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Autore: Filenema    11/02/2012    1 recensioni
E quando l’acqua pianse le sue lacrime con rabbia sui vetri della finestra, quasi a rendersi complice del suo dolore, non erano ancora le quattro del pomeriggio.
“Più tardi forse”.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                          Margherite fresche

 

 

E quando l’acqua pianse le sue lacrime con rabbia sui vetri della finestra, quasi a rendersi complice del suo dolore, non erano ancora le quattro del pomeriggio.

Più tardi forse”.

Erano cinque giorni che non smetteva di piovere. Cinque giorni che continuava a guardare fuori dalla finestra palazzi, macchine, persone, facce, troppo distanti per definirne i tratti. Il tè, mezz’ora prima caldo e fumante, era ormai congelato nella tazza, stretta tra le sue mani; il profumo acre e dolciastro dello zenzero e della cannella costipava la stanza, racchiudendo lei in un grumo di sanguinanti ricordi.

“-Quello zenzero e cannella?-“

“-Si, lo sai che è il mio preferito.-“

Quando era lei a prepararlo veniva molto più buono, non se ne spiegava il motivo. Guardò le margherite fresche sulla sua scrivania; sua nonna adorava i fiori freschi e adorava averli sempre intorno, così ne comprava un mazzo nuovo quasi ogni giorno; quando era ancora a casa; quando era ancora viva.

“Più tardi forse”.

Tornò a guardare fuori dalla finestra, facendo vagare lo sguardo da una persona  che combatteva per riuscire ad aprire un ombrello ostinato, ad un’altra riparata sotto un balcone, con lo sguardo rivolto al cielo plumbeo.

“-Vedi tesoro? Quando sei triste e piangi il cielo è triste e piange perché lo fai tu. Quindi non essere triste o pioverà fino a che non tornerai a sorridere.-“

“Oh, scusami nonna, non volevo far bagnare tutte quelle persone laggiù.-“

Nella sua immagine riflessa le lacrime erano la pioggia sul vetro e i suoi occhi due pozze d’acqua grigia.

“Più tardi forse”.

Come aveva potuto pronunciare quelle parole così tante volte? Era paura di vederla in quello stato? Paura di capire nel suo sguardo qual era la realtà?

“-Vieni a trovarla in ospedale, almeno oggi?-“

“-Più tardi forse-“

Un mese. Due mesi. E dopo, la morte. Era arrivata colpendole il petto, fracassandole le costole una ad una; stritolandole il cuore; la notizia sei giorni prima, il funerale il giorno dopo. Non aveva voluto vedere, non aveva voluto sentire. Non era andata a salutarla neanche quell’ultima volta, al cimitero.

“-Stringimi  più forte che puoi quando mi saluti e saprò quanto mi vuoi bene-“

E lei lo faceva. Le correva incontro e avvinghiandole il collo grinzoso e profumato di sapone la stringeva fino a farla urlare dal ridere.

“Più tardi forse”.

Cinque giorni di pioggia e silenzi. Continuando a guardare con occhi vacui fuori vide il fioraio del palazzo davanti raccogliere i vasi fioriti per proteggerli dallo scrosciare di tutta quella tristezza.

“-Buon compleanno tesoro!-“

“-Nonna quante margherite, grazie! Sono tutte per me?-“

“Si, piccola mia-“

“-Potrò averle sempre? Ogni giorno un mazzo nuovo in camera, come fai tu? Ti prego!-”

“-Certo bambina. Per sempre-“

Posò la tazza sulla scrivania, guardò di nuovo fuori e poi di nuovo le margherite. Si alzò di scatto asciugandosi gli occhi con le dita; si infilò la giacca e strappando dal vaso una margherita fresca corse via dalla camera.

-Hey ma, dove vuoi andare? Sta piovendo!-

Indicando la finestra alla madre:

-No, ha smesso-

-Aspetta, non vuoi aiutarmi? Stavo per fare un dolce…-

Superandola aprì la porta di casa; guardò la madre un ultima volta prima di chiudere la porta e uscire:

-Più tardi forse-.

 

 

  
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