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Autore: PandaChan    12/02/2012    0 recensioni
Non mi sembra possibile che sia successo, ma forse è giusto così.
Non avrei mai creduto che questa notizia mi avrebbe colpito così nel profondo.
Non avrei mai immaginato di dover perdere un'altra persona della mia vita.
[ ...buona continuazione ;) ]
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anko Mitarashi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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Non mi sembra possibile che sia successo, ma forse è giusto così.

Non avrei mai creduto che questa notizia mi avrebbe colpito così nel profondo.

Non avrei mai immaginato di dover perdere un'altra persona della mia vita.

Sono passati anni dall'ultima volta che ho pensato al nostro primo incontro, quando ancora ero una giovane kunoichi ansiosa di rendere fiero il proprio maestro e che non desiderava altro se non diventare come lui.

Ma ora sono qui, sola, immersa in quei pochi ricordi che ancora mi legano a te, come una fitta nebbia che avvolge la mia mente...

 

Lo vidi per la prima volta quando mi trovavo con Orochimaru in missione nel Paese delle Onde. Quella sera ero sola, cercavo di tornare alla base ma la tipica nebbia del luogo mi impediva di trovare la strada giusta. Fu per caso che mi ritrovai sulle sponde di quel lago, attirata da un forte rumore di acqua che strideva col silenzio che fino a poco prima mi aveva circondata.

Al centro del lago c'era un ninja intento ad allenarsi nel taijutsu con delle copie d'acqua e, malgrado avessi già più volte osservato allenamenti corpo a corpo, non riuscii a fare a meno di restare incantata dai suoi movimenti così studiati e perfetti.

Ero talmente concentrata che quasi non mi accorsi dello shuriken che improvvisamente si conficcò in un albero a pochi centimetri dai miei occhi, feci solo in tempo a scattare in posizione di difesa, e quando alzai lo sguardo mi ritrovai faccia a faccia con lo sconosciuto. Era più alto di me, muscoloso ma non troppo, il classico ragazzo di cui ci si può prendere una cotta a quell’età…

La sua voce interruppe il filo dei miei pensieri.

“Chi sei tu? E perché mi stavi spiando?” Il suo tono era diffidente, quasi ostile. Si intonava perfettamente con quell'aspetto da duro.

“Ehm... No io non... “ Non riuscivo a rispondere intimorita com'ero da quello sguardo fiero e quegli occhi neri come la notte.

“...allora?!”

Mi feci coraggio. “Sono Anko Mitarashi, del Villaggio della Foglia. Non ti stavo spiando, mi spiace di averti interrotto.”

“E allora cosa ci fai qui?” La mia risposta sembrava averlo rassicurato abbastanza da non considerarmi un nemico, e nella sua voce colsi un pizzico di curiosità. Mi rilassai anche io.

“Sono qui in missione col mio maestro. Devo tornare alla base ma mi sono persa a causa della nebbia... Ormai lui si starà preoccupando.”

“Tsk... Non mi sorprende che tu ti sia persa, questi posti non sono fatti per voi ragazzini di Konoha sempre accollati al vostro maestro. Dovresti imparare a cavartela da sola, affidarsi da qualcuno porta solo dolore.” …Era risentimento quello nella sua voce?

“Da come parli si vede che non ne hai mai avuto uno.” Gli risposi stizzita.

Lui mi guardò con un'aria interrogativa e io continuai.

“Avere un maestro non significa non poter cavarsela da soli... è un punto di riferimento, qualcuno che è sempre pronto a sostenerti e proteggerti. Qualcuno a cui ispirarsi.” Quelle parole mi uscirono di getto, ci credevo davvero.

Subito assunse un'aria pensierosa, ma poi con un cenno del capo sembrò scacciare via quelle parole inutili.

“In ogni caso ora il tuo maestro non c'è, e pare che tu debba fidarti di me.” Aggiunse con un sorrisetto. “Per tornare al villaggio ti basta attraversare il lago, troverai il sentiero proprio di fronte a te.”

Lo ringraziai, e solo quando lui si allontanò tornando sui propri passi mi venne in mente una cosa:

“Ei aspetta! Non mi hai detto il tuo nome!”

Non si girò nemmeno, fece solo un cenno con la mano. “Zabuza Momochi.”

 

Furono solo poche parole ma rimasi molto colpita da quel ragazzo così diverso da me...

Ricordo ancora il tuo sguardo profondo e determinato, ma solo ora capisco che nascondeva sofferenza... Dopo aver perso tutto ciò in cui credevo ed essere rimasta sola, so che avevi ragione tu.

Non ho più una famiglia, né un maestro, d’ora in poi farò affidamento solo su me stessa.

Non voglio più dolore.

Sono passati parecchi anni prima che io abbia potuto rivederti, e nel frattempo sono diventata inconsapevolmente sempre più come te.

Quando ci rincontrammo non era rimasto più nulla di quei due ragazzini del lago, ormai eravamo entrambi degli assassini.

 

Un'altra missione, ancora nel Paese delle Onde.

Questa volta ero sola, incaricata dagli ANBU di eliminare un criminale del quale l'unico segno di riconoscimento era l'enorme spada con cui seminava terrore nei villaggi.

Erano ormai ore che seguivo le sue tracce nella foresta quando ad un certo punto percepii che si era fermato. Mi fermai anche io, elaborando in fretta una strategia d'attacco. Non ero più una sprovveduta, sapevo di non aver speranze attaccandolo frontalmente, così creai un diversivo e mi lanciai su di lui prendendolo alle spalle.

Ma lui non era certo il tipo da cadere in una trappola così banale e parò abilmente il mio assalto bloccando la mia katana con la sua spada. Per alcuni istanti tutto ciò che sentimmo fu lo stridio delle nostre armi.

Lo osservai meglio: nei suoi gesti c'era qualcosa di familiare, ma ero troppo presa dalla missione per notarlo. Tutto ciò a cui pensavo era uccidere il nemico, vincere.

Ci separammo per un momento, studiandoci a vicenda.

“Sospettavo che qualcuno mi stesse seguendo... Voi ANBU siete prevedibili.”

“Tsk, questo lo vedremo.”

Non aggiungemmo altro e riprendemmo a combattere.

Fu uno degli scontri più impegnativi della mia vita.

Non so quanto tempo fosse passato quando io, sfinita, non riuscii più a schivare i suoi colpi e mi accasciai a terra, tremante per lo sforzo. A quel punto lui mi si avvicinò puntandomi la lama alla gola.

“Non so voi di Konoha, ma io voglio vedere in faccia le persone che uccido.”

Così dicendo con la punta della spada mi sfilò la maschera, e io, consapevole che sarei morta di lì a poco, incrociai i suoi occhi con uno sguardo di sfida.

Ero pronta a ricevere il colpo di grazia, ma invece lui abbassò l'arma di scatto e arretrò di qualche passo. Non capii il motivo di quel gesto ma seppi che era la mia unica possibilità di salvezza, così raccolsi le ultime forze e mi avventai su di lui pugnalandolo al fianco con un kunai che avevo nascosto.

Ancora confusa dal fatto che lui non avesse reagito mi preparai a finirlo, ma prima che potessi fare qualunque cosa lui parlò. Una parola, una soltanto e le mie certezze vacillarono.

“...Anko...”

Poi cadde a terra privo di sensi.

In quel momento capii che in lui c'era qualcosa che mi riportava al passato, che avevo già incontrato prima...

Lascia cadere il kunai e cominciai a svolgere le bende che gli nascondevano il volto, finchè non mi ritrovai faccia a faccia con Zabuza Momochi.

Sapevo di doverlo uccidere per completare la mia missione, ma qualcosa dentro di me mi impedì di farlo. Rimasi alcuni minuti inginocchiata accanto a lui a fissarlo, ferito e incosciente, quando realizzai che stava morendo a causa mia.

Lui mi aveva salvata e io lo stavo uccidendo.

No, avevo già visto troppe persone morire davanti ai miei occhi, non potevo permettere che accadesse anche a lui.

Non so dove trovai l'energia necessaria, ma lo presi sulle spalle e lo trascinai al sicuro in una grotta. Avevo con me un kit di pronto soccorso e iniziai a medicarlo febbrilmente, terrorizzata da quanto fosse debole il suo battito, conscia che la sua vita dipendeva da me.

Mi presi cura di lui per giorni senza sosta, eppure ancora non dava cenno di svegliarsi. Cominciavo a perdere le speranze che si riprendesse.

Il suo respiro tornò regolare solo alla fine del secondo giorno, quando io, stremata e sollevata allo stesso tempo, caddi in un sonno tormentato da incubi e dolore. Nemmeno quella notte il Segno Maledetto mi risparmiò, ma ero talmente stanca che dormii fino al mattino dopo.

Quando aprii gli occhi vidi che Zabuza mi stava restituendo lo sguardo: era pallido e provato, ma finalmente aveva ripreso conoscenza. Restammo sdraiati a fissarci per alcuni minuti prima di parlarci. Era un silenzio carico di tensione, malgrado fossimo nemici sapevamo entrambi che qualcosa ci impediva di considerarci tali... Fui io a romperlo.

"Stai meglio." Il mio tono era secco, l' orgoglio mi spingeva a nascondere l'apprensione che avevo provato prima e a mostrarmi fredda nei suoi confronti.

Probabilmente per lui era lo stesso, infatti mi rispose con un misero "sì", senza neanche ringraziarmi.

L'imbarazzo di quel momento era palpabile, così con la scusa di andare a cercare del cibo lo lasciai da solo a riposare.

Cosa mi stava succedendo? Io, la kunoichi più fredda di Konoha, che mi facevo prendere così dalle emozioni... Fino a poco tempo fa non ci avrei pensato due volte e l'avrei ucciso, ma perché ora no? Quando tornai nella grotta non avevo ancora trovato una risposta.

"Ho portato del cibo... Mangia, ti riprenderai più in fretta."

Mangiammo in silenzio, senza saper cosa dire, poi lui alzò lo sguardo su di me.

"...non credevo ti ricordassi ancora di me, sono passati anni."

"Nemmeno io, eppure mi hai risparmiata."

"Già..."

"..."

"E tu perché mi hai salvato?"

Perché la mia vita era uno schifo, ecco perché. Dopo aver abbandonato la mia famiglia per Orochimaru lui abbandonò me, e non mi rimase più nulla.

Uno dei pochi ricordi felici che mi erano rimasti era il ragazzino che incontrai su quel lago nebbioso.

"Ero in debito per quella volta, ora siamo pari." Non era tutta la verità, ma neanche io capivo quello che provavo.

"Giusto, voi della Foglia siete ninja di valore... E soffrite sempre in silenzio"

"Cosa vuoi dire?"

"Me ne sono accorto sta notte." Aggiunse con un tono preoccupato.

Mi misi sulla difensiva. "Non era nulla, solo stanchezza."

Non sembrava convinto ma accettò la mia risposta. Per quel giorno non parlammo più, eravamo sfiniti e tornammo a riposarci.

Quella notte fu ancora peggio: il dolore era insopportabile e gli incubi non mi davano tregua.

Mi svegliai urlando, e solo allora mi accorsi delle sue braccia che mi cingevano forti. Lo guardai con gli occhi velati di lacrime cercando di dire qualcosa, ma lui mi fermò con un sorriso.

"Non c'è bisogno che tu dica niente, sta notte sono qui per te."

Confortata da quelle parole appoggiai la testa sul suo petto e mi lasciai andare in un pianto liberatorio... Restammo così finché non mi calmai.

"...Grazie, ora sto meglio." Continuò a tenermi stretta.

"La verità è che non riesco a vederti soffrire... Appena ti ho riconosciuta mi è tornata in mente la ragazzina felice che eri... Cos'è che ti fa stare male?"

Non immaginavo che anche lui fosse ancora legato a me, ma visto che era stato così sincero decisi di raccontargli tutto, di Orochimaru e del Segno Maledetto.

Mi lasciò finire di parlare e poi mi guardò. Non avrei mai pensato che occhi così freddi e scuri potessero diventare così dolci.

"Per questa notte non dovrai più soffrire."

Con una mano mi spostò i capelli dal viso e avvicinò le sue labbra alle mie e io mi lasciai trasportare da quel bacio pieno di passione.

Quella notte facemmo l'amore.

 

Non so come passammo dal volerci uccidere all'amarci... So solo che quando la mattina dopo mi svegliai e tu non eri lì con me mi sentii persa, di nuovo.

Non ho più pensato a te da quella notte di quasi due anni fa, quando ho capito che non saremmo potuti stare insieme, anche se dentro di me ho sempre sperato che un giorno ti avrei rivisto... Almeno fino ad oggi.

Nella mia vita non c'è mai stato spazio per l'amore se non con te, e alla notizia della tua morte se n'è andata anche quella parte di me che ha amato e non amerà più.

Ma io sono un ninja di Konoha e devo farmi forza: questa nebbia sarà la sola a vedere le mie lacrime.







Beeeeeene ragazzi, che ne dite?^^
È la nostra prima fanfiction (sì, "nostra" perché siamo in due ad averla scritta xD) quindi siate clementi con le recensioni, ma ogni critica è ben accetta!
Alla prossima ;)
  
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