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Autore: Wolfgirl93    10/02/2012    0 recensioni
La storia di una ragazza e un ragazzo che durante la guerra si conoscono e scoprono il loro amore
Genere: Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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We will always be together

 

 

Cosa fai quando non hai più ricordi? Molti dicono di cercare di crearne altri, oppure di arrendersi e lasciare che gli altri mandino avanti la tua vita. Io personalmente preferisco la seconda, ma dato che sono un tipo che non si fa comandare dagli altri ho deciso di scegliere la prima. Avevo 20 anni quando persi la memoria, tutta la mia vita fino a quel momento per me era come se non fosse mai esistita; l'unica cosa che mi hanno detto è che mi ero arruolato, mi avevano mandato in prima linea dopo un addestramento di circa due anni. Mentre ero sul campo di battaglia una granata era esplosa accanto a me, un mio compagno è stato colpito in pieno e ora giace su un lettino senza un braccio e una gamba; l'unica cosa che quella fottuta granata mi aveva portato via era la memoria, quando mi sono svegliato cinque giorni dopo l'incidente non ricordavo neppure il mio nome. Adesso sono in cerca di qualche ricordo del mio passato o almeno di qualcosa che possa farmi vivere un bel futuro. Siamo a Giugno e adesso due anni dopo quel terribile incidente sto partendo si nuovo per la guerra; la divisa ben stirata e pulita si avvolge perfettamente al mio corpo ben scolpito, mi allineo ad altri giovani ragazzi, ognuno di loro lascerà amici, parenti e perfino una fidanzata a casa e non sa se tornerà. Vedo coppie abbracciarsi e baciarsi, piccoli bebè che si attaccano alle divise dei padri per impedirgli di partire, abbasso il viso, nessuno è qui per salutarmi; i miei genitori sono morti tanto tempo fa e da quello che mi hanno detto, non ho amici. Finalmente prendo posto sulla nave, ognuno ha un'espressione diversa sul viso: paura, rabbia, tristezza; solo il mio viso è un enigma, il mio volto non ha espressione, non mi importa di morire, non mi importa se mancherò a qualcuno, cosa molto improbabile, non mi importa di nulla. Gironzolo per la nave, trovo la mia cabina e ne memorizzo il numero, 45B, cammino ancora senza meta per quella nave che sembra immensa; ad un certo punto qualcuno attira la mia attenzione, “Hey, non osare dirmi cosa devo o non devo fare! Non sei un mio superiore e nemmeno qualcuno di importante, quindi vedi di chiudere quella cazzo di bocca e di spostare le tue chiappe molli lontano da me!” una ragazza agguerrita come una tigre sta letteralmente mangiando vivo un soldato che le stava dando degli ordini, mi scappa un sorriso nel vedere come si batte. Il giovane soldato si allontana e finalmente la ragazza si volta, wow, è davvero molto bella. I capelli castani sono legati in un piccolo chignon, gli occhi sono azzurri quasi come il mare e le labbra, le labbra sono piene e rosee; la osservo ancora per pochi minuti e lei mi guarda con un espressione spazientita, distolgo lo sguardo e mi allontano cercando il corridoio per andare nella mia stanza. I giorni su questa nave passano lenti e noiosi, non c'è nulla da fare e quasi tutto il tempo lo passo nella mia stanza, oggi decido di uscire, svolto nel corridoio e qualcosa mi sbatte contro facendomi quasi cadere a terra; la ragazza dell'altro giorno ora è davanti a me “Scusa, non ti avevo vista.” dico cercando di scusarmi per esserle quasi montato addosso “Ho notato che non mi hai vista, stai più attento la prossima volta.” mi risponde con acidità mentre tira alcuni capelli dietro l'orecchio destro. “Io sono Davide, piacere.” sorrido mentre le porgo la mano, “Piacere.” guarda la mia mano e poi accenna un leggero sorriso. “Come ti chiami?” le chiedo dato che lei non ha intenzione di dirmelo “Charlotte.” risponde semplicemente; le sorrido, più per cortesia che per altro, con un cenno del capo poi mi congedo e ritorno alla mia perlustrazione della nave. Mancano pochi giorni e saremmo arrivati, sulla nave stasera ci sarà una grande festa: alcol e altri drink saranno in prima linea per farci fare baldoria. Indosso una camicia bianca e un paio di pantaloni neri, sono pronto, esco dalla mia stanza e mi dirigo nella sala dove ci sarà la festa; vedo molte coppie che si baciano e altre che chiacchierano allegramente mentre sorseggiano qualche alcolico. Entro finalmente nella sala, alcuni dei ragazzi che ho conosciuto sulla nave mi trascinano verso il tavolo dei drink, prendo un bicchiere di vodka e martini e subito inizio a scatenarmi. Dopo il sesto bicchiere la mia vista si annebbia, le persone che si scatenano davanti a me diventano una specie di trottola che mi fa venire il mal di mare, ogni cosa che guardo mi da il voltastomaco. Esco dalla sala rifugiandomi in un luogo silenzioso, disturbato solo dallo scrosciare delle onde, chiudo gli occhi cercando di memorizzare quel rumore. Qualcuno poggia le sue mani sulla mia schiena come per sorreggersi, apro gli occhi e mi volto, Charlotte è in piedi dietro a me mi guarda sorridendo, dai suoi occhi riesco a capire che neppure lei è sobria. Le sorrido a mia volta “Tu sei tranquillo, troppo tranquillo, non hai paura di morire?” sento le sue parole arrivare alle mie orecchie e un sorriso mi si insinua tra le labbra “No, solo chi ha ricordi della propria vita ha paura della morte, chi non ha ricordi non ha nulla da perdere.” vedo i suoi occhi rabbuiarsi, senza preavviso si avvicina a me e poggia le sue labbra sulle mie. Un bacio irruento, che mi fa quasi cadere a terra, sento le sue mani sorreggersi alle mie spalle e le sue labbra premere con foga sulle mie; la stringo a me, non so perché lo sto facendo ma appena lei è tra le mie braccia sto bene, sono completo. Non mi importa di avere la memoria, mi basta solo tenerla fra le mie braccia; la vedo staccarsi da me, entrambi abbiamo il fiatone ed entrambi siamo felici, la stringo ancora fra le mie braccia. Il mio compagno di cabina è occupato con una ragazza e stanotte non dormirà con me, molto meglio! Faccio entrare Charlotte nella stanza e la chiudo a chiave, mi volto verso di lei e la bacio, un bacio deciso che ci fa ansimare entrambi; la spingo lentamente sul letto e mi posiziono sopra di lei, non smetto per un secondo di baciarla, di sentire le sue labbra premute sulle mie. In pochi minuti i nostri vestiti vengono buttati a caso sul pavimento, ci ritroviamo nudi, la guardo come un pittore guarderebbe il suo quadro meglio riuscito; cerco un preservativo nella mia borsa, non riesco ad aprirlo che lei me lo strappa di mano. Mi guarda con un sorrisetto malizioso e apre quella bustina colorata, sempre fissando il suo sguardo nel mio mi mette il preservativo, le sorrido e la bacio di nuovo. Siamo due sconosciuti che stanno per fare l'amore, due anime che sembrano avere bisogno l'uno dell'altra per sopravvivere. Mi posiziono meglio su di lei e lentamente la penetro, con lentezza, estenuante lentezza; i nostri sospiri riecheggiano nella cabina, finalmente sono dentro di lei, siamo un unico corpo. Mi fermo un attimo per guardarla, il suo viso è limpido e felice, la sbornia ormai è passata ad entrambi e sono felice di essere pienamente lucido. Inizio lentamente a muovermi, mi sembra come se questa fosse la mia prima volta, non ricordo se è già successo oppure no, ma non mi importa sono felice che la prima volta che io posso ricordare sia con Charlotte. Passiamo la notte così, insieme, uniti, ci addormentiamo ognuno tra le braccia dell'altro. Alcuni raggi di sole irradiano dall'oblò della nave e mi colpiscono dritto sugli occhi facendomeli aprire, mi ci vogliono alcuni muniti per abituare i miei occhi verdi alla luce solare ma dopo poco riesco a vedere nitidamente ogni cosa. Sopra al mio petto sento un piccolo peso, abbasso gli occhi verso la ragazza che ancora dorme, i capelli arruffati le incorniciano il viso e le labbra rosse risaltano sul suo viso candido; Charlotte borbotta qualcosa nel sonno e poi apre gli occhi, subito vedo quei pozzi azzurri puntarsi nei miei, il suo viso diventa più dolce e si apre in un ampio sorriso. “Buongiorno” mi sussurra con la voce ancora impastata dal sonno, “Buongiorno” le dico io di rimando, sorrido nuovamente e poi abbasso il viso verso il suo posando le labbra sulle sue morbide e calde. Alcuni pensieri mi girano per la mente, la guerra, la morte, un brivido mi percorre la schiena; Charlotte era come me un soldato che stava andando in guerra, avevo paura, avevo paura che le accadesse qualcosa, avevo paura che avrei potuto perdere l'unica persona che era riuscita a farmi stare meglio dopo 20 anni di non vita, l'unica persona che mi aveva fatto vivere davvero. “C'è qualcosa che non va?” mi chiede lei guardandomi, scuoto la testa, vorrei dirle tutto, ma mi sento sciocco; la conosco da pochi giorni e già ho paura di perderla, non so perchè mi sento così legato a lei, ma una cosa è certa non lascerò che le accada mai nulla. “Ti proteggerò sempre durante questa guerra.” sussurro posando di nuovo le labbra sulle sue, la vedo sorridere e mi accarezza il viso “Grazie.” mi dice sorridendo, il suo sorriso è contagioso e colpisce anche me, le mie labbra si incurvano all'insù mostrando un sorriso dolce. Non voglio alzarmi da quel letto, rimango con lei sdraiato mentre la stringo contro il mio petto, tra poche ore la nostra nave attraccherà e li inizierà l'inferno. Chiudo gli occhi mentre mi lascio cullare dal profumo dei capelli di Charlotte, sanno di sole e rosa; respiro a pieni polmoni quel profumo, voglio che mi rimanga per sempre nella memoria come un ricordo incancellabile della mia nuova vita. Io e Charlotte passiamo alcune ore ancora abbracciati, stretti l'uno all'altra, pelle contro pelle, cuore contro cuore; poi arriva il momento di prepararci, dobbiamo indossare le divise e prendere le armi. La lascio andare nella sua cabina, ma quando mi ritrovo senza il suo calore addosso mi sento perso, mi sento come prima senza futuro. Prendo la mia divisa, indosso la giacca verde e poi l'intimo e successivamente i pantaloni, cerco gli scarponcini e i calzini e poi infilo anche quelli; mi guardo allo specchio, “Sono pronto.” mormoro fra se, mi scappa una risata, non sono pronto, non adesso che ho trovato lei. Solo adesso capisco dove sono, dove sto andando, la guerra è morte. Sente l'altoparlante annunciare di recarsi al ponte di prua per prendere le armi, esce dalla cabina e invece di seguire il fiume di ragazzi che di corsa di reca verso il ponte lui va verso una delle cabine più nascoste della nave. Ormai ricordava a memoria il numero della cabina, appena vede il piccolo numero “14” inciso sulla porta bussa. “Arrivo!” una voce melodiosa, esce ovattata data la porta chiusa, ormai adorava quella voce, era la sua luce nel grande buio che era stata la sua perdita della memoria, finalmente aveva trovato al luce e ora non se la sarebbe fatta scappare. Vedo la porta aprirsi e vedo Charlotte già pronta con la sua divisa verde scuro, era bellissima, le sorriso e la prendo per mano; ci dirigiamo assieme verso la prua e dopo aver preso le nostre armi ci teniamo pronti per attraccare. Sento il sangue gelarmi nelle vene, ho paura, ho paura di quello che potrebbe succedere, ci siamo vediamo la terra ferma, sentiamo il ritmo assordante di una mitragliatrice in funzione, stringo la mano di Charlotte e lei mi sorride; riesco a vedere la sua paura attraverso i suoi occhi e lei riesce sicuramente a vedere la mia. Eccoci pronti, vedo alcuni battaglioni uscire di corsa dalla nave, tocca a noi. Stringo quasi con forza la mano di Charlotte e corro fuori dalla nave, subito cerchiamo un riparo, li vedo, alcuni cecchini nemici sono appostati dietro ai muri portanti di una casa ormai distrutta. Volto il viso e vedo la scena di un mio compagno che viene colpito, deglutisco a stento. Charlotte è al mio fianco, cerchiamo di colpire i cecchini ma questi sono molto più veloci di noi. Vedo un altro punto riparato dove potremmo sparare “Andiamo” mimo con le labbra indicando una parete azzurra pochi metri lontana da dove eravamo noi, la vedo annuire e accenno un sorriso. Corriamo verso il riparo, una corsa per la vita, un cecchino punta Charlotte, i miei occhi quasi escono dalle orbite “No!” grido parandomi davanti a lei. Bum. Sento la pallottola entrarmi nella carne e fermarsi nel mio corpo, il respiro mi si mozza e sento il mio corpo cadere a terra con un tonfo. Vedo gli occhi di Charlotte pieni di lacrime “Non piangere” sussurrò flebilmente, la ferita inizia a perdere sangue. “Sono felice che stai bene” sussurrò con poca voce che quasi credo che lei non abbia sentito “Non dovevi farlo! Non dovevi!” Le sorrido e allungo una mano verso il suo viso “Shh. Ero pronto a sacrificare anche il mondo interno per salvarti la vita” vedo alcuni miei compagni accorrere verso di noi “Si ritirano!” lo sento urlare, dalla contentezza nemmeno nota la mia ferita “Abbiamo vinto Davide, hai sentito? Ti prego non lasciarmi” mormora fra i singhiozzi “Noi staremo sempre insieme, per sempre Charlotte. Sarò sempre accanto a te” sussurro ormai stanco “Ti amo” sento il suo pianto farsi più acuto “Ti amo anch'io. Non mi lasciare” Respiro a fatica e un piccolo rivolo di sangue mi esce dalla bocca “Sarò per sempre con te” sussurrò prima di chiudere gli occhi.
 


1 ANNO DOPO

 

Charlotte come sempre si recò al cimitero, per mano teneva un bambino, passò fra le varie tombe chiare e si fermo davanti ad una tomba ricoperta di fiori
 



DAVIDE MONTGOMERY
8-08-1990 19-11-2011

  

Indicò la tomba al figlio e sorrise nostalgica “Lui si chiama come te, quando la tua mamma era in guerra questo ragazzo la salvò” il bambino guardò la tomba con gli occhi curiosi e sorridenti “Mamma cosa c'è scritto lì?” chiese il piccolo indicando una piccola scritta alla base della tomba, la ragazza deglutì a fatica e si sforzo di mantenere la voce calma “C'è scritto...Staremo sempre insieme” disse mentre una lacrime le solcò il viso.
 

   
 
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