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Autore: Mattimeus    11/02/2012    1 recensioni
Il Conte ed Edward sono seduti ad un tavolino, sorseggiando qualcosa e guardando le persone passare lungo la via.
È una tiepida sera d'estate.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Di sangue ed altre faccende



Il Conte ed Edward sono seduti ad un tavolino, sorseggiando qualcosa e guardando le persone passare lungo la via. È una tiepida sera d'estate.



CONTE: Ma dunque dimmi, ragazzo, non ti vergogni?

EDWARD: [lo guarda negli occhi, sorpreso] No. Dovrei?

CONTE: Beh, sì. Ragazzo, sei più simile ad un catarinfrangente che ad un demone. Non ci sono più i vampiri di una volta!

EDWARD: Perché, lei com'era, conte?

CONTE: Oh, io ero il flagello del mio tempo. Vedessi quanto hanno dovuto tribolare per abbattermi! Ero fiero di essere un vampiro, e per questo ero temuto da tutti!

EDWARD: Beh, credo sia questo il punto. A me di essere un vampiro non importa proprio nulla.

CONTE: Ragazzo sciagurato, ma che dici? Tu sei un vampiro, che tu lo voglia o no! Ho sentito di quel tuo brutto problema...

EDWARD: Quale?

CONTE: Che sei... vegetariano. [rabbrividisce]

EDWARD: Non è affatto un problema, ma una scelta.

CONTE: Ma che ti credi, che semplicemente per le tue scelte la gente si dimentica che sei un vampiro?

EDWARD: La gente non centra molto... sono io che spero di dimenticarmi cosa sono.

CONTE: Sei un idiota, ragazzo. Come puoi vivere se ti dimentichi chi sei? Credimi, ne ho viste di cose io, vecchio come sono, e ti dico che l'identità è una delle cose di cui tutti - vampiri, umani o chicchessia – hanno più bisogno. Se non sei un vampiro, cosa diavolo sei?

EDWARD: Io sono innamorato.

CONTE: [esplode in una risata fragorosa, tanto che tutti nei tavolini intorno si girano a guardarlo]

EDWARD: Conte, gradirei che non si prendesse gioco di me.

CONTE: Scusa ragazzo, non sono riuscito a trattenermi. Che dicevi?

EDWARD: Che sono innamorato.

CONTE: [trattenendo la risata] Embè?

EDWARD: Lei è mai stato innamorato, conte?

CONTE: Ragazzo, hai idea di quanto io sia vecchio? Sì sì, di certo lo sono stato qualche volta, ora non ricordo.

EDWARD: Mi dispiace per lei, conte. Ma forse riuscirò a farmi capire lo stesso. Io non ho bisogno di essere vampiro e nemmeno di essere umano. Potrei essere un cane, un cespuglio o un microbo, non mi interesserebbe. L'unica cosa che importa è essere innamorato.

CONTE: Sei proprio strano, ragazzo. Il sangue, quello dovrebbe importarti! È quello che importa a tutti i vampiri, è quello che fanno tutti i vampiri! Perché tu dovresti essere diverso, ragazzo presuntuoso?

EDWARD: Perché lei è diversa. Perché lei è unica. E come per me lei, per ogni innamorato è così. Si tratta solo di decidere cosa è più importante: se tu, la tua personalità, le tue idee, i tuoi gusti, o lei.

CONTE: Questa “lei” ti ha fatto fesso, ragazzo. L'hai appena detto chiaro e tondo: hai rinunciato a te stesso.

EDWARD: E lei, che ha visto così tante cose nella sua lunga esistenza, non ha mai visto nulla per la quale valesse la pena rinunciare a se stessi? O forse è uno di quelli che pensano che i vampiri siano dei, che siano onnipotenti e liberi e che possono essere felici facendo quello che vogliono?

CONTE: Non prendermi per un idiota, ragazzo!! Io non lo credo affatto! Credi che sia libertà la nostra? Credi che siamo veramente liberi se dobbiamo nutrirci, riposare... e sai, alcuni di noi non sono così fortunati: alcuni di noi, se vedono il sole, inceneriscono, non luccicano. È proprio che credo che il mondo sia più grande, che sia più forte, che accetto di essere vampiro. Anche se le regole del gioco potrebbero non piacermi. E non dico che non mi piacciano, anzi... [si lecca le labbra]

EDWARD: Io accetto le regole solo perché esiste lei.

CONTE: E non credi che potresti fare un uso migliore di te stesso, piuttosto che rinunciarvi? Lei non centra nulla. Dico che forse esistono altre cose che meritano il tuo impegno, che meritano che tu te ne occupi. Hai idea di quanti siano i vampiri che muoiono come bestie? Vittime dell'odio, dell'ignoranza, vittime senza una ragione? È solo un esempio, ma un esempio importante. Se lei è la tua forza, usa la tua forza per qualcosa per cui per tutti valga la pena! Che tu abbia una cosa che ha valore solo per te, al mondo non interessa.

EDWARD: E il mondo, quello che valore ha per me?

CONTE: Ah, devi deciderlo tu, mio caro ragazzo. Io sono vecchio, e un modo per deciderlo l'ho trovato. Credi che ero così tanto debole da lasciarmi abbattere da degli umani? Non ero debole, ero stanco, che è diverso. [fa per alzarsi faticosamente e andarsene, lasciando le monete del conto sul tavolino]

EDWARD: [lo guarda dal basso in alto] Io del mondo non sarò mai stanco, per lei. Ma forse ha ragione, conte. Eppure si ricordi una cosa. L'amore merita sempre rispetto, da qualunque essere provenga: vampiro, umano, catarinfrangente.

CONTE: Vorrei potermelo ricordare, ragazzo, ma è passato troppo tempo. Divertiti, stanotte.

EDWARD: Arrivederci, conte.























   
 
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