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Autore: Bulma e C18    18/09/2006    25 recensioni
Ciao! Siamo Bulma e C18! Abbiamo avuto la pazza e strampalata idea di scrivere una fanfiction che speriamo vi faccia ridere, cosa che sicuramente non accadrà ai poveri protagonisti di dragonball… Riassumendo brevemente, l’idea è quella di far vivere diverse situazioni di tutti giorni ai nostri beniamini, con episodi più o meno spiacevoli per loro… (sennò mica poteva far ridere no? NdC18) vi auguriamo una buona lettura, e speriamo che ci recensirete in molti!
Genere: Parodia, Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: 18, Bulma, Crilin, Goku, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le avventure di Dragonball

Le avventure di Dragonball!

 

Ciao! Siamo Bulma e C18! Abbiamo avuto la pazza e strampalata idea di scrivere una fanfiction che speriamo vi faccia ridere, cosa che sicuramente non accadrà ai poveri protagonisti di dragonball… Riassumendo brevemente, l’idea è quella di far vivere diverse situazioni di tutti giorni ai nostri beniamini, con episodi più o meno spiacevoli per loro… (sennò mica poteva far ridere no? NdC18) vi auguriamo una buona lettura, e speriamo che ci recensirete in molti!

 

 

Capitolo 1: Vegeta al supermercato.

 

In casa Vegeta, Vegeta si gustava tranquillamente il sabato pomeriggio e come al solito non stava facendo un tubo, ma si lamentava in continuazione.

“Donna!” urlò dal divano su cui era seduto “Donna, dammi un po’ di caffè, muoviti, accidenti a te!”

Dalla cucina, uscì con un gran sorriso Bulma, la moglie del sayan, con addosso un grembiule ed in mano la caffettiera bollente.

Ma suuu tesoruccio caro! Non ti arrabbiare altrimenti ti sale la pressione! Lo sai cos’ha detto il dottore, vero?”

Vegeta la guardò con uno sguardo infuocato.

“Lo so benissimo cos’ha detto quel ciarlatano da quattro soldi! Maledizione anche a lui e alle sue stupidaggini! Io sono il principe dei sayan e sono forte come una roccia!”

Appena finito di pronunciare queste parole, si accasciò a terra respirando a fatica con una mano sul cuore, osservata dalla inebetita Bulma.

Ma amore, te l’avevo detto! O cielo, cosa faccio? Vegeta, stai bene?”

“No, che non sto bene!” gridò lui “E’ colpa tua, mi fai venire in mente Kaarot!”

In effetti Bulma non aveva assolutamente nominato l’innominabile, ma Vegeta doveva assolutamente prendersela con qualcuno, e di solito quel qualcuno era Kaarot. Noi dobbiamo far sapere ai nostri lettori per completezza che l’oscuro Kaarot è niente meno che l’unico, invincibile, originale… Goku! E Vegeta covando contro di lui un odio profondo aveva esplicitamente ordinato che non venisse mai pronunciato il suo nome. Ma ritorniamo alla nostra storia.

Bulma cercò di rimettere in piedi il marito il quale si aggrappò a lei come un koala e la povera donna, giacché era un peso piuma nella scala dei boxeur, si accasciò anch’ella sul tappeto. Si ritrovarono entrambi per terra, il caffè rovesciato dovunque, mentre Vegeta incominciò a bestemmiare in cinese.

Quando si rialzarono entrambi o dopo l’ennesima bestemmia in turco da parte del sayan finalmente Bulma riuscì a proferire parola.

Amoruccio…”

“uhm…” disse lui scocciato.

Che ne dici di accompagnarmi a fare la spesa?”

A quel punto gli occhi di Vegeta strabuzzarono fuori dalle orbite e la sua pelle assunse un colorito che andava dal rosso Magenta al viola prugna.

“Cos… a… che… no… spesa…” balbettò senza poter dare senso alla sua frase.

Ma sì, tesoro, al supermercato! Non sei contento? Devo prendere solo lo zucchero…” chiese giuliva.

Ugh… d’accordo…” rispose lui, sapendo che non avrebbe mai comprato solo lo zucchero.

Ormai era in trappola. Per quanto con la moglie fosse scorbutico, bisbetico, geloso, e possessivo, non riusciva mai a dirle di no… E lei lo sapeva bene.

“Fantastico caro!” strillò trascinando un Vegeta al quanto contrariato fuori di casa e sbattendolo come un pacco postale nella vettura parcheggiata fuori casa.

Giunti davanti all’immenso supermercato, scesero dalla macchina e giunsero davanti alle porte scorrevoli. Vegeta detestava le porte scorrevoli quasi quanto Kaarot. Si fermò ad osservare con sguardo incinghialito la piccola telecamera posta sulla porta.

“Lo sai Bulma che non mi fido di queste mostruosità terrestri!”

Ma quanto sei noioso!” disse lei passandoci attraverso.

Quello fu uno dei rari momenti in cui vegeta si ritrovò smarrito senza sapere che fare. Non voleva rimanere solo davanti alla “mostruosità terrestre”, come amava definirla, e fare la figura del babbeo, ma non voleva neanche passare a tutta velocità attraverso la porta e fare lo stesso la figura del babbeo. In conclusione, gli venne infine in mente la possibilità di passare come la vecchietta che era passata poco prima, ovvero, con calma e tranquillità. Inspirò, si tirò su le maniche, risistemò velocemente i capelli, e poi con sguardo fiero e petto in fuori, compì pochi passi arrivando dentro il supermercato. Fatto un sospiro di sollievo, si ritrovò Bulma, furiosa, che batteva il piede per terra.

“Ma ci voleva così tanto?”

“sì!” rispose con aria di sufficienza.

Lei sbuffò e dopo un secondo gli tirò uno schiaffo sulla testa.

Ahio!” disse lui massaggiandosi la zona colpita e subito dopo stava per assumere il colorito di poco prima (vi ricordate quello che andava dal Magenta al prugna? Ecco metteteci un po’ più di prugna), ma con uno sguardo raggelante, Bulma lo fece ritornare alla normalità.

“Abbiamo perso fin troppo tempo, Vegeta!!! Muoviti!!!”

Bulma al supermercato assumeva tutt’altro tipo di carattere. Non la si poteva contraddire e questo Vegeta lo sapeva e bene oseremo aggiungere.

“Vegeta…” disse lei ritornando ad essere la Bulma di prima.

se?”

“mi..”

cosa?”

“prendi…”

“oh no…”

 “il..”

“no, non quello…”

carello?”

“NOOOOOOOOOOOOOO” disse urlando e mettendosi le mani fra i capelli.

Vegeta odiava i carrelli quasi quando Kaarot e le porte scorrevoli. Si impigliavano, andavano indietro quando dovevano andare avanti e avanti quando dovevano andare indietro. Inconsciamente, Vegeta creava tutte le volte una danza diversa. Avvicinandosi con in mano la preziosa monetina, osservò la pila di carrelli venendogli in mente un atroce dubbio.

“Quale prendo?”. Non si ricordava se dovesse prendere il primo o l’ultimo… o magari quello in mezzo? Non voleva fare la figura del babbeo. Cercando di decidersi, vide la vecchietta di prima (Vi ricordate? Aveva passato le porte scorrevoli.) che spingeva a fatica un carrello.

Istintivamente, abbrancò l’oggetto con prepotenza dalle mani della vecchina e cercò di portarglielo via. L’anziana signora iniziò a strillare attirando l’attenzione di tutti, Bulma compresa.

Ma Vegeta, cosa stai facendo?” disse facendosi avanti a gomitate. Vegeta si bloccò di colpo.

“Mi scusi signora.” Disse la moglie “ha avuto un infanzia difficile. Ora prendo un altro carrello.”.

La vecchietta si allontanò borbottando sconcertata. Le uniche parole che Vegeta capì furono “ragazzi d’oggi…”, “gioventù rovinata…” e “screanzati…”. Bulma si avviò a passo di carica dopo aver inforcato il carrello verso il reparto alimentari, Vegeta alle calcagna.

“lo prendo lo yogurt alla papaia o è meglio quello all’avocado? E’ in offerta…” chiese mielosa al marito che rispose con un “grunf…”

“Non importa, tanto decido io! Li prendo entrambi…”.

In realtà Vegeta odiava sia lo yogurt alla papaia che quello all’avocado quasi quanto Kaarot, le porte scorrevoli e i carrelli, ma non lo dava a vedere.

Bulma questo però non lo sapeva, ma lo poteva immaginare. Continuava a riempire il carrello di cose inutili, che Vegeta odiava, ma comunque tutte in offerta.

“Uh!!! Guarda amore!!! I biscotti che ti piacciono tanto!!!” disse lei cinguettando come un’allodola e sventolando come un trofeo la scatola di biscotti di Winnie the Pooh & Co. al cioccolato e miele. Vegeta, accorgendosi che tutti i passati lo guardavano con aria interrogativa, si sbrigò a raggiungere la moglie, ma il carrello, come avevamo detto prima e cioè che faceva ciò che voleva lui, andò a sinistra invece che a destra e si scontrò con l’adorabile vecchietta delle porte scorrevoli e dei carrelli. Il risultato su un bel “pastiche” di biscotti, latte, mutande, caffè, bambole, preservati (e che ci fanno?), assorbenti, il Santo Graal, Mastrota e le pentole, l’elefantino della Eminflex, bianca neve e i sette nani, bobo, babe e bobetto (che salutiamo con affetto) e infine bottiglie di whisky vari che nessuno osò raccogliere.

La vecchietta si alzò guardando Vegeta come un povero cretino e prima che lui potesse fare qualcosa  (e si presume che fosse qualcosa di intelligente) ella prese il suo ombrello, tirato fuori da non si sa dove, anche perché fuori c’erano 40° all’ombra, e cominciò a prendere a ombrellate il povero Vegeta, che da quel giorno, odiò gli ombrelli quasi come Kaarot, le porte scorrevoli, i carrelli e lo Yogurt alla papaia e all’avocado.

“Screanzato.. Villano…. Maleducato…Incivile… Villanzone… gioventù marcita e rovinata!!!!!” disse lei prima di prendere le sue cose, tra cui i preservativi e le bottiglie di whisky e se ne andò nell’altro scompartimento.

Vegeta, che non aveva capito nemmeno la metà delle parole da lei pronunciate si rialzò con la testa dolorante e profondamente ferito nell’orgoglio, forse più di quelle volta con Goku, si preparò a sfoderare un suo attacco micidiale, ma a fermarlo sul principio fu proprio Bulma.

ma cosa stai facendo?”

“Chi? Io? Niente.. perché ti sembra che sto facendo qualcosa?” disse con noncuranza.

“non so, dimmelo tu. Perché ti sei trasformato in super sayan?” disse facendogli notare la sua trasformazione.

Vegeta bestemmiò in greco e in latino facendo prendere un colpo alla nostra prof di queste materie che sentendo la pronuncia scorretta di alcune parole si ritirò a vita dall’insegnamento per la gioia di noi studenti del classico.

Intanto si erano radunate tre bambine intorno al nostro povero Vegeta,

guardandolo in quella fase luminescente.

ohhhhhhh” disse la prima.

“Sei tutto illuminato!” disse la seconda.

“Sembri un angioletto! Disse la terza “Ci porti in volo sulle tue spalle?”

“maledizione!!! –esclamò il sayan – “che cavolo faccio ora???” si voltò verso la moglie la quale alzò le mani come per dire “ora te la sbrighi da solo”

Vegeta intuì i pensieri di Bulma e cercò con la sua delicatezza ormai celebre nel cartone animato giapponese di far allontanare le ragazze.

“ORA ASCOLTATEMI RAZZA DI POPPANTI ROMPI SCATOLE!!!! VEDETE DI ANDARVENE FUORI DALLE PALLE ALL’ISTANTE PRIMA CHE MI INCAZZI SUL SERIO E CHE VI FACCIA UN *** COSì A TUTTE VOI CHIARO????? SMAMMATE!!! FUORI!!!! ANATE!!!! SCIò!!!!! AU REVOIR!!!! SAYONARA!!!! GOOD BYE!!!!! HALOA!!!! ARRIVEDERCI… ANZI ADDIO!!!!!!” disse più furente che mai.

Le ragazze dapprima rimasero ad osservarlo come una scolaresca in gita scolastica davanti alla tour Eiffel che si domandano se il fatto che sia marrone fosse dovuto al fatto che è fatta di cioccolato.

Poi i loro occhi si riempirono di lacrime, proprio come la scolaresca che scopre che la tour Eiffel è fatta di ferro e scoppiarono in un pianto unico che quasi fecero allagare l’intero supermercato.

Vegeta si tirò una mano sulla testa rimproverandosi di aver lasciato il divano.

Ok, Vegeta, la prossima volta resti a casa sul divano e… anzi no, vai a casa di Kaarot e combatti con lui!!!! Ma chi me l’ha fatto fare di venire qui!!!!” 

Bulma aveva riempito nel frattempo il carrello di roba, tra cui spiccavano le cose più inutili che Vegeta avesse mai visto. Trotterellava verso la cassa con aria gioiosa cinguettando, mentre vegeta sembrava avesse un appuntamento con il boia, già sapendo che il suo portafoglio sarebbe stato rovesciato come un calzino. In mezzo alla coda chilometrica, si sentiva spintonato dalla solita vecchietta dietro di lui che sembrava avere molta fretta.

“Mi scusi giovanotto, è sempre lei?” gracchiò facendolo infuriare ancora di più “Può muoversi, c’è spazio lì, e io sono di fretta, si sbrighi! Ah, la gioventù di oggi, sempre con la testa tra le nuvole…”.

Ormai il nostro sayan aveva anche oltrepassato il limite della furia omicida tanto era esasperato e si limitava a fissarla con aria inebetita sentendola parlare in una lingua che assomigliava vagamente al namecciano.

Dopo circa mezz’ora di attesa giunsero finalmente alla meta, e ad accoglierli una sorridente cassiera, che in realtà non aveva nulla da ridere, iniziò a passare i prodotti con un fastidioso “bip!” ad ogni passaggio. Vegeta che odiava le casse quasi quanto Kaarot, le porte scorrevoli, i carrelli, gli yogurt e gli ombrelli, cominciò a dare nuovamente segni di nervosismo. Ragion per cui, Bulma lo posizionò davanti alla cassa per tenerlo impegnato con la raccolta di tutti prodotti che la cassiera sorridente come al solito, lanciava senza aver un bersaglio preciso. Così Vegeta, inforcati i guantoni di Buffon compì delle favolose parate degne di far vergognare Buffon, che non aveva parato un bel niente ai rigori dei mondiali. Così, dopo aver ricevuto il premio di miglior portiere dell’anno riempì ogni singolo sacchetto fino all’orlo.

“bene, caro!” disse Bulma “Il portafoglio.

Gh… Ecco…” disse porgendoglielo a malincuore.

Al suo ritorno nelle mani del diretto proprietario era tristemente, sconsolatamente e inesorabilmente vuoto.

Con la gola secca e mille pacchi che ingombravano la sua camminata verso l’uscita Vegeta si trovò nuovamente a confrontarsi con un altro mostro della tecnologia avanzata: le scale mobili, odiate quasi quanto Kaarot, le porte scorrevoli, i carrelli, gli yogurt, gli ombrelli e le casse. Si preparò psicologicamente davanti a loro, mentre la moglie attendeva impaziente.

“Dai, Vegeta, metti un piede lì sopra e Sali.

Detto fatto, vegeta mise un piede sullo scalino, così che si ritrovò presto in un incresciosa posizione (Lasciamo immaginare quale ai lettori.).

Bulma, Bulma… accidenti, che devo fare, mi sto spaccando in due!”

“Potresti mettere su anche l’altro piede?”

Vegeta ascoltò il saggio consiglio e si ritrovò assai più comodo, ma profondamente ferito nell’orgoglio per essersi fatto aiutare da una donna, si girò imbronciato senza accorgersi che le scale mobili stavano per terminare. E tutti sanno quanto siano pericolose se non si fa attenzione alla fine.

vegeta… tesoro…”

“No.”

Ma, le scale…”

“Non voglio sentirti!”

ma se…”

“Non voglio sentirti donna…”

Con un rovinoso capitombolo il nostro sayan si ritrovò a gambe all’aria nel reparto bimbi.

PERCHE’ NON MI HAI AVVERTITO, DONNA???” gridò.

Ma io ho cercato…”

“FAI SILENZIO, NON VOGLIO IL TUO PARERE!!! IO QUI NON CI TORNERO’ MAI PIU, MI CI DOVRAI TRASCINARE, CHIARO?”

“Ehm, sì…”

E ADESSO A CASA, SUBITO!”

All’uscita, incontrò niente meno che la dolce vecchietta e le tre bimbe che si scoprirono essere le sue tre nipoti.

“Ciao, signor angelo!” dissero in coro.

Vegeta allarmato, si precipitò in macchina lasciando a terra metà dei sacchetti di Bulma… e Bulma stessa.

“Muoviti donna!”

Lei corse e salì al volo. Quando Vegeta credeva ormai di essere al sicuro, Bulma lanciò uno strillo: “O cielo! Ho dimenticato lo zucchero!”

“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!”

Da quel giorno Vegeta odiò i supermercati quasi quanto Kaarot, le porte scorrevoli, i carrelli, gli yogurt, gli ombrelli, le casse e le scale mobili.    

 

 

 

 

 

 

 

  
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