C18 aveva alzato le palpebre lentamente, permettendo ai suoi occhi azzurri come due  zaffiri di abituarsi alla luce del sole che prepotentemente irrempoeva dalla finestra.

Quasi immediatamente realizzò l'assenza di Crilin accanto a lei, non succedeva mai che si alzasse prima e di certo se l'avesse dovuto fare ne sarebbe stata al corrente.

Mentre indossava un maglione per proteggere il suo longilineo corpo dalla mattutina aria frizzante C18 si ritrovò a riflettere, non avrebbe mai creduto di dividere il letto con quel terrestre nè con chiunque altro, in fondo lei era solo un insulso e freddo cyborg, come facesse Crilin ad amarla se lo sarebbe domandato per sempre. 

Con indosso il maglione, di almeno due taglie più grandi della sua, la donna si avviò verso la cucina per cercare di capire dove fosse finito il suo compagno, le gambe coperte solo parzialemnte da una corta e leggera camicetta di seta si muovevano sinuose con una femminilità che non lasciava trasparire in alcun modo la sua natura robotica.

Sistemando i capelli si guardò intorno ma di Crilin non v'era traccia,tra se e se si chiese come mai fosse uscito di casa tanto presto senza neanche avvertirla.

Passò qualche minuto rassettando la cucina quando la sua attenzione fu attirata da un foglio di carta, poggiato sul tavolo non molto lontano da lei, scritto da una frettolosa ed irregolare calligrafia che sapeva bene appartenere a Crilin.

"Cos'è questo?" si chiese prendendolo tra le dita affusolate.

Ho bisogno del tuo aiuto. Raggiungimi a casa del Genio. E' importante. Crilin

Aiuto, importante? Cosa poteva essere successo?

Preoccupata la donna infilò i vestiti senza neanche sciacquarsi il viso e spiccando il volo si diresse verso la piccola e lontana isola del Genio delle tartarughe di mare. 

Il cyborg aveva poggiato i piedi coperti da due stivaletti neri sulla sabbia umida del mattino.

Stranamente non sembrava esserci anima viva, la piccola isola occupata solo dalla casa del maestro era insolitamente silenzionsa. 

"Crilin?" aveva domandato ad alta volce con tono misto tra preoccupazione ed impazienza, ma come sospettava non aveva ricevuto alcuna risposta. La situazione non la convinceva per niente. 

Con sguardo circospetto aprì la porta della casa addentrandosi all'interno buio. 

Le finestre erano chiuse, le luci spente. Probabilmente non c'era nessuno.

"Crilin sei qui?" il tono di C18 era stato più spazientito di prima, se questo era un gioco la cosa non la stava divertendo affatto.

Uno strano rumore la fece voltare nel buio, un piccolo fiammifero illuminò la stanza, Crilin tenendolo in mano accese una  candela poggiata a terra vicino ai suoi piedi.

"Questo sono io..." aveva detto guardandola nel buio, illuminata solo dalla fioca luce di quella candela.

"Crilin cosa diamine stai combinando??" urlò la donna perdendo completamente la pazienza.

"Ti prego, dammi un attimo. Questo sono io..." tornò a ripetere fissandola negli occhi.

Fu allora che la donna si accorse dell'abbigliamento dell'uomo. Indossava un completo elegante, composto di pantaloni e giacca blu scuri, una camicia bianca ed un papillon che riprendeva il tono dell'abito.

"Cosa fai?" chiese sorpresa.

Il ragazzo le si avvicinò accendendo un'altra candela, stavolta vicino a lei.

"So che non sei tipo da queste cose.." disse fissando intensamente i suoi occhi a pochi centimetri dal suo viso. Il volto di Crilin era serio, tanto da riuscire, forse per la prima volta, a lasciare perplessa quella donna dal carattere molto più forte del suo.

I loro occhi illuminati dalla luce giallastra delle candele si sostenevano a vicenda.

"Ma io lo sono..." aveva concluso dopo qualche istante di silenzio il ragazzo.

Allontandosi nuovamente da lei accese altre due candele, poi le tornò vicino.

La donna non aveva la forza di parlare, o forse quella situazione la stava lasciando talmente basita che non avrebbe saputo cosa dire.

"Probabilmente dalla prima volta che ti ho vista sapevo che il tuo carattere sarebbe stato opposto al mio, sapevo che il tuo cuore caldo sarebbe stato sempre coperto da una fredda maschera, ma non m'importa. Anche tu quando mi hai visto hai capito subito quello che sono. Io e te ci compensiamo, ci completiamo a vicenda e credo di non volerti lasciare andare mai più. Perciò perdonami se ti sto mettendo in una situazione in cui non ti saresti voluta trovare, ma scegliendo me hai scelto anche il romanticismo e la sdolcinatezza che tanto odi."

Era vero, probabilmente odiava quella situazione, e quel romanticismo forse la disgustava. O forse non era così, forse per quanto aveva sofferto si era costretta ad indossare una maschera, si era costretta a ripugnare quelle cose.

Il ragazzo si inginocchiò improvvisamente davanti a lei.

"C18, ho organizzato tutto questo perchè voglio dirti una cosa. Voglio dirti che vorrei svegliarmi ed incontrare il tuo sguardo accigliato ogni mattina, che vorrei essere picchiato da te ogni volta che provo a baciarti, che vorrei che tu respingessei ogni mio abbraccio con uno spintone, che vorrei che quando faccio lo stupido i tuoi occhi mi fulminino, vorrei che tutto ciò accadesse ogni giorno della mia vita per sempre. Per questo io... ti chiedo di sposarmi."

Pochi istanti di silenzio che sembrarono un'eternità permisero ai due di guardarsi negli occhi. 

C18 era completamente spiazzata, avrebbe voluto afferrare quel nanerottolo e lanciarlo violentemente in mezzo al mare. Avrebbe voluto urlargli di alzarsi da quella ridicola posizione o glielo avrebbe fatto rimpiangere per il resto della sua vita. Avrebbe voluto prenderlo a pugni rimproverandogli di avrele organizzato tutto questo. Ma non lo fece, forse il suo cuore non lo voleva davvero, forse a volerlo era solo la sua mente.

"Io..." esitò dopo qualche istante di perpelssità. 

Se un cyborg avesse potuto avere la gola asciutta quello di sicuro sarbbe stato il momento in cui avrebbe avuto la salivazione azzerata.

Lasciò per un momento che a parlare fosse il suo cuore, i suoi sentimenti. Stava per sciogliersi, finalmente lo sentiva. Crilin, quel piccolo, stupido, insulso, dolce terrestre era in ginocchio davanti a lei. Il suo umile sguardo insicuro, proprio le come piaceva , la fissava speranzoso.

"Si..." era riuscita a dire infine. "Voglio sposarti."

Era stato in quel preciso istante che il ragazzo le si era lanciato addosso, abbracciandola a se con tutta la sua forza e stranamente la donna aveva cercato le sue labbra.

Il loro dolce bacio andava avanti da qualche secondo, secondi preziosi in cui C18 non si sarebbe mai più lasciata andare così, secondi importanti ma interrotti da un sonoro ed improvviso applauso. 

La luce si accese. 

Goku, Bulma, Genio, Yamcha, Gohan, Puar, Oscar e Chichi, erano tutti dietro di loro ad osservarli e ad applaudire felici, persino Vegeta, costretto ad essere lì, li fissava nauseato.

Fu proprio in quell'istante che la donna colta dall'imbarazzo sentì riemegere il suo carattere, la sua razionalità, come aveva osato farla sciogliere davanti a tutti?? 

Staccandosi violentemente da Crilin, C18 gli affondò un pungo in pieno viso scaraventandolo contro il muro dietro di lui, che si crepò in un forte e sordo rumore.

"Non permetterti mai più a fare una cosa del genere!!!" aveva urlato in preda alla rabbia dirigendosi fuori di casa e lasciando Crilin dolorante ma felice, con le spalle contro il muro, ridacchiare sotto lo sguardo preoccuato dei suoi amici. Amava da morire quella donna.