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Autore: Dregya    10/02/2012    2 recensioni
Aveva bisogno di tempo. Solo... di un po' di tempo.
Piccola One-Shot incentrata su Niall Horan.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Title: Nella tua anima c'era un canto: chi l'ha ucciso?

Fandom: One Direction.
Characters: Niall Horan. 
Words count: 572. 
Summary: Aveva bisogno di tempo. Solo... di un po' di tempo. 
Notes: Piccola One-Shot, scritta nell'ora di matematica. Incentrata completamente su Niall Horan e sui suoi pensieri. Non ho aspettative su questa mini-storia - alquanto corta - ma voleva postarla comunque. Spero sia gradita. Enjoy! 
Disclaimer: Per carità, né Niall Horan né gli One Direction - o le persone citate(?)- mi appartengono e questa storia, non è stata scritta a scopo di lucro. E' solo il frutto della mia fantasia e scritto per puro diletto. Il titolo proviene da una citazione di Emil Cioran. 

 

Nella tua anima c’era un canto: chi lo ha ucciso?


 
 
 

 

La sveglia accanto al suo letto segnava le undici del mattino; strano quanto si fosse svegliato presto quel giorno. Di solito questo avvenimento si verificava solo quando la sua giornata era impegnata, ma quella volta non era così. Si alzò stancamente, trascinandosi rumorosamente verso il bagno.
Le candide e pallide guance erano colorate, in quel momento, da una vistosa tonalità di rosso.

La porta dietro di sé si chiuse con un tonfo, e il suo sguardo si posò sulla superficie dello specchio che aveva di fronte a sé, situato sopra al lavabo che accoglieva chiunque entrava in quel bagno. Il viso dai tratti dolci pareva sciupato, gli occhi color ghiaccio contornati da profonde occhiaie scure. I capelli erano scarmigliati e sudaticci, a causa della notte in bianco che aveva passato. Niall Horan si guardava con gli occhi velati di una profonda tristezza, che non riusciva a nascondere nonostante lo desiderasse. Aveva la mente trapelante di pensieri sconnessi e dolorosi, che lo torturavano ogni ora, impedendogli ormai perfino di riposare.
I quesiti che si poneva potevano apparire assai banali, ma non riusciva a non chiedersi del perché fosse considerato il meno dotato del gruppo. Non era cieco, e nel tempo libero gli piaceva molto spulciare su internet cose sulla sua band, ma ciò che aveva trovato lo aveva lasciato perplesso. Le sue fan parevano non considerarlo minimamente, come se non esistesse. Gli altri membri invece, venivano gratificati e amati come se fossero Dei greci scesi in terra; su di Lui veniva scritto solo delle prese in giro da parte dei compagni, del suo amore verso il cibo e delle sue flatulenze notturne. Alle volte, nemmeno quello. Da qualche parte lo avevano appellato con il nome di “fogna”; questo lo aveva ferito, per quanto non fossero offese poi così pesanti. Infondo era un ragazzo sensibile, e sentirsi escluso lo rendeva triste.
Zayn, Harry, Louis e Liam venivano gratificati in ogni modo, anche dai brani che cantavano; noto era a tutti, ovviamente, che colui che aveva il minimo numero di assoli era Lui. Del perché, proprio non ne capiva. Probabilmente si era solo illuso di essere un bravo cantante, si era fatto prendere troppo da quel sogno che finalmente si era realizzato. Adesso aveva un CD, aveva appena fatto un Tour e aveva accanto a sé quattro meravigliose persone. Eppure, la felicità lo aveva abbandonato come la pioggia abbandona il bocciolo di rosa nel periodo di siccità. Godersela era stato bello; si era sentito il cuore ricolmo di gioia, battere impazzito ogni qual volta vedeva le fans ai loro concerti. Adesso invece l’illusione si era distrutta, e come uno schiaffo in pieno viso la realtà lo aveva colto: non era nessuno, se non un sognatore squattrinato e credulone. Patetico, troppo banale per essere qualcuno. La sua voce era orribile proprio come il suo aspetto esile ed infantile. Il suo sorriso inguardabile a causa dei denti. Il suo comportamento stupido e ridicolo. Differente? Avrebbe desiderato esserlo. Una lacrima solitaria gli percorse la gota destra, rigandola con cattiveria e freddezza. Si sentiva vuoto, si sentiva cadere in un baratro di cui, un giorno, avrebbe toccato il fondo. Ma ormai, tornare indietro era impossibile, e la tristezza si era annidata in Lui con malignità.
Il tempo probabilmente lo avrebbe reso più forte; avrebbe dimenticato e sarebbe tornato sé stesso: il solito, stupido e goffo Niall. Sì, decisamente. Aveva solo bisogno di tempo. Solo… di un po’ di tempo.

  
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