e mi fece l’occhiolino; poi se ne andò, zoppicando.
 
 
Ok, so che non ha molto senso, ma questo libro mi è piaciuto molto, e volevo provare a scrivere qualcosa sul tema… anche se effettivamente non gli rende molto giustizia!
In ogni caso vorrei avere il vostro parere… anche le critiche sono ben accette!
Ciao  a tutti, alla prossima!
Baci :)
*…lady Black Rose…*
  
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