«Dovresti lavarti, e pulire anche la casa.»
«Perché? È finita Hermione, è finita.» Singhiozzò Harry, le lacrime cominciarono a scendere copiose lungo il suo volto, il cellulare cadde a terra, la caduta fu attutita dal tessuto morbido del tappeto, poi alzò la testa di scatto e punto un dito, accusatorio, verso Ron. «Ed è tutta colpa sua!» Urlò.
«Harry, Harry. Non è finita, hai ancora la tua vita.» Disse la donna, accarezzandogli i capelli.
Harry si scostò. «È lui la mia vita, Hermione.»
«No, Harry. La tua vita sei tu!» Urlò lei.
L’altro si alzò di scatto dal divano, barcollò leggermente a causa del brusco movimento, e poi si diresse verso le scale. Si fermò tra il nono e il decimo gradino e si voltò verso i due amici. «Voi non potete capire! Non sapete un cazzo! Un cazzo!»
Poi salì velocemente i scalini rimasti, incespicando di tanto in tanto sui vestiti sparsi a terra, fino a raggiungere la camera da letto.