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Autore: misslittlesun95    09/02/2012    1 recensioni
Mentre andava verso il luogo indicatole da Luca, l'Argenti si ricordò di non aver chiuso la porta di casa a chiave ma di averla solo tirata dietro di se. “Tanto poche ore e torno” pensò.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Tanto poche ore e torno.

La telefonata di Luca l'aveva svegliata alle nove di un giovedì mattina in cui non sarebbe dovuta andare a lavoro.

Era il suo giorno libero e Benvenuto lo sapeva.
Infatti la telefonata era iniziata con la parola scusa e la stessa era stata udita dall'Argenti varie volte nel corso della loro conversazione.

Al distretto si stavano bloccando su un caso complesso, e gli serviva l'aiuto di Elena e delle sue conoscenze di psicologia e criminologia.
Luca le aveva detto di fare con calma, perché la cosa non era urgente e, dopo tutto, quello era il suo giorno libero.

Elena promise al capo di essere lì per le dieci, perché prima doveva sistemare almeno un poco la casa.
Avevano chiuso un caso un paio di giorni prima e lei, come sempre, buttata a capofitto sul lavoro si stava scordando della sua abitazione. Non che ci stesse mai a lungo, ovviamente.
Ogni tanto, giusto quando era triste.
Quella mattina si mise a risistemare la cucina e il bagno vicino a camera sua. O almeno quello era stato inizialmente il suo intento.
Alle nove e venti Luca l'aveva richiamata dicendo che era successo un casino e c'era bisogno di lei non come psicologa ma come poliziotta.
Un blitz armato contro una banda di delinquenti slavi in zona metro Furio Camillo, non troppo lontano da casa sua.
Elena si sistemò in fretta e uscì di casa di corsa, quando il lavoro la chiamava tutto rimaneva indietro.
Mentre andava verso il luogo indicatole da Luca, l'Argenti si ricordò di non aver chiuso la porta di casa a chiave ma di averla solo tirata dietro di se. “Tanto poche ore e torno” pensò.
Arrivata sul luogo della chiamata Benvenuto le comunicò come muoversi.

Non erano stati neanche portati gli antiproiettili, il blitz era nato dal nulla e nel nulla avevano intenzione di farlo dissolvere.
Elena seguiva Anna lungo vie poco conosciute della zona, alla ricerca del capo della banda.
Per un attimo nella mente della poliziotta affiorò il ricordo della mattina in cui stavano per prendere Giulio Flaviano ma poi era sparito.
“Questa volta non finirà così”, si disse.
- Gli hanno localizzati, Elena, dall'altra parte della strada, vieni con me. - La voce di Anna dava ordini rapidi e precisi, ordini che provenivano direttamente da Luca.
Elena e Anna obbedivano e si muovevano come avevano imparato, come avevano sempre fatto.
La squadra si riunì al fondo della via, messi in cerchio in modo che ognuno guardasse le spalle agli altri.
Non a caso erano una squadra.
Poi improvvisamente si accorsero di essere circondati, di non aver via d'uscita.
Erano tanti, più di quanti non ne avessero immaginati.
Luca aveva mandato l'S.O.S. all'antimafia, ma non c'era tempo.
Erano braccati, erano finiti.
- Ragazzi, gioco di squadra, mi raccomando. - Benvenuto aveva ordinato, loro avevano eseguito.
Poi un urlo straziante.
Un corpo a terra.
Corti capelli marroni sporchi di sangue.
Tutti in piedi meno Elena, e nella testa dell'ispettrice a terra un pensiero solo; “no, non può essere, io lo so. Tanto poche ore e tor
no.”

   
 
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