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Autore: MorgueHanami    10/02/2012    3 recensioni
Non lo so. Ho solo una vergogna immane a pubblicarla. Ma ho perso sei ore di scuola per scriverla.
Stavano parlando della gita di più giorni, quando l'ho scritta. diciamo che è ispirata ad una di quelle serate - mai vissuta, in realtà. Solo immaginata, perché.. non lo so, è la prima volta che immagino qualcosa del genere su me e te. Non è vero, non è la prima volta. Ma è la prima volta che mi sforzo di scriverla.
Abbiate pietà di me, non lasciate critiche.
Solo, leggete quella che è una .. storia, real. Bastam niente da dire. Un bacio, Wild.
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una camera d'albergo, illuminata solo dalla fioca luce che nasceva dal lume sul comodino e il suo profilo contorto, in un gioco di luci ed ombre che maniacalmente nascondono i suoi tratti a me ancora sconosciuti. Non l'avevo mai visto da vicino e il tutto risultava così.. misterioso, come un film. Era una sorta di divinità, in quel momento più tetro che magico, un idolo che ho solo potuto vedere da uno schermo ma mai faccia a faccia, a tu per tu. Si nasconde quasi divertito al buio, seduto sul letto e a gambe incrociate sotto le coperte.

- Ciao. -

Sorrido, senza dire nulla. Qualcosa mi afferra il cuore, è un sentimento sconosciuto, un emozione che non avevo mai provato ma che non voglio vada via. Continuano a tormentarmi i mille pensieri che divorano entrambe le casse del mio cervello. E se.. ma poi.. seh.. boh, non so.. te ne pentirai? Chiudo la porta di quella camera, silenziosamente, poggiando la schiena sulla parete ritta e fredda. Sospiro.

- Non ti vedo. - sussurro, inclinando lievemente il capo. S'alza.

Non l'avevo mai visto prima d'ora. Eppure lo amo, penso. E' strano, ma il fatto che non l'abbia mai visto non interferisce sui miei sentimenti. Anzi, sembra rafforzarli quando mi domando come reagirei, se lo avessi di fronte. Sorrido, perché la reazione, qualunque fosse il suo volto, sarebbe la stessa: lo abbraccerei, forse, gli salterei al collo e lo riempirei di baci. E' l'unica cosa che mi fa sorridere, lui. Lo ammetto. Stupido, rosa e candido, immagino questo quadretto di me e lui incorniciato da tante piccole rose che sbocciano e profumano di amore, come fanno i cartoni animati. Sdolcinata no, ma pienamente sincera. Non ci penserei un attimo di più. Non ho paura di quella figura che adesso, lenta, scivola via dal letto. Lo sento sorridere e mi mordo il labbro.

" il tuo sorriso dolce è così trasparente, che dopo non c'è niente. E' così semplice e così profondo che azzera tutto il resto e fa finire il mondo... "

Tiziano, a volte sembri scrivere per me le tue canzoni. Perché quando non mi so esprimere, la tua musica annulla tutti i fogli bianchi che mi opprimono, perché in poche note rinchiudi pagine e pagine di inutili temi e sproloqui. Lascio finalmente la maniglia della porta.

- Diciotto Marzo. Stanza Diciotto. Corridoio Uno. Piano Otto. - ride, divertito, scuotendo il capo. Il profilo è ancora delineato dall'ombra e dalla luce, adesso velato da una lieve timidezza, nonostante tutto quel tempo passato tra videocamera e telefono. Non si sente ancora a suo agio con me, forse, o più semplicemente è.. emozionato, contento all'indea di vedermi come lo sono io. Oppure, semplicemente timidi perché entrambi, adesso, sappiamo quello che.. vogliamo, ecco. Lo abbiamo sussurrato spesso tra una telefonata e l'altra, ancora più spesso lo abbiamo scritto tra le parole sdolcinate di un messaggio per darci la buona notte. E adesso, finalmente, tutte le mie fantasie diventano vive, perché e' di fronte a me, a pochi passi di distanza.

- l'hai fatto appositamente? - domando e mi sorride.
- Ho soltanto... - si stoppa, quando la mia mano gli sfiora le labbra, insolente. Geme. Mi prende la mano.
- Risparmia le parole.. - un consiglio caloroso il mio, quando mi attira a se, veloce.
- non mi servono le parole adesso. - conclude, facendo un lieve ghigno.  Gli occhi azzurri cominciano a fissarmi, soffermandosi sul vestito in nero e di pelle. Si morde il llabbro. Sorride, ancora. Ricordo la storia di quel vestito. Ricordo i pianti isterici che feci per quel vestito che calzava troppo largo sul mio busto. Ma non c'era un 'altra taglia che potesse andarmi bene: quella era la più piccola. Rifiniture, rifiniture. Tagli, cucito. Allunga, accorcia. E adesso calza perfettamente. Mi fa tanto modella, questo vestito. Alcuni in realtà mi dicono che sembro una ragazzina che si vende facilmente. No, io non la penso così. Questo vestito non lo indosso per dire ai ragazzi ' ve la do gratis' anche perché non la darei gratis. Mah, in realtà non la darei e basta, pensandoci. Questo vestito io lo indosso perché quando mi guardo allo specchio, devo essere prima io a dire ' Wow, sei bellissima. Sei davvero bella. Vali davvero, nonosante i difetti'. Voglio piacermi un po', visto che è ormai da tempo che mi disprezzo guardandomi allo specchio. Altra riflessione: lui, che adesso mi accarezza la schiena coperta dal vestino a tubino, mi chiede sempre ' Ma quanto sei bella?' e mi fa sentire speciale. Strano, nessuno mi fa sentire speciale, tranne lui. Mi fa sentire differente. Anche adesso che fermo la sua mano sulla zip del vestito.

- Questa scena l'ho già vista. - sorride, dandomi un bacio. Sulla guancia. Gli faccio le 'fusa', poggiando la mia guancia sul suo volto e sento il naso che lentamente la delinea. Le labbra si spostano sulle mie. Uno stampo. Ha il sapore diverso. No, non mi riferisco al bacio: è la prima volta che un ragazzo mi bacia. Non lo aveva fatto nessuno prima d'ora. Doveva essere una persona speciale, una persona che avrei voluto davvero bene, una persona che per me era degna - in un futuro remoto - di farmi soffrire se ci fossimo lasciati. Ho bruciato tante occasioni di baci e letti.. non me ne pento. Tanti  fidanzati lasciati sull'orlo di un burrone. Non mi sono mai buttata giù. Ma adesso, adesso ne vale la pena. Ha qualcosa di differente. Non so perché. Ma questo sapore sarà differente da tutti gli altri. Non è sapore di cibo. Non è odore di cibo. E' sapore di.. amore, credo. Non posso dire che sapore sia. Non ho mai provato l'Amore. Ma credo che sia questo.  Ancora uno stampo, mentre la cerniera lentamente si abbassa.

- Ti amo. - sussurra, sulle labbra. Le mie mani si alzano sul suo volto, intrufolandosi nei capelli crespi. Lo Spingono contro il mio. Un bacio. Due. Tre. Il vestito scivola, le mani scendono sui miei fianchi. Frenesia ci cattura, prende radici dalle gambe che cominciano a tremare.

- Hai paura? -
- un po'.. -
- se non vuoi... -
- devo sentirmelo. E adesso lo sento. -

continua a baciarmi, mentre le sue mani arricciano la molla delle mie calze color carne. E scendono. Le abbassa, pain piano. Poi muove un passo. E io con lui. Mi conduce verso il letto. - Beh, dobbiamo recuperare tutto questo tempo. -
- Nessuna quantità di tempo è abbastanza con te. -
- Io invece, dico che te l'avevo detto che avremmo scopato di brutto. -
- Ti voglio, stai zitto. -
- Zitta amore. -
- Zitto tu. -

sorridiamo. Come due ebeti emeriti. MA ci guardiamo negli occhi. I suoi vedsi e intensi. Lucidi quasi. Lo accarezzo con le mani, gli definisco il volto. Sfioro il naso. Graffio le labbra. Si sporge in avanti. Mi divarica le gambe. Sorride e si morde il labbro.
Lo bacio. Mi Bacia.
Piano, con la lingua scende lungo il collo, riscaldando la mia pelle d'oca, ruvida e tesa. Un gemito. Con i denti morde l'orlo del reggiseno in pizzo nero a pois rosa carne. Forse sto arrossendo. Nessuno - e quando dico nessuno intendo nemmeno mia madre - mi ha mai vista senza una maglia addosso, senza indumenti. C'era il costume e il mare, è vero, ma sono così timida che non appena uscivo dall'acqua mi rintanavo sotto il telo e restavo lì, ad asciugare. E solo quando ero asciutta uscivo con il corpo allo scoperto: non mi abbronzo mai, quando sono a mare. Ritorno sempre pallida come il latte. Forse anche più bianca di quand'ero partita. Prova a sfilare il reggiseno, ma non ci riesce. Lo morde, ridendo sommesso.

- Come cazzo si sbottona sto coso? - ride, inginocchiandosi mentre alzando gli occhi al soffitto, le mie mani prendono le sue: lascio che scendano lungo il ventre, le conduco oltre i fianchi poggiandole sulla schiena. Mi graffia. - più su. - lo guido con la voce, mentre le dita dolci e fredde solleticano sulla pelle, salendo lungo il reggiseno. - Adesso stacca. - sussurro e il reggiseno mi lascia da quella morsa, scivolando via. Sorride soddisfatto lui. - Menomale che avevi già scopato prima di stasera. Ma dico, non hai fatto che ne so.. esercitazioni, prima di venire? - lo prendo in giro, ma lui non se ne cura. Io e lui, siamo così: ci piace stuzzicarci, prenderci in giro a vicenda. E' cominciato tutto così, con qualche battuta idiota, squallida e a sfondo osè. Dal ' je t'encularei comme la diable' ad un semplice ' ti ammanetto al letto se non la finisci'. Botta e risposta, nessuno dei due si arrendeva. Ci teniamo testa, giochiamo a chi riesce a superare l'altro.. portiamo il conto. Non decidiamo mai chi ha vinto, perché risulta una sfida continua. E' - essenzialmente - un prenderci per poi lasciarci affinchè ci rincorressimo ancora. Come il lupo -mangiafrutta ' che frutta vuoi?' - ' oggi ti insulto! ' - ' ti voglio bene' - ' io no!' - 'Perché? ' - Perché Ti amo - sussurra, lasciando che le labbra si sfiorino. E dolcemente continua a sfiorare la pelle con le sue labbra, arrivando ai capezzoli. Le dita li sfiorano, accarezzano la pelle ruvida e tiepida. Risale a mordermi il labbro, poi dinamico scende ancora, fermandosi nell'incavo tra collo e spalla. Lo arrossa facendo forza coon i denti, succhiando la pelle e tirandola.
Sulla sua cintura le mie mani studiano la pelle nera, bucherellata. Si soffermano sulla 'F' di Fendi, credo, e veloci la sbottonano. Riabbottonano. Scendo con la mano. Gli accarezzo i jeans lungo le gambe. Il suo corpo trema. Non me ne accorgo, ma tremo anche io. Sbottonano ancora una volta la cintura e poi lentamente scendono, accarezzandogli il sesso da sopra il pantalone. Risalgo sulla cintura. La chiudo. Scendo ancora e gli accarezzo la gobba. Geme. - Cazzo, deciditi amore. - Non mi curo di quello che dice. E' che sono in bilico adesso, tra il farlo e non: non ho mai fatto una sega (al diavolo i termini scientifici! Masturbazione, sega.. stiamo lì) ad un ragazzo. Non gli ho mai fatto un pompino (al diavolo ancora i termini scientifici. Il sesso orale non so cosa sia. Se mi si dice 'pompino' però sì.) a nessuno ed ho.. vergogna, paura, e credo mi faccia anche un po' schifo l'idea di fare un pompino. Non dico una sega: masturbare è sicuramente più simpatico che mettere un'affare in bocca, dopotutto.
Abbasso la zip dei suoi pantaloni, lentamente, osservandolo. Lascio che cadano sul pavimento, accompagnati fal tonfo assordante della cintura in acciaio.E lui sorride, scendendo con le mani sulle mie gambe. Abbassa del tutto le calze mentre mi accarezza le coscie, poi graffia le ginocchia e ancora scende, fino alle caviglie. Via le scarpe. Scende con le labbra sul petto. Bacia quel seno piccolo, quasi assente. Con la lingua sfiora  capezzoli e la mano risale veloce tra le mie gambe. Chiudo lentamente gli occhi, in contemporanea alle sue dita che si fanno spazio, aprendo le labbra. Gemo. Il suo volto che è fermo sul petto adesso spinge il mio busto sul materasso. Le braccia si fiondano sul letto, poggiandomi sui gomiti. Gli occhi si incontrano per qualche attimo. Mentre ti guardo, penso che sei arrivato in punta di piedi, ma sei stato la rivoluzione. Rivoluzione perché fino a qualche mese prima, ero la patetica cristiana che avrebbe scopato dopo il matrimonio. Ingenua, pura e casta ma solamente per paura che pensandola diversamente tutti quelli a cui tenevo di più m'avessero allontanato. La mia mentalità è sempre stata aperta e differente da quella delle mie amiche, sempre disposta all'innovazione ma anche impaurita dai giudizi esterni. Perché sono prima io che giudico i modi di pensare e seleziono in base al loro circuito di psiche. Forse è quello che mi frena e mi rende timida: ho paura, paura di ciò che la gente possa pensare di me. Perché io penso cose perfide sulla gente; io non sono quello che sembro. Angelica e pura, casta, ma in realtà poco timida e lussuriosa. Tanto lussuriosa. Penso che dei sette peccati capitali, Luxuria sia il più orrendo.. orrendo quanto piacevole e.. elegante,non so come definirlo.
Sento il dito: pare andare a rallentatore, mentre si fa spazio tra le labbra e continua ad andare avanti e indietro, senza fermarsi. Il palmo si sfrega contro il mio punto debole. Non resisto. Strozzo quel gemito mordendomi le labbra. Lui sorride, mentre il naso lentamente scende assieme al volto, inoltrandosi nel pube. Adesso la mano violentemente si allontana e bagnata mi accarezza le gambe poi ritorna su quelle labbra, dilatandole. Respira appositamente, soffia aria calda sulla mia intimità. - Dio. - bisbiglio, chiudendo gli occhi dopo aver visto il mio ventre gonfiarsi e sgonfiarsi velocemente: mi ssto affannando. Non risponde portando i suoi occhi fissi sulla mia figura, mentre la lingua apre le due parete e prova ad entrare, leccando. Accarezza quelle labbra diverse con le proprie, le morde con i denti, succhia il punto debole. E la lingua ancora entra, si fa spazio. Piano fa crescere il piacere. Mi piace. E sono sincera: ho sempre creduto che m'avrebbe fatto schifo. Mi sta decisamente piacendo. Mi sta piacendo troppo. Mi sento anche un po' sporca per quello che stiamo facendo. Non so sporca in quale senso. Sporca e basta, come se mi stessi rotolando nel fango, come fanno i maiali. Ma ai maiali piace rotolarsi nel fango.Gemo. La mia mano violenta si porta sulla sua nuca, spingendo il volto all'interno. Il respiro aumenta. Avidamente lecca, entra e accarezza le pareti. Esce e morde le labbra. Punto debole. Rientra.
Un suono gutturale che proviene dalla sua persona. Riesco ad aprire gli occhi: sorride, quando alzando lo sgaurdo verso di lui, osservo quella mano livera accarezzare energicamente il membro retto ed ingrossato. Lo fermo. Scendo dal letto, velocemente, inginocchiandomi di fronte a lui; raggiungo la sua altezza. I miei occhi dilatati scrutano i suoi, si fermano sul viso, scendono sul petto e poi ancora più giù. Fermano quella mano, che ancora giocava. - Non la mano. La bocca. - consiglia lui. Grazie, non avevo bisogno di te per capire cosa avevo intenzione di fare. Il problema , infatti, non è cosa fare.. ma COME farlo. So scriverlo è vero, ma non so se in pratica sono brava quanto nella teoria. S'alza e si siede sul letto. Adesso è seriamente il mio turno. Non ci pensare, sù. Fallo e basta. Stai attenta a non farlo male.. fallo e basta. E' un gelato. Il calippo. Adesso capisco. Il calippo e il doppio senso. E' estate. Stai .. succhiando. Succhiando un calippo,sì. Che schifo. Un calippo al gusto.. gusto boh. Effetto sorpresa. Non ci pensare. Succhia e basta!
Lentamente le labbra si poggiano sull'asta dura. La sfiorano e lui geme. - Devo ancora cominciare... - sussurro e lui ride. - Lo.. so. - bisbiglia a fatica, lasciando spazio ai respiri accesi. Comincio a baciargli l'asta: lievi e delicati baci percorrono la pelle ruvida e tesa. Le labbra poi, pian piano s'aprono favorendo la lingua; sento la sua mano premere la mia nuca contro di sè, ma non me ne curo. La lingua lentamente lecca il suo sesso, e successivamente ritorno a baciare la bacia dell'asta. Poi sfiorandolo con le labbra salgo verso l'estremità, cominciando a giocare di nuovo con la lingua: piccoli cerchi stuzzicano il glande, procurandogli piacere. Geme. Sento qualche goccia di sperma tra le mie labbra, mentre lo prendo in bocca. A quel punto non resiste e la posizione cambia: in uno scatto mi ritrovo con il capo sull'orlo del materasso e mentre succhio è lui che continua a spingere, con gli occhi chiusi e le labbra che si fanno mordere dai denti sanguinando. E' con forza che si spinge dentro, ansimando.
Si ferma.
Mi spinge sul materasso. Si posiziona su di me.
- Fammi entrare. -
Mi bacia, mentre sfrega il suo membro sul mio ventre. - Voglio entrare. - divarico le gambe e lui si struscia tra le due, accarezzandole. - Fammi entrare. - bisbiglia, mentre comincia lentamente a spingere. - Voglio entrare. - ripete balbettando, mentre lenamente comincia ad entrare. Piano s'infila del tutto dentro di me. Non mi viene nulla da pensare. Tranne che lo amo. Che adesso sono con lui. Che il tempo si  è fermato. Che.. che niente. L'ho già detto che Ti amo - bisbiglio e tutta la dolcezza che ci colorava fino a pochi minuti fa, si dissolve. In una frazione di secondo tutto svanisce, mentre lui comincia a spingere con forza. Entra ed esce velocemente. I bacini impattano. Gemo. Sorride. Mi bacia.
Domanda idiota. - Sai fermare il tempo? - ovviamente, non risponde. Mi stringo energicamente a lui che con violenza continua a spingersi senza fermare. Adesso è dentro. Adesso è fuori. Mi morde il labbro strozzando quell'urlo. - Ci sentono. - bisbiglia gemendo. Aumenta ancora la velocità. Dentro. Fuori. Ancora.
- Ancora. - lo incinto stringendolo a me. Reclino la schiena.
- Ancora - e ancora.
- Cazzo.. - commenta. Uno spasmo. - Hmmm. - bisbiglia, mentre adess diminuisce la velocità, lento. Dentro. Fuori. Sempre più lentamente. E' dentro. Quasi fuori e poi di nuovo tutto dentro. Gli cingo i fianchi con le gambe, spingendolo verso di me. Aumenta di nuovo la veloocità. Spingendo arrivo contro l'orlo del letto. Il capo scende. I capelli poggiano sul pavimento. Sento il sangue alla testa. Ma lui continua a spingere, con forza. E io lo seguo nei suoi movmenti. dentro. Fuori. Aumenta velocità. Aumenta la forza. Poi improvvisamente, di nuovo  diminuisce. Si ferma.
- sono venuto. - resta fermo, dentro di me, alzandomi il capo. Mi fissa. Sorrido. Lui con me. Ci guardiamo negli occhi, restando in quella posizione. Sorridiamo. Mi bacia. Con le mani lentamente mi definisce gli zigomi, i pollici accarezzano le guancie e poi le labbra. - quanto bella sei? - domanda, mordendomi il  labbro. - Non quanto te. - sussurro ridacchiando.
Piano piano si ritira, distendendosi affianco a me. Mi poggio sul fianco, osservandolo. Il capo si accoccola poi sul suo petto. Sospiro.
- Cos'è che ti piace di me? - domanda, improvvisamente, quando le sue dita cominciano a confondersi tra i miei capelli. - Tu. Punto. - bisbiglio e lui sorridendo sfrega il nasino contro il mio. S'alza adesso, mentre io rimango ancora distesa. Seduto a gambe incrociate io gli osservo la schiena dove sembra d'aver lasciato qualche graffio. Alzo la mano accarezzandogli i 'disegni'. Una smorfia. Lui si volta e mi sorride. Malinconico, appare. - Domani non ti rivedrò più. - conclude triste, accarezzandomi l'ombellico. Gli fermo la mano sul ventre.
- Fin quando non viene il giorno mi vedrai ancora. Guarda, qui è ancora buio.. -
- Non sarà notte per sempre. -
- Si, invecce. Quando sono con te.. il tempo si ferma sempre. -
- Ma se è la prima volta che sei con me!  - ride.
- Anche quando solo ti parlo. Telefono. Internet. Webcam. Non fa differenza. - sorrido.
- Ila.. l'amore non è mai eterno. Ma ogni suo ricordo può renderlo tale. -
- Ti amo Elia. -
- Anche io Ilaria. - e il lumino si spegne, quando lo squillo del cellulare accompagna il sole: Buongiorno, bell'anima.



Ora ti assaporo. Ora ti esploro.
Ora le mie braccia stringono il tuo petto.
Ora una bilancia: l'equilibrio perfetto.
Ora siamo soli. Fuochi d'artificio. Lama sulla pelle prima del sacrificio.
Bagno la farina. metto un po' di sale. Le mie mani fanno il pane.
Mastico il tuo fiato, sono il tuo costato. Mi distendo sul tuo prato.
Gioco con gli umori, navigo gli odori..
ora sono dentro.
Ora sono fuori.

Amami, come se avessimo un solo giorno per far l'amore.
Amami, come se fossimo soli al mondo.
(Jovanotti - Amami)
  
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