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Autore: Jackass92    12/02/2012    2 recensioni
[Jackass] [BamxRyan]
Breve one-shot sul mio paring preferito, ambientata durante le riprese dell'ultimo film.
"Fece ruotare gli occhi, la vista era ancora vagamente annebbiata dai postumi della sbornia, decise di sedersi sul letto dove si trovava, notò quindi una scia di vestiti che conduceva alla porta, o al letto, dipendeva dalle prospettive..."
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aria densa, odore di alcool e caffè che impregnavano qualsiasi cosa, uno spiraglio di luce sbatteva contro la parete di fronte alla finestra disegnando strane sagome sul muro della stanza d’hotel.
Fu questo che Ryan vide aprendo gli occhi, o almeno quello che riuscì ad intuire a causa del cerchio alla testa che lo attanagliava.
 
Era riuscito a ricascarci, ed ogni volta si riprometteva di porsi un limite, una soglia alcolica che gli permettesse quanto meno di ricordare cosa avesse fatto la sera prima: tabula rasa.
Per quanto ne sapeva poteva essere stato incoronato Miss America la notte prima o aver sposato la prima bionda che glielo avesse proposto, fortunatamente non vide ne diademi ne fedi nuziali nelle vicinanze.
Fece ruotare gli occhi, la vista era ancora vagamente annebbiata dai postumi della sbornia, decise di sedersi sul letto dove si trovava, notò quindi una scia di vestiti che conduceva alla porta, o al letto, dipendeva dalle prospettive.
Jeans appallottolati… la sua maglia…stracciata? Sperava solo di non essere il responsabile: era una delle sue t-shirt preferite e dannazione ora presentava un lungo squarcio che partiva dal collo e arrivava circa a metà addome.
Notò i boxer poco distanti dai suoi piedi, forse era il caso di rimetterli.

Ryan si mosse per avvicinarsi agli indumenti ma venne bruscamente trattenuto: qualcosa gli bloccava il polso sinistro. Dato l’equilibrio precario a causa dell’alcool il biondo riuscì in una rovinosa caduta di faccia sul pavimento.
Sempre col polso sinistro alzato si voltò scoprendo che era una manetta a trattenerlo, una di quelle tristissime manette pelose e fuxia da sexy-shop di seconda mano, ancorata saldamente alla testa del letto. Contemporaneamente alla manetta notò una mano che sporgeva dalle lenzuola, accompagnata da un “Hmmpf” che sapeva molto di sospiro nel sonno.

Oh mio dio.
Una saetta di pensieri attraversò la testa frastornata del ragazzo.
Angie si trovava a ore e ore di volo da li, non poteva essere lei… non poteva credere di averla tradita.
E chi ci sarà poi sotto quelle lenzuola?
Una bionda raccattata al bar? Una fan di Jackass arrapata? Sapeva il cielo cosa poteva aspettarsi…
“Oh ti prego fai che non sia… BAM!?”
 
Ryan trasalì scordandosi delle manette e tirando così un forte strattone al letto, il baccano che il ragazzo riuscì a produrre contro il ferro battuto della testa del letto riuscì a svegliare Bam.
Lo skater tirò su pigramente la testa dal cuscino in cui era affondata, sempre con molta calma ruotò gli occhi e gelò alla vista di un Ryan semi nudo che se ne stava seduto scompostamente sul pavimento, con un polso bloccato da una manetta da sexy-shop e uno sguardo a metà tra il terrore e l’imbarazzo.
Sul momento nella testa del ragazzo non affiorò nessun pensiero di senso compiuto, così tutto quello che uscì dalle sue labbra fu un biascicato “…’giorno Ry”.
“Buongiorno!?” sbottò il biondo ancora sul pavimento freddo “Come puoi uscirtene con BUONGIORNO RY in una situazione del genere!?”

Attimi di teso silenzio, nessuno dei due sapeva cosa dire e soprattutto cosa fare.
La tensione era palpabile.
 
Ryan staccò gli occhi da Bam che non dava segni di attività cerebrale, poi allungò nervosamente la mano libera in direzione dei suoi boxer infilandoseli di fretta.
Non se la sentiva di sedersi sul letto, optò quindi per rimanere sul pavimento attendendo che l’amico dicesse qualcosa, qualsiasi cosa… che gli spiegasse la situazione, magari aveva frainteso tutto… lo sperava.
 
Bam tirò un lungo sospiro mettendosi a sedere sul letto e massaggiandosi la nuca, evitando lo sguardo dell’amico.
“Be’ è… una storia abbastanza…” iniziò roteando gli occhi esplorando la stanza “…particolare.” Concluse soffermandosi sulla t-shirt stracciata di Ryan, e poi rivolgendo lo sguardo dritto negli occhi di quest’ultimo.
Ryan distolse impacciatamente lo sguardo dagli occhi di ghiaccio dell’amico, quello sguardo che da sempre amava catturare ora lo terrorizzava.
 
“Ryan” iniziò Bam con tono serio “Vuoi veramente sapere cos’è successo ieri notte… o potresti accontentarti dello stato attuale delle cose?”
“…Stato attuale?”
Ryan era confuso, cosa intendeva Bam con stato attuale? Certamente la situazione non era chiara, ma questo voleva significare che era meglio non sapere? Questa supposizione non fece altro che crescere la curiosità di Ryan… cos’era successo la notte scorsa di così sconcertante? Ritenne di meritare quantomeno una spiegazione.
“Esigo di saperlo, Bam” concluse poi il biondo raccogliendo quel poco di coraggio che gli restava in corpo, deglutì incrociando nuovamente lo sguardo dello skater.
 
“Hmm…” Bam annuì, spostandosi leggermente verso il fondo del letto in modo da poter far sedere l’amico, tuttavia Ryan non si mosse, in quel momento preferì mantenere una certa distanza.
Era ridicolo che si fosse creato questo imbarazzo tra di loro, ma Ryan proprio non riusciva ad avvicinarsi a quel letto, e nonostante l’assurda scomodità di starsene seduto sul pavimento gelido, con un braccio sospeso ed un polso bloccato dalla manetta… era mille volte meglio che dover affrontare la vicinanza col corpo dell’amico.
Bam capì al volo, accettando la cosa, sarebbe stato meno imbarazzante per entrambi mantenere le distanze, per ora.
 
“Ricordi che dopo essere usciti dal bar ci siamo diretti verso il centro città?” Bam iniziò il discorso velocemente, nervosamente, sperando che l’amico ricordasse e così di dover raccontare meno dettagli possibili.
“…centro città?” Ryan assunse un’aria interrogativa “Io credevo ce ne fossimo tornati in hotel…”
Bam sudava freddo “Fino a dove arrivano i tuoi ricordi Dunn..?”
“Io… credo… insomma abbiamo bevuto qualche birra” iniziò il biondo.
“In effetti vodka” interruppe Bam.
“Si è possibile” constatò poi.
“E rhum…” continuò lo skater.
“Sssi…?” Ryan non sapeva che dire.
“In effetti avremo assunto ogni forma di alcolico conosciuto.” confessò alla fine.
“…” Ryan non sapeva se rispondere.
“Anche quello per i pavimenti, temo” aggiunse Bam guardando altrove.
Da quel momento Ryan decise di non rispondere, ma dovette quando Bam lo intimò di continuare.
 
“Dopo quello ricordo solo la hall dell’hotel e poi nulla… In effetti credo di avere un buco di almeno un’ora tra il bar e la hall.” confessò Ryan.
“Due… almeno.” Lo corresse Bam.
“Insomma anzi che continuare a correggermi non puoi raccontarmi che diavolo è successo?!” sbottò infine il biondo. Era ormai palese che Bam non volesse raccontare nulla della notte scorsa, ma maledizione glielo doveva.
 
Bam tirò un lungo sospiro, prese coraggio e iniziò.
Gli raccontò di come fossero usciti dal bar, in effetti cacciati dal locale a causa di Darf, ovvero l’alter-ego ubriaco di Dave England. Una volta fuori Preston e Wee man erano tornati in hotel tirandosi dietro Darf, Johnny, Ehren e buona parte dello staff del film avevano optato per cercare un altro locale, mentre loro due insieme a Steve-O e Chris si erano diretti senza una meta apparente verso il centro della città.
“Voglio dei preservativi al mango” aveva sentenziato Chris, logicamente sotto gli effetti dell’alcool l’idea era parsa geniale alla combriccola, che pretendendo anche quello al cocco e al frutto della passione, si attivarono per cercare un sexy-shop.
Sorprendentemente ne trovarono uno poco distante dal bar e ci si fiondarono dentro, come dei bambini in un negozio di caramelle: partirono acquisti a dir poco particolari sui quali Bam non volle soffermarsi, aggiunse solo che trovarono un vasto assortimento di preservativi aromatizzati… e manette.
 
Lo sguardo di entrambi cadde sul polso di Ryan, per poi goffamente distogliersi tradendo un leggero imbarazzo, quello era logicamente un acquisto di uno dei due.
“Immagino di aver…” sospirò Ryan indicando le manette.
“Mi piace il fuxia” fu la risposta del moro.
“…Tu?” l’imbarazzo di Ryan crebbe, ormai l’accaduto sfiorava l’ovvio…
Bam fece spallucce abbozzando un sorriso.
I due stettero in silenzio per qualche momento.
“Dopo… io e te siamo tornati in hotel…” Bam non trovava le parole per continuare il discorso. “Ora… potresti sederti qui, per favore?” disse poi con un filo di voce.
 
Ryan vinse l’imbarazzo e si sedette di fianco all’amico, credeva di morire in quel momento, e più ci pensava e più gli pareva assurdo. Erano amici da una vita, compagni di assurde scorribande ed imprese folli, si conoscevano come fratelli, erano molto più che amici.
In quel fiume di pensieri che parve durare un’eternità, il biondo ammise a se stesso che no, in effetti, lui considerava Bam molto più che un amico. Sarà quel suo fare unico, la semplicità con cui rende ogni giorno incredibilmente fuori dall’ordinario… e perché no anche il suo modo di vestire, i suoi tatuaggi… quegli occhi di ghiaccio per i quali avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Oh.
Ora la visione era chiara, sotto gli effetti dell’alcool ogni freno inibitore era andato a farsi benedire, e quel cassettino nella testa di Dunn, quello chiuso a chiave e sigillato alla sua stessa coscienza, aveva potuto aprirsi.
Ora era pronto per ascoltare il racconto di Bam.
 
Bam riprese “Siamo saliti fino al corridoio, io credevo di aver perso la chiave della mia stanza, così mi hai detto di entrare nella tua e che avresti dormito sul pavimento o qualcosa del genere…”
Ryan iniziava vagamente a ricordare, alzò gli occhi verso la porta.
“Credo…di averti baciato…”.
“Ci siamo baciati Ry, è diverso…” lo corresse per l’ennesima volta Bam.
“Mi hai… strappato tu la maglietta?”
“Già”
“Ed il resto dei vestiti immagino”
Bam si limitò a guardare la scia di vestiti suoi e di Ryan che creavano un percorso verso il letto.
 
“Abbiamo…?” chiese timidamente il biondo.
“Non trovavo il coraggio per dirti quanto fossi sobrio in quel momento… temevo di rovinare tutto.” Annuì Bam.
“E le manette?” ridacchiò Ryan.
“Non volevo che scappassi” sorrise lo skater.
 
In quel momento tutto l’imbarazzo scomparve: entrambi provavano qualcosa per l’altro, ma lo avevano tenuto nascosto persino a loro stessi.
Come se fosse la cosa più naturale del mondo si baciarono, poi Bam recuperò la chiave delle manette dalla propria tasca e liberò l’amico dalla morsa.
“Non credo di averne più bisogno per tenerti vicino a me” arrossì Bam.
Ryan si limitò a sorridere e ad aggiungere mentalmente il dolce sorriso di Bam alle cose che amava di più al mondo.
  
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