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Autore: takingyourgoodbye    10/02/2012    7 recensioni
«Papà, raccontami una favola.»
La voce dolce ed innocente della piccola Amy attirò l’attenzione del padre, Harry, che pazientemente la mise sotto le coperte e con un sorriso costante si sdraiò accanto a lei e cominciò a mettere in ordine i pensieri.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Papà, raccontami una favola.»
La voce dolce ed innocente della piccola Amy attirò l’attenzione del padre, Harry, che pazientemente la mise sotto le coperte e con un sorriso costante si sdraiò accanto a lei e cominciò a mettere in ordine i pensieri.
«Bene piccola, ti racconterò una storia. La mia storia. Parla della donna che non ho mai smesso di amare.» Lei si mise a fantasticare guardandolo e decise che voleva ascoltare fino in fondo le parole del suo babbo.
«La incontrai 10 anni fa. Era un giorno afoso d’agosto, mi trovavo con Louis al mare, affittavamo una casa per due mesi ogni estate. Eravamo entrambi sdraiati sul bagnasciuga e parlavamo con fare tranquillo osservando l’orizzonte e le onde che, avvicinandosi ai nostri piedi, lasciavano una schiuma bianca che si univa alla sabbia per poi portarla via con sé. Lou restringeva la pancia per far risaltare gli addominali ogni volta che passava qualche ragazza carina, era più forte di lui. La maggior parte di loro ridevano di lui e del suo fare da finto macho, ma lui non si arrendeva e non perdeva mai l’occasione di fare colpo.
Erano più o meno le quattro del pomeriggio, lo ricordo bene. Lui tentava di attaccare bottone con una ragazza almeno 15 centimetri più alta di lui. Guardandola mi venne in mente Gulliver, era come se Louis fosse una delle sue vittime.
Mentre immaginavo la scena di Louis versione mignon che stava seduto sul palmo della mano di lei, un pallone mi colpì. Emisi un piccolo gemito portando la mano alla nuca ma rimanendo seduto, e non feci in tempo a girarmi che una ragazza corse in mio aiuto.
«Oddio, scusami tanto. Stai bene?»
Appena la guardai non potei fare a meno di osservare ogni minimo particolare: i suoi capelli biondi erano raccolti in una lunga coda di cavallo, aveva un costume rosa pallido che faceva risaltare la sua abbronzatura, e la sua pelle olivastra metteva in primo piano quegli occhi color marmo di cui mi innamorai.
Ero così catturato da lei che rimasi a guardarla per interi minuti, rischiando anche di passare per ritardato.
Rendendomi conto della figura poco bella che stavo facendo scossi la testa e cercai di mettere insieme qualche parola.
«Sì, ehm, sto bene. Tranquilla.» Sorrisi completamente inebetito sotto il suo sguardo attento. «Comunque piacere, io sono Harry.»
«Amber, piacere mio. Ti va di venire a giocare?»
“Vorrei, ma devo fare attenzione al mio amico qui, ci sta provando anche con le pietre.»
Lei rise, e subito m’innamorai del suo sorriso. Di quei denti bianchissimi e di quelle labbra carnose.
«Bene, allora se non ti dispiace io torno in campo.» Disse con fare frettoloso indicandomi gli amici che l’aspettavano.
“Fa’ pure, tiferò per te.»
Rimasi a guardarla giocare per un’ora circa. Ogni volta che segnava si girava verso di me cercando il mio sguardo e io le sorridevo a trentadue denti facendo il segno dell’okay –sembrando quindi ancora più cretino di quanto non mi avesse reso-
A fine partita salutò i suoi amici e indossò il suo pareo, sempre rosa, abbinato al costume. Sciolse la coda e scosse la testa per poi frizionare i capelli leggermente bagnati alle punte. Goffamente mi avvicinai a lei: volevo parlarle, volevo osservarla, volevo sapere tutto di lei.
«Sei brava.»
«Lo so.»
«Ti va di andare fare una passeggiata sulla riva?»
Lei ci pensò qualche secondo, poi annuii.
Parlammo molto: scoprii che viveva a Londra, che frequentava il terzo anno alle superiori, che il suo cibo preferito era l’italiano e che amava i Red Hot Chili Peppers.
Ricevette una chiamata e mi salutò, dicendomi che ci saremmo visti il giorno dopo. Si scusò dandomi un bacio sulla guancia: ripensai a quel bacio tutta la notte. Alle parole che mi aveva detto, ai suoi sorrisi.
Il giorno dopo ci rivedemmo sempre in spiaggia, un’altra passeggiata, un gelato al volo e una lunga chiacchierata ricca di risate. Era tanto simpatica quanto bella.
Passammo quasi tutta la giornata insieme, poi mi offrii di accompagnarla sotto casa intorno alle 11 di sera. Mi ringraziò per la bella serata passata insieme, io non resistetti e la baciai. Ricordo ancora oggi l’emozione che provai durante quel bacio, la felicità nel sentire le sue labbra sulle mie.
Il giorno dopo passammo ancora tutta la giornata insieme a sorriderci e baciarci come non mai. Il tempo che passavo con lei non era mai tempo sprecato. Mi piaceva osservare attentamente ogni suo gesto, ogni sua espressione, mi piaceva studiarla. Avevo imparato a conoscerla in poco tempo, a toccare le sue gambe magre ed abbronzate, a darle tutto il mio amore.
I giorni andavano veloci, le giornate si facevano più corte.
Un giorno di fine agosto, di notte, eravamo ancora insieme sulla spiaggia. Solo noi due e le onde. Tirava un po’ di vento, io le diedi la mia felpa e lei appoggiò il suo capo alla mia spalla, stringendomi il braccio.
E proprio quella notte freddolosa, con un mare piuttosto agitato, facemmo l’amore. Proprio lì, sulla spiaggia. Una volta, poi un’altra. Eravamo insaziabili. Sentire il suo respiro affannoso, la sua pelle calda, le sue labbra, faceva in modo che l’amassi come nessuna.
Feci a botte per lei. Ero sempre stato un ragazzo gentile ed educato, rispettoso, ma lei mi aveva fatto cambiare. Un fusto con un gran fisico, la mattina in spiaggia, davanti a tutti, mi minacciava. Diceva che se non l’avessi lasciata perdere me la sarei vista con lui. Lo presi a pugni e calci, lui ricambiava con le sue braccia potenti, ma non m’importava. Vedere lei che gli urlava di lasciarmi perdere mi dava in un certo senso forza, ma cominciai a pensare che lo faceva per pietà, e mi indebolii.
«Tyler, non sarò mai tua. E’ lui che amo.»
E quando disse ciò sentii un calore avvolgermi il cuore. Lui mi lasciò per terra, lei mi strinse il viso tra le mani e mi baciò.
Mi medicava con uno sguardo preoccupato, quasi come se avesse paura.
«Ti amo Harry.»
Scoppia a piangere, l’abbraccio.
«.. Ma io domani devo tornare a Londra, e non ci vedremo più.»
Il mio cuore si stava trasformando a poco a poco in un blocco di ghiaccio al suono di quelle parole.
«Non ti lascerò andare.»
Il giorno dopo la accompagnai alla stazione, portai le sue valigie, poi quando il suo treno si fermò mi guardò soltanto e salì. Non ci pensai due volte e salii con lei, e credimi Amy, quella fu la scelta più giusta che abbia mai fatto.
Facemmo l’amore di nuovo nella cuccetta, fu proprio come la prima volta. Un susseguirsi di graffi e sorrisi, di odio ed amore.
Ci addormentammo abbracciati e il treno ci portò a Londra, lì finimmo insieme il liceo innamorati come prima, forse ancora di più. E questa, piccola mia, è la storia della donna che sarebbe stata sempre la più importante per me.»
Terminò lui, guardando negli occhi azzurri di sua figlia e notando, meravigliato, che lei era ancora sveglia e lo ascoltava con attenzione.
«E la ami ancora?» Lei arricciò una ciocca dei suoi capelli color miele.
«La amo quanto amo te.» Le sorrise il padre, prendendole la piccola mano.
«E dov’è ora questa signora, papà?» Chiese la bambina con tono innocente. Lui distolse lo sguardo. Sorrise.
«E’ in cucina che sta finendo di lavare i piatti, e se ti becca ancora sveglia si arrabbia da morire, lo sai. Buonanotte pulcino.» Porse la guancia e la piccola gli diede un rumoroso bacio sulla guancia. Lei prese il suo orso di peluche e lo mise accanto a sé, sorridendo, pensando che aveva i genitori più meravigliosi dell’intero universo.
Intanto la madre, Amber, aveva origliato tutti il racconto di Harry, ripercorrendo con la mente quei ricordi che erano incancellabili. Lo aspettò fuori dalla porta della camera di Amy e si amarono, come sempre, come 10 anni prima.



*MySpace*
Eccomi con questa OS, l'ho scritta tutta ad un fiato in preda all'ispirazione.
Scusate se ho rimesso Harry come 'protagonista', ma la scena mi ispirava troppo la sua immagine!
Spero che vi piaccia e che recensiate in molti.
- Esse xx

  
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