Salve a tutti! Sono reduce dalla prima stagione dell'Anime (non ho mai letto il Manga e di questo mi pento, ma mi affretterò a farlo) ed ho deciso di scrivere qualcosa che potesse incastrarsi con le vicende accadute nel momento in cui Yuki ha scoperto che Zero era un vampiro. Non pretendo nulla, i personaggi non mi appartengono e probabilmente non sono ancora in grado di plasmarli a mio piacimento ma spero voi la gradiate.
MG.

I personaggi, ovviamente, non mi appartengono ma sono stato creati da Matsuri Hino.

Something else

“Zero..”
Fu un sussurro quello che mi uscì dalle labbra.
Lo vidi lì, seduto con la schiena contro il freddo muro di quel bagno così piccolo.
Stava soffrendo, glielo leggevo negli occhi, aveva la fronte imperlata di sudore e quel suo tatuaggio brillava di un rosso che solo negli occhi di un vampiro assetato di sangue una volta avevo visto.
Mi avvicinai a lui lentamente, teneva gli occhi chiusi e respirava affannosamente.
“Y-Yuki! S-sta l-lontana!” mi sussurrò a stento. “N-non..n-non voglio!” continuò.
Sorrisi.
Nonostante stesse passando le pene dell’inferno continuava ad essere il mio Zero, quell’arrogante e deciso ragazzo che cercava sempre di salvarmi dai pericoli.
Non esitai e mi inginocchiai di fronte a lui, gli presi le mani.
Lo sentii tremare, fremere, percepivo la sua sete di sangue, del mio sangue. Mi sentii responsabile, gliel’avevo fatto assaggiare io quel sangue, ero diventata la sua droga ed era soltanto colpa mia. Non me n’ero pentita, affatto, era l’unica cosa che potevo fare dopo aver ignorato per anni tutte le sue sofferenze.
“Bevi, Zero..” gli dissi. “..Bevi!”
Mi tolsi quella fascia che portavo ormai da mesi, quella fascia che nascondeva i segni della sua sete, i segni del suo dolore. Gli portai le mani dietro le spalle e lo abbracciai, facendo aderire il suo viso al mio collo. Sentii la sua presa farsi più forte, le sue mani stringere i miei vestiti ed in un attimo fu come se tutto non avesse più importanza. Sentii i suoi denti affondare nel mio collo ed il mio sangue fluire dentro al suo corpo. Dopo mesi ormai avrei dovuto farci l’abitudine ma quella sensazione continuava a sorprendermi; nonostante fosse un vampiro, nonostante avesse perso la ragione io sapevo che quello era sempre Zero. Me ne rendevo conto dal tocco delle sue mani strette attorno ai miei vestiti, dal suo profumo e da quella delicatezza che soltanto poche volte ero riuscita a vedere.
Zero era sempre stato un libro chiuso per me e continuava ad esserlo, soltanto in quei momenti –quando il mio sangue si fondeva con il suo- sentivo di conoscerlo, sentivo di poter capire cosa provava e sentivo di star facendo la cosa giusta.
Si staccò da me, come risvegliatosi da una trance istantanea, e si asciugò le labbra ancora imperlate del mio sangue. Mi osservò straziato ed i suoi occhi mi chiesero perdono come ogni volta ed io, come ogni volta, gli sorrisi priva di alcun senso di colpa.
“Yuki..” sussurrò abbassando gli occhi.
Le sue mani stringevano ancora i miei vestiti ed in un attimo mi avvicinano a sé, mi trovai stretta tra le sue braccia con la ferita ancora sanguinante ma non ebbi paura, lui non mi avrebbe mai fatto del male. Chiusi gli occhi e respirai profondamente mentre un capogiro rischiò di farmi perdere i sensi, l’anemia non si era ancora sviluppata in me, nonostante il grande quantitativo di sangue perso, ma quei capogiri continuavano a sorprendermi.
“Perdonami, Yuki..” sussurrò ancora, poggiando il mento sulla mia testa.
Mi strinsi a lui, poggiando le mani sulle sue spalle, aggrappandomi al suo corpo.
“L’ho voluto io, Zero, l’ho voluto io!” gli dissi.
Mi allontanai leggermente da lui e vidi i suoi occhi ,colpevoli, scrutarmi. Gli sorrisi, sposandogli una ciocca di capelli finita sul suo viso, avvicinandomi a lui. Non si mosse, i suoi occhi erano tornati quelli di sempre ed il suo tatuaggio aveva smesso di brillare, era di nuovo il mio Zero. Sentii il suo respiro caldo sul mio collo ed un brivido mi scosse, la sua mano lentamente si poggiò sulla mia ferita come a voler fermare lo scorrere di quel sangue così delizioso e mi fece sorridere. Mi avvicinai ancor di più, poggiandogli un bacio sulla guancia e mi divincolai da lui, alzandomi in piedi.
“Quando hai bisogno di me Zero, sai dove trovarmi!” gli dissi sorridendo, mettendo un cerotto ed indossando di nuovo la mia fascia.
Aprii la porta e la oltrepassai.
“Yuki!” la sua voce ancora ansimante chiamò il mio nome.
Mi voltai sorpresa.
“Grazie..” mi disse.
Sorrisi.
“Non devi ringraziarmi, è il minimo che io possa fare!” gli dissi.
Mi osservò ancora con il suo sguardo penetrante ed un brivido mi attraversò la schiena, mi voltai e corsi fuori da quella stanza, il nostro rapporto era cambiato e la sua vicinanza non mi permetteva più di essere me stessa.
Quell’intimità, quel mio donargli ciò che di più prezioso avevo, ci aveva cambiati. Non avevo bisogno di cercarlo, sapevo sempre dove fosse e lui non aveva più bisogno di farmi delle domande aveva già tutte le risposte.
Il nobile Kaname me lo aveva detto, lui mi aveva avvertita, donare il mio sangue a qualcuno era come donargli me stessa.
Perché, allora, nonostante io fossi innamorata del nobile Kaname non me ne ero pentita? Perché, nonostante tutto, continuavo a correre da Zero ogni volta che lo sentivo in difficoltà?
Perché ogni volta che i suoi denti affondavano nella mia carne mille brividi attraversavano il mio corpo?
Perché?
Io mi fidavo di lui o forse, forse..c’era qualcos’altro.