Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: SunnySideOfTheStreet    11/02/2012    8 recensioni
Neville non è sempre stato il baluardo della ribellione contro la tirannia ad Hogwarts che tutti noi abbiamo amato nel settimo libro.
Per la maggior parte dei suoi anni a scuola, è stato un ragazzo cicciotto, imbranato e timido che tutti prendevano in giro.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, George Weasley, Neville Paciock, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Buonasera, Madama Rosmerta» disse Neville Paciock, sporgendosi sul bancone dei Tre Manici Di Scopa.
«Buonasera, Neville. Cosa ti posso dare?» gli chiese la padrona del locale, tutta sorridente.
«Eh… dell’acqua, se è possibile»
«Acqua e menta? Acqua e orzata? Acqua e sciroppo di amarena? O… vuoi un po’ d’acqua per allungare il vino di Odo?»
«No, ehm, solo acqua, per favore. Sa… non ho più molti soldi per questo mese, la nonna non me ne spedisce molti perché dice che tanto o li perdo o li spendo tutti per comprare piume nuove, perché le mie le spezzo sempre, e così…»
«Capito. Allora prova quest’acqua frizzante: costa uguale all’acqua normale ma ha le bollicine!»
«Oh, grazie, Madama Rosmerta. Quanto le devo?»
«Due zellini, caro».
Neville depose due zellini sul bancone e prese il suo bicchiere per andarsi a sedere in un tavolo più piccolo degli altri, abbastanza appartato. In realtà, bere acqua fredda in una fredda giornata d’inverno non era l’ideale, ma sua nonna aveva deciso veramente di tagliargli i fondi: per anni si era lamentata che sperperava falci e galeoni in un continuo rifornirsi di attrezzatura scolastica, perché perdeva sacchi di piume, rovesciava fiumi d’inchiostro, strappava chilometri di pergamena e bruciava la maggior parte degli ingredienti per Pozioni. Voleva che il nipote si responsabilizzasse e il metodo migliore per farlo le era sembrato quello di impedire che potesse rimediare ai suoi errori. Come risultato, Neville aveva iniziato una fitta corrispondenza segreta con la cugina Annie, che clandestinamente lo riforniva di piume, pergamene, inchiostro ed ingredienti nuovi, grazie al suo nuovo lavoro come commessa da Scrivenshaft.
Seduto al tavolo, Neville sospirò. I week end a Hogsmeade erano attesi con impazienza da tutti gli studenti, ma per lui erano fonte di mortificazione, perché non aveva mai nessuno con cui andarci; certe volte si univa ai Tassorosso (quella cuore d’oro di Hannah Abbott evidentemente si impietosiva a vederlo girovagare per il castello con un’aria da cane bastonato), ma nella maggior parte delle occasioni si ritrovava da solo, a camminare stancamente senza una meta fra Zonko, Mielandia e I Tre Manici Di Scopa, annoiandosi molto; di solito era il primo a tornarsene a Hogwarts. Tuttavia non era neanche male starsene fuori dal castello per qualche ora. Almeno non ci si ritrovava sempre fra i piedi persone antipatiche che…
«Ma guarda un po’ chi c’è! Paaaaciooooock!» urlò Blaise Zabini, con accanto Theodore Nott che sogghignava.
…come non detto, pensò Neville, diventando tutto rosso.
Zabini e Nott si sedettero accanto a Neville, rigido e intimorito. Puzzavano di alcool e il ragazzo pensò subito, con la sicurezza dell’animale braccato, che non sarebbe stato in grado di ribattere a quello che gli avrebbero detto.
«E allora, bevi solo acqua? Come mai?» chiese Zabini, mettendogli un braccio intorno alle spalle e soffiandogli in faccia zaffate di Whisky Incendiario. «Il piccolo Paciock è troppo puro e buono per un po’ alcool?»
«Non voglio alcool. A-andatevene» disse Neville, tremante.
«Andarcene? Ma perché dovremmo? Noi stiamo bene a questo tavolo, vero Theodore?»
«Oh, sì! È così intimo e privato…»                                         
Mannaggia a me, per Morgana, che ho preso un tavolo così in disparte!si disse Neville: anche sporgendo la testa non riusciva a vedere nessuno dei suoi compagni Grifondoro che potesse venirgli in aiuto.
«Ma perché sei tutto solo, Paciock? Aspetti qualcuno?»
«Oho, forse aspetta una ragazza, Blaise!»
«È così, vero Paciock? Aspetti una ragazza! Ma chi potrà mai essere? Quella banshee che è appena entrata?»
«Oh no no no: per Paciock ci vuole un tipino davvero speciale! Sarà senz’altro una femmina di troll!»
«Ehi, Paciock, ma come hai fatto a capire che era una femmina, quando le hai chiesto un appuntamento?»
I due si sganasciavano dalle risate, continuando a dargli pacche sulla schiena e ad alitargli sul viso. Neville era disperato. Come poteva tirarsene fuori? Avrebbe voluto alzarsi e andarsene, ma non riusciva, era bloccato, inchiodato alla sedia, sapeva che se ci avesse provato gli avrebbero fatto del male, l’avrebbero affatturato, e lui non sarebbe riuscito a difendersi, e nessuno poteva vederli là dietro, e anche se poi l’avesse raccontato alla McGranitt, lei cosa avrebbe fatto? Avrebbe tolto dei punti a Serpeverde, ma avrebbe lasciato a Piton il compito di punire quei due, e lui non l’avrebbe mai fatto, perché Piton lo odiava, lo odiava, anche se lui non aveva fatto niente, niente per meritarsi tutto ciò…
«Che fai, Paciock, piangi? Ma sei scemo?»
«Cos’è, ti facciamo paura, noi?»
«N-no… non sto piangendo…»
«Ma ti facciamo paura?»
«N-no…»
«Ma certo che no! Noi siamo qui per divertirci, solo per divertirci!»
«Però mi farebbe piacere vederti piangere, Paciock… Tu vuoi che ce ne andiamo, non è vero?»
«S-sì…»
«E allora se ti metti a piangere ce ne andiamo!»
«Eh, dai, sì, se ti metti a piangere ce ne andiamo!»
«Guarda, guarda, siamo già pronti a scattare!»
«Basta solo che ti metti a piangere!»
Era umiliante. Non l’avrebbe fatto. Non l’avrebbe mai fatto, di mettersi a piangere solo perché quei due glielo chiedevano. Non voleva. Ma voleva che se ne andassero. E se mettersi a piangere era l’unico metodo, allora…
«Problemi, Neville?»
Una voce alle loro spalle li fece sobbalzare tutti e tre. Uno dei gemelli Weasley si ergeva dietro di loro con un cipiglio ben poco rassicurante.
«Zabini, Nott, fuori dalle balle. Levatevi di torno, o vi mando in infermeria in tempo zero. Filate!» disse preparandosi a estrarre la bacchetta, e i due Serpeverde se la svignarono subito con la coda fra le gambe. «Tutto a posto, Neville?»
Neville cominciò a singhiozzare per il crollo nervoso. «S… s… sì, tutto bene, Fred… o George…»
«Sono George. Vuoi venirti a sedere con me, Fred e Lee? C’è anche Ron» disse il ragazzo più grande, in tono gentile.
«S-sì… g… g… grazie…» rispose Neville, tirando su col naso.
«Dai, vai a darti una sistemata in bagno e poi raggiungici al tavolo. Stai tranquillo, ora sono andati via»
«V-vi raggiungo s-subito» disse Neville, andando nella stessa direzione da cui era arrivato George Weasley.
Si chiuse la porta del bagno alle spalle, sospirando di sollievo e cercando di calmarsi. Meno male che George era passato di lì proprio in quel momento, e meno male che era uno di quelli che non si lasciavano spaventare da deficienti come Zabini e Nott (ma il deficiente era soprattutto Zabini, era lui che istigava Nott). Li odiava, li odiava e li disprezzava, perché erano marci, se la prendevano con i più deboli e lo disgustavano, ma non riusciva mai a ribattere a ciò che gli dicevano e questo lo faceva stare malissimo. Sconsolato, tuffò la testa nell’acqua fredda. Avrebbe imparato solo dopo anni a farsi valere e a diventare lui stesso il vessillo di Hogwarts contro i bulli. Ma per il momento, nel suo cuore la fiamma dell’odio per i suoi aguzzini bruciava alla pari con quella della mortificazione per non essere riuscito a difendersi da solo.







NdA
Questa è una storia in cui Neville è oggetto di bullismo. Non raccontiamoci balle: il bullismo esiste ed è una brutta bestia. Ho cercato di rendere i suoi sentimenti il più realistici possibile: purtroppo Neville compie atti di eroismo solo nel settimo libro, prima non era che un ragazzotto cicciotto e piuttosto solo che veniva sempre preso in giro dagli altri. In questo caso, chi meglio di Blaise Zabini può buttarsi a corpo morto a dargli fastidio? La storia è ambientata al quarto anno. Lo dico per dare un riferimento, ma non è importante, se non per giustificare l’affermazione finale di George quando dice che al loro tavolo c’è anche Ron – al quarto anno, prima della prima prova, Ron ignora bellamente Harry e passa molto tempo con i gemelli.
Il motivo, invece, per cui ho scritto questa storia è che avrebbe dovuto partecipare al secondo turno del "Drinking sentimental contest", i cui prompt erano due personaggi (Blaise Zabini e Neville Paciock), due bevande (acqua e Whisky Incendiario) e il sentimento dell'odio. Il contest sembra essersi arenato, ma io la pubblico lo stesso.

Grazie per la lettura, gente!
  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: SunnySideOfTheStreet