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Autore: Josie Walking_Disaster Vengeance    10/02/2012    4 recensioni
Prime volte. Quante prime volte ha un essere umano nella sua vita? C'è la prima parola, i primi passi, il primo giorno di scuola, e così via per tutta la vita... Tante prime volte diciamo.
Ovviamente non è possibile ricordarsi ogni prima volta di qualsiasi cosa, ci sono i genitori per questo che si ricordano ogni volta che il proprio bambino inizia a fare qualcosa. O perlomeno mia madre è così. Eppure certe prime volte me le ricordo anche io...
[Raccolta Drabble]
[Synacky][Zacky POV]
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Synyster Gates, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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First Time - Synacky


Allora, un paio di note: la ""storia"" è raccontata dal punto di vista di Zacky ed è una Synacky, e  chi mi conosce ovviamente non ne rimarrà assolutamente sorpreso  ù___ù
Ormai 'sti due mi hanno fottuto il cervello. Comunque vi lascio -per ora buhahah- buona lettura! :)










All Our First Times




Prime volte. Quante prime volte ha un essere umano nella sua vita? C'è la prima parola, i primi passi, il primo giorno di scuola, e così via per tutta la vita... Tante prime volte diciamo.
Ovviamente non è possibile ricordarsi ogni prima volta di qualsiasi cosa, ci sono i genitori per questo che si ricordano ogni volta che il proprio bambino inizia a fare qualcosa. O perlomeno mia madre è così.  Eppure certe prime volte me le ricordo anche io...


La prima volta che ti ho visto, quando mi presentarono a te e i miei occhi si posarono sui tuoi capii immediatamente una cosa. Ti avevo appena incontrato e già avvertivo un sentitmento davvero forte. Già. Ti odiavo a morte. Quando mi porgesti la mano e io la strinsi avrei voluto stritolartela, così col cazzo che mi avresti fregato il ruolo da primo chitarrista della band. Eppure mi limitai a ricambiare la tua salda stretta e a sorriderti con il sorriso più falso che abbia mai ospitato il mio viso. Ma tu non ti facesti ingannare, ricordo come mi guardasti... Sembrava dispiacerti il mio atteggiamento nei tuoi confronti, e sai a me quanto me ne importava?  Volevo farti capire che eri indesiderato, che non c'era posto per te, perché noi eravamo già una famiglia ed eravamo completi così.


La prima volta  che ti sentii suonare forse ti odiai anche di più di quando ti avevo conosciuto. Eri fottutamente bravo. Migliore di me in tutti i fronti. Gli altri ti guardavano estasiati e mi domandavo cosa ci trovassero in te, in fondo di bravi chitarristi ne è pieno il mondo. "Ha qualcosa in più!" mi rispose Matt quando glielo chiesi. Forse era vero, non potevo non ammettere che fossi bravo e sicuramente migliore di tutti quelli che avevamo sentito prima di te. E poi non avrebbe fatto alcuna differenza. Chiunque avrebbe voluto quel posto da chitarrista avrebbe dovuto fare i conti con il mio odio. Chiunque avesse tentato.


La prima volta che salimmo su un palco per un concerto, un concerto unicamente nostro in cui non aprivamo per altre band o eravamo a qualche festival -più somiglianti a sagre di paese-, in cui gli Avenged Sevenfold erano le vere e uniche star della serata, eravamo tutti e cinque adrenalinici. Matt continuava a darci le stesse indicazioni milioni di volte, Johnny sembrava in preda ad attacchi di panico e Jimmy se ne stava tranquillo a bere la sua solita birra pre-concerto. Tu non mi ricordo cosa stessi facendo, perché tutto quello che facevo io era cercare di ignorarti, così come avevo intenzione di fare per tutto il resto del tour. Quando quella già grande cerchia di fan acclamò la nostra salita sul palco sentii le gambe tremare. Non ero più sicuro di come funzionavano le mie dita e neanche di come avrei dovuto usarle per produrre qualche suono con la mia chitarra. I fan se ne sarebbero accorti -come si fa a non accorgersi di uno dei chitarristi che non suona?-, Matt mi avrebbe ammazzato e io mi sarei sentito il più grande fallito sulla faccia della terra. Ero terrorizzato, in mezzo al palco, immobile come una statua. Quando sentii il tuo braccio, impegnato a manovrare un assolo, affiancarsi al mio, fu come riprendersi da uno stato comatoso. Improvvisamente le mie dita presero a scorrere sul manico della chitarra e sembrarono ricordarsi com'è che si suona.  Fu quella  la prima volta che suonammo spalla a spalla.


La prima volta che litigammo -intendo litigare davvero, non con io che ti mando le mie solite frecciatine astiose e tu che distogli lo sguardo, rassegnato- la prima volta che litigammo davvero mi sorpresi che nessuno chiamò polizia, vigili del fuoco e magari uno psichiatra. Uno di quelli bravi.  Forse perché in sala prove eravamo rimasti solo noi due e gli altri non c'erano o avrebbero sicuramente preso provvedimenti. Non ricordo chi dei due urlò più forte o chi lanciò adosso all'altro più cose -e sarei pronto a scommettere che vista da fuori sarebbe stata una scenetta piuttosto divertente e forse anche un po' imbarazzante. Tu però ti eri stufato che io ti trattassi così, e ovviamente avevi resistito  anche troppo, neanche un santo mi avrebbe sopportato. Insomma la situazione era tutto un urlare e sbatterci in faccia tutto ciò che ci passava per la mente. Per questo non riesco a spiegarmi ancora oggi quello che successe dopo. Infatti  quella sera ci furono due prime volte. Fu anche la prima volta che le nostre labbra s'incontrarono.


La prima volta che ci baciammo non fu quel giorno, ma qualche tempo dopo. Il tuo tocco sul mio viso era leggero, le tue labbra sulle mie più morbide di quello che avevo immaginato. Quello fu il primo bacio, quello che era accaduto quel giorno alla sala prove non era niente, solo un breve tocco effimero, e soprattutto dopo che successe me ne andai e pure incazzato. Non riuscivo più ad odiarti.


Da quella volta in poi si seguirono molte prime volte: la prima volta in cui la mascella degli altri toccò terra vedendoci ridere e scherzare insieme, quella in cui cercavi di infondermi coraggio prima si salire sul palco, in cui mi prendevi la mano così perché ti andava di farlo, in cui prima di separarci tutti quanti per andare a dormire sgattaiolavi fino alla mia camera d'albergo e mi davi il bacio della buonanotte sulla porta. In quel periodo una delle esperienze più epiche fu quando lo dicemmo agli altri. Cazzo, Matt ci rimise quasi la vita, ma per fortuna svenne solamente. Non ricordo di aver riso mai così tanto!


Solo un paio di giorni più tardi ci fu una di quelle prime volte in cui davvero mi sentii idiota. Eravamo stesi sul letto a guardare un film, anche se ero troppo preso da te per potergli prestare troppa attenzione. Ero troppo concentrato a fissare nella mente il ritmo lento del tuo petto che, seguendo il tuo respiro,  si alzava e abbassava sotto la mia testa. Fissavamo la televisione senza guardarla veramente, poi tu ti girasti verso di me e mi guardasti con dolcezza "Zacky, vuoi essere il mio ragazzo?" Quanto diamine mi sentii idiota quando con quella faccia da chi casca dalle nuvole ti chiesi: "perchè, non lo sono già?"


Poi ci fu la prima volta, e per "prima volta" intendo quella prima volta. E non credo ci sia stato, ne ci sarà mai, un giorno più bello e doloroso di quello. Più doloroso perché ovviamente ero io quello che era finito  sotto. Synyster Gates sotto? Naah, neanche se scendesse Gesù Cristo a comandarglielo. Più bello perché una tale vicinanza con qualcuno non l'avrei voluta da nessun'altro,  perché sentirti dentro di me era tutto ciò che mi bastava per farmi sentire completo, perché la tua voce che chiamava il mio nome mi sembrava la musica più bella che avessi mai sentito. E poi, se vogliamo dirla tutta, anche tu eri bellissimo  e, una volta finito, te lo dissi pure. Ancora ignoro il motivo per il quale ti mettesti a ridere, ma lasciai correre. Quando ridevi eri più bello che mai.



E adesso posso ricordare tutte quelle prime volte e vederle ripetersi nella quotidianità di tutti i giorni: continuiamo a suonare spalla a spalla, a litigare (anche se non ti lancio più cose dietro, migliorato no?),  a scambiarci baci e a fare l'amore. Anzi, in questo momento abbiamo proprio appena finito. Devi essere molto stanco perché pochi minuti dopo ti sei subito addormentato e mi hai lasciato senza le coccole post-sesso.  Bè, pazienza domani ti costringerò  a farlo di nuovo  e a rimanere sveglio. Costringerti... non lo farei mai e non credo che mai ce ne sarà bisogno. Ti costringerò a rimanere sveglio, questo sì. Nessuno si addormenta dopo il sesso con Zachary Baker.
Ma sinceramente comincio a sentire un po' di stanchezza anche io. Si sono proprio stanco.
Cerco di rigirarmi anche se mi tieni talmente stretto che sembra tu abbia paura che io possa scappare. Non credo esista questo pericolo però.
Finalmente riesco a rigirarmi e mi addormento con la testa sul tuo petto cullato dal suono del tuo respiro. Così come succede da parecchi anni a questa parte.










Eeeh salve bella gente. Inanzitutto se siete arrivati fin qui senza subire danni/percosse complimenti!
Questa OS è frutto di una delle mie tante notti insonni. Solo che invece di lasciarla segregata nei meandri di miriadi di cartelle che popolano il mio pc, ho deciso di postarla. Questo perché solitamente le cose che scrivo la notte le rileggo al mattino e mi fanno assurdamente schifo! XD
Per chi segue l'altra mia ff "Second Heartbeat" non temete. Sto lavorando anche su quella u__u
Quindi niente, ringrazio chiunque abbia letto e ha, in questo modo, supportato uno dei miei tanti viaggi mentali notturni! :D Grazie, grazie :3
E come al solito se c'è qualche errore segnalatemelo, che prima che mi accorgo da sola ce ne vuole :') *PatPat* per la mia testolina bacata.

Cooomunque u.u Giacché il caffè me lo sono fatto, i piatti li ho lavati e Dragon Ball è finito, ho esauito le scuse per non andare a studiare.E' ora di mettersi a lavoro u.u  Alla prossima :)

Josie 
   
 
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