09/02/2012
9 recensioniPerché la linea della vita è filigrana:
Buona sera,
allora cosa dire di questa ff?
E' orribile ovviamente, ma è uno sfogo, nulla più.
Per il resto si commenta da sola.
Il titolo è preso da un verso dei Club Dogo.
Avvertenze: R&by se tu dovessi leggerla prepara i fazzoletti.
Anche se in realtà non è così triste.
un bacione
Mary
Ti appoggi al muro con durezza, passando distrattamente una mano sulla parete ruvida.
Qualche granello d’intonaco si sgretola al tuo tocco, ma non ci badi, quasi te lo aspettassi.
Perché ogni cosa si sbriciola prima o poi, dopo tutto è successo lo stesso anche a te.
Chiudi gli occhi serrando le labbra, mentre la voglia d’urlare ti attanaglia le viscere.
Vorresti gridare quanto tutto questo ti faccia schifo,
che quel corpo debole non ti appartiene,
che quella non è la vita che vuoi.
Potresti urlare tante cose in questo momento Ichinose, ma rimani in silenzio.
Perché sai che ogni grido sarebbe inutile, parole al vento che non risolverebbero nulla.
E tu non sei il tipo che sfoga la rabbia in questo modo.
Scivoli lentamente fino al pavimento, non c’è più energia nei tuoi movimenti, anche il sorriso che ti contraddistingue è sparito.
Serri i pugni quando una fitta di dolore ti attraversa la colonna vertebrale, lasciandosi alle spalle tremori flebili.
Non ci sono emozioni nei tuoi occhi, due pozzi neri completamente apatici.
Sei cambiato senza volerlo Kazuya, ma del resto era prevedibile.
Hai visto la morte in faccia.
Il tuo corpo tremante per le convulsioni, cedere al dolore.
I muscoli tirare senza tregua, mentre il mago del pallone moriva crisi dopo crisi.
E il tuo mondo crollava, sotto i tuoi occhi impotenti.
Perché bastava quel maledetto pallone per colorarti la vita, un oggetto semplice che ora puoi solamente sognare.
Deglutisci amaramente, davanti a quell’ingiustizia che ti è stata imposta dal fato.
Eri bravo, il migliore.
Ogni passaggio, ogni tocco, risultava perfetto.
Il mondo ti osservava a bocca aperta, mentre davi spettacolo su quel campo verde, che altro non era che il tuo palcoscenico.
Avevi un dono, un talento che è andato sprecato.
Ora non puoi nemmeno palleggiare senza finire in ginocchio, schiavo di quel corpo che disprezzi, che non ti appartiene.
Sei malato Ichinose, e questo non l’accetti.
Forse non lo accetterai mai, però ti arrendi disperatamente all’evidenza.
Perché per ora non puoi fare altro, domani combatterai, stringerai i denti con grinta e andrai avanti come hai sempre fatto.
Oggi però rimarrai li, seduto in quel corridoi d’ospedale con la flebo nel braccio e la rabbia nel cuore.
Continuando a chiederti sconfitto perché tutto questo sia successo proprio a te? Con la consapevolezza che nessuno riuscirà mai a rispondere a questa muta domanda.
Una lacrima, nulla più.
Spazio Me finale:
Non ho parole in questo momento, perciò ecco qualche strofa d'una canzone bellissima,
La tua rabbia di Dante Bi Zeta.
Ogni giorno un nuovo inedito di questo film,
che senza pause continua ogni istante che corre,
ha una nuova sfida, ci ha sempre un altro intoppo,
ti ritrovi di fronte
un altro muro, un altro blocco.
Quando hai il nodo stretto in gola che divora ogni parola
e la vita ti prende a schiaffi ancora,
la soluzione in realtà è una sola
non rimanere fermo perché qua nessuno ti consola,
la soluzione rimane sempre una sola
adesso devi contare solo su te stesso.
- E i problemi chi pensi non li abbia
ognuno a proprio modo dà sfogo alla sua rabbia....