Micheal
osservava il panorama davanti a sé con un sorriso. Tutto intorno a
lui regnava pace e tranquillità. Sotto la guida di loro Padre, le
schiere di angeli riuscivano a mantenere l'ordine naturale del
Paradiso.
Anche
lui con i suoi fratelli a capo delle varie legioni si sentiva
orgoglioso del lavoro svolto fino a quel momento. Vide suo fratello
Gabriel volare da una parte all'altra del Paradiso per controllare
che tutti fosse a posto.
Era
così concentrato sulla sua perlustrazione che non si accorse della
figura appena atterrata dietro di lui. Con passo felpato si si
avvicinò all'Arcangelo, gli poggiò le mani sulle spalle e accostò
il corpo al suo. Avvicinando la bocca all'orecchio dell'altro gli
sussurrò “Ciao Mikey”
L'arcangelo
dapprima sussultò ma poi riprese in fretta la sua compostezza.
Continuò a dare le spalle all'altro ma capì lo stesso chi fosse.
“Lucifer”
Il
più giovane dei due sorrise “Come mai tutto solo quassù? Ancora a
controllare che i piccoli di casa non combinino guai?”
“E'
il mio compito, quello assegnato da nostro Padre. Tu anche dovresti
assolvere il tuo di compito”
“Naa
è noioso, e poi gli angeli inesperti sono una vera palla al piede.
Non riescono a volare da qui a lì senza il mio aiuto”
“Per
questo tu sei qui per addestrarli ed insegnare loro come servire
nostro Padre al meglio”
Lucifer
storse il naso ma continuò “Non ne ho voglia, è un compito
barboso, e poi preferisco stare qui con te” lascivamente avvicinò
il suo corpo all'altro fino ad aderire completamente.
Micheal
si adagiò contro di lui per un solo istante, quasi
inconsapevolmente, poi si risvegliò dalla trance e si staccò di
tutta fretta. Mettendo una notevole distanza tra lui e Lucifer.
Vide
l'altro ghignare leggermente e questo non piacque affatto a
Micheal.
“Non
dovresti disobbedire in questo modo a nostro Padre, noi siamo stati
creati per sorvegliare questo posto e la Terra, non per gironzolare
qua e là senza far nulla”
“Ti
sbagli Micheal, noi siamo stati creati per amare. Per amare nostro
Padre e i nostri fratelli. E io lo faccio amo nostro Padre più di
ogni altra cosa al mondo e amo i nostri fratelli. Questo tu lo sai
bene. Il problema, quello che tu non accetti è che io ami te”
“No”
disse l'altro stringendo i pugni lungo i fianchi “Non lo dire”
“Di
cosa hai paura Mikey? E' pur sempre amore?”
“No
ti sbagli quello che tu provi per me non è l'amore puro e semplice
che proviamo per i nostri fratelli o quello immenso che proviamo per
nostro padre. Il tuo amore è peccato. È impuro” l'arcangelo
gridava, cercando di convincere il fratello delle sue parole. Ma
forse quello che veramente voleva convincere era se stesso.
Lucifer
si avvicinò nuovamente e poggiando le mani sulle braccia del
fratello si accostò al suo viso.
“Non
sono un peccatore, non ho fatto nulla di male, il mio unico “peccato”
è quello di amarti, e da quello che leggo nei tuoi occhi non sono
l'unico”
I
due pozzi azzurro cielo si incontrarono con quei prati verdi, così
vicini da fondersi l'uno nell'altro.
La
mente di Micheal sembrava essersi spenta, non c'era più un pensiero
coerente, nella sua testa, l'unica cosa viva era il sentimento forte
nel suo petto.
Si
sentiva un po' ipocrita per quello che stava facendo ma quando le sue
labbra incontrarono le loro compagne, tutti i principi morali e le
costrizioni gli scomparvero dalla mente. Nient'altro esisteva tranne
il corpo stretto al suo e quelle labbra contro le proprie.
Era
peccato lo sapevano entrambi, ne avrebbero pagato le conseguenze. Per
millenni avevano cercato di reprimere quel sentimento che in loro
cresceva sempre più forte, ma nulla era servito. Ed ora eccoli lì
finalmente uniti per l'ultima volta.
Il
volto di Micheal era tetro. Non ci si poteva leggere nessuna
emozione.
Quello
che aveva appena fatto era una cosa orribile, che aveva frantumato la
sua grazia in mille pezzi. Si sentiva distrutto, amareggiato,
spezzato.
Il
dolore profondo che sentiva dentro di sé, lo stava divorando. Ma
cercò di farsi forza, cercò di convincersi che quello che aveva
fatto era giusto, che era suo dovere eliminare ogni traccia di
peccato in Paradiso.
Niente
però gli toglieva la consapevolezza che oltre al fratello aveva
scacciato anche una parte di se stesso.