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Autore: Lavi Bookman    10/02/2012    1 recensioni
- Mel? -
- Che c'è? -
[...]
- Riconosceresti me o Andrè? -
- Sei geloso? -
- Semplice curiosità... -
[...]
- Ok M... - Andrè si bloccò in cima alle scale e si riparò dietro al muro per non farsi vedere. Gli faceva male tutto ciò. Vedere la ragazza che amava abbracciata a suo fratello. Si chiese se non avesse magari ingigantito tutto e per un attimo volle crederlo con tutto se stesso. Eppure poteva vedere il dolore di Mel e Teo, poteva palparlo e lui si sentiva il coltello pronto a recidere ogni cosa.
La stretta di lei era così salda, e il suo pianto così silenzioso e così straziante. Si chiese come facesse Teo a non girarsi verso di lei per abbracciarla. Come facesse a resistere senza muoversi. Come potesse non piangere anche lui.
E poi se ne accorse.
Vide le lacrime di lui scendergli lungo le guance. Senza alcuna espressione dilaniante sul volto, senza nessun rumore. E rivide il vuoto nei suoi occhi. [Cap. 11]
La storia tratta l'incesto tra Mel e Teo, fratello e sorella. Tra problemi -ovvi- come le incertezze di lui, terze persone decise a rendere il tutto più complicato, incidenti e decisioni sofferte.
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate, Triangolo
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I think I might have inhaled you
I could feel you behind my eyes
You've gotten into my bloodstream
I could feel you floating in me

[ Bloodstream - Stateless ]

 


- Quando vorrai qualcosa in più, da me, io ci sarò – disse lei all'improvviso, continuando a sorridergli, ma non con gli occhi.
- Non posso volere di più da te, Mel. Torna da Andrè. -
Sembrò pensarci davvero, per qualche secondo, per poi concludere con una leggera scrollata di spalle, come se avesse messo il punto ad un concetto che aveva appena pensato.
- Give me a kiss before you...
- e si alzò in punta di piedi, avvicinandosi a lui maggiormente - ... Tell me goodbye – e lo baciò sulle labbra senza pretese, saggiandone la consistenza e la morbidezza.
Ricambiò al bacio, più per automatismo che per altro. Ormai la bocca di lei era
casa, nonostante non lo tollerasse. Il suo profumo era casa, così come le coperte mai a posto sopra il letto.
Era casa la sua capacità di sdramatizzare, la sua genuina ingenuità nel chiedergli '
mi ami?', e l'insistente pretesa di essere voluta. Lei era ciò che più si avvicinava ad essere l'unico appiglio sicuro della sua esistenza, lei che la sua esistenza l'aveva presa e accartocciata per poi soddisfare le proprie voglie. E la odiava. Dio, la odiava da morire. Lei l'aveva portato a quella che è considerata 'perdizione'. Era stato indotto. Tempo prima aveva letto su un libro di diritto che “il contratto può essere annullato, e l'annullabilità è prevista se uno dei contraenti è incapace o sottoposto a vizi di volontà, quali “dolo” “errore” e “violenza”. Il dolo vi è quando uno dei contraenti accetta la stipulazione di un contratto, che in altro momento non avrebbe mai firmato, poichè indotto con a inganni e raggiri”, e cos'era quella relazione se non un contratto annullabile per dolo? Lei lo aveva raggirato, e la stipulazione del contratto non era stata altro che il primo bacio. L'oggetto del contratto poi era il sesso. Anche l'amore forse, ma principalmente il sesso. Ricordava inoltre che, sempre come riportava il libro “l'invalidità del contratto tramite l'annullabilità non solo non rende possibile il protrarsi degli effetti eventualmente posti in atto dalla sua stipulazione, ma grazie al principio della retroattività dell'annullabilità, tutti gli effetti precedenti alla sentenza del tribunale sono cancellabili”, voleva forse dire che annullando, eliminando, distruggendo, atterrando il rapporto con Mel, Dio l'avrebbe perdonato?

Non si era neanche accorto di essersi staccato dalle labbra di lei quandò tentò di biascicare qualcosa riguardo all'idea appena avuta. Avrebbe voluto urlarle tutta la sua frustrazione, farle capire quanto velenosa poteva essere per lui. Avrebbe voluto prenderla per le braccia e squoterla tanto da farla tremare dall'interno.
Avrebbe voluto. E invece si limito a fissarla, scrutandone i lineamenti e provando ad immaginare l'odio che da se refluiva in lei, spiazzandola, uccidendola. Lasciandola sconcertata come un cervo spuntato in mezzo alla strada ed accecato dagli abbaglianti di una macchina.
Fallo, urla”, continuava a consigliare la sua coscienza, ed invece tutta la sicurezza non trovava parole per uscire. Sicurezza insicura.
Ossimoro.
- Tu pensi troppo, lo sai? - disse Mel risvegliandolo dai propri pensieri.
- Mi è stato detto, sì – rispose girandosi nuovamente verso la cucina e tutto gli sembrò un po' più semplice. La stanza improvvisamente non si limitava più a lei, e ringrazio se stesso per aver tenuto aperta la finestra prima di uscire di casa: l'aria era diventata irrespirabile, o forse era semplicemente la sua angoscia che si mostrava in tutta la sua asfissiante presenza.

 

  
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