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Autore: Sselene    11/02/2012    0 recensioni
E' molto tardi e Bones è solo in infermeria, finché non arriva a fargli compagnia un Chekov completamente ubriaco che, ridendo e balbettando, gli confessa il suo -disperato- amore. E Bones non ha alcuna idea di come reagire.
Attenzione! Reboot!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Leonard H. Bones McCoy, Pavel Chekov
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Leonard McCoy aveva appena cominciato il turno, ma era già stanco. Nonostante la sua promessa, Chekov non era tornado a ripetere la confessione della notte prima e, nonostante le sue parole, Bones non poteva dire di non averlo aspettato. Non che fosse interessato al ragazzo –assolutamente no- ma era piacevole essere corteggiato da un così bel ragazzo. Comunque, sapeva già che la ‘confessione’ non era altro che un vaneggiamento causato dall’alcool.
La porta si aprì in quell momento e Bones also lo sguardo per vedere chi stava entrando, aspettandosi di vedere Jim, che andava a trovarlo spesso. Era Chekov.
“Guardiamarina.” Salutò neutralmente. “Va tutto bene?”
“Ho appena finito il mio turno.” Spiegò il Rurro, guardandosi intorno nell’infermeria. “Così ho… ho pensato fosse il momento migliore per venire qui e… non… non sei occupato, vero?” Era così nervoso che Leonard era quasi dispiaciuto per lui.
“Sto lavorando, quindi se non sei qui perché hai bisogno di me, è meglio se vieni in un altro momento.” Rispose seccamente.
“Sai… sai perché sono qui.” Pavel sussurrò esitante.
Leonard rimase in silenzio per un po’, poi annuì, sospirando.
“Non sei più ubriaco.” Notò.
Il guardiamarina annuì, ma non disse nient’altro.
“E sei qui per dirmi che non intendevi dire quello che mi hai detto ieri.” Leonard cncluse.
Pavel si inumidì leggermente le labbra con la punta della lingua.
“Questo… questo non è vero.” Mormorò, con la voce più bassa che potesse usare senza risultare incomprensibile, guardandosi intorno, spostando il peso da un piede all’altro.
“Non lo è?” Bones ripeté, come pensasse di non aver esattamente compreso l’altra persona.
“Non sono più ubriaco.” Pavel repeté, spostando lo sguardo per guardare il dottore negli occhi. “Ma sono ancora disperatamente innamorato di te.” Aggiunse.
Leonard deglutì, senza parole, toalmente incapace di trovare le parole giuste da dire in quel contesto. Sì, aveva sognato Pavel mentre gli diceva le stesse cose che gli aveva ditto la notte prima, ma non aveva mai creduto potesse farlo davvero, neanche per un istante, così era completamente senza parole.
“Guardiamarina…”
“Pavel.” Lo corresse il russo.
Bones esitò, ma poi annuì.
“Pavel…” Disse ancora. “Non… non posso dire che non sia piacevole il tuo interesse nei miei confrnti, ma, come ti ho detto ieri, quando eri totalmente ubriaco, tu… tu hai solo diciassette anni.”
Chekov schiuse le labbra, come per parlare, ma rimase silenzioso per un lungo momento, osservando il dottore, che si mosse a disagio sulla sedia.
“Sì.” Pavel disse, infine. “Ho diciassette anni e avrò diciassette anni per i prossimi otto mesi.” Parlava lentamente, a voce bassa, come se parlasse con un bambino. “Ma non sono un bimbo, Leonard, sono adulto, sono un uomo, so cosa voglio e io voglio te.”
Bones sospirò, una mano sul viso e poi tra i capelli.
“Gu-Pavel…”
“Mi hai promesso che ci avresti pensato ed è tutto quello che ti chiedo. Pensaci. Pensa a noi.” Pavel disse, prima che Bones potesse parlare.
“Pavel, io… io non penso proprio…” Bones provò a dire, esitante come non era mai stato prima. Odiava far soffrire il ragazzo, ma era assolutamente necessario.
“Pensaci.” Il Russo ripeté. “E’ tutto quello che ti chiedo. Devi solo pensarci. Pensaci e non ti darò più fastidi, a meno che tu non lo voglia.”
Era così serio, ma nello stesso momento così supplichevole. Bones non riusciva a convincersi a dire no. Pensarci non era così male. Era sicuro di non voler una relazione con Pavel, doveva solo fingere di pensarci su uno o due giorni e poi sarebbe tutto finito.
“Okay, Pavel.” Sospirò. “Ci penserò su.”
Il guardiamarina sorrise così luminoso che per un attimo Leonard pernsò di aver detto sì per sbaglio.
“Grazie.” Il giovane sussurrò, avvicinandosi a Bones e allungandosi sul tavolo per rubargli un rapido e dolce bacio a fior di labbra. Esitò qualche istante, poi si avvicinò di nuovo, baciandolo ancora, ma più lentamente, sfiorando il suo labbro inferiore con la punta della lingua.
Gli occhi di Bones si chiusero contro la sua volta e quasi scivolò nel bacio, ma si scostò prima di cominciare a ricambiarlo.
“Pavel.” Sbottò.
Il guardiamarina sorrise luminoso ed innocente.
“Scusa.” Cinguettò. “Spero di vederti presto.” Aggiunse e, con un breve movimento della mano come saluto, uscì dalla stanza.
Bones sospirò, coprendosi il viso con entrambe le mani. A cosa aveva acconsentito?
   
 
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