Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Opalix    18/09/2006    7 recensioni
“La memoria è la parte più nobile dell’essere umano. Senza memoria non c’è identità e non c’è nemmeno alcuna coscienza di esistere.”
V.M.Manfredi
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
 <<  
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

EPILOGO: THE UNFORGIVEN

Aspettate ancora un istante, amici miei…
Solo un ultimo sogno questo vecchio cantastorie vi chiede di poter raccontare.
Di tutte le scene che i miei burattini di legno hanno mostrato a voi,
questa è la fine… e il principio, ciò che serve per poter continuare…

Continuare cosa? Ecco la domanda che vedo nei vostri occhi balenare.
Continuare a sognare, continuare a camminare…
perché non è per lui che la campana ha incominciato a suonare.
Non ancora, non per vederlo fermarsi e cadere.

Lui… lui che ha ancora qualcosa per cui lottare,
lui che è vivo per ricordare, ma ad un bambino deve insegnare a dimenticare,
lui…che su quella lapide bianca non può piangere le sue lacrime amare.
Lui, che a lei, nel suo cuore, riesce ora a parlare.

What I've felt, what I've known
never shined through in what I've shown.
Never free, never me
so I dub thee unforgiven

Non c’è nessuna immagine sulla tua lapide. Sarebbe stata troppo simile alla bambola di vetro che eri diventata e che avresti odiato essere, se soltanto avessi potuto rendertene conto. Ho fatto questa scelta: ho scelto di non rendere il tuo viso immortale più di quanto già non sia nella mia mente… sei già stata troppo vicina ad essere immortale sul serio.
Eppure vorrei guardarti. È stupido lo so: per così tanto tempo ti ho osservata, volgendo lo sguardo solo per non incontrare i tuoi occhi, che ora mi sembra irreale non poterlo più fare. Mi sembra irreale doverti considerare morta, costringermi a ricordare che sto parlando al nulla, a una pietra e un ramo di caprifoglio fiorito posato su di essa… non potrò mai accettarlo.
Dove sei, amica mia?
Parlo con te più spesso ora che non puoi rispondermi… chiamami pazzo, se vuoi. Del resto, quando mai hai potuto rispondermi? Cosa è cambiato rispetto a quando ti avevo accanto? Ora sei morta per il mondo, prima eri morta per te stessa. Per me… non lo sei mai stata.
Dove sei, piccola?
Voglio credere che tu sia in un posto meraviglioso e che stia correndo su un cavallo grigio, come facevi in Russia, quando ti lanciavi al galoppo sulla terra arida e gelata e ti fermavi soltanto quando né tu né il cavallo avevate più fiato. Voglio credere che se esistono degli dei, non si siano permessi di punirti per ciò che ti avevano costretta ad essere. Hai toccato in vita ogni limite di ciò che “prigionia” può significare, la morte può soltanto averti liberata…
C’è chi dice che i morti ci guardano, ci osservano da un non meglio precisato “lassù” e vegliano sulla vita di chi resta.
Già… come se avessi il coraggio di chiamare “vita” ciò che è rimasto di me.
E tu non sei lassù. Sei con me, ogni giorno, ogni istante, in ogni respiro continuo a sentire l’odore del caprifoglio che ti accompagnava ovunque. E nella fiamma di ogni candela non vedo che il riflesso dorato dei tuoi occhi. La tua presenza silenziosa mi accompagna, in ogni passo, come quando eri in Russia, tra le mura di quel palazzo, pietre bagnate da fiumi di lacrime che non potevi ricordare. Come puoi essere lontana, se non fai che seguirmi, se in ogni viso vedo i tuoi lineamenti, se in ogni sguardo vedo la dolcezza con cui hai guardato me… e la morte in faccia? Come puoi essere morta se ogni volta che nostro figlio sorride i suoi occhi hanno lo stesso riflesso dorato dei tuoi…

New blood joins this earth
and quickly he's subdued
through constant pain disgrace
the young boy learns their rules
with time the child draws in
this whipping boy done wrong
deprived of all his thoughts
the young man struggles on and on he's known
a vow unto his own
that never from this day
his will they'll take away

Nicolaj guarda la tua tomba, con i suoi occhi curiosi di bambino. Ma c’è una luce di tristezza nel suo sguardo, la stessa luce che brillava nel tuo dopo che lui ti aveva costretta ad uccidere. Dio… sembra così lontano quel momento, così tante cose sono successe, così tanto è stato distrutto - così tanto, da lasciare la tristezza rassegnata di chi uccide negli occhi di un bambino di sei anni. Che razza di divinità hanno permesso che l’unica soluzione rimasta fosse trasformare un bambino in un assassino?
Lo guardo… e non desidero altro che cancellare quell’espressione dal suo viso, non vorrei altro che il potere di accendere di nuovo la gioia spensierata di un bambino, di un figlio che avrei dovuto proteggere da ogni malvagità del mondo. È stato impossibile. E ora non mi resta che raccogliere i brandelli di questa vita e cercare di costruirne una per lui, cercare di mostrargli che la vita può offrire anche gioia… e forse, se gli dei lo permetteranno, imparerò a vivere anche io insieme a lui.
Nicolaj mi ha chiesto perché ci sono due nomi sulla pietra: Ginny e Sonja. Li ho fatti incidere entrambi. Perché in realtà ci sono due persone che dormono in questa tomba. Due persone che ti hanno dilaniato l’anima, uccidendoti alla fine.
Non so come farò a spiegargli che Ginny e Sonja sono tutte e due la sua mamma. Credo che in cuor suo abbia sempre saputo, con quell’istinto speciale che solo i bambini possiedono, che tu eri la sua mamma; ti chiama nel sonno, quando ha gli incubi… ti chiama Sonja, non mamma, ma chiama te. Del resto, anche quando si rivolge a me dice Draco, non papà… so che è triste, ma il solo fatto che lui sappia chi sono mi fa quasi dimenticare tutto il resto. Quasi.
Lo vedi, piccola mia? Dovunque tu sia, riesci ad essere orgogliosa di tuo figlio, riesci ad amarlo?
Riesci a vedere il mondo che hai lasciato… il mondo a cui tu hai regalato un futuro?

Non sono tornato in Inghilterra, Ginny. Quella non è più la mia casa. E non ce l’ho fatta a separarmi da te quindi il tuo corpo non riposa accanto a tuo fratello, accanto ai tuoi familiari… probabilmente è stato stupido da parte mia, ma non ho potuto lasciarti andare via. Scusami. Stai dormendo in un cimitero, poco fuori la nostra Mosca che si estende ora dietro di me, sotto il cielo rosso del tramonto. Nicolaj parla inglese e russo correttamente, sta imparando a non aver paura delle persone che non conosce e sta imparando a conoscere altri bambini. La sua bacchetta giace inutilizzata, in un cassetto della nostra piccola casa, così diversa rispetto al palazzo in cui era rinchiuso. Non so ancora cosa desidero per lui: a volte vorrei che dimenticasse completamente la magia e tutto ciò che Voldemort gli ha insegnato, ma so bene che ha troppo di te e di me per lasciare che il suo talento magico resti latente per tutta la vita. Ma per ora è ancora un bambino, non ha nemmeno l’età per possedere quella bacchetta legalmente, quindi va bene così: il tempo, la vita e la sua magia stessa decideranno per lui il momento giusto per ritentare a tessere un incantesimo.

What I've felt, what I've known
Turn the pages, turn the stone

Nella luce di questo tramonto vedo il riflesso dei tuoi capelli, piccola amica mia… vedo te, sento la tua voce cantare la ninna nanna al bambino addormentato che riposa sulle mie ginocchia, sento il tocco delle tue dita fresche nella rugiada che bagna il prato sul quale sono seduto. Tutto ciò che vorrei è cancellare il male che ti ho fatto e riaverti indietro. Ma non è possibile.
Ci rivedremo presto, Ginny. Il tempo necessario per crescere Nicolaj, per vederlo diventare uomo, non sarà che lo spazio di un respiro nel luogo in cui ti trovi. E l’agonia che sopporterò io, essere umano su questa terra, nell’aspettare quel momento, forse mi renderà degno di rivederti ancora. Per ora dormi, piccola. Dormi nel tuo luogo fatato, dormi nel luogo in cui ti trovi ora, in cui il male di questa terra non può più toccarti. Dormi e aspettami.

All’apparir del vero
Tu, misera, cadesti: e con la mano
La fredda morte ed una tomba ignuda
Mostravi di lontano.
Da “A Silvia”
Giacomo Leopardi

###############

Andata.
Grazie a tutte, sul serio per aver aspettato tanto negli ultimi mesi, e per avermi fatto tanti complimenti… non faccio ringraziamenti personalizzati perché è passato tanto tempo che non mi sembra sensato! Comunque ho davvero apprezzato il sostegno. Un bacio a tutti!!! Opalix

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Opalix