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Autore: Zomi    10/02/2012    5 recensioni
Chiudo gli occhi e reprimo la reminiscenza, incrociando le braccia al petto. A che serve amare qualcuno che nemmeno ti vuole; che nemmeno ti guarda come una donna quale sei, ma come una mocciosa; che non ti regala mai una parola gentile o un complimento…?
Sento il mio cuore battere palpitante nel petto, impazzito a quell’assurdo pensiero di scaldarmi tra le braccia calde e protettive di Zoro. Solo una pazza può innamorarsi di un uomo così irraggiungibile. Un fiocco di neve che si innamora del cuocente fuoco, a cui mai potrà avvicinarsi per sfiorarlo...
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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ANGOLO DELL’AUTORE:
Brrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr… che freddo guys!!!!!!!!!!!

Zomi
 

 

UN FIOCCO DI NEVE
INNAMORATO
DEL FUOCO 


 

 

Apro di scatto gli occhi.
Mi metto a sedere nel mio morbido letto e, spostandomi un ciuffo di capelli rossi dalla vista, mi scrollo di dosso il sonno.
Studio la temperatura della cabina.
Si è abbassata di due gradi, come immaginavo.
Esco dal letto riluttante, e appena metto i piedi nudi sul legno del pavimento tremo, trapassata da un brivido di freddo. Accidenti!!!
Mi guardo attorno, il buio della cabina annienta ogni forma dell’arredamento e, se non fosse per il respiro profondo e regolare della sorellona, sembrerebbe di essere soli.
Sbuffo un po’, ma poi mi decido ad andare a controllare la rotta.
Se la temperatura è scesa, vuol dire che il tempo sta mutando e con esso le correnti marine. Apro lentamente e senza far rumore la porta della stanza, cercando di non svegliare Robin che dorme profondamente, e sgattaiolo veloce nel corridoio.
A volte mi chiedo chi me lo faccia fare, a svegliarmi nel cuore della notte per controllare la rotta e sistemarla, per evitare tempeste, uragani marini e onde anomale prodotte dai Re del mare… ma poi mi ricordo che sono io la navigatrice su questa nave di matti, e che se non ci pensassi io a certe cose, di certo la Sunny sarebbe colata a picco già da un pezzo.
Sorrido, camminando lungo il corridoio, avvicinandomi alla porta che da sul ponte della nave. Appena metto piede fuori, un’ondata di vento gelido mi viene addosso, facendomi rabbrividire ancora. Mi stringo nelle spalle e tremo.
Già, la temperatura è scesa proprio di quei due gradi necessari per far si che nevichi.
Ecco, ora rimpiango proprio di essere la navigatrice, e di non poter tornare nel mio caldo e morbido lettuccio.
Muovo alcuni passi nudi sulla soglia della porta del sotto coperta, per poi uscire all’aperto e camminare prudentemente sul ponte per non scivolare su un finissimo strato di ghiaccio che si è formato per il gelo. Inizio a correre veloce sull’erba ghiacciata, per sbrigarmi e non prendere troppo freddo, e mi getto su per la rampa di scale, dall’altra parte del terreno erboso, che mi conduce al timone.
Strofino forte le mani tra di loro, per scaldarle, e controllo l’ago del Log-pose sopra la barra di navigazione. Lo confronto con il mio da polso, allineandolo con la direttrice dell’ago che ho deciso di seguire per raggiungere una nuova isola. Regolo meglio la rotta della Sunny, così da non imbatterci nella tempesta di neve marina che si scaglia, con enormi e deformi nuvole grigie e bianche, davanti a noi.
Nevicherà anche qui, per la gioia di Rufy, Usop e Chopper, ma non avremo problemi di urti o altro nella navigazione.
Sorrido, soddisfatta di essermi svegliata in tempo. D’altro canto ormai sono in completa simbiosi con il clima che mi circonda, e quando esso cambia lo percepisco perfettamente. Ehi, Nami, sei proprio la miglior navigatrice al mondo!!!
Ridacchio, notando che “Modestia”, non è proprio il mio secondo nome.
Una sferzata di vento e acqua salmastra gelida, mi si getta contro, congelandomi.
Raggelo e, saltellando sui piedi scalzi, mi decido a rientrare sotto coperta e riprendere a dormire. Corro giù per gli scalini, gelandomi le piante dei piedi, per poi arrivare sulla porta che conduce alla zona notte. Prendo in mano la maniglia della porta, ma poi cambio idea.
Sono gelata e ho bisogno di scaldarmi.
Volto il mio sguardo sul balconcino che è dinanzi alla cucina.
Uhm, un goccio di caldo Rhum, è proprio quello che mi serve ora, per scaldarmi.
O l’alcol, o qualcosa di rovente e rigenerante, come Zoro.
Scuoto la testa arrossendo. Ma che penso?!?
Accidenti!!!
Mi mordo il labbro inferiore, trovandolo screpolato e freddo. Imbranata, mi passo una mano tra i crini rossi, tirandomeli all’indietro. Quelli ricadono, sciolti e mossi, lungo la schiena. Arrossisco tra me e me, cercando di cancellare dalla mia mente l’immagine del buzzurro, e la sensazione di puro calore che mi invade quando ci sfioriamo per caso.
Ma perché? Perché? Perché?
Perchè dovevo innamorarmi proprio di quel fesso, rozzo, spiantato, maleducato e scorbutico di uno spadaccino?!?
Con tutti gli uomini civili e per bene che vi sono al mondo, perché amo l’unico che mi fa diventare isterica e con cui litigo ogni santo giorno?
Con tutti i pretendenti che potrei avere, perché dell’unico uomo che non mi fila, sono andata a innamorarmi?
Sbuffo, ripensando a quando, durante i due anni di lontananza, ho capito di amarlo. Ricordo ancora la notte in cui mi sono svegliata di soprassalto, gridando disperata che lo amavo. Avevo sognato che quel buzzurro mi lasciava sola a Weatheria, allontanandosi da me camminando e dandomi le spalle. Mi abbandonava. Io lo imploravo di restare con me, di non lasciarmi, lo inseguivo pregandolo di fermarsi, ma lui continuava a camminare sordo alle mi suppliche. Pur di convincerlo di portarmi con se, ammettevo con me stessa e dichiaravo alla sua schiena, che si dileguava nel buio della mia stanza, che lo amavo…
Chiudo gli occhi e reprimo la reminiscenza, incrociando le braccia al petto. A che serve amare qualcuno che nemmeno ti vuole; che nemmeno ti guarda come una donna quale sei, ma come una mocciosa; che non ti regala mai una parola gentile o un complimento…?
Sento il mio cuore battere palpitante nel petto, impazzito a quell’assurdo pensiero di scaldarmi tra le braccia calde e protettive di Zoro. Solo una pazza può innamorarsi di un uomo così irraggiungibile. Un fiocco di neve che si innamora del cuocente fuoco, a cui mai potrà avvicinarsi per sfiorarlo.
Si, ho decisamente bisogno di bere, ora che non solo il mio corpo trema gelato, ma anche il mio cuore è scosso dal freddo di un’ amore impossibile.
Apro gli occhi e li fisso sulla porta ancora chiusa del sotto coperta.
Sento i primi fiocchi di neve cadermi sulle spalle. Mi volto veloce verso il ponte e mi dirigo a passi lenti verso le scale che portano al balconcino del primo piano. Il ghiaccio del terrazzo mi rende paonazzi i piedi. Veloce, apro la porta della cucina e mi ci fiondo dentro, rabbrividendo.
-Brrrrrrr…- mugugno, strofinando i piedi uno contro l’altro, serrando gli occhi e sfregando le nocche delle mani tra loro. Chiudo la porta alle mie spalle con un colpo della schiena e mi ci addosso, congelata.
Reprimo un altro brivido
-Accidenti a me che non mi sono messa i calzini per uscire…- mormoro, tremando ad occhi chiusi contro la porta.
-Concordo…-
Sussulto, aprendo gli occhi, riconoscendo la voce roca e strascicata che mi ha canzonato. Mi ritrovo davanti, al di là di un divano lungo che ci divide alla mia sinistra e seduto sul tappeto della sala comune, Zoro. È a gambe incrociate vicino al caminetto acceso che oggi Franky ha installato per riscaldare l’interno della nave. Indossa i suoi soliti pantaloni neri e una canottiera blu, simile a quella di Skypea.
-E...e tu che fai qui?- sbotto, imbarazzata nel scoprirlo sveglio.
Il buzzurro alza le spalle e si gratta il capo verde.
-Ho finito gli allenamenti e sono venuto a scaldarmi…- mugugna, strusciando le mani contro i piedi scalzi come i miei.
Mi avvicino, incrociando le braccia al petto e fissandolo. Resto a qualche metro da lui. Osserva, incantato, le fiammelle del camino, massaggiandosi i piedi infreddoliti e pensando a chissà che. È di profilo, e nella mia direzione è fermo il suo occhio cieco.
La luce del fuoco, gli illumina il volto, facendo risaltare quei lineamenti mascolini e maturi che tanto amo. I capelli verdi brillano come smeraldi, riscaldati dal calore intenso che hanno davanti. Sospiro, trattenendomi dall’accarezzarli, e pensando che è davvero incantevole e suadente con la luce infiammata che esalta il suo profilo migliore, dandogli un’aria tenera e amorevole.
Scrollo la testa, riprendendomi dal mio squilibro d’emozioni.
-Ah, allora anche il grande Roronoa soffre il freddo…- lo punzecchio.
È inevitabile, non riesco a non canzonarlo o a non prenderlo in giro. Se non lo facessi, non sarei più io. Quello mi guarda serio e mi squadra truce.
-Almeno non me ne vado in giro per la nave, mezzo nudo…- sbotta, tornando a fissare le fiamme gialle e rosse del fuoco.
Mi guardo. È che ho di male?
Indosso il mio solito pigiama: una camicia a maniche lunghe che mi arriva fino a metà coscia a tinta a scacchi rossi e bianchi. Sotto l’intimo. Che c’è che non va?
-Perché?- domando non capendo e avanzando di qualche passo verso di lui –Che ho che non va?-
Allargo le braccia verso l’esterno, studiandomi, mentre le maniche mi ricoprono le mani bluastre per il freddo. Il cavernicolo mi guarda di nuovo con sguardo ironico.
-No, dico… ma ti sei vista come sei vestita? Sei mezza nuda!!!-
-Non è vero…- m’imbroncio, tornando a incrociare le braccia al petto.
-Hai addosso solo quella camicia extra large e basta… per forza hai freddo!!!- continua lui, ghignando, vedendomi infuriata.
-Io non ho freddo!!!- protesto verso il suo sorriso beffardo.
-Ma se ti sei appena lamentata di non aver addosso un paio di calze…-
Beccata.
Sbuffo, spostando lo sguardo da quello dello spadaccino al fuoco.
-… e poi lo vedo da qui che stai tremando dal freddo…- ridacchia.
-Smettila!!!- gridacchio, cercando di mantenere un tono di voce abbastanza baso per non svegliare nessuno.
-Non mi sarei ghiacciata se non avessi dovuto sistemare la rotta!!! Me ne sarei rimasta volentieri nel mio letto a dormire!!! Cosa che ora torno a fare!!!- e così dicendo, gli do le spalle e mi dirigo verso il corridoio che porta agli alloggi.
Quell’idiota!!! Mi ha fatto passare la voglia di bere!!!
E dire che pensavo fosse tenero. Lui? Si, tenero come un’ortica.
Impreco a mezza voce contro di lui. Ma che vada a quel paese, scorbutico, rozzo, gorilla, screanzato, ominid…
Una presa per il bordo della camicia mi trattiene nella sala.
-Resta…- lo sento mormorare.
Tremo imbarazzata e resto ferma con lui alle mie spalle. La sua presa svanisce come è apparsa. Mi decido a voltarmi verso di lui.
-Cioè… scaldati e poi vai a dormire…- si gratta il capo. Lo vedo leggermente arrossito. Che sia una mia impressione o che sia troppo vicino al fuoco e si stia bruciacchiando?
Annuisco, ancora presa alla sprovvista dal suo gesto premuroso.
-… che a quest’ora le brave mocciose dormono da un pezzo…-
Ecco, mancava la stupidaggine a fine frase. E tanti e cari saluti al gesto premuroso. Sbuffando, mi siedo alla sua sinistra, piegando le gambe al petto e circondandole con le braccia. Infosso il volto tra le ginocchia e il seno, zittendomi.
Mi sento a disagio nel sentirlo così vicino senza nessun altro Nakama con noi. Siamo soli, solo noi due. Non so che fare e non è da me essere così impacciata, presa alla sprovvista in una situazione così anomala per il nostro solito rapporto di litigate e zuffe. Non era mai successo di trovarsi così vicini, soli e silenziosi. Infosso ancora di più il viso tra le braccia, cercando di concentrarmi sulle fiammelle rosse che danzando nel camino, scaldandomi.
Lo sento tossicchiare e mugugnare qualcosa.
-Come?- domando a mezza voce.
-Ti ho detto se ti sposti dall’altra parte perché da questa non ti vedo…- sbotta irritato.
-Gentile come il mal di pancia, come sempre…- gli rispondo, alzandomi dal tappeto in cui sediamo e spostandomi dall’altro lato. Torno a rannicchiarmi davanti al focolare, posando la schiena sulle gambe rivestite del divano che ho dietro di me.
Concentro lo sguardo sulle fiamme del fuoco, cercando di non imbarazzarmi troppo.
-Hai i piedi blu…-
Lo guardo stranita, alzando la testa dalle ginocchia.
-Che?!?-
-Hai i piedi blu…- sbotta indicandomi la punta dei piedi leggermente bluastra, con una sua callosa mano.
-Oh…- esclamo, sorpresa di principi di congelamento delle mie estremità -…ho davvero preso troppo freddo…-
-La solita mocciosa!!! Indossare un paio di scarpe, no? C’è più gusto nel farsi venire i geloni alle dita dei piedi?!?-
-Nessuno ti ha chiesto niente…- rispondo irritata.
Mi fissa torvo, le labbra incurvate in una seria e scontrosa espressione. Ha sbagliato momento per litigare. Sono già di cattivo umore per il fatto che mai potrò averlo, e seppur sapendolo, sono comunque rimasta qui, accanto a lui, invece che tornare a dormire, ferendomi con le mie stesse mani, in più non mi piace questo essere impacciata per la sua vicinanza. Lo guardo astiosa. Lui resta zitto e contraccambia lo sguardo truce. Ora, basta.
Mi alzò di scatto, decisa a tornare a letto.
Ma Zoro, senza nemmeno dire una parola, afferra deciso il mio gomito sinistro e mi strattona a forza fino a farmi sedere tra le sue gambe. Mi circonda con le sue braccia e inizia a sfregare le sue mani contro le piante dei miei piedi.
-Ma-ma che fai?!?- balbetto arrossendo senza freni. Oh, perfetto, ora balbetto pure. Magnifico!!!
Zoro non mi risponde niente e continua a massaggiarmi i piedi, energicamente e trasferendomi un po’ del suo calore. Resto immobile, impacciata e non sapendo che fare. Stringo i polsi al petto e lascio che la frangia e alcune ciocche di capelli lunghi, mi nascondano il viso rosso. Il cuore mi batte a mille, e la mente è nel caos più totale. Pian piano, sento la circolazione delle estremità riattivarsi, e il freddo scema a mano a mano che Zoro mi massaggia. Fisso senza respirare le sue mani che mi accarezzano, ed è un miracolo che sia ancora cosciente. La sua ruvida e rovente pelle, sfiora delicata e morbida la mia fredda e irritata, trasferendomi una incantevole sensazione di caldo e morbidezza. Appoggia il mento sulla mia spalla sinistra, e immerge il volto tra i miei capelli.
La mente, tutt’un tratto, smette di vorticare con i suoi mille pensieri, bloccandosi e ammutolendosi.
Sento il suo respiro caldo sul collo che, attraversando la tendina di rame, solletica la mia gola, accarezzandola. Mi abbandono del tutto contro il suo torace, addossandoci la schiena e sospirando arrendendomi al suo tocco. Socchiudo gli occhi, e lascio che i nervi si rilassino e il cuore ritorni a battere tranquillo, seguendo il ritmo del respiro dello spadaccino. Sono completamente svuotata.
Tutto ciò che resta di me è solamente il mio corpo nelle braccia dello spadaccino, mentre il cuore danza e la mente assimila tutte le sensazioni che le carezze di questo ominide mi trasmette: riposo, calore, calma, pace…
-Va meglio ora?- mi domanda sotto voce, soffiandomi sull’orecchio. Una scia di brivido mi scivola lungo il collo. Annuisco semplicemente, incapace di emettere verbo e strusciando la testa contro la sua.
Sposta le mani dai piedi alle mie braccia, dove incrocia gli arti per stringe l’abbraccio con cui mi blocca tra le sue gambe. Inizia a sfregare le mani contro le mie spalle e mi permette di abbandonare la testa sulla sua, posandola tra sull’incavo del collo. Sovrappone al mio, il suo capo, passando il mento tra i capelli.
Mi sembra tutto un sogno, un bellissimo sogno.
Le sue mani leggere che mi accarezzano, e il suo soffio caldo sul volto, è un’utopia meravigliosa. Schiudo gli occhi, vedendo anche lui abbandonato sul mio corpo. Ma è la realtà questa, o un mio sogno? È forse impazzito Zoro, o lo sono io per vivere un tale momento?
Prendo coraggio, e allento la stretta dei miei polsi sul petto, per andare a posarli sulle sue spalle, incrociandoli, e accarezzarlo anch’io. Oddio, se tutto questo è un sogno, che nessuno mi svegli.
-Hai ancora freddo…?- mormora, posando la sua fronte sulla mia.
-No…- rispondo, timorosa che tutto ciò possa scomparire come neve al sole.
In nostri sguardi si incrociano e vengo inevitabilmente risucchiata nei suoi scuri e profondi occhi neri. Annego in quei pozzi di petrolio, caldi e protettori.
Una sua mano mi accarezza l’ovale del viso, facendomi rabbrividire per la sensazione calda e dolce che mi trasmette. Arrossisco ancor di più, ma non riesco a nasconderlo, incatenata come sono al suo sguardo. Scende con le dita leggere sulla guancia, scivolando lungo il profilo e arrivare al mento. Con il polpastrello del pollice mi sfiora il labbro inferiore screpolato, mentre mantiene alzato il mio viso sul suo sollevando il mento con il resto della mano. Sgrano gli occhi nel sentire la sua pelle sulla mia bocca. Un leggero sapore di sale e ferro mi stuzzica la lingua, e vorrei tanto potergli leccare quella falange che accarezza la mia bocca. Abbandono completamente lo sguardo sul suo, risucchiata dalle sue carezze. Mi accoro solamente ora che mi fissa ghignante e strafottente. Avvicina un po’ il suo viso al mio, sorridendo beffardo.
Che voglia, che voglia… baciarmi?!?
Imbarazzata, cerco di inumidire le labbra chiudendole tra loro. Lui si avvicina sempre più.
-Mmh…- mormora, soffiandomi sulla bocca, ormai vicinissima alla sua-… hai le labbra screpolate…-
Arrossisco, liberando il capo dalla sua presa spostandolo all’indietro. Mi allontano, voltando il viso dall’altra parte e distanziandomi di poco da lui. Nascondo il volto rosso dietro una cascata di capelli, e cerco di far smettere al mio cuore di battere indemoniato. Ancora seduta tra le sue gambe, gli do le spalle, passandomi le dita di una mano sulla bocca ferita, rimpiangendo di non trovarvi più il suo sapore. Lo sento sghignazzare dietro di me. Ma come ho potuto mai pensare che lui volesse baciarmi?
Stupida!!! Quello è Zoro, l’unico uomo al mondo che non gliene potrebbe fregare meno di te, l’unico per il quale sei e sarai sempre una mocciosa…
Non so che fare, mentre ancora lui ridacchia. Ormai avrà capito che il suo tocco non mi è per niente indifferente, ma che, anzi, è desiderato e voluto ardentemente. È adesso?
-Sai…- inizia con tono strafottente -…conosco un modo per guarire le labbra screpolate…-
-Buon per te…- bofonchio, passandomi ancora le dita sulle labbra e non voltandomi verso lui, offesa.
-Se vuoi posso mostrartelo…-
-E perché?- mi giro verso di lui, e lo guardo con occhi irritati.
-Bhè, mi pare che il mio metodo per scaldarti i piedi abbia funzionato e che ti sia anche piaciuto…- risponde sadico, guardandomi con quel suo sorrisetto stronzo.
-Lo dici tu…- gli tiro la lingua, infantile.
-Come vuoi… allora tieniti pure la bocca secca…- alza le spalle, posandosi all’indietro sui palmi delle mani e allontanandosi da me. Ora nessuna più parte dei nostri corpi si sfiora. Un brivido di freddo mi scende lungo la colonna vertebrale e non riesco a fermarlo, iniziando a tremare di freddo nonostante il caminetto acceso che ho davanti.
-Oh… e va bene!!!- sbotto, sbuffando e incrociando infreddolita le braccia al petto.
-Va bene cosa?- chiede lui maligno.
-Si, il tuo metodo per scaldare i piedi funziona…- ammetto fulminandolo con gli occhi.
-E…- incalza sporgendosi verso di me, tutto orecchi.
-E...- deglutisco per ciò che sto per dire -…e, si, era piacevole…- farfuglio.
Arrossisco, mentre lui sghignazza soddisfatto e si riavvicina. Torna ad abbracciarmi, un braccio intorno alle spalle l’altro sulla vita, e il mio corpo riprende calore. Sorrido sommessa, mentre lui, con quel ghigno diabolico sul viso, struscia la testa contro la mia.
-Allora… per quelle labbra?- domanda ridacchiando.
Mi volto verso di lui con sguardo interrogativo, e noto nei suoi occhi una strana luce. Lo fulmino, irritata dal suo tono canzonatorio. Sbuffo, tornando a voltarmi verso il focolare.
-È doloroso?- domando scettica, riferendomi al suo metodo per curare le labbra screpolate
-Per niente, anzi…- ghigna enigmatico.
-Non mi stai prendendo in giro, vero?-
-Assolutamente no…-
-Uhm… non so se posso fidarmi…- mormoro pensierosa, sentendolo ridere.
-E perché no?- mi volto verso di lui e lo trovo fermo a guardarmi, con un sorriso sardonico e con l’occhio vedente brillare di una strana luce.
-Quando ridi in quel modo strano lì, hai sempre in mente qualcosa…- affermo, indicando con l’indice il suo sorriso.
-Sta volta è diverso…- sussurra, avvicinandosi come pochi istanti prima.
-Allora?- soffia sottovoce.
-O-ok…- balbetto imbarazzata voltandomi rossa in viso, sentendolo stringersi a me.
-Bene…- schiocca la lingua divertito -… chiudi gli occhi…-
Eseguo senza proteste, chiudendo gli occhi e aspettandomi di tutto, da una brace del camino sulla bocca a una palla di neve raccolta dal balconcino della finestra già innevato. Deglutisco e lo sento muoversi dietro di me. Piano mi prende il volto nelle sue bollenti mani, e lo gira in sua direzione. Riesco a sentire il suo fiato sul viso, e sono certa che stia sghignazzando alla grande notando il mio rossore.
Deglutisco tremante, pochi attimi prima di sentire qualcosa appoggiarsi sulle mie labbra. È un qualcosa di ruvido ma morbido allo stesso tempo, sottile e caldo che si modella a perfezione sulla mia bocca, scaldandola. Istintivamente, la schiudo e dentro di essa entra un aroma di alcol e sale delizioso. Respiro piano, in modo da poter risucchiare un po’ di quell’allettante sapore dentro di me. Le mani di Zoro mi circondano ancora il volto, teneramente e tremando un po’, forse per paura di stringermi troppo è farmi male. Sono tentata di far passare la mia lingua sulle sporgenze calde che sono unite alle mie labbra, ma un organo delicato e morbido inizia a sfiorarmi la bocca, ricucendo le rotture su di essa e lasciando, come segno del suo passaggio, una scia umida e aromatizzata di alcol. Strano, ma è una sensazione che già conosco, è un… un… oddio… un bacio!!!
D’improvviso, apro gli occhi, trovando Zoro intendo a baciarmi, gli occhi chiusi e con la fronte addossata alla mia. Richiudo gli occhi, abbandonandomi al suo tocco, e sorridendo del suo gesto. Porto le mani sulle sue, accerchiandole e accarezzandole leggera. Se sapesse da quanto tempo desidero un suo bacio, da quanto tempo voglio essere sua e averlo mio anche per solo un’ora.
Lo sento allontanarsi dal mio volto. Mette fine al bacio, facendo scivolare via le sue mani dalle mie e dal mio viso, distanziandosi da me. No, non voglio che tutto ciò abbia fine!!!
Tenendo gli occhi ancora chiusi, mi getto su di lui, abbracciandolo per il collo e ripetendo il nostro contatto. Sono letteralmente spiaccicata contro il suo torace, mezza distesa sul tappeto e sulle sue gambe incrociate, mentre avida lo assaporo, baciandolo, accozzandogli le labbra sottili e calde con la lingua e sentendolo sobbalzare un po’ per il mio gesto.
Rapida, introduco prepotente la mia lingua nella sua bocca, facendomi strada tra le sue labbra e godendo a pieno il suo sapore virile. Avvicino al mio viso il suo, spingendolo verso di me con una mano che ho portato tra i suoi capelli corti. Lo carezzo incontrollata, desiderosa più che mai di sentirlo mio. Il mio cuore perde un colpo, quando sento le sue mani roventi e grandi sulla mai schiena, accarezzarmi e stringermi a lui.
Mi siedo cavalcioni sulle sue gambe, unendo i nostri bacini e assecondando completamente la sua lingua che ora ha preso il comando della danza del nostro bacio.
Si stacca da me, spostando i suoi baci sul mio mento, sulle guance, sulla bocca ancora per poi passare sul collo che allungo, buttando la testa all’indietro, per lasciargli spazio e godermi a pieno i suoi baci.
Scende frenetico lungo la gola, sbottonandomi piano i primi bottoni della camicia che indosso con una mano incerta, mentre l’altra scivola leggera tra i miei capelli.
-Mmh…- gemo di piacere, abbracciandolo sul mio torace e sentendo le sue labbra scivolare sulla pelle al di sopra del mio seno.
-Al-all’improvviso… no… non ho più… fr-freddo…- ansimo baciandolo qua e là tra i capelli verdi e stringendolo a me.
Alza di scatto il viso dalla camicia, riportando la sua bocca sulla mia e mordendomi le labbra dolcemente. Mi bacia con passione lungo il profilo del viso, raggiungendo veloce il mio orecchio, dove inizia a mordicchiarlo e leccarlo sensualmente.
-Se vorrai…- soffia tra un bacio e l’altro, mentre io gemo abbandonata del tutto tra le sue braccia -…se vorrai stare con me, non avrai mai più freddo in vita tua… ci penserò io a scaldarti…-
Con gesto fluido e delicato, fa scendere la camicia dalle mie spalle, abbassandola a metà schiena e iniziando a baciarmi le scapole e le braccia che sporgono dalle maniche.
-Zo-zoro…- ansimo incapace di fermarlo -… non mi stai… non mi stai prendendo in giro… ?-
-Non prenderei mai in giro la donna che amo ei sentimenti che provo per lei…- sussurra, risalendo l’incavo del gomito fino alla spalla, per poi tornare sul mio collo.
Sorridente come non mai, lo abbraccio forte, spingendogli il volto sul mio collo abbassandolo con una mano sulla nuca e appoggiandomi alla sua spalla destra.
-Oh Zoro…- rido felice -…ti amo, ti amo, ti amo…-
 Si ferma, incredulo delle mie parole, e solleva il voto sul mio. Lo prende tra le sue ruvide mani, asciugando qualche lacrima che scivola dai miei occhi senza il mio consenso.
-Nami… tu mi ami?- domanda fissandomi negli occhi.
Annuisco, sorridendogli radiosa. Mi bacia a fior di labbra, sorridendo felice.
-E io… e io che credevo mi volessi picchiare per aver osato baciarti…- ghigna strusciando la fronte sulla mia. Ridacchio, asciugandomi le ultime lacrime, mentre torniamo a baciarci. Delicato, mi fa stendere sul tappeto, accarezzando le mie braccia che tiene ferme sopra la mia chioma rossa libera sull’intreccio dell’arazzo. Discende a palmi aperti sul mio corpo, riprendendo a baciarmi lungo il collo e il seno che sporge dall’intimo. Mi slaccia completamente la camicia, aprendola e facendosi strada sulla mia pelle baciandola. Sento l’epidermide infuocarsi, piacevolmente bruciata dalle sue labbra e, mentre si avvicina a baciare l’elastico delle mie mutandine, gemo di gioia, osservando a occhi socchiusi il fuoco che illumina i nostri corpi che iniziano ad amarsi.
-Ti amo Nami…- mugugna, abbassandomi l’intimo e baciandomi il ventre, mentre con la mano libera mi allarga le gambe. Mi abbandono a lui, mentre lo denudo della canottiera blu e lo accolgo nelle mie braccia, quando torna a baciarmi sul volto. Sento il suo desiderio, racchiuso ancora nei pantaloni neri, contro la mia femminilità nuda, premere impaziente. In quella notte di freddo e neve, ci amiamo davanti al caminetto, unendo i nostri corpi, le nostre anime, i nostri cuori. Ci amiamo con tutto noi stessi, non risparmiando nemmeno una briciola d’energia pur di soddisfare il desiderio dell’altro di essere amato. Delicato, esce da me, e mi abbraccia abbandonandosi sul mio seno. Lo accarezzo ancora ansimando, avvicinandolo a me e baciandolo per l’ennesima volta. Mi sorride, stringendomi sul suo rovente corpo, mentre la luce del fuoco ci scalda.
-Sei candida come un fiocco di neve…- mi sussurra, strusciando il naso contro il mio.
-E tu, amor mio, sei caldo come il fuoco…- lo bacio, incapace di trattenermi.
Un fiocco di neve innamorato del fuoco, il fuoco innamorato di un fiocco di neve…
Un amore pericoloso, mortale, che potrebbe far soffrire entrambi, composto di corpi e caratteri contrastanti ma di anime e cuori uguali…
Un amore che durerà finché io non mi scioglierò su di lui e lui non si spegnerà su di me… Un amore che durerà per tutta la lunghezza delle nostre vite unite…
Non so come sia possibile, non so se due pirati, due persone così differenti, un fiocco di neve e un fuoco possano amarsi…
Ma, se così deve essere, così sia… Non desideriamo altro… 

 

   
 
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