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Autore: fatedtopretend    10/02/2012    2 recensioni
Kurt Hummel è l'astro nascente di Broadway, con migliaia di fan al suo seguito.
Incontrare l'uomo dei propri sogni è incredibilmente difficile. Fallo innamorare di te, poi, può essere un'impresa impossibile.
A meno che il tuo nome non sia Blaine Anderson.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Gifset trovato (con l’aiuto di BeatriceS!)
Et voilà.
Questo capitolo era venuto fuori lunghissimo, quindi ho deciso di dividerlo in due parti.
Nient'altro da dire! Al solito, fatemi sapere cosa ne pensate.

2.

Blaine ringraziava il cielo per la sua parsimonia. Lui era il genere di persona che non riusciva a spendere immediatamente i soldi guadagnati (sempre con lavoretti part-time, che erano tutto ciò che poteva permettersi dati gli impegni universitari) e finiva per conservarli in vista quelle “occasioni speciali” di cui nemmeno lui aveva chiara la natura.

Era solo per questo che era riuscito ad accaparrarsi un biglietto per lo spettacolo di Kurt Hummel con ingresso nel backstage.

Si era lasciato andare in una specie di danza di esultanza quando si rese conto che Marc lo stava fissando dall’ingresso della sua stanza, come se si fosse trovato di fronte un paziente psichiatrico.

“Blaine? Hai per caso battuto la testa? Oddio, non dirmi che sei andato a letto con qualcuno”

Blaine scosse la testa e gli porse il biglietto, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.

“Hai speso tutti questi soldi per andare a vedere Lady Hummel? Sei senza speranza. E ci vai da solo.”

“Non avevo dubbi al riguardo. Guarda, è incluso un ingresso nel backstage!”

“E che te ne fai? Poi dicono che sia insopportabile…Non fare quella faccia, non lo conosci, non hai abbastanza informazioni per potermi contraddire.”

Blaine non rispose e abbassò lo sguardo, sentendosi un po’ stupido.

“Blaine, davvero, cosa credi di ottenere? Hai solo speso un patrimonio per avere una firma su un pezzo di carta. Non diventerete mica amiconi. Tu ti fai sempre questi bei filmoni mentali, per ritrovarti con cosa? Niente. Nada. Ni-“

“Lo dici solo perché lui ti sta sui nervi. E ti sta sui nervi perché vorresti essere lui.”

“Aspetta un secondo, sarò sicuramente invidioso della sua visibilità, ma non voglio certo essere lui. Quello scomparirà tra un paio d’anni al massimo, fidati. E poi ha la faccia da ragazzina…Blaine, hai una sua foto nell’armadio?”

Marc lo scavalcò per aprire l’anta dell’armadio socchiusa, da cui s’intravedeva la pagina che Blaine aveva tagliato da Vogue.

“No…aspetta. MARC!”

“Oh mio Dio, non vedevo una cosa del genere dai tempi delle medie!”

“ESCI DALLA MIA STANZA.”

“Ok, ok! Calmati!”

Blaine lo spinse verso la porta e gliela sbattè alle spalle.


Dopo un paio d’ore, ricevette un sms da Jill.

“Ho parlato con Marc, ti accompagno io allo spettacolo, se ti va’. E lascialo perdere, è un coglione”

***

“Wow, questo tizio è una specie di calamita per ragazzine e ragazzini gay, da quel che vedo”

Blaine rimase a fissare la folla che si accalcava di fronte all’entrata del locale, cercando di capire come sarebbero riusciti a far entrare tutti. Effettivamente, gran parte del pubblico era composta di adolescenti. Adolescenti molto, molto rumorose.

“In cosa consisterà lo spettacolo?”

“Credo di aver capito che canterà qualche classico di Broadway e un paio di cover. Non c’erano molte informazioni su internet, non ha mai fatto nulla del genere.”

Blaine e Jill riuscirono a posizionarsi a una decina di metri dal palco. Blaine avrebbe potuto avanzare alle prime file con il suo pass, ma Jill aveva solo un biglietto ordinario, quindi rimase con lei. Lo spettacolo sarebbe dovuto iniziare dopo non più di cinque minuti, e Blaine cominciava a sentire l’adrenalina salire.
Aveva le mani sudate.

Aveva letto il suo nome per la prima volta un anno prima. Aveva partecipato ad una produzione di West Side Story a Columbus, e un agente l’aveva scoperto e portato alla ribalta. Blaine era rimasto incuriosito dalla velocità con cui era diventato famoso, e aveva scaricato una registrazione della sua performance. Era rimasto abbagliato, dalla sua voce, dal suo aspetto, dal modo in cui parlava e si muoveva.

E, di lì a poco, sarebbe stato di fronte a lui.

“E’ in ritardo.”

“Jill, sono solo le 9:05. Non è nu-“

Blaine fu costretto a fermarsi, la sua voce soffocata dalle urla di un centinaio di ragazzi. Le luci si erano appena spente, la base di una canzone stava partendo.

All that work and what did it get me?

Le urla di Blaine si confusero con quelle del pubblico. Jill scoppiò a ridere. Il locale era ancora immerso nel buio.

Why did I do it?
Scrapbooks full of me in the background.

Give 'em love and what does it get ya?
What does it get ya?
One quick look as each of 'em leaves you.

Blaine si alzò sulle punte per cercare di capire dove fosse.

I had a dream.
I dreamed it for you, June.
It wasn't for me, Herbie.
And if it wasn't for me
then where would you be,
Miss Gypsy Rose Lee?

Improvvisamente, le luci del palco si accesero, puntando su un uomo di spalle, alto e snello, che indossava dei jeans scuri e aderentissimi, un gilet elaborato e una camicia nera. In quei pochi secondi tra un verso e l’altro, Blaine si ripetè mentalmente, è lui, è lui, è lui.

Well, someone tell me, when is it my turn?
Don't I get a dream for myself?

Si voltò di scatto, e la folla impazzì. Blaine rimase pietrificato.

Starting now it's gonna be my turn.
Gangway, world, get off of my runway!

Non era come se l’era immaginato.
Era mille volte meglio.

Il pubblico cominciò a cantare, cambiando le parole della canzone originale.

Everything's coming up KURT!
Everything's coming up HUMMEL!

Il volto di Kurt, che fino a quel momento aveva mantenuto un’espressione fiera, si aprì in un sorriso. Non uno di quei sorrisi falsi da servizio fotografico, un sorriso che metteva in bella mostra i denti e creava delle piccole rughe intorno agli occhi e –diavolo, aveva anche una fossetta.

Finita la canzone, s’inchinò, sorridendo, e aspettò che gli applausi si fermassero.

“Grazie, grazie di essere venuti! Ehi, gran bel cartellone, là dietro!”

Si girarono tutti verso l’angolo che stava indicando, ma Blaine rimase con lo sguardo fisso su di lui.

“Il prossimo pezzo viene da un altro musical, Wicked…”

Il pubblico esultò. Defying Gravity era la canzone che l’aveva reso famoso.

“…Oh, vedrete che a fine serata non vorrete saperne più di canzoni di Broadway!”

Blaine rise, e cominciò a cantare insieme al pubblico.

***

“Tutti quelli col pass per il backstage a destra, per favore!”

“Non svenire, ok?”

Blaine ridacchiò.

“Ci proverò”

“Vuoi che ti aspetti?”

“No, ci vorrà un po’. Prenderò un taxi.”

“Ok, non chiedergli di autografarti parti intime, o chiamerà la polizia.”

Blaine rise di nuovo e la salutò, quindi seguì il gruppetto di ragazzine col pass identico al suo. Lo staff li condusse in un’ampia stanza sul retro con un tavolo e una sedia. Un addetto alla sicurezza controllò che tutti i pass fossero in regola e chiuse la porta dietro di loro.

“Cinque minuti, ragazzi.”

Le mani di Blaine ricominciarono a sudare.

***






   
 
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